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Conoscere l'EBM > Ricerca delle evidenze > Le fonti tradizionali |
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Page last update:
29/09/2012 |
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Il
medico ricorre spesso al collega esperto, una fonte d'informazione
gratuita e generalmente disponibile: in un’indagine condotta da
Stinson e coll il 70% dei medici trascorreva 1-5 ore la
settimana in discussioni informali con colleghi, mentre quelli
intervistati da Williamson e coll. proponevano l’istituzione di
hot-lines telefoniche composte da comitati di esperti.
Sintetizzano le conoscenze disponibili relative ad uno o più settori della medicina e costituiscono la fonte di aggiornamento più utilizzata dai medici, ma contribuiscono a ritardare l'introduzione di interventi efficaci ed al mancato abbandono di procedure inefficaci e/o dannose. Ad esempio, anche se già nel 1985 una
revisione sistematica condotta su 33 studi randomizzati aveva
dimostrato l'efficacia della trombolisi nel ridurre la mortalità
nell'infarto del miocardio - confermata nel 1986 dai
risultati del GISS - la seconda edizione del prestigioso
Oxford Textbook of Medicine del 1987 riportava che i
benefici della terapia trombolitica non erano ancora ben
definiti. In realtà i trattati tradizionali hanno numerosi limiti, al punto che potrebbero non sopravvivere alla rivoluzione elettronica dei mezzi di aggiornamento, come avvenne ai dinosauri nell'era delle glaciazioni.
Nonostante questi
limiti, risulta estremista la raccomandazione dell’EBM di
“bruciare i trattati tradizionali”: infatti il loro ruolo
educazionale rimane indiscusso, perché trasmettono un grande
volume di conoscenze e rispettano un ordine e una sistematicità
che facilitano l’apprendimento. Infine, alcuni limiti dei trattati tradizionali sono superati da quelli elettronici che vengono aggiornati continuamente, hanno una bibliografia molto ricca e aggiornata. Di questi il migliore è UpToDate I medici dichiarano di dedicare alla lettura delle riviste 1-3 ore alla settimana, ma spesso ricorrono ai periodici distribuiti gratuitamente: queste pubblicazioni, definite con una colorita espressione "riviste pattumiera" , risentono spesso di interessi promozionali, raramente comprendono lavori originali, non prevedono revisioni critiche e gli indici analitici sono insufficienti o addirittura non esistono. I migliori prodotti dalla ricerca clinica sono contenuti nelle riviste dotate di formale processo di revisione tra pari - peer-review - che pubblicano articoli selezionati da esperti, valutabili criticamente, con ampia bibliografia e periodicamente indicizzati nelle banche dati. Esistono tuttavia alcuni problemi che ostacolano l'utilizzo efficiente delle riviste:
Sommersi dall'enorme volume della letteratura, medici e studenti preferiscono leggere le revisioni narrative (RN) agli studi primari. Tuttavia, anche se pubblicate da riviste autorevoli, le RN hanno numerosi limiti:
Pertanto,
considerato che il rapporto tra risultati della ricerca e
raccomandazioni cliniche è sfumato e spesso inconsistente, le RN
contribuiscono sia a ritardare l'introduzione di interventi
sanitari efficaci, sia al persistente impiego di procedure
obsolete, inutili o addirittura dannose per il paziente.
In definitiva, se le RN rimangono uno strumento utile per approfondire i quesiti di background, sono poco affidabili per fornire risposte quantitative a specifici quesiti clinico-assistenziali. I limiti delle RN hanno contribuito allo sviluppo delle revisioni sistematiche, un nuovo strumento editoriale che ha aperto una nuova era nella scienza della sintesi delle conoscenze. |