Selling Sickness


Questo statement è stato sviluppato grazie a diversi contributi e discusso in occasione della Conferenza Selling Sickness, 2013: People before Profits, nata nell’ambito di un movimento globale progressista e attivista per la salute dei cittadini e tenutasi a Washington DC nel febbraio 2013.

CONTRASTIAMO TUTTI INSIEME IL MERCATO DELLE MALATTIE

Questa iniziativa chiama a raccolta ricercatori, professionisti sanitari, attivisti, sostenitori, pazienti, caregivers e cittadini profondamente preoccupati per la crescente corruzione della medicina e dell’assistenza sanitaria.

Chiediamo di mettere fine al “mercato delle malattie” sostenuto dall’industria che manipola le problematiche sanitarie e danneggia la salute con pratiche che medicalizzano la vita quotidiana, ingannando professionisti e cittadini.

Gli interessi commerciali stanno corrompendo la ricerca, la pratica clinica e il mercato con varie strategie: occultamento dei dati della ricerca, ricerca e pubblicazione distorte da bias, uso di controlli inadeguati nei trial clinici, reporting della ricerca acritico e sbilanciato, sovra-utilizzo di interventi diagnostico-terapeutici non necessari, scarsa attenzione alle variabili sociali e alle ingiustizie, marketing ingannevole.

Siamo allarmati perché la formazione universitaria e specialistica dei professionisti sanitari si basa su una “scienza” inaffidabile, concepita per espandere i mercati piuttosto che per diffondere valide conoscenze finalizzate a migliorare la salute individuale e pubblica. 

Pratiche rischiose e scienza distorta danneggiano i pazienti, determinano spreco di risorse pubbliche, inventano malattie, generano ansie collegate alla salute, ingannano i cittadini, alterano le conoscenze, corrodono la professionalità ed espongono tutti noi a test diagnostici e trattamenti non necessari, costosi e rischiosi.

Consapevoli che ciascuno di noi onorerà questo compito in maniera differente, ci impegniamo a sostenere un movimento di collaborazione e azione per:

  • creare barriere nette tra l’influenza commerciale dell’industria e le agenzie regolatorie di farmaci e dispositivi medici, oltre che gli autori di linee guida per la pratica clinica;
  • regolamentare in maniera più rigorosa la pubblicità diretta di farmaci e dispositivi o, se possibile, proibirla, creando programmi di sorveglianza adeguati;
  • sperimentare, approvare e commercializzare farmaci, test diagnostici e dispositivi medici con l’obiettivo esclusivo di preservare l’integrità scientifica, garantire la sicurezza dei pazienti e migliorare la salute individuale e pubblica;
  • valutare farmaci e dispositivi medici confrontandoli con adeguati controlli, di norma il miglior trattamento in uso, in popolazioni appropriate;
  • identificare tempestivamente interventi sanitari inefficaci e/o non sicuri presenti sul mercato, rendere pubblici i rischi conseguenti al loro uso inappropriato e impedirne l’utilizzo;
  • registrare tutti i trial clinici e rendere disponibili i dati grezzi per analisi indipendenti almeno al momento dell’approvazione di farmaci e dispositivi medici, ma idealmente prima;
  • riformare il sistema di brevetto per i farmaci in modo che gli interessi commerciali non oscurino i reali benefici clinici per i pazienti;
  • informare e coinvolgere adeguatamente pazienti e cittadini nelle decisioni individuali che riguardano la loro salute, così come nella definizione della priorità della ricerca, nel disegno degli studi clinici e nelle politiche regolatorie;
  • proteggere adeguatamente i partecipanti arruolati nei trial clinici grazie a comitati etici che funzionino adeguatamente, a un consenso informato accurato e completo e ad adeguate politiche di risarcimento per eventuali danni subiti;
  • i giornalisti, il cui lavoro deve essere quello di vagliare indipendentemente affermazioni fatte da terzi, devono essere consapevoli del danno conseguente alla diffusione incontrastata e non soggetta ad alcuna verifica di messaggi promozionali e di marketing legati al mercato delle malattie;
  • fare in modo che le norme che regolano l’assistenza, la formazione dei professionisti sanitari e le linee guida per la pratica clinica riconoscano e tengano conto di gruppi emarginati e vulnerabili che possono essere maggiormente esposti a rischi e sfruttamento;
  • considerare le terapie non farmacologiche - solitamente meno legate a logiche di profitto -  la prevenzione e gli interventi sanitari di comunità come priorità rilevanti per la ricerca e la pubblicazione alla stessa stregua delle terapie farmacologiche e dei dispositivi medici.

In un mondo caratterizzato da una escalation delle tecnologie sanitarie e da mezzi di comunicazione sempre più innovativi questi cambiamenti miglioreranno sostanzialmente la salute pubblica e la sicurezza dei pazienti e permetteranno di risparmiare denaro, diminuendo così la pressione fiscale sui cittadini e l’impatto sulla spesa pubblica della sanità.

Crediamo che la minaccia che incombe sulla salute umana a causa del “mercato delle malattie” richieda un’azione concreta e congiunta di cittadini e professionisti sanitari.

Ci impegniamo ad agire, individualmente e collettivamente, per diffondere e implementare le linee d’azione delineate in questo statement, incoraggiando una continua apertura verso terzi interessati.

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Pagina aggiornata il 13/06/2013