Comunicati stampa
7 settembre 2022
Verso le elezioni: dai partiti e coalizioni nessun piano di rilancio per il servizio sanitario nazionale. Manca una visione di sistema, assente la valutazione dell’impatto economico delle proposte, pandemia ai margini
LA FONDAZIONE GIMBE ANALIZZA TUTTE LE PROPOSTE DI COALIZIONI E SCHIERAMENTI RELATIVE A SANITÀ E RICERCA BIOMEDICA PUBBLICATE SUL SITO DEL MINISTERO DELL’INTERNO. NONOSTANTE LE GRANDI SFIDE CHE ATTENDONO IL NUOVO ESECUTIVO (PANDEMIA, ATTUAZIONE PNRR, RIFORME STRUTTURALI, RECUPERO DELLE PRESTAZIONI SANITARIE, GESTIONE ORDINARIA DI OLTRE € 130 MILIARDI DI SPESA PUBBLICA), NESSUNA FORZA POLITICA HA ELABORATO UN PIANO DI RILANCIO DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE IN GRADO DI GARANTIRE ALLA POPOLAZIONE IL DIRITTO ALLA REALE TUTELA DELLA SALUTE. NUMEROSE PROPOSTE VALIDE MA FRAMMENTATE, ALCUNE NON SOSTENIBILI, ALTRE POCO ATTUABILI O RIDONDANTI RISPETTO A NORME GIA' IN VIGORE O A QUANTO PREVISTO DAL PNRR. MANCA UNA VISIONE DI SISTEMA SUL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE, COSÌ COME LA VALUTAZIONE DELL’IMPATTO ECONOMICO DELLE PROPOSTE. LA GESTIONE DI PANDEMIA E CAMPAGNA VACCINALE RIMANGONO AI MARGINI DELLE PROPOSTE, CHE NON CONTEMPLANO ALCUN PIANO DI PREPAREDENESS.
7 settembre 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
La pandemia COVID-19 ha progressivamente aumentato la consapevolezza sociale che un sistema sanitario pubblico, equo e universalistico rappresenta un caposaldo della nostra democrazia. «Se tuttavia inizialmente tutte le forze politiche convergevano sulla necessità di rilanciare adeguatamente il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – con la fine dell’emergenza la sanità è “rientrata nei ranghi”, finendo di nuovo relegata ai margini dell’agenda politica». Di fatto, le criticità rilevate nel 2019 dal 4° Rapporto GIMBE sul Servizio Sanitario Nazionale sono ancora lontane dall’essere risolte e la pandemia, oltre a non aver mollato la presa, inizia a far vedere i suoi effetti a medio-lungo termine: ritardo nell’erogazione di prestazioni sanitarie, impatto del long-COVID, conseguenze sulla salute mentale, depauperamento e demotivazione del personale.
«Tra gestione della pandemia, attuazione del PNRR, necessità di riforme strutturali, recupero delle prestazioni sanitarie e gestione ordinaria di oltre € 130 miliardi di spesa pubblica – spiega il Presidente – la prossima legislatura sarà determinante per il destino del SSN: per questo è indispensabile rimettere la sanità al centro dall’agenda di Governo a prescindere dall’esito delle urne, perché il diritto costituzionale alla tutela della salute non può essere ostaggio di ideologie partitiche. Per tali ragioni, abbiamo ripetuto l’esperienza del 2018, realizzando un’analisi indipendente dei programmi elettorali sulle proposte relative a sanità, assistenza socio-sanitaria e ricerca biomedica».
L’analisi è stata condotta sui programmi elettorali depositati dai partiti entro il 14 agosto 2022 ai sensi della L. 165/2017 e pubblicati nella sezione «Elezioni trasparenti» del sito web del Ministero dell’Interno. Sono stati espressamente esclusi dall’analisi i programmi elettorali pubblicati sui siti web dei partiti, oltre che tutti i materiali divulgativi e le dichiarazioni degli esponenti politici.
Si riporta di seguito una sintesi delle proposte avanzate dalle principali coalizioni e schieramenti politici, rimandando al report integrale per la sintesi delle proposte dei partiti e per la valutazione delle singole proposte.
Pandemia COVID-19 e campagna vaccinale. Le proposte sulla gestione della pandemia riguardano interventi parziali: la coalizione di centrodestra punta su comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali. Azione-Italia Viva su sanificazione ambientale, percorsi pandemic-free ed equipaggiamenti per le ambulanze; il Partito Democratico sui sistemi di aerazione. Per prepararsi a future emergenze sanitarie +Europa e Azione-Italia Viva propongono un’Agenzia nazionale di coordinamento e la coalizione di centrodestra di aggiornare i piani pandemici. «Di fatto – commenta Cartabellotta – la gestione della pandemia e della campagna vaccinale rimangono ai margini delle proposte elettorali, nonostante gli organismi internazionali di sanità pubblica suggeriscano a tutti i Governi di predisporre piani di preparedness per il prossimo autunno-inverno».
Su pandemia e campagna vaccinale, invece, una pioggia di proposte da numerosi partiti minori e da Italexit per lo più in contrasto con il principio di tutela della salute pubblica: stop a obbligo vaccinale e green-pass, annullamento/risarcimento delle sanzioni amministrative, indennizzi per danni correlati alla vaccinazione, reintegro/risarcimento per i lavoratori sospesi, abolizione dello scudo penale per i medici vaccinatori, oltre all’istituzione di una commissione di inchiesta senza dettagli su metodi di indagine e composizione.
Salute al centro di tutte le politiche. Solo Alleanza Verdi e Sinistra propone di inserire l’obiettivo “salute in tutte le politiche” e potenziare i servizi di prevenzione e tutela ambientale.
Governance Stato-Regioni. Posizioni molto differenti che spaziano tra il ritorno alla gestione centrale della Sanità (Movimento 5 Stelle), all’estensione dei poteri esclusivi dello Stato (+Europa, Azione-Italia Viva) sino all’attuazione del regionalismo differenziato (coalizione di centrodestra), proposto anche dal Partito Democratico, previa definizione di alcune garanzie. Alleanza Verdi e Sinistra, invece, vuole “espellere” la sanità dall’autonomia regionale differenziata. «Seppur con differente enfasi – commenta Cartabellotta – il regionalismo differenziato appare dunque un obiettivo condiviso tra centrodestra e centrosinistra».
Finanziamento pubblico del SSN. Da +Europa, Azione-Italia Viva, Unione Popolare la proposta di allinearlo alla media dei paesi europei, da ItalExit e Partito Democratico quella di un generico rilancio e da Alleanza Verdi e Sinistra un piano straordinario di investimenti pubblici per l’ammodernamento strutturale e tecnologico della sanità pubblica. Azione-Italia Viva propone di accedere al MES. «Alle forze politiche che intendono rilanciare i fondi per la sanità – commenta Cartabellotta – utile ribadire che bisognerà invertire la tendenza sulla spesa sanitaria nel DEF, visto che nell'attuale documento il rapporto spesa sanitaria/PIL decresce sino al 2025 toccando il 6,2%, ovvero al di sotto dei livelli pre-pandemia».
Livelli essenziali di assistenza (LEA). Solo Azione-Italia Viva entra nel merito della metodologia di revisione dei LEA al fine di mantenere costantemente aggiornate le prestazioni offerte dal SSN. Alleanza Sinistra e Verdi, Azione-Italia Viva e Movimento 5 Stelle puntano su finanziamento, accessibilità e rimborsabilità delle terapie innovative e avanzate. Azione-Italia Viva punta ad espandere i LEA per le malattie rare. Numerose proposte di inserimento nei LEA di nuove malattie o nuovi servizi non sempre in linea con le evidenze scientifiche, o addirittura in netto contrasto. «La classica strategia elettorale – commenta il Presidente – che punta esclusivamente a raccogliere voti da specifiche categorie di malati».
Rapporto pubblico-privato. Pochissimi partiti affrontano il tema l’integrazione pubblico-privato, con proposte generiche (Azione-Italia Viva) o finalizzate ad espandere la sanità privata (Impegno Civico).
Riduzione degli sprechi. Nessun partito ha formulato un piano organico in tal senso, anche se non mancano le proposte. Per ridurre l’eccesso di prestazioni inappropriate, Azione-Italia Viva punta a contrastare l’antibiotico-resistenza e l’inappropriatezza prescrittiva dei farmaci. Per contrastare frodi e abusi ItalExit e Movimento 5 Stelle mirano a ridurre le interferenze politiche nelle nomine dei direttori generali. Relativamente ai servizi e alle prestazioni sotto-utilizzate avanzate varie proposte generiche per rilanciare prevenzione e promozione della salute (+Europa, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Italia Viva, Di Maio) e la medicina predittiva (coalizione di centro-destra). Proposte anche per potenziare i servizi di salute mentale (Partito Democratico), gli psicologi (Movimento 5 Stelle, Partito Democratico) e i servizi per la salute delle donne (Alleanza Verdi e Sinistra). Sul potenziamento dell’assistenza territoriale convergono tutti i principali partiti (Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Italia Viva, coalizione di centro-destra, Partito Democratico) che, tuttavia, «se da un lato ricalcano spesso gli obiettivi già previsti dalla Missione Salute del PNRR e dal DM 77/2022, dall’altro non tengono conto sia che la riorganizzazione delle cure primarie rimane ostaggio della riforma sui medici di medicina generale, sia che l’aggiornamento del DM 70/2015 sugli standard ospedalieri è rimasto al palo», precisa Cartabellotta.
Assistenza socio-sanitaria. Numerosi partiti propongono in maniera generica di potenziare e/o investire sull’assistenza socio-sanitaria per anziani, persone fragili con disabilità e/o non autosufficienti, facendo riferimento all’assistenza domiciliare (+Europa, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Italia Viva), a quella residenziale (+Europa), all’integrazione in rete dei servizi sanitari e sociali (Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Italia Viva). Molto numerose le azioni specifiche, ma estremamente frammentate e senza una visione di sistema. Tra le azioni normativo-istituzionali: riforma della non autosufficienza con incremento del finanziamento pubblico (Partito Democratico); riforma per unificare, rafforzare e integrare la rete di servizi sociali e sanitari (+Europa); legge delega in tema di disabilità (Movimento 5 Stelle); istituzione del “Dipartimento per la Terza Età” e del “Garante dei Diritti della Terza Età” (Azione-Italia Viva). Propongono l’aumento delle pensioni di invalidità i partiti della coalizione di centrodestra e il Movimento 5 Stelle.
Personale sanitario. Solo +Europa propone di garantire programmazione, formazione, organizzazione e gestione del personale del SSN con un quadro legislativo e finanziario coerente e incentrato su qualità e merito. Da numerosi partiti proposte generiche sulla necessità di potenziare il personale sanitario (+Europa, coalizione di centrodestra, Italexit). Alleanza Verdi e Sinistra propone l’assunzione di 40 mila operatori in tre anni; Azione-Italia Viva di semplificare le procedure per il riconoscimento di titoli di studio esteri per tutte le professioni sanitarie. Varie proposte per migliorare contratti e retribuzione (+Europa, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Italia Viva, ItalExit, Movimento 5 Stelle). «A fronte di queste lodevoli intenzioni – commenta Cartabellotta – nessun partito, stando ai programmi depositati al Viminale, tiene conto che la prima azione politica per potenziare il capitale umano del SSN consiste nell’abolizione dei tetti di spesa per il personale». Sui medici di famiglia Alleanza Verdi e Sinistra propongono il contratto dipendente; ItalExit un aumento dei contratti di formazione per la medicina generale e il Partito Democratico un nuovo “piano di assunzione” di MMG. Sulle scuole di specializzazione i partiti della coalizione di centrodestra propongono un generico “riordino”; Azione-Italia Viva e Partito Democratico un contratto specifico di formazione-lavoro che superi il meccanismo delle borse di studio; ItalExit di potenziare numero e importo delle borse di studio. A favore dell’abolizione del numero chiuso a medicina ItalExit e Alleanza Verdi e Sinistra che lo chiede anche per gli infermieri, oltre al Movimento 5 Stelle, più in generale, per l’accesso all’Università. «Il “numero chiuso” – commenta Cartabellotta – in realtà è un “numero programmato”: la sua abolizione, oltre ad essere difficilmente attuabile per capienza degli atenei e disponibilità di docenti, in assenza di un parallelo incremento delle borse di studio per la specializzazione e per la medicina generale non risolve affatto la carenza di personale ed espande l’imbuto formativo, rischiando peraltro di alimentare il lavoro a basso costo e la fuga dei laureati verso l’estero».
Sanità integrativa. Alleanza Verdi e Sinistra propone di abolire i vantaggi fiscali per polizze assicurative sanitarie e fondi sanitari integrativi.
Informazione istituzionale. +Europa propone di attuare programmi di cultura scientifica nelle scuole e tramite i canali di informazione di massa.
Ricerca biomedica. Azione-Italia Viva propone di destinare almeno il 3% del Fondo Sanitario Nazionale alla Ricerca, sostenere la filiera delle Scienze della Vita e dei dispositivi e rimuovere gli ostacoli burocratici che rendono l’Italia poco attrattiva per le ricerche cliniche. Alleanza Verdi e Sinistra punta a potenziare la ricerca indipendente sui farmaci. Varie le proposte sulla ricerca in generale, senza riferimento specifico alla ricerca biomedica, con focus principale sull’incremento degli investimenti (Alleanza Verdi e Sinistra, coalizione di centro-destra, Di Maio, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico).
Ticket. I partiti della coalizione di centrodestra propongono di estendere le prestazioni medico sanitarie esenti da ticket.
Liste di attesa. Numerosi partiti affrontano lo spinoso problema delle liste di attesa, ulteriormente allungate dai ritardi accumulati a causa della pandemia, ma solo due definiscono criteri quantitativi: Azione-Italia Viva propone di ridurre entro un anno i tempi di attesa fino ad un massimo di 60 giorni per le prestazioni programmate e di 30 per tutte le altre; il Partito Democratico si impegna a dimezzarli entro il 2027. Più genericamente, i partiti della coalizione di centrodestra propongono di ripristinare prestazioni ordinarie e procedure di screening rallentate dalla pandemia e di abbattere i tempi delle liste di attesa. «Nessun partito – commenta Cartabellotta – rileva che le difficoltà a recuperare le prestazioni ritardate a causa della pandemia sono prevalentemente da imputare alla carenza di personale, nonostante lo stanziamento di quasi 1 miliardo di euro e il piano di recupero delle liste di attesa varato dal Ministero della Salute».
Azioni internazionali. +Europa propone di rafforzare le competenze dell’UE in materia di sanità pubblica con diverse azioni. Numerosi partiti minori e Italexit chiedono l’uscita dell’Italia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Libertà di scelta terapeutica. Vari partiti minori e Italexit avanzano varie proposte sul tema: ove non ridondanti con norme attualmente in vigore, si tratta per lo più di azioni che contrastano il principio costituzionale di tutela della salute pubblica o di proposte anti-scientifiche.
«A fronte delle complesse sfide sulla sanità pubblica che attendono il nuovo Esecutivo – conclude Cartabellotta – il nostro monitoraggio indipendente restituisce un quadro decisamente deludente. Se da un lato alcune tematiche (riforma della sanità territoriale, potenziamento del personale sanitario, superamento delle liste di attesa) sono comuni alle principali coalizioni e schieramenti politici, dall’altro per la combinazione di ideologie partitiche, scarsa attenzione per la sanità e limitata visione di sistema, le proposte sono frammentate, spesso strumentali, non sempre coerenti e senza alcuna valutazione dell’impatto economico. E, cosa ancora più inquietante, nessuna forza politica ha elaborato un adeguato piano di rilancio per la sanità pubblica, coerente con gli investimenti e le riforme del PNRR, in grado di contrastare la privatizzazione al fine di garantire a tutti i cittadini il diritto costituzionale alla tutela del nostro bene più prezioso: la salute».
Il report “Elezioni Politiche 2022. Monitoraggio indipendente dei programmi elettorali: sanità e ricerca biomedica” è disponibile a: www.gimbe.org/elezioni2022
Download comunicato
1 settembre 2022
Coronavirus: nell’ultima settimana tornano a scendere contagi (-15,8%) ma “da metà agosto la curva è in fase di plateau, al di là di modeste oscillazioni”. Giù terapie intensive (-11%), ricoveri ordinari (-14,9%) e decessi (24,4%). 15,2 milioni di over 60 e fragili scoperti: inutile e rischioso aspettare i vaccini aggiornati, fare quarta dose subito
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 24-30 AGOSTO, UNA DIMINUZIONE DEI NUOVI CASI (149.701 vs 177.877). INCREMENTO DEI CASI IN SOLE 9 PROVINCE. IN CALO GLI INDICATORI OSPEDALIERI (-951 POSTI LETTO IN AREA MEDICA, -28 IN TERAPIA INTENSIVA) E I DECESSI (574). FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,2% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,7% DELLA PLATEA). SONO 6,82 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 1,25 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 7,61 MILIONI DI PERSONE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI 2,46 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. QUARTE DOSI: SOMMINISTRATE SOLO 2,26 MILIONI DI DOSI. NONOSTANTE I RIPETUTI ALLARMI, LA VARIANTE CENTAURUS NON PRENDE IL SOPRAVVENTO SU OMICRON 5. “VECCHIO” VACCINO RIMANE UN’ARMA ECCELLENTE CONTRO LA MALATTIA GRAVE.
1 settembre 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 24-30 agosto 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione dei nuovi casi (149.701 vs 177.877) (figura 1) e dei decessi (574 vs 759) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (660.241 vs 752.091), le persone in isolamento domiciliare (654.588 vs 745.459), i ricoveri con sintomi (5.427 vs 6.378) e le terapie intensive (226 vs 254) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 574 (-24,4%), di cui 87 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -28 (-11%)
- Ricoverati con sintomi: -951 (-14,9%)
- Isolamento domiciliare: -90.871 (-12,2%)
- Nuovi casi: 149.701 (-15,8%)
- Casi attualmente positivi: -91.850 (-12,2%)
Nuovi casi. «Dopo il “rimbalzo” della scorsa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – il numero dei nuovi casi settimanali torna ad assestarsi intorno a quota 149 mila, con una media mobile a 7 giorni di oltre 21 mila casi al giorno, documentando che da metà agosto, al di là di modeste oscillazioni, la curva è in fase di plateau» (figura 4). In tutte le Regioni si registra un decremento percentuale dei nuovi casi (dal -3,2% della Basilicata al -32% della Sardegna) (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in 98 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -1,3% di Parma al -43% di Gorizia), nelle restanti 9 Province si rileva un incremento (dal +0,3% di Torino al +23,6% di Lecco). L’incidenza si attesta sotto i 500 casi per 100.000 abitanti in tutte le Province (tabella 2).
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-23 agosto 2022 sono state registrate in Italia oltre 1 milione di reinfezioni, pari al 5,8% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 17-23 agosto è stabile al 12,9% (n. 20.060 reinfezioni).
Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-7,6%): da 1.109.070 della settimana 17-23 agosto a 1.024.798 della settimana 24-30 agosto. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti dell’8,7% (-78.565) e quelli molecolari del 2,8% (-5.707) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività si riduce dal 10,4% all’8,3% per i tamponi molecolari e dal 17,4% al 16% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni.«Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – prosegue il calo dei ricoveri sia in area medica (-14,9%) che in terapia intensiva (-11%)». Dal 26 luglio in cinque settimane i ricoveri sono scesi rispettivamente da 434 a 226 in area critica e da 11.124 a 5.427 in area medica (figura 7). Al 30 agosto il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è dell’8,5% in area medica (dal 4,2% del Piemonte al 22,7% dell’Umbria) e del 2,5% in area critica (dallo 0% di Molise, Provincia Autonoma di Trento e Valle D’Aosta al 5% dell’Abruzzo) (figura 8). «In calo anche gli ingressi in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 18 ingressi/die rispetto ai 23 della settimana precedente»(figura 9).
Decessi. Si registra una flessione sul fronte dei decessi: 574 negli ultimi 7 giorni (di cui 87 riferiti a periodi precedenti), con una media di 82 al giorno rispetto ai 108 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 24 agosto (aggiornamento ore 06.16) l’88,2% della platea (n. 50.828.998) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+2.965 rispetto alla settimana precedente) e l’86,7% (n. 49.965.649) ha completato il ciclo vaccinale (+3.758 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 24-30 agosto crescono i nuovi vaccinati: 2.242 rispetto ai 1.781 della settimana precedente (+25,9%). Di questi il 40,1% è rappresentato dalla fascia 5-11: 898, con un incremento del 44,1% rispetto alla settimana precedente. Sostanzialmente stabile tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 462 (-2,1% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 31 agosto (aggiornamento ore 06.16) sono 6,82 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 5,57 milioni attualmente vaccinabili, pari al 9,7% della platea (dal 6,9% del Lazio al 13,5% della Valle D’Aosta)
- 1,25 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 2,2% della platea (dall’1,4% della Valle D’Aosta al 3,4% della Provincia Autonoma di Bolzano).
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 31 agosto (aggiornamento ore 06.16) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.596.493 dosi: 1.403.063 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.283.055 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38,4% con nette differenze regionali: dal 21% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,9% della Puglia (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 31 agosto (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 40.089.834 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 2.692 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’84%: dal 78,2% della Sicilia all’87,9% della Lombardia. Sono 7,61 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
- 5,15 milioni possono riceverla subito, pari al 10,8% della platea (dal 7,9% della Lombardia al 17% della Sicilia)
- 2,46 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 5,2% della platea (dal 2,6% della Valle D’Aosta al 7,7% dell’Abruzzo).
Vaccini: quarta dose. Secondo quanto disposto dalla Circolare del Ministero della Salute dell’11 luglio 2022, la platea di persone candidate a ricevere il secondo richiamo (quarta dose) – da effettuare dopo almeno 120 giorni dalla terza dose (primo richiamo) o dall’infezione post terza dose – è di oltre 17,1 milioni di persone, di cui più di 1,87 milioni non eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni. Al 31 agosto (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 2.258.934 quarte dosi, con una media mobile di 9.904 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 10.427 della scorsa settimana (-5%) (figura 16). «Di fatto – commenta Cartabellotta – rimane un lontano miraggio il target di 100 mila somministrazioni fissato il 13 luglio scorso dalle linee di indirizzo dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale». In base alla platea ufficiale (n. 17.140.056 di cui 5.480.919 della fascia 60-69 anni, 4.425.006 della fascia 70-79 anni, 3.691.879 di over 80, 3.454.153 pazienti fragili e 88.099 ospiti di RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 27 luglio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 17,3% con nette differenze regionali: dal 6,5% della Provincia Autonoma di Bolzano al 33,1% del Piemonte (figura 17).
«In questa fase di relativa stabilità dei nuovi contagi – conclude Cartabellotta – la discesa della quinta ondata si è ormai arrestata e la circolazione virale rimane elevata: al 30 agosto oltre 660 mila positivi (numero ampiamente sottostimato), un tasso di positività dei tamponi antigenici al 16% e una media di oltre 21 mila nuovi casi al giorno. Numeri destinati ad aumentare con la ripresa delle attività lavorative, la riapertura delle scuole, la maggiore frequentazione dei luoghi chiusi, la decadenza dell’obbligo di mascherina sui mezzi pubblici dal 30 settembre e la ventilata riduzione del periodo di isolamento da 7 a 5 giorni previo test negativo e da 21 a 15 giorni per i positivi. D’altro canto, nonostante i ripetuti allarmi, Centaurus sta circolando da tre mesi senza prendere il sopravvento su Omicron 5 e l’European Centre for Disease Control and Prevention la classifica come “variante di interesse” e non “di preoccupazione: è in grado di eludere la risposta immunitaria, ma non ci sono evidenze di una sua maggiore trasmissibilità o gravità clinica. Sul versante popolazione suscettibile, invece, aumentano le persone a rischio di malattia grave: al 31 agosto si contano ben 15,2 milioni senza quarta dose, oltre a 892 mila non vaccinati, 1,88 milioni senza terza dose. Con la stagione autunnale in arrivo è necessario accelerare al massimo la vaccinazione di over 60 e fragili, senza attendere i vaccini “aggiornati” per i quali – tra l’altro – non esistono ancora prove di efficacia nel prevenire la malattia grave, sulla quale il “vecchio vaccino” rimane un’arma eccellente».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
25 agosto 2022
Coronavirus: tornano a salire i contagi, +18,7% in 7 giorni. In calo terapie intensive (-15,1%) e ricoveri ordinari (-15,5%), stabili i decessi (+1,7%). Campagna quarta dose in clamoroso ritardo: scoperti 14,3 milioni di over 60 e fragili. Senza un piano di preparazione per l’autunno-inverno si rischia ancora una volta di inseguire il virus
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 17-23 AGOSTO, UN AUMENTO DEI NUOVI CASI (177.877 vs 149.885) DOVUTO AL VEROSIMILE AUMENTO DELLA CIRCOLAZIONE VIRALE, OLTRE CHE AL “RIMBALZO” POST FERRAGOSTO. IN 6 PROVINCE INCIDENZA SOPRA I 500 CASI PER 100 MILA ABITANTI. IN CALO GLI INDICATORI OSPEDALIERI (-1.166 RICOVERI IN AREA MEDICA, -45 IN TERAPIA INTENSIVA) E STABILI I DECESSI (759). SOSTANZIALMENTE FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,2% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,7% DELLA PLATEA). SONO 6,82 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 1,31 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 7,63 MILIONI DI PERSONE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI 2,56 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. QUARTE DOSI: SOMMINISTRATE SOLO 2,18 MILIONI DI DOSI. CON L’ARRESTO DELLA DISCESA DEI CASI, UNA POPOLAZIONE A RISCHIO MOLTO NUMEROSA E SENZA UN PIANO DI PREPARAZIONE PER LA STAGIONE AUTUNNO-INVERNO SI RISCHIA DI COMPROMETTERE LA SALUTE E LA VITA DELLE PERSONE PIÙ FRAGILI.
25 agosto 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 17-23 agosto 2022, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (177.877 vs 149.885) (figura 1)
e una sostanziale stabilità dei decessi (759 vs 746) (figura 2).
In calo i casi attualmente positivi (752.091 vs 854.023), le persone in isolamento domiciliare (745.459 vs 846.180), i ricoveri con sintomi (6.378 vs 7.544) e le terapie intensive (254 vs 299) (figura 3).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 759 (+1,7%), di cui 80 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -45 (-15,1%)
- Ricoverati con sintomi: -1.166 (-15,5%)
- Isolamento domiciliare: -100.721 (-11,9%)
- Nuovi casi: 177.877 (+18,7%)
- Casi attualmente positivi: -101.932 (-11,9%)
Nuovi casi. «Dopo cinque settimane di calo – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – il numero dei nuovi casi settimanali torna a crescere (+18,7% rispetto alla settimana precedente). Un’inversione di tendenza dovuta in parte al “rimbalzo” conseguente al minor numero di contagi rilevati nel lungo weekend di Ferragosto, in parte al verosimile aumento della circolazione virale». Nella settimana 17-23 agosto i nuovi casi sfiorano quota 178 mila, con una media mobile a 7 giorni di oltre 25 mila casi al giorno (figura 4);
in tutte le Regioni, ad eccezione di Emilia-Romagna (-9,1%) e Umbria (-0,4%), si registra un incremento percentuale dei nuovi casi (dal +8,1% della Liguria al +56,4% della Calabria) (tabella 1).
Rispetto alla settimana precedente, in 95 Province si rileva un incremento dei nuovi casi (dal +1,8% di Catania e Trapani al +79,4% di Catanzaro), nelle restanti 12 Province si rileva una diminuzione (dal -0,1% di Savona al -25% di Forlì-Cesena). L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 6 Province: Crotone (784), Catanzaro (728), Vibo Valentia (652), Pescara (617), Belluno (528) e Teramo (522) (tabella 2).
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-17 agosto 2022 sono state registrate in Italia oltre 983 mila reinfezioni, pari al 5,8% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 10-17 agosto si è attestata al 12,94% (n. 24.102 reinfezioni), in lieve calo rispetto alla settimana precedente (13,44%).
Testing. Si registra un aumento del numero dei tamponi totali (+9,5%): da 1.012.546 della settimana 10-16 agosto a 1.109.070 della settimana 17-23 agosto. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 9,3% (+77.507) e quelli molecolari del 10,5% (+19.017) (figura 5).
La media mobile a 7 giorni del tasso di positività sale dall’8,9% al 10,4% per i tamponi molecolari e dal 16,2% al 17,4% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – prosegue il calo dei ricoveri sia in area medica (-15,5%) che in terapia intensiva (-15,1%)». Dal 26 luglio al 23 agosto i ricoveri sono scesi rispettivamente da 434 a 254 in area critica e da 11.124 a 6.378 in area medica (figura 7).
Al 23 agosto il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 9,9% in area medica (dal 4,9% del Piemonte al 24,3% dell’Umbria) e del 2,8% in area critica (dallo 0% della Provincia Autonoma di Bolzano e della Valle D’Aosta al 5,6% della Calabria) (figura 8).
«Rimangono stabili gli ingressi in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 23 ingressi/die rispetto ai 25 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Una sostanziale stabilità si registra anche sul fronte dei decessi: 759 negli ultimi 7 giorni (di cui 80 riferiti a periodi precedenti), con una media di 108 al giorno rispetto ai 107 della settimana precedente. «Il numero di decessi nel nostro Paese – commenta Cartabellotta – rimane molto elevato, alimentando il dibattito sui criteri per definire le morti COVID e addirittura la richiesta di una commissione medica di inchiesta sulla mortalità COVID in Italia». Secondo i dati pubblicati dall’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, relativi ai decessi di persone con diagnosi di COVID-19 tra il 24 giugno e il 24 luglio 2022, il tasso grezzo di mortalità per 100.000 persone è molto più elevato tra i non vaccinati che tra i vaccinati con tre dosi: 19,1 vs 5,3 per la fascia 60-79 anni e 327,2 vs 48,2 per gli over 80. Tuttavia, a fronte di questa efficacia molto elevata, negli over 60 che hanno completato il ciclo vaccinale con 3 dosi si rileva un progressivo aumento del tasso grezzo di mortalità (figura): in particolare, dopo aver toccato il valore mimino per i deceduti con diagnosi di COVID-19 nel periodo 20/05-19/06 è aumentato in poco più di un mese da 1,5 a 5,3 nella fascia 60-79 anni (+253%) e da 11,8 a 48,2 negli over 80 (+309%).
«L’attuale numero dei decessi – spiega il Presidente – in particolare negli over 80 è dunque fortemente condizionato sia dalla circolazione virale sia dal progressivo declino della protezione vaccinale nei confronti della malattia grave dopo 120 giorni dalla terza dose, indipendentemente da altre variabili quali comorbidità, sotto-utilizzo farmaci antivirali, problematiche organizzative, criteri per definire il decesso COVID».
Vaccini: somministrazioni. Al 24 agosto (aggiornamento ore 06.16) l’88,2% della platea (n. 50.826.033) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+1.693 rispetto alla settimana precedente) e l’86,7% (n. 49.961.891) ha completato il ciclo vaccinale (+1.936 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 17-23 agosto crescono i nuovi vaccinati: 1.760 rispetto ai 1.527 della settimana precedente (15,3%). Di questi il 34,9% è rappresentato dalla fascia 5-11: 614, con un incremento del 45,2% rispetto alla settimana precedente. Cala tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 467 (-12,9% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 24 agosto (aggiornamento ore 06.16) sono 6,82 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12),
di cui:
- 5,51 milioni attualmente vaccinabili, pari al 9,6% della platea con nette differenze regionali (dal 6,8% del Lazio al 13,5% della Valle D’Aosta);
- 1,31 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 2,3% della platea con nette differenze regionali (dall’1,4% della Valle D’Aosta al 3,6% della Provincia Autonoma di Bolzano).
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 24 agosto (aggiornamento ore 06.16) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.594.977 dosi: 1.402.151 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.282.213 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38,4% con nette differenze regionali: dal 21% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,9% della Puglia (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 24 agosto (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 40.069.724 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 2.668 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’84%: dal 78,2% della Sicilia all’87,9% della Lombardia. Sono 7,63 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15),
di cui:
- 5,08 milioni possono riceverla subito, pari al 10,6% della platea con nette differenze regionali (dal 7,8% della Lombardia al 16,8% della Sicilia);
- 2,56 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 5,4% della platea con nette differenze regionali (dal 2,7% della Valle D’Aosta al 7,9% dell’Abruzzo).
Vaccini: quarta dose. Secondo quanto disposto dalla Circolare del Ministero della Salute dell’11 luglio 2022, la platea di persone candidate a ricevere il secondo richiamo (quarta dose) – da effettuare dopo almeno 120 giorni dalla terza dose (primo richiamo) o dall’infezione post terza dose – è di oltre 17,1 milioni di persone, di cui più di 1,85 milioni non eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni. Al 24 agosto (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 2.185.380 quarte dosi, con una media mobile di 9.999 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 11.417 della scorsa settimana (-12,4%) (figura 16),
e molto lontane dal target di 100 mila somministrazioni fissato dalle linee di indirizzo dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale. In base alla platea ufficiale (n. 17.140.056 di cui 5.480.919 della fascia 60-69 anni, 4.425.006 della fascia 70-79 anni, 3.691.879 di over 80, 3.454.153 di pazienti fragili e 88.099 di ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 27 luglio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 16,7% con nette differenze regionali: dal 6,4% della Provincia Autonoma di Bolzano al 32,3% del Piemonte (figura 17).
«Se nella campagna elettorale – conclude Cartabellotta – che ha monopolizzato l’informazione pubblica la pandemia ha trovato posto solo per strumentalizzazioni politiche, i dati mostrano che ci affacciamo alla stagione autunno-inverno in una situazione non favorevole. Innanzitutto, la discesa della quinta ondata sembra essersi arrestata e in piena estate la circolazione virale rimane ancora molto elevata rispetto agli anni precedenti: al 23 agosto oltre 750 mila positivi (numero ampiamente sottostimato), un tasso di positività dei tamponi antigenici al 17,4% e una media di oltre 25 mila nuovi casi al giorno. In secondo luogo, la popolazione a rischio di malattia grave è molto numerosa: al 24 agosto, prendendo in considerazione over 60 e fragili, al lordo delle persone guarite temporaneamente protette, si contano 893 mila non vaccinati, 1,91 milioni senza terza dose e 14,3 milioni senza quarta dose la cui campagna di somministrazione sconta un clamoroso ritardo. Infine, non è ancora stato reso pubblico alcun piano di preparazione per la stagione autunno-inverno, fortemente invocato dalla Fondazione GIMBE sulla scia delle raccomandazioni dell’OMS Europa: aumentare le coperture vaccinali (con tre dosi) nella popolazione generale; offrire la quarta dose alle persone a rischio dopo 120 dalla somministrazione della terza; promuovere l’utilizzo delle mascherine al chiuso e sui mezzi pubblici; areare gli spazi pubblici affollati, quali scuole, uffici, bar e ristoranti, mezzi di trasporto pubblico; applicare rigorosi protocolli terapeutici per le persone a rischio di malattia grave. In assenza di certezze su quando sarà pienamente operativo il nuovo Esecutivo, il rischio concreto è quello di trovarsi in piena stagione autunnale ad inseguire il virus per l’ennesima volta, compromettendo la salute e la vita delle persone più fragili e ritardando l’assistenza sanitaria per i pazienti con altre patologie».
Download comunicato
28 2022
Coronavirus: continuano a scendere i nuovi casi (-25% in 7 giorni), frena l’aumento di ricoveri (+1,4%) e terapie intensive (+5,1%). Ancora in crescita i decessi (+23,8%). La campagna per la quarta dose non decolla (+17,3%). Campagna elettorale e Pandemia: no alle strumentalizzazioni, predisporre subito il piano per il prossimo autunno-inverno
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 20-26 LUGLIO, UN CALO DEI NUOVI CASI (473.820 VS 631.693) PER LA SECONDA SETTIMANA CONSECUTIVA. RALLENTA LA CRESCITA DEGLI INDICATORI OSPEDALIERI (+149 RICOVERI IN AREA MEDICA, +21 IN TERAPIA INTENSIVA) ED AUMENTANO ANCORA I DECESSI (1.019). SEMPRE FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,1% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,6% DELLA PLATEA). SONO 6,84 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,17 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 7,76 MILIONI DI PERSONE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI 2,71 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. QUARTE DOSI IN AUMENTO RISPETTO ALLE 44.169 SOMMINISTRAZIONI QUOTIDIANE DELLA SCORSA SETTIMANA MA ANCORA MOLTO LONTANE DAL TARGET DELLE 100 MILA AL GIORNO FISSATO DALLE LINEE DI INDIRIZZO DELL’UNITÀ PER IL COMPLETAMENTO DELLA CAMPAGNA VACCINALE. PER L’AUTUNNO-INVERNO NECESSARIO PIANIFICARE SUBITO PUNTANDO suI 5 “stabilizzatori” della pandemia PROPOSTI DA OMS EUROPA.
28 luglio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 20-26 luglio 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (473.820 vs 631.693) (figura 1) a fronte di un aumento dei decessi (1.019 vs 823) (figura 2). In calo i casi attualmente positivi (1.395.433 vs 1.452.941) e le persone in isolamento domiciliare (1.383.875 vs 1.441.553); ancora in crescita i ricoveri con sintomi (11.124 vs 10.975) e le terapie intensive (434 vs 413) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 1.019 (+23,8%), di cui 75 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +21 (+5,1%)
- Ricoverati con sintomi: +149 (+1,4%)
- Isolamento domiciliare: -57.678 (-4%)
- Nuovi casi: 473.820 (-25%)
- Casi attualmente positivi: -57.508 (-4%)
Nuovi casi. «Per la seconda settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – il numero dei nuovi casi settimanali registra una flessione (-25% rispetto alla settimana precedente). Nella settimana 20-26 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 473 mila, con una media mobile a 7 giorni che sfiora i 68 mila casi al giorno» (figura 4). Nella settimana 20-26 luglio in tutte le Regioni si registra una diminuzione percentuale dei nuovi casi (dal -11,1% della Calabria al -31,2% della Campania) (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in tutte le Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -3,5% di Crotone al -54,9% di Enna). L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in tutte le Province tranne Sondrio (495) e Cuneo (480), mentre in 16 Province si registrano oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti: Chieti (1.362), Teramo (1.275), Pescara (1.248), Ascoli Piceno (1.174), Messina (1.112), Fermo (1.103), Macerata (1.084), Rovigo (1.081), Benevento (1.067), Reggio di Calabria (1.059), Catanzaro (1.051), Venezia (1.043), Perugia (1.036), Treviso (1.027), Taranto (1.009) e Avellino (1.006) (tabella 2).
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-20 luglio 2022 sono state registrate in Italia oltre 813 mila reinfezioni, pari al 5,2% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 13-20 luglio si è attestata al 12% (n. 75.060 reinfezioni), in leggero aumento rispetto alla settimana precedente (11,7%).
Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-11,4%): da 2.560.557 della settimana 13-19 luglio a 2.269.242 della settimana 20-26 luglio. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 12,5% (-275.780), e quelli molecolari del 4,4% (-15.535) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività si riduce dal 20,8% al 16,4% per i tamponi molecolari e dal 25,9% al 21,5% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – frena l’aumento dei ricoveri sia in area medica (+1,4%) che in terapia intensiva (+5,1%)». Complessivamente in sei settimane i ricoveri sono più che raddoppiati in area critica (da 183 il 12 giugno a 434 il 26 luglio) e quasi triplicati in area medica (da 4.076 il 11 giugno a 11.124 il 26 luglio) (figura 7). Al 24 luglio, ultimo aggiornamento disponibile sul sito Agenas, il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 17% in area medica (dal 9,2% del Piemonte al 42,4% dell’Umbria) e del 4,4% in area critica (dallo 0% di Molise e Valle D’Aosta all’8,5% della Calabria) (figura 8). «In lieve riduzione gli ingressi in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 44 ingressi/die rispetto ai 49 della settimana precedente (figura 9).
Decessi. Continua a crescere il numero dei decessi: 1.019 negli ultimi 7 giorni (di cui 75 riferiti a periodi precedenti), con una media di 146 al giorno rispetto ai 118 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 27 luglio (aggiornamento ore 06.19) l’88,1% della platea (n. 50.814.495) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+763 rispetto alla settimana precedente) e l’86,6% (n. 49.944.956) ha completato il ciclo vaccinale (+1.744 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 20-26 luglio torna a scendere il numero dei nuovi vaccinati: 3.045 rispetto ai 3.640 della settimana precedente (-16,3%). Di questi il 27,6% è rappresentato dalla fascia 5-11: 841, con una riduzione del 26,7% rispetto alla settimana precedente. Sostanzialmente stabile tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 1.159 (-2,4% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 27 luglio (aggiornamento ore 06.19) sono 6,84 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 4,67 milioni attualmente vaccinabili, pari all’8,1% della platea con nette differenze regionali (dal 5,3% del Lazio all’11,6% della Valle D’Aosta);
- 2,17 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 3,8% della platea con nette differenze regionali (dal 2,6% della Lombardia al 7,5% della Provincia Autonoma di Bolzano).
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 27 luglio (aggiornamento ore 06.19) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.590.471 dosi: 1.399.530 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.278.745 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38,3% con nette differenze regionali: dal 20,9% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,8% della Puglia (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 27 luglio (aggiornamento ore 06.19) sono state somministrate 39.943.311 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 8.461 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,7%: dal 78% della Provincia Autonoma di Bolzano all’87,6% della Valle D’Aosta. Sono 7,76 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
- 5,05 milioni possono riceverla subito, pari al 10,6% della platea con nette differenze regionali (dal 7,7% della Basilicata al 16,3% della Sicilia);
- 2,71 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 5,7% della platea con nette differenze regionali (dal 2,6% della Valle D’Aosta all’8,5% dell’Umbria).
Vaccini: quarta dose. Secondo quanto disposto dalla Circolare del Ministero della Salute dell’11 luglio 2022 la platea di persone candidate a ricevere il secondo richiamo (quarta dose) – da effettuare dopo almeno 120 giorni dalla terza dose (primo richiamo) o dall’infezione post terza dose – è di oltre 16,5 milioni di persone (figura).
Al 27 luglio (aggiornamento ore 06.19) sono state somministrate 2.139.397 quarte dosi, con una media mobile di 51.815 somministrazioni al giorno, in lieve aumento rispetto alle 44.169 della scorsa settimana (+17,3%) (figura 16), ma la campagna non decolla e rimane ancora molto lontano il target di 100 mila somministrazioni fissato dalle linee di indirizzo dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale. In base alla platea ufficiale (n. 16.538.230 di cui 6.148.340 della fascia 60-69 anni, 5.053.186 della fascia 70-79 anni, 2.918.641 di over 80, 2.329.964 di pazienti fragili e persone immunocompromesse e 88.099 di ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 13 luglio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 12,9% con nette differenze regionali: dal 5,9% della Calabria al 27,3% del Piemonte (figura 17).
«Mentre la discesa dei nuovi casi prosegue sostenuta – conclude Cartabellotta – i ricoveri in area medica e in terapia intensiva non hanno ancora raggiunto il picco e soprattutto i decessi continuano ad aumentare, documentando, indirettamente, che il numero reale di casi è molto più elevato di quelli noti alle statistiche ufficiali. Se da un lato è difficile prevedere gli scenari futuri, dall’altro è possibile definire alcune ragionevoli certezze. Innanzitutto, con l’arrivo della stagione autunno-inverno assisteremo verosimilmente ad un nuovo aumento della circolazione virale che, in assenza di investimenti sui sistemi di aerazione e ventilazione nei locali al chiuso, potrà essere ridotta solo attraverso l’utilizzo di mascherine FFP2; in secondo luogo, la popolazione a rischio di malattia grave è molto numerosa e va aumentando man mano che ci si allontana dalla data di somministrazione della terza dose: al 27 luglio, prendendo in considerazione over 60 e fragili, si contano 896 mila non vaccinati, 1,94 milioni senza la terza dose, 14,4 milioni senza quarta dose; ancora, i trattamenti antivirali rimangono sotto-utilizzati rispetto alle indicazioni. Ecco perché è indispensabile predisporre adesso il piano di preparedness per l’autunno-inverno, perché la strumentalizzazione elettorale della gestione pandemica può compromettere la salute delle persone più fragili. In tal senso l’OMS Europa propone di puntare su 5 “stabilizzatori” della pandemia: aumentare le coperture vaccinali (con tre dosi) nella popolazione generale; offrire la quarta dose alle persone a rischio dopo 120 dalla somministrazione della terza; promuovere l’utilizzo delle mascherine al chiuso e sui mezzi pubblici; areare gli spazi pubblici affollati, quali scuole, uffici, bar e ristoranti, mezzi di trasporto pubblico; applicare rigorosi protocolli terapeutici per le persone a rischio di malattia grave».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 riprenderà il 25 agosto.
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
26 2022
Covid-19 e Scuole: risolvere le criticità per un nuovo anno scolastico in sicurezza. L’assenza di interventi su aerazione e ventilazione ostacolano il rientro in classe senza mascherine
UTILIZZO MASSICCIO DI RISORSE PUBBLICHE DA PARTE DELLE SCUOLE PER ATTIVITÀ DI DISINFEZIONE DELLE SUPERFICI, MA LIMITATA CONSIDERAZIONE DELLE EVIDENZE SCIENTIFICHE CHE IMPONGONO INVESTIMENTI PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELL’ARIA. INTERVENTI CHE PERMETTEREBBERO DI AFFRONTARE IL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO SENZA RICORRERE ALL’UTILIZZO DELLE MASCHERINE. È QUESTO UNO DEI RISULTATI EMERSI DALLA SURVEY DELLA FONDAZIONE GIMBE IN COLLABORAZIONE CON L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DIRIGENTI PUBBLICI E ALTE PROFESSIONALITÀ DELLA SCUOLA (ANP) CHE HA COINVOLTO 312 ISTITUZIONI SCOLASTICHE. L’INDAGINE RIVELA INOLTRE DIFFICOLTÀ NELLE ATTIVITÀ DI TRACCIAMENTO: IN UN CASO SU TRE RITARDI DELLE ASL NELL’ATTIVAZIONE DELLE PROCEDURE DI LORO COMPETENZA. IL 76,2% DEI RISPONDENTI DICHIARA DI AVERE RICEVUTO MASCHERINE CHIRURGICHE IN QUANTITÀ SUPERIORI AL NECESSARIO.
26 luglio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna – ANP, Roma
La Fondazione GIMBE nell’ottobre del 2021 ha pubblicato il report “Sicurezza COVID-19 nelle scuole: dalle evidenze scientifiche al real world”, sintetizzando le evidenze scientifiche pubblicate sino ad agosto 2021 che da un lato dimostrano che nelle scuole non esiste il rischio zero di contagio, dall’altro suggeriscono che è possibile minimizzarlo utilizzando un approccio multifattoriale integrando interventi di prevenzione individuale e ambientale: dai vaccini allo screening periodico, dalle mascherine al distanziamento, dalla gestione delle quarantene alla misurazione della temperatura, dalla disinfezione di mani e superfici all’aerazione e ventilazione dei locali.
«Considerata l’indisponibilità di dati sistematici sul reale livello di implementazione delle principali misure di contenimento della pandemia COVID-19 nelle scuole italiane, abbiamo lanciato una survey per disporre di dati oggettivi», dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE.
«Abbiamo ritenuto fondamentale – dichiara Antonello Giannelli, Presidente ANP (Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola) – collaborare con la Fondazione GIMBE per elaborare e promuovere la survey che è stata inviata ad oltre 6 mila dirigenti scolastici di ogni ordine e grado, anche per poter formulare proposte concrete e realistiche in vista dell’avvio del prossimo anno scolastico».
Metodi. Tenendo conto dell’indirizzario ANP, costituito da 6.002 dirigenti scolastici, è stato calcolato un campione rappresentativo di 361 rispondenti, con un margine di errore del +/-5%. Si sono registrati alla survey 438 dirigenti, di cui 126 sono stati esclusi dall’analisi perché non hanno risposto a nessuna domanda. Il numero totale di rispondenti inclusi nell’analisi è pari a 312, che corrisponde ad un margine di errore del +/-5,4%. La survey, effettuata con il software SurveyGIZMO, è stata compilata nel periodo 5 maggio-1 giugno 2022.
Risultati
- Tipologia di istituti scolastici. Hanno risposto alla survey i dirigenti di 312 istituzioni scolastiche (tabella 1) che al proprio interno possono avere scuole di diverso grado per un totale di 649 scuole suddivise in infanzia (163), primaria (183), secondaria di primo grado (186), secondaria di secondo grado (111), Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (6) (tabella 2) rappresentative di tutte le Regioni italiane (tabella 3).
- Vaccinazioni. Il 46,8% ha realizzato attività di informazione sulla campagna vaccinale anti-COVID-19 rivolte ad alunni e genitori, il 21,5% ha coinvolto esclusivamente gli alunni. Solo meno di un terzo delle scuole (31,7%) non ha effettuato alcuna promozione ulteriore della campagna vaccinale degli alunni rispetto a quella del Ministero dell’istruzione (tabella 4). Le ASL hanno effettuato vaccinazioni nei locali scolastici solo nell’11,9% dei casi (tabella 5) e il 45,1% dei dirigenti delle scuole dove non è stata effettuata non ritiene applicabile questa iniziativa per aumentare le coperture vaccinali (tabella 6), verosimilmente - commenta Giannelli – «perché la normativa vigente non facilita tali esperienze».
- Testing. Il 20,3% delle scuole ha partecipato alla campagna di testing delle “scuole sentinella” destinato alle scuole primarie e secondarie di primo grado (tabella 7), mentre 12 istituzioni scolastiche (5,9%) dichiarano che, pur essendo state selezionate e avendo dato la propria disponibilità, la campagna non è mai stata avviata dagli organi competenti.
- Tracciamento e quarantene. Le classi sono state sottoposte a tracciamento e i provvedimenti di quarantena sono stati emanati nel rispetto delle tempistiche previste dalla normativa in circa due terzi dei casi (63,3%). Il mancato rispetto delle tempistiche era imputabile solo nel 4,5% per un ritardo da parte della scuola nella segnalazione all’ASL, mentre nel 32,2% dei casi il ritardo riguardava l’attivazione delle procedure di competenza dell’ASL (tabella 8). «Questo dato – rileva Cartabellotta –conferma quanto la carenza di personale sanitario nei servizi epidemiologici delle ASL continua a rappresentare un problema irrisolto».
- Misurazione della temperatura corporea. Ben il 96,5 % delle scuole ha acquistato dispositivi (termometri digitali e/o termoscanner) per la rilevazione della temperatura corporea (tabella 9), ma la misurazione della temperatura per gli alunni che accedono alla scuola nel 39,7% dei casi è stata demandata alle famiglie e nel 31,6% non è stata effettuata (tabella 10). «Un dato – commenta Giannelli – che attesta la carenza di personale dedicato nelle scuole per attuare queste misure».
- Mascherine. Nell’83% dei casi la Struttura Commissariale ha garantito tempestivamente la fornitura delle mascherine rispetto all’entrata in vigore delle relative normative (tabella 11), ma il 76,2% dei rispondenti ne ha ricevute in quantità superiori al necessario (tabella 12). Nell’88,4% dei casi le scuole ritengono di aver acquistato un quantitativo adeguato di mascherine FFP2 per le classi in regime di auto-sorveglianza (tabella 13). Nelle ipotesi previste dal DL 5/2022 le FFP2 sono state indossate da tutti gli alunni e per tutta la durata prevista nella quasi totalità dei casi (97,4%) (tabella 14).
- Distanziamento. In due terzi delle scuole (66,6%) in classe è stato possibile mantenere la distanza di almeno 1 metro fra gli alunni, mentre a causa di limiti strutturali aula-dipendenti nel 6,4% non è stato possibile e nel 27% possibile, ma non in tutte le classi (tabella 15). Le modifiche strutturali o organizzative implementate per adempiere agli obblighi del distanziamento hanno riguardato in larga misura la riconversione degli spazi comuni (n. 179), in misura minore, l’utilizzo di aree cortilive (n. 12) e di strutture extra-scolastiche (n. 17); altre modifiche che hanno riguardato principalmente interventi strutturali e/o riprogrammazione dell’orario scolastico (n. 85). In 82 casi (26,4%) non è stata implementata alcuna modifica (tabella 16).
- Igiene delle mani. Gli interventi per garantire una corretta igienizzazione delle mani da parte di personale scolastico e alunni sono stati implementati in maniera ottimale: disponibilità di dispenser negli spazi appropriati (98,7%), procedure standardizzate (92,9%), interventi formativi per personale scolastico e alunni (91,6%) (tabella 17).
- Igiene delle superfici. Per garantire l’igienizzazione delle superfici solo nel 39,9% dei casi è stato utilizzato nuovo personale (assunzioni o outsourcing); l’acquisto di attrezzature e prodotti specifici secondo indicazioni della scuola (98,4%) e l’utilizzo di procedure standardizzate (96,5%) sono stati di fatto implementati quasi ovunque secondo le indicazioni ministeriali che hanno finalizzato in tal senso l’impiego delle risorse (tabella 18). Le sanificazioni di superfici con detersivi e/o igienizzanti liquidi hanno continuato ad essere effettuate nell’89,7% dei casi (tabella 19) «nonostante le conoscenze scientifiche – commenta Cartabellotta – abbiano definitivamente confermato già dalla primavera 2021 che il SARS-CoV-2 si trasmette quasi esclusivamente per via aerea».
- Ventilazione e aerazione dei locali. Per migliorare ventilazione e aerazione dei locali ci si è affidati prevalentemente al protocollo “finestre aperte” (n. 285), in misura minore ad attrezzature per la purificazione e filtrazione dell’aria (n. 84) e solo in 9 casi sono stati installati sistemi di ventilazione meccanica controllata (tabella 20). Nel 46% dei casi non è stata ricevuta nessuna informazione, dal Ministero o dalle ASL, sulla trasmissione prevalente del virus per aerosol e su dispositivi o impianti per l’areazione degli ambienti scolastici. Solo nel 14,8% dei casi le informazioni hanno riguardato entrambe le tematiche (tabella 21). «L’assenza di interventi strutturali in grado di garantire un’adeguata ventilazione ed aerazione dei locali – commenta Giannelli – è il vero tallone d’Achille, in assenza del quale il prossimo anno scolastico difficilmente potrà essere affrontato senza ricorrere all’utilizzo delle mascherine». In tal senso, continua Cartabellotta «la limitata consapevolezza delle evidenze scientifiche porta a stanziare troppo denaro pubblico in attività di disinfezione delle superfici, senza destinare adeguati investimenti al miglioramento della qualità dell’aria, per il quale ci si continua ad affidare prevalentemente al protocollo “finestre aperte”»
- Fondi DL 265/2021. Nell’83,2% dei casi le scuole hanno utilizzato i fondi del decreto 265/2021 del Ministero dell’Istruzione per garantire l’avvio in sicurezza dell’anno scolastico 2021/2022 (tabella 22).
«I risultati della survey – concludono Cartabellotta e Giannelli – restituiscono un quadro oggettivo delle misure implementate per aumentare la sicurezza COVID-19 nelle scuole, lasciando emergere varie criticità che, auspicabilmente, dovrebbero essere risolte prima dell’inizio dell’anno scolastico 2022-2023. Peraltro, a differenza dello scorso anno scolastico, alcuni interventi di prevenzione risultano “spuntati”. Innanzitutto, l’efficacia del vaccino nei confronti dell’infezione si è rivelata inferiore nella fascia 5-11 anni rispetto alle fasce di età superiori e la copertura attuale (con due dosi) si è fermata intorno al 35% con rilevanti differenze regionali, mentre la terza dose non è ancora stata autorizzata da EMA; in secondo luogo, con una variante così contagiosa come Omicron 5 le attività di tracciamento risultano di limitata utilità; infine, meno dell’1% delle infezioni consegue a contatto con superfici infette. Di conseguenza, per limitare la circolazione virale nelle scuole è prioritario migliorare la qualità dell’aria per evitare di affidarsi ancora una volta alla mera accoppiata protocollo “finestre aperte” e mascherine FFP2. Un aspetto ribadito dall’OMS Europa che ha recentemente definito i 5 “stabilizzatori della pandemia” per la prossima stagione autunno-inverno, di cui uno è proprio “ventilare gli spazi pubblici e affollati (come scuole, uffici e trasporti pubblici)”».
Download comunicato
21 2022
Coronavirus: inizia la discesa dei nuovi casi (-13,3% in 7 giorni), mentre continuano a crescere ricoveri (+12,9%), terapie intensive (+10,1%) e decessi (+18,9%). Impennata quarta dosi, ma ancora lontani dal target delle 100 mila somministrazioni al giorno. Declino efficacia vaccinale negli over 80: fare subito la quarta dose, è un trattamento salvavita
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 13-19 LUGLIO, UN’INVERSIONE DELLA CURVA DEI NUOVI CASI (631.693 VS 728.759) DOPO CINQUE SETTIMANE DI AUMENTO. ANCORA IN CRESCITA GLI INDICATORI OSPEDALIERI (+1.251 RICOVERI IN AREA MEDICA, +38 IN TERAPIA INTENSIVA) E I DECESSI (823). SEMPRE FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,1% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,6% DELLA PLATEA). SONO 6,84 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,42 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 7,78 MILIONI DI PERSONE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI 2,64 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. ESPANSIONE DELLA PLATEA PER LA QUARTA DOSE: CRESCONO LE SOMMINISTRAZIONI, MA LE COPERTURE RESTANO MOLTO BASSE E PERSISTONO INACCETTABILI DIFFERENZE REGIONALI. DOPO IL RAGGIUNGIMENTO DEL PICCO LA DISCESA DEI NUOVI CASI POTREBBE ESSERE PIU’ LENTA DEL PREVISTO A CAUSA DEL NUMERO MOLTO ELEVATO DI POSITIVI CHE SFUGGONO ALLE STATISTICHE UFFICIALI E RAPPRESENTANO UN MOLTIPLICATORE DEI CONTAGI.
21 luglio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 13-19 luglio 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (631.693 vs 728.549) (figura 1) a fronte di un aumento dei decessi (823 vs 692) (figura 2). Crescono anche i casi attualmente positivi (1.452.941 vs 1.350.481), le persone in isolamento domiciliare (1.441.553 vs 1.340.382), i ricoveri con sintomi (10.975 vs 9.724) e le terapie intensive (413 vs 375) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 823 (+18,9%), di cui 75 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +38 (+10,1%)
- Ricoverati con sintomi: +1.251 (+12,9%)
- Isolamento domiciliare: +101.171 (+7,5%)
- Nuovi casi: 631.693 (-13,3%)
- Casi attualmente positivi: +102.460 (+7,6%)
Nuovi casi. «Dopo 5 settimane di aumento – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – il numero dei nuovi casi settimanali registra una flessione (-13,3% rispetto alla settimana precedente). Nella settimana 13-19 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 631 mila, con una media mobile a 7 giorni che si colloca intorno a 90 mila casi al giorno» (figura 4). Nella settimana 13-19 luglio in 6 Regioni si registra un incremento percentuale dei nuovi casi (dal +0,6% delle Marche al +28,6% della Valle D’Aosta), mentre nelle restanti 15 una diminuzione (dal -0,6% del Piemonte al -18,8% della Campania) (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in 71 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -24,2% di Napoli al -0,1% di Biella), mentre le rimanenti 36 province registrano un aumento percentuale dei nuovi casi (dal +0,1% di Teramo al +28,7% di Gorizia). L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in tutte le Province, di cui 62 registrano oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti: Chieti (1.605), Ascoli Piceno (1.523), Messina (1.459), Pescara (1.396), Enna (1.379), Teramo (1.379), Latina (1.357), Taranto (1.355), Macerata (1.344), Perugia (1.342), Fermo (1.328), Lecce (1.327), Avellino (1.308), Rimini (1.306), Salerno (1.294), Vicenza (1.286), Caserta (1.276), Agrigento (1.275), Forlì-Cesena (1.274), Padova (1.268), Siracusa (1.265), Venezia (1.258), Treviso (1.254), Ravenna (1.242), Catanzaro (1.237), Napoli (1.229), Ancona (1.224), Brindisi (1.216), Gorizia (1.210), Matera (1.186), Frosinone (1.175), Rovigo (1.173), Bari (1.163), Reggio di Calabria (1.159), Oristano (1.158), Benevento (1.156), Trieste (1.153), Potenza (1.144), Ferrara (1.143), L'Aquila (1.138), Catania (1.136), Belluno (1.133), Terni (1.132), Nuoro (1.128), Pordenone (1.108), Barletta-Andria-Trani (1.106), Cagliari (1.095), Bologna (1.086), Ragusa (1.084), Trapani (1.075), Rieti (1.055), La Spezia (1.041), Udine (1.040), Verona (1.038), Mantova (1.034), Reggio nell'Emilia (1.032), Siena (1.032), Sassari (1.031), Trento (1.030), Caltanissetta (1.029), Bolzano (1.022) e Cosenza (1.008) (tabella 2).
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-13 luglio 2022 sono state registrate in Italia oltre 738 mila reinfezioni, pari al 4,9% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 6-13 luglio si è attestata all’11,7% (n. 79.179 reinfezioni), in aumento rispetto alla settimana precedente (10,8%).
Testing. Sostanzialmente stabile il numero dei tamponi totali (+1,7%): da 2.517.540 della settimana 6-12 luglio a 2.560.557 della settimana 13-19 luglio. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 2,3% (+49.621), mentre quelli molecolari sono diminuiti dell’1,8% (-6.604) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività sale dal 18,6% al 20,8% per i tamponi molecolari, mentre si riduce dal 31,8% al 25,9% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – prosegue l’aumento dei ricoveri sia in area medica (+12,9%) che in terapia intensiva (+10,1%)». In particolare, nelle ultime cinque settimane i ricoveri sono più che raddoppiati in area critica (da 183 il 12 giugno a 413 il 19 luglio), mentre sono quasi triplicati in area medica (da 4.076 il 11 giugno a 10.975 il 19 luglio) (figura 7). Al 19 luglio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 17,1% in area medica (dall’8,9% del Piemonte al 42,9% dell’Umbria) e del 4,5% in area critica (dallo 0% della Basilicata al 10,2% della Calabria) (figura 8). «Aumentano ancora gli ingressi in terapia intensiva – puntualizza Mosti – anche se in misura minore rispetto alla scorsa settimana: la media mobile a 7 giorni è di 49 ingressi/die rispetto ai 47 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Continua a crescere il numero dei decessi: 823 negli ultimi 7 giorni (di cui 75 riferiti a periodi precedenti), con una media di 118 al giorno rispetto ai 99 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 20 luglio (aggiornamento ore 06.16) l’88,1% della platea (n. 50.813.732) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+4.219 rispetto alla settimana precedente) e l’86,6% (n. 49.943.212) ha completato il ciclo vaccinale (+5.764 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 13-19 luglio crescono i nuovi vaccinati: 3.570 rispetto ai 3.156 della settimana precedente (+13,1%). Di questi il 32% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.141, con un incremento del 5,6% rispetto alla settimana precedente. Sale anche tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 1.153 (24,2% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 20 luglio (aggiornamento ore 06.16) sono 6,84 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 4,42 milioni attualmente vaccinabili, pari al 7,7% della platea con nette differenze regionali (dal 5% del Lazio al 10,8% della Valle D’Aosta);
- 2,42 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 4,2% della platea con nette differenze regionali (dal 2,8% del Molise all’8,6% della Provincia Autonoma di Bolzano).
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 20 luglio (aggiornamento ore 06.16) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.591.815 dosi: 1.400.023 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.278.984 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38,3% con nette differenze regionali: dal 20,9% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,8% della Puglia (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 20 luglio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 39.915.867 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 8.258 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,7%: dal 77,9% della Provincia Autonoma di Bolzano all’87,6% della Valle D’Aosta. Sono 7,78 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la terza dose (figure 14 e 15), di cui:
- 5,14 milioni possono riceverla subito, pari al 10,8% della platea con nette differenze regionali: dall’8% della Basilicata al 16,4% della Provincia Autonoma di Bolzano;
- 2,64 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 5,5% della platea con nette differenze regionali: dal 2,4% della Valle D’Aosta all’8,5% dell’Umbria.
Vaccini: quarta dose. La Circolare del Ministero della Salute dell’11 luglio 2022 ha esteso la platea per la quarta dose (secondo richiamo) a tutti gli over 60 e ai fragili over 12 con somministrazione da effettuarsi dopo almeno 120 giorni dalla terza dose (primo richiamo) o dall’infezione post terza dose. Complessivamente, la platea di persone candidate a ricevere il secondo richiamo è di oltre 16,5 milioni di persone (figura).
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 20 luglio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 462.408 quarte dosi, con una media mobile di 11.810 somministrazioni al giorno, in forte aumento rispetto alle 4.078 della scorsa settimana (+189,6%) (figura 16). In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 58,4% con nette differenze regionali: dal 17,8% del Molise al 100% di Piemonte e Valle D’Aosta (figura 17).
Vaccini: quarta dose over 60, fragili e ospiti RSA. Al 20 luglio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 1.303.485 quarte dosi, con una media mobile di 31.686 somministrazioni al giorno, in forte aumento rispetto alle 11.000 della scorsa settimana (+188%) (figura 18), ma ancora molto lontane dal target di 100 mila somministrazioni fissato dalle linee di indirizzo dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale. In base alla platea ufficiale (n. 15.746.854 di cui 6.148.340 della fascia 60-69 anni, 5.053.186 della fascia 70-79 anni, 2.918.641 di over 80, 1.538.588 di pazienti fragili e 88.099 di ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 13 luglio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è dell’8,3% con nette differenze regionali: dal 3,5% della Sicilia al 18,8% del Piemonte (figura 19).
Secondo i dati pubblicati dall’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, relativi ai decessi di persone con diagnosi di COVID-19 tra il 20 maggio e il 19 giugno 2022, il tasso di mortalità per 100.000 persone è molto più elevato tra i non vaccinati che tra i vaccinati con tre dosi: 7 vs 1,5 per la fascia 60-79 anni e 95,6 vs 11,8 per gli over 80. Tuttavia, per l’enorme differenza tra la popolazione di vaccinati con tre dosi (oltre 39,1 milioni) e non vaccinati (6,84 milioni), il numero assoluto di decessi è più elevato tra i vaccinati con tre dosi (n. 616) che tra i non vaccinati (n. 205); tra questi oltre i due terzi riguardano gli over 80 e oltre il 93% gli over 60. «Con il progressivo declino della protezione vaccinale nei confronti della malattia grave dopo 120 giorni dalla terza dose – spiega il Presidente – il secondo richiamo (quarta dose) rappresenta dunque un vero e proprio trattamento “salvavita”, in particolare negli over 80».
«A metà luglio – conclude Cartabellotta – dopo il raggiungimento del picco è iniziata la discesa dei nuovi casi, che tuttavia potrebbe essere più lenta del previsto a causa del numero molto elevato di casi non noti alle statistiche ufficiali che rappresentano un moltiplicatore dei contagi. Infatti, gli oltre 1,45 milioni di positivi potrebbero essere in realtà almeno il doppio per diverse ragioni: mancata esecuzione del tampone nonostante i sintomi o il contatto con un caso COVID-19; mancata comunicazione della positività al test “fai da te”; falsi negativi al test in autosomministrazione. Ecco perché, indipendentemente dalla velocità di discesa della curva dei nuovi contagi, nelle prossime settimane è verosimile un aumento dei ricoveri – più in area medica che in terapia intensiva – e dei decessi che oggi con una media di 118 al giorno sono già tornati ai livelli di due mesi fa. Le soluzioni sono sempre le stesse: usare le mascherine al chiuso, specialmente in locali affollati e poco aerati, per limitare la circolazione virale; effettuare la terza dose (oltre 5,1 milioni di persone potrebbero riceverla subito) e, soprattutto, somministrare il prima possibile la quarta dose a over 60 e fragili.
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
14 2022
Coronavirus: rallenta la crescita dei nuovi casi (+22,4% in 7 giorni), netto aumento dei decessi (+49,1%). In un mese più che raddoppiati ricoveri ordinari e in terapia intensiva. Picco contagi all’orizzonte, ma la discesa della curva potrebbe essere molto lenta. Inaccettabile l’idea di una “libera circolazione” del virus: la popolazione a rischio di malattia grave è troppo estesa
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 6-12 LUGLIO, UN ULTERIORE AUMENTO DEI NUOVI CASI (728.549) IN TUTTE LE REGIONI AD ECCEZIONE DELLA LOMBARDIA. ANCORA IN CRESICTA GLI INDICATORI OSPEDALIERI E I DECESSI (692). FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,1% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,6% DELLA PLATEA). SONO 6,84 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,64 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 7,85 MILIONI DI PERSONE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI 2,51 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. ARRIVA L’ESPANSIONE DELLA PLATEA PER LA QUARTA DOSE, MA LE COPERTURE PER IMMUNICOMPROMESSI (47,8%) E FRAGILI (22,5%) SONO ANCORA MOLTO BASSE CON INACCETTABILI DIFFERENZE REGIONALI. LA CIRCOLAZIONE INCONTROLLATA DI OMICRON 5 RISCHIA DI PARALIZZARE I SERVIZI: FONDAMENTALE INDOSSARE LA MASCHERINA AL CHIUSO E IN CASO DI ASSEMBRAMENTI ANCHE ALL’APERTO.
14 luglio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 6-12 luglio 2022, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (728.549 vs 595.349) (figura 1) e dei decessi (692 vs 464) (figura 2). In aumento anche i casi attualmente positivi (1.350.481 vs 1.087.272), le persone in isolamento domiciliare (1.340.382 vs 1.078.946), i ricoveri con sintomi (9.724 vs 8.003) e le terapie intensive (375 vs 323) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 692 (+49,1%), di cui 70 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +52 (+16,1%)
- Ricoverati con sintomi: +1.721 (+21,5%)
- Isolamento domiciliare: +261.436 (+24,2%)
- Nuovi casi: 728.549 (+22,4%)
- Casi attualmente positivi: +263.209 (+24,2%)
Nuovi casi. «L’aumento dei nuovi casi settimanali (+22,4% rispetto alla settimana precedente) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – registra il valore più basso da quando, a metà giugno, si è registrata l’inversione della curva. Nella settimana 6-12 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 728 mila, con una media mobile a 7 giorni che supera i 97 mila casi al giorno» (figura 4). Nella settimana 6-12 luglio tutte le Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 5,1% del Lazio al 51,1% della Valle D’Aosta; fa eccezione la Lombardia che segna un -6,2% (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in 8 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -21% di Lecco al -0,3% di Roma), mentre le rimanenti 99 province registrano un aumento percentuale dei nuovi casi (dal +0,1% di Firenze al +101,1% di Sondrio). L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in tutte le Province, di cui 62 registrano 1.000 casi per 100.000 abitanti: Lecce (1.703), Napoli (1.622), Ascoli Piceno (1.620), Brindisi (1.595), Latina (1.583), Messina (1.574), Caserta (1.561), Siracusa (1.552), Salerno (1.526), Taranto (1.458), Chieti (1.458), Agrigento (1.442), Matera (1.422), Bari (1.412), Rimini (1.410), Perugia (1.407), Pescara (1.386), Teramo (1.377), Padova (1.364), Ragusa (1.344), Forlì-Cesena (1.340), Vicenza (1.318), Siena (1.316), Avellino (1.304), Venezia (1.299), Cagliari (1.295), Oristano (1.274), Catania (1.268), Treviso (1.265), Ravenna (1.257), Ancona (1.252), Macerata (1.248), Reggio di Calabria (1.236), Frosinone (1.235), Fermo (1.232), Rovigo (1.217), Sud Sardegna (1.209), Roma (1.203), Trapani (1.193), Barletta-Andria-Trani (1.182), L'Aquila (1.178), Pordenone (1.163), Enna (1.161), Catanzaro (1.160), Palermo (1.159), Bologna (1.153), Potenza (1.147), Terni (1.138), Caltanissetta (1.116), Cosenza (1.115), Verona (1.096), Sassari (1.095), Nuoro (1.093), La Spezia (1.092), Belluno (1.080), Reggio nell'Emilia (1.066), Benevento (1.058), Ferrara (1.043), Genova (1.011), Foggia (1.009), Lucca (1.005), Isernia (1.002) (tabella 2).
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-6 luglio 2022 sono state registrate in Italia oltre 659 mila reinfezioni, pari al 4,6% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 29 giugno-6 luglio si è attestata al 10,8% (n. 72.231 reinfezioni), in aumento rispetto alla settimana precedente (9,6%).
Testing. Si registra un aumento del numero dei tamponi totali (+17%): da 2.152.065 della settimana 29 giugno 2022-5 luglio 2022 a 2.517.540 della settimana 6-12 luglio 2022. In particolare i tamponi rapidi sono cresciuti del 19,4% (+350.351) e quelli molecolari del 4,4% (+15.124) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività sale dal 17,1% al 18,6% per i tamponi molecolari e dal 29,8% al 31,8% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – prosegue l’aumento dei ricoveri sia in area medica (+21,5%) che in terapia intensiva (+16,1%)». In particolare, nell’ultimo mese in area critica i ricoveri sono raddoppiati passando da 183 il 12 giugno a 375 il 12 luglio; in area medica, invece, sono più che raddoppiati passando da 4.076 il 11 giugno a 9.724 il 12 luglio (figura 7). Al 12 luglio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 15,1% in area medica (dal 7,8% del Piemonte al 40,2% dell’Umbria) e del 4,1% in area critica (dallo 0% della Basilicata al 9,3% dell’Umbria) (figura 8). «L’incremento dei casi delle ultime settimane – puntualizza Mosti – si riflette sugli ingressi in terapia intensiva, che registrano una media mobile a 7 giorni di 47 ingressi/die rispetto ai 40 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Continua ad aumentare il numero dei decessi: 692 negli ultimi 7 giorni (di cui 70 riferiti a periodi precedenti), con una media di 99 al giorno rispetto ai 66 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 13 luglio (aggiornamento ore 06.16) l’88,1% della platea (n. 50.809.513) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+3.106 rispetto alla settimana precedente) e l’86,6% (n. 49.937.448) ha completato il ciclo vaccinale (+3.600 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 6-12 luglio sale il numero dei nuovi vaccinati: 3.106 rispetto ai 3.009 della settimana precedente (+3,2%). Di questi il 34,6% è rappresentato dalla fascia 5-11 anni: 1.074, con un incremento dello 0,3% rispetto alla settimana precedente. Cresce anche tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 900 (+15,2% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 13 luglio (aggiornamento ore 06.16) sono 6,84 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 4,2 milioni attualmente vaccinabili, pari al 7,3% della platea con nette differenze regionali (dal 4,5% della Provincia Autonoma di Trento al 10,3% della Calabria);
- 2,64 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 4,6% della platea con nette differenze regionali (dal 3,0% del Molise al 9,1% della Provincia Autonoma di Bolzano).
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 13 luglio (aggiornamento ore 06.16) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.589.951 dosi: 1.398.871 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.277.487 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38,3% con nette differenze regionali: dal 20,9% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,8% della Puglia (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 13 luglio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 39.856.768 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 6.631 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,6% con nette differenze regionali: dal 77,8% della Sicilia al 87,5% della Valle D’Aosta. Sono 7,85 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
- 5,33 milioni possono riceverla subito, pari all’11,2% della platea con nette differenze regionali: dall’8,4% della Basilicata al 16,6% della Provincia Autonoma di Bolzano;
- 2,51 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 5,3% della platea con nette differenze regionali: dal 2,3% della Valle D’Aosta all’8,3% dell’Umbria.
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 13 luglio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 378.198 quarte dosi, con una media mobile di 3.929 somministrazioni al giorno, in aumento rispetto alle 2.364 della scorsa settimana (+66,2%) (figura 16). In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 47,8% con nette differenze regionali: dal 13,5% della Calabria al 100% del Piemonte (figura 17).
Vaccini: quarta dose over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti RSA. Al 13 luglio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 994.379 quarte dosi, con una media mobile di 8.439 somministrazioni al giorno, in aumento rispetto alle 6.037 della scorsa settimana (+39,8%) (figura 18). In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 pazienti fragili della fascia di età 60-79 anni e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 22,5% con nette differenze regionali: dal 7,8% della Calabria al 42,1% del Piemonte (figura 19).
Dopo il via libera dell’European Medicines Agency e dell’European Centre for Disease Prevention and Control, la Circolare del Ministero della Salute dell’11 luglio 2022 ha esteso la platea per la quarta dose (secondo richiamo) a tutti gli over 60 e ai fragili over 12 con somministrazione da effettuarsi dopo almeno 120 giorni dalla terza dose (primo richiamo) o dall’infezione post terza dose. «Pur condividendo questa decisione – commenta Cartabellotta – la Fondazione GIMBE ormai da mesi sottolinea che le somministrazioni della quarta dose nelle persone più vulnerabili non sono mai decollate, un vero e proprio flop su cui pesano anche inaccettabili differenze regionali. Nonostante il rischio molto elevato di malattia grave e di mortalità, anche in condizioni di minor circolazione virale, è completamente mancata una strategia di sensibilizzazione e comunicazione: anzi, a causa delle aspettative sui vaccini “aggiornati” le persone sono state dissuase, anche dai medici, dall’effettuare la quarta dose subito».
E proprio sui “vaccini aggiornati” la Fondazione GIMBE ritiene opportuno ribadire tre punti fondamentali. Innanzitutto, quelli in via di approvazione sono “tarati” su Omicron BA.1, ovvero non sappiamo quanto proteggano dalle ultime varianti BA.4 e BA.5; in secondo luogo, le prove di efficacia ad oggi disponibili sono relative alla risposta anticorpale e non alla riduzione del rischio di infezione e, soprattutto, di malattia grave; infine, non vi è alcuna certezza sulla data di approvazione e reale disponibilità per la somministrazione alla popolazione. «Tenendo conto del quadro di elevata circolazione virale – aggiunge il Presidente – è cruciale effettuare la quarta dose subito con i vaccini attuali che, seppur “vecchi”, si sono dimostrati ampiamente efficaci nel riportare a livelli elevati la copertura nei confronti della malattia grave, che declina progressivamente a 120 giorni dalla terza dose».
«Se da un lato nell’ultima settimana – conclude Cartabellotta – il rallentamento nella crescita dei nuovi casi–lascia intravedere il raggiungimento del picco, dall’altro è bene essere consapevoli che la durata del plateau e la successiva discesa della curva potrebbero essere molto lenti, anche in ragione del numero di casi non noti alle statistiche ufficiali. Di conseguenza, nelle prossime settimane dobbiamo aspettarci un ulteriore aumento di ricoveri ospedalieri e decessi: questo rende del tutto inaccettabile in un’ottica di sanità pubblica l’idea di far circolare liberamente il virus. Infatti, se da un lato l’ipotesi di potenziare l’immunità di popolazione con un “booster naturale” è molto suggestiva, dall’altro la popolazione over 50 suscettibile (non vaccinati, persone che non hanno fatto la terza dose e fragili che non hanno fatto la quarta dose) è troppo numerosa. Peraltro questa “strategia” non tiene conto dell’impatto del long COVID, la cui incidenza è correlata al numero di infezioni. Infine, una circolazione incontrollata di un virus così contagioso come Omicron 5 rischia di determinare una vera e propria paralisi di vari servizi. Ecco perché rimane fondamentale arginare la circolazione del virus utilizzando le mascherine al chiuso, in particolare in luoghi affollati e poco ventilati, oltre che all’aperto in condizioni di grandi assembramenti con attività ad elevata probabilità di contagio».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
12 2022
Migliorare la salute delle persone, la qualità dell’assistenza sanitaria e la sostenibilità del SSN. Al via partnership tra GIMBE e Collage
La Fondazione GIMBE, ente non profit che da anni si batte per contribuire alla sostenibilità di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico, e COLLAGE S.p.A., azienda di eccellenza per le capacità organizzative da sempre al fianco di opinion leader nazionali ed internazionali, hanno siglato un accordo di collaborazione per mettere a disposizione della sanità le proprie competenze metodologiche e organizzative.
12 luglio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Piero Sola |
Nino Cartabellotta |
Siglata una importante partnership tra la Fondazione GIMBE e COLLAGE S.p.A. con l’obiettivo di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche, formazione e informazione scientifica, al fine di migliorare la salute delle persone, la qualità dell’assistenza sanitaria e di contribuire alla sostenibilità di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico.
L’accordo prevede la realizzazione di corsi ECM destinati a tutti i professionisti della sanità italiana secondo il piano formativo GIMBEducation e Collage S.p.A. nelle aree di evidence-based practice, clinical governance, formazione continua e sviluppo professionale, management & policy making e metodologia della ricerca. Oltre a servizi di supporto metodologico per organizzazioni sanitarie, società scientifiche e industria farmaceutica e biomedicale: produzione di linee guida, revisioni sistematiche ed evidence report; valutazione e selezione di progetti di ricerca biomedica; pianificazione, conduzione, analisi e reporting di studi clinici; organizzazione, conduzione e reporting di processi di consenso formale, progettazione, realizzazione e gestione di piattaforme informatiche (reti per patologia, clinical database), survey online.
«Nuovi format educazionali che porteranno sicuramente grande valore alla formazione medico scientifica ma soprattutto miglioreranno la crescita professionale e la qualità dell’assistenza sanitaria» spiega Piero Sola, presidente di COLLAGE S.p.A.
«Grazie alla pluriennale esperienza di COLLAGE S.p.A. – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – riusciremo a mettere sempre più capillarmente a disposizione del sistema sanitario le nostre competenze metodologiche e organizzative per pianificare e coordinare progetti di ricerca, di miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria, di formazione continua e sviluppo professionale oltre alla pianificazione, conduzione, analisi e reporting di studi».
Download comunicato
7 2022
Coronavirus: corrono i contagi, +55% in una settimana. Crescono i ricoveri ordinari (+32,6%), terapie intensive (+36,3%) e decessi (+18,4%). 38 Province con oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti. Quarta dose: somministrazioni restano al palo. Usare le mascherine per contenere la circolazione virale, scongiurare un “lockdown di fatto” e arginare il progressivo sovraccarico ospedaliero
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 29 GIUGNO-5 LUGLIO, UN ULTERIORE AUMENTO DEI NUOVI CASI (595.349) IN TUTTE LE REGIONI E IN TUTTE LE PROVINCE. ANCORA IN CRESICTA GLI INDICATORI OSPEDALIERI E I DECESSI (464). FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,1% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,6% DELLA PLATEA). SONO 6,84 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,75 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 7,89 MILIONI DI PERSONE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI 2,43 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. NETTE DIFFERENZE REGIONALI PER LA COPERTURA CON QUARTE DOSI DEGLI IMMUNOCOMPROMESSI (DAL 10,7% DELLA CALABRIA AL 100% DEL PIEMONTE) E DEGLI ALTRI FRAGILI (DAL 6,6% DELLA CALABRIA AL 41,3% DEL PIEMONTE). RISCHIOSO RIMANDARE LA QUARTA DOSE ALL’AUTUNNO CON I “VACCINI AGGIORNATI” DI CUI AD OGGI NON SI CONOSCONO GLI EFFETTI SULLA MALATTIA GRAVE.
7 luglio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 29 giugno-5 luglio 2022, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (595.349 vs 384.093) (figura 1) e decessi (464 vs 392) (figura 2). In crescita anche i casi attualmente positivi (1.087.272 vs 773.450), le persone in isolamento domiciliare (1.078.946 vs 767.178), i ricoveri con sintomi (8.003 vs 6.035) e le terapie intensive (323 vs 237) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 464 (+18,4%), di cui 27 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +86 (+36,3%)
- Ricoverati con sintomi: +1.968 (+32,6%)
- Isolamento domiciliare: +311.768 (+40,6%)
- Nuovi casi: 595.349 (+55%)
- Casi attualmente positivi: +313.822 (+40,6%)
Nuovi casi. «L’aumento dei nuovi casi settimanali (+55% rispetto alla settimana precedente) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – per la terza settimana consecutiva supera il 50%, con un tempo di raddoppio dei casi di circa 10 giorni. Nella settimana 29 giugno-5 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 595 mila, con una media mobile a 7 giorni che supera gli 85 mila casi al giorno» (figura 4). Nella settimana 29 giugno-5 luglio tutte le Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 24,7% della Sardegna al 95,9% della Lombardia (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in tutte le Province si rileva un aumento percentuale dei nuovi casi (dal +11,1% di Cagliari al +120,7% di Sondrio). L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 103 Province, di cui 38 registrano 1.000 casi per 100.000 abitanti: Napoli (1.433), Lecce (1.395), Cagliari (1.270), Brindisi (1.262), Salerno (1.235), Padova (1.234), Siracusa (1.230), Latina (1.224), Caserta (1.222), Rimini (1.209), Roma (1.207), Chieti (1.164), Perugia (1.163), Forlì-Cesena (1.160), Catania (1.148), Ravenna (1.146), Sud Sardegna (1.143), Bari (1.134), Teramo (1.130), Pescara (1.122), Venezia (1.121), Treviso (1.105), Messina (1.093), Vicenza (1.081), Oristano (1.078), Ragusa (1.076), Ascoli Piceno (1.068), Rovigo (1.068), Palermo (1.068), Barletta-Andria-Trani (1.056), Taranto (1.055), Belluno (1.052), Agrigento (1.048), L'Aquila (1.047), Frosinone (1.035), Pavia (1.032), Ancona (1.008) e Matera (1.008) (tabella 2).
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-28 giugno 2022 sono state registrate in Italia oltre 587 mila reinfezioni, pari al 4% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 22-28 giugno si è attestata al 9,5% (n. 30.941 reinfezioni), in aumento rispetto alla settimana precedente (8,4%).
Testing. Si registra un aumento del numero dei tamponi totali (+33,3%): da 1.613.954 della settimana 22-28 giugno a 2.152.065 della settimana 29 giugno 2022-5 luglio. In particolare l’aumento è stato del 38,5% per i tamponi rapidi (+503.389) e dell’11,3% per quelli molecolari (+34.722) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività sale dal 14,1% al 17,1% per i tamponi molecolari e dal 26,2% al 29,8% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – continuano ad aumentare i ricoveri sia in area medica (+32,6%) che in terapia intensiva (+36,3%)». In particolare, in area critica dal minimo di 183 del 12 giugno i posti letto occupati sono saliti a 323 il 5 luglio; in area medica, invece, dal minimo di 4.076 dell’11 giugno, sfiorano il raddoppio salendo a quota 8.003 il 5 luglio (figura 7). Al 5 luglio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 12,5% in area medica (dal 6,6% del Piemonte al 32,2% dell’Umbria) e del 3,5% in area critica (dallo 0% della Valle D’Aosta all’8,1% dell'Umbria) (figura 8). «Segnano un netto aumento anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 40 ingressi/die rispetto ai 29 della settimana precedente» (figura 9). Nel dibattito pubblico e professionale il quadro ospedaliero viene spesso minimizzato, sia per l’attuale limitato impatto dell’ondata sulle terapie intensive, sia per la capziosa distinzione tra pazienti ricoverati in area medica con COVID e per COVID. «Anche se siamo ancora molto lontani – spiega Cartabellotta – da situazioni di grave sovraccarico ospedaliero, esistono reali motivi di preoccupazione. Innanzitutto, l’occupazione dei posti letto è destinata ad aumentare nelle prossime settimane, in un periodo in cui tra ferie estive e assenze per isolamento il personale sanitario è numericamente ridotto, con conseguente peggioramento della qualità dell’assistenza e aumento dello stress su chi è in servizio. In secondo luogo, la maggior parte dei ricoveri in area medica riguarda pazienti anziani con patologie multiple, nelle quali il COVID peggiora un equilibrio di salute già instabile. Infine, il progressivo sovraccarico ospedaliero porta a rimandare prestazioni chirurgiche e visite specialistiche non urgenti, alimentando quelle liste di attesa che le Regioni – nonostante quasi un miliardo di euro stanziato dal Governo – non sono ancora riuscite a recuperare con buona pace dei pazienti bloccati in un limbo di cui si fatica a intravedere la fine».
Decessi. Continuano a crescere i decessi: 464 negli ultimi 7 giorni (di cui 27 riferiti a periodi precedenti), con una media di 66 al giorno rispetto ai 56 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 6 luglio (aggiornamento ore 06.21) l’88,1% della platea (n. 50.805.626) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+2.964 rispetto alla settimana precedente) e l’86,6% (n. 49.932.092) ha completato il ciclo vaccinale (+3.735 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 29 giugno-5 luglio calano i nuovi vaccinati: 2.964 rispetto ai 3.128 della settimana precedente (-5,2%). Di questi il 35,8% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.062, con una riduzione del 5,3% rispetto alla settimana precedente. Cala tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 755 (-7,7% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 6 luglio (aggiornamento ore 06.21) sono 6,84 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 4,1 milioni attualmente vaccinabili, pari al 7,1% della platea con nette differenze regionali: dal 4,4% della Provincia Autonoma di Trento al 10,2% della Calabria;
- 2,75 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 4,8% della platea con nette differenze regionali: dal 3,1% del Molise al 9,2% della Provincia Autonoma di Bolzano.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 6 luglio (aggiornamento ore 06.21) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.588.149 dosi: 1.397.769 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.276.077 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38,2% con nette differenze regionali: dal 20,8% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,8% della Puglia (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 6 luglio (aggiornamento ore 06.21) sono state somministrate 39.808.872 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 5.859 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,5% con nette differenze regionali: dal 77,7% della Sicilia all’87,4% della Valle D’Aosta. Sono 7,89 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
- 5,46 milioni possono riceverla subito, pari all’11,4% della platea con nette differenze regionali: dall’8,2% della Basilicata al 16,8% della Provincia Autonoma di Bolzano;
- 2,43 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 5,1% della platea con nette differenze regionali: dal 2,3% della Valle D’Aosta all’8,1% dell’Umbria.
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 6 luglio (aggiornamento ore 06.21) sono state somministrate 349.803 quarte dosi, con una media mobile di 2.259 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 2.263 della scorsa settimana (-0,2%) (figura 16). In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi (sottostimato dal mancato aggiornamento della platea) è del 44,2% con nette differenze regionali: dal 10,7% della Calabria al 100% del Piemonte (figura 17).
Vaccini: quarta dose over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti RSA. Al 6 luglio (aggiornamento ore 06.21) sono state somministrate 932.800 quarte dosi, con una media mobile di 5.809 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 6.109 della scorsa settimana (-4,9%) (figura 18). In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 pazienti fragili della fascia di età 60-79 anni e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi (sottostimato dal mancato aggiornamento della platea) è del 21,1% con nette differenze regionali: dal 6,6% della Calabria al 41,3% del Piemonte (figura 19).
«Il netto aumento della circolazione virale – spiega il Presidente – aumenta la probabilità di contagio e lo sviluppo di malattia grave in chi ha fatto la terza dose da oltre 120 giorni: per questo appare un vero azzardo la scelta di rimandare la quarta dose all’autunno con i “vaccini aggiornati”, di cui ad oggi non si conoscono né le tempistiche di reale disponibilità né gli effetti sulla malattia grave. In tal senso è inaccettabile che, mentre la somministrazione delle quarte dosi per i pazienti vulnerabili rimane sostanzialmente al palo, peraltro con rilevanti diseguaglianze regionali, il dibattito si sposti sull’opportunità di allargare la platea a tutti gli over 70, senza prima potenziare le capacità di chiamata attiva da parte delle Regioni “a fondo classifica”».
«In questa fase di crescita esponenziale dei contagi, che non contabilizza il “sommerso” dei casi non dichiarati – conclude Cartabellotta – con evidenti segnali di impatto sugli ospedali, in particolare in area medica, è fondamentale agire su due fronti. Oltre ad accelerare ora la somministrazione della quarta dose nei pazienti vulnerabili, è indispensabile contenere la circolazione virale utilizzando le mascherine al chiuso, in particolare in luoghi affollati e poco ventilati, oltre che all’aperto in condizioni di grandi assembramenti con attività ad elevata probabilità di contagio. Infatti, al di là della scelta individuale di dichiarare alle autorità sanitarie la propria positività, l’isolamento domiciliare non è sinonimo di asintomaticità e bisogna chiedersi quanto costa al Paese (giornate lavorative perse, attività chiuse per COVID, vacanze cancellate, etc.) un’elevata percentuale di popolazione sintomatica e/o isolata a domicilio per COVID, che peraltro rischia di determinare un “lockdown di fatto” su vari servizi, inclusi quelli turistici. Se il muro eretto dalla vaccinazione ha ridotto ospedalizzazioni e mortalità, oggi l’utilizzo della mascherina rimane lo strumento più efficace che ciascuno di noi ha per arginare la diffusione del virus: utilizziamola, facciamolo per la nostra salute, per i professionisti sanitari stremati da due anni e mezzo di pandemia, per l’economia del nostro Paese e per non ritrovarci nuovamente con gli ospedali in sovraccarico che causano inaccettabili ritardi alle cure di tutti i cittadini».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
30 giugno 2022
Coronavirus: continuano a salire i nuovi casi, +50,4% in una settimana. Aumentano ricoveri ordinari (+25,7%) e terapie intensive (+15%). Tornano a crescere i decessi (+16,3%). Circolazione virale in forte ascesa: fondamentale indossare le mascherine al chiuso e proteggere ora con la quarta dose 4 milioni di fragili
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 22-28 GIUGNO, UN ULTERIORE AUMENTO DEI NUOVI CASI (384.093) IN TUTTE LE REGIONI. IN TUTTE LE PROVINCE SI REGISTRA UN INCREMENTO PERCENTUALE DEI NUOVI CASI CON INCIDENZA SUPERIORE AI 500 CASI PER 100.000 ABITANTI IN 75 PROVINCE. IN ULTERIORE AUMENTO GLI INDICATORI OSPEDALIERI CON L’AREA MEDICA CHE SEGNA UN INCREMENTO DI QUASI 2.000 POSTI LETTO COVID IN 18 GIORNI. FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,1% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,6% DELLA PLATEA). SONO 6,85 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,8 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 7,94 MILIONI DI PERSONE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI 2,4 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. NETTE DIFFERENZE REGIONALI PER LA COPERTURA CON QUARTE DOSI DEGLI IMMUNOCOMPROMESSI (DAL 9,7% DELLA CALABRIA AL 100% DEL PIEMONTE) E DEGLI ALTRI FRAGILI (DAL 6% DELLA CALABRIA AL 40,5% DEL PIEMONTE). ELEVATA CIRCOLAZIONE VIRALE CON EFFETTI Già EVIDENTI SUGLI OSPEDALI: FONDAMENTALE INDOSSARE LE MASCHERINE NEI LUOGHI AL CHIUSO E SOMMINISTRARE SUBITO AI FRAGILI LA QUARTA DOSE CHE RIDUCE DEL 99% IL RISCHIO DI MORTALITÀ RISPETTO AI NON VACCINATI.
30 giugno 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 22-28 giugno 2022, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (384.093 vs 255.442) (figura 1) e decessi (392 vs 337) (figura 2). Crescono anche i casi attualmente positivi (773.450 vs 599.930), le persone in isolamento domiciliare (767.178 vs 594.921), i ricoveri con sintomi (6.035 vs 4.803) e le terapie intensive (237 vs 206) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 392 (+16,3%), di cui 43 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +31 (+15%)
- Ricoverati con sintomi: +1.232 (+25,7%)
- Isolamento domiciliare: +172.257 (+29%)
- Nuovi casi: 384.093 (+50,4%)
- Casi attualmente positivi: +173.520 (+28,9%)
Nuovi casi. «Prosegue l’impennata dei nuovi casi settimanali (+50,4% rispetto alla settimana precedente) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – che si attestano intorno a 384 mila, con una media mobile a 7 giorni che sfiora quota 55 mila casi al giorno» (figura 4). Nella settimana 22-28 giugno tutte le Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 27,7% della Lombardia all’80,2% del Molise (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in tutte le Province in cui si rileva un aumento percentuale dei nuovi casi (dal +12,2% di Sondrio al +102,5% di Asti). In 75 Province l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti: Cagliari (1.143), Sud Sardegna (998), Rimini (949), Roma (920), Padova (896), Treviso (872), Venezia (871), Forlì-Cesena (866), Palermo (804), Napoli (800), Ravenna (797), Latina (782), Catania (780), Pordenone (762), Perugia (753), Ragusa (748), Rovigo (744), Siracusa (743), L'Aquila (739), Vicenza (731), Udine (728), Barletta-Andria-Trani (727), Belluno (720), Campobasso (719), Oristano (716), Pisa (715), Messina (711), Foggia (707), Bologna (697), Lecce (689), Teramo (681), Salerno (678), Ancona (666), Firenze (664), La Spezia (657), Frosinone (655), Terni (654), Verona (653), Lucca (646), Pescara (644), Bari (641), Chieti (639), Rieti (635), Livorno (635), Siena (628), Sassari (624), Ascoli Piceno (623), Gorizia (610), Genova (604), Macerata (603), Caserta (600), Reggio nell'Emilia (593), Brindisi (586), Agrigento (585), Arezzo (585), Avellino (581), Massa Carrara (579), Fermo (576), Taranto (559), Catanzaro (557), Enna (556), Matera (556), Pistoia (554), Grosseto (554), Ferrara (552), Modena (550), Trieste (550), Potenza (537), Milano (534), Reggio di Calabria (531), Monza e della Brianza (519), Bolzano (518), Prato (513), Cosenza (510), Viterbo (508) (tabella 2).
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-22 giugno 2022 sono state registrate in Italia oltre 556 mila reinfezioni, pari al 4% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 16-22 giugno si è attestata all’8,4% (n. 23.651 reinfezioni), in netto aumento rispetto alla settimana precedente (7,5%).
Testing. Si registra un aumento del numero dei tamponi totali (+24,1%): da 1.300.905 della settimana 15-21 giugno a 1.613.954 della settimana 22-28 giugno. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 30% (+301.188), mentre quelli molecolari del 4% (+11.861) (figura 5). Sale la media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi: dal 9,5% al 14,1% per i test molecolari e dal 23% al 26,2% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – continuano ad aumentare i ricoveri sia in area medica (+25,7%) che in terapia intensiva (+15%)». In particolare, in area critica dal minimo di 183 del 12 giugno i posti letto occupati sono saliti a 237 il 28 giugno; in area medica, invece, dopo aver toccato il minimo di 4.076 l’11 giugno, sono risaliti a quota 6.035 il 28 giugno (figura 7). Al 28 giugno il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 9,4% in area medica (dal 4,7% del Piemonte al 22,1% dell’Umbria) e del 2,6% in area critica (dallo 0% di Provincia Autonoma di Trento e Valle d’Aosta al 5,4% del Lazio) (figura 8). «In lieve aumento gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 29 ingressi/die rispetto ai 23 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Tornano a crescere i decessi: 392 negli ultimi 7 giorni (di cui 43 riferiti a periodi precedenti), con una media di 56 al giorno rispetto ai 48 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 29 giugno (aggiornamento ore 06.17) l’88,1% della platea (n. 50.801.764) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+3.080 rispetto alla settimana precedente) e l’86,6% (n. 49.926.324) ha completato il ciclo vaccinale (+4.225 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 22-28 giugno rimangono sostanzialmente stabili i nuovi vaccinati: 3.080 rispetto ai 3.071 della settimana precedente (+0,3%). Di questi il 36,1% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.112, con un incremento del 2,6% rispetto alla settimana precedente. Cala tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 791 (-6,2% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 29 giugno (aggiornamento ore 06.17) sono 6,85 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 4,05 milioni attualmente vaccinabili, pari al 7% della platea con nette differenze regionali: dal 4,2% della Provincia Autonoma di Trento al 10,2% della Calabria;
- 2,8 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 4,8% della platea con nette differenze regionali: dal 3% del Molise al 9,5% della Provincia Autonoma di Bolzano.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 29 giugno (aggiornamento ore 06.17) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.586.337 dosi: 1.396.692 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.274.529 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38,2% con nette differenze regionali (dal 20,8% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,8% della Puglia) (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 29 giugno (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate 39.766.469 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 6.244 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,4% con nette differenze regionali: dal 77,6% della Sicilia al 87,4% della Valle D’Aosta. Sono 7,94 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
- 5,54 milioni possono riceverla subito, pari all’11,6% della platea con nette differenze regionali: dall’8,3% della Basilicata al 16,9% della Provincia Autonoma di Bolzano;
- 2,4 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 5% della platea con nette differenze regionali: dal 2,3% della Valle D’Aosta al 7,9% dell’Umbria.
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che:
- l’efficacia sulla diagnosi passa dal 40,1% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 46% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 54,4% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 68,8% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 71,2% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire all’86,3% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 12,9-59,8%): fanno eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +0,8% rispetto ai non vaccinati e la fascia 40-59 con un +12,6%. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 34,5-80,4% per ricoveri ordinari; dell’80,2-82,7% per le terapie intensive) e decesso (del 51,2-86,2%) (figura 16).
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 29 giugno (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate 332.753 quarte dosi, con una media mobile di 2.121 somministrazioni al giorno, in lieve aumento rispetto alle 1.964 della scorsa settimana (+8%) (figura 17). In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 42% con nette differenze regionali: dal 9,7% della Calabria al 100% del Piemonte (figura 18).
Vaccini: quarta dose over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti RSA. Al 29 giugno (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate 890.083 quarte dosi, con una media mobile di 5.914 somministrazioni al giorno, stabili rispetto alle 5.937 della scorsa settimana (-0,4%) (figura 19). In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 pazienti fragili della fascia di età 60-79 anni e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 20,1% con nette differenze regionali: dal 6% della Calabria al 40,5% del Piemonte (figura 20).
«In questa fase di netto aumento della circolazione virale – chiosa il Presidente – è inaccettabile che la somministrazione delle quarte dosi per i pazienti vulnerabili rimanga al palo, peraltro con rilevanti diseguaglianze regionali. Il calo della copertura vaccinale nei confronti della malattia grave dopo 120 giorni dalla terza dose, l’incremento della mortalità negli over 80 e il consolidamento delle evidenze scientifiche sull’efficacia della quarta dose nel ridurla impongono di accelerare ora la copertura con la quarta dose in tutti i pazienti inseriti nella platea». Infatti, i dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) dimostrano che il tasso di mortalità per 100.000 abitanti scende dal 2,14 nei non vaccinati a 0,40 nei vaccinati con il ciclo primario, a 0,29 ai vaccinati con 3 dosi e a 0,03 nelle persone che hanno effettuato la quarta dose: in altri termini il rischio di mortalità rispetto ai non vaccinati si riduce dell’86% in chi ha effettuato 3 dosi e del 99% in chi ha ricevuto la quarta dose.
«La progressiva diffusione delle varianti BA.4 e BA.5 – conclude Cartabellotta – unitamente al calo di attenzione generale e all’abolizione dell’obbligo delle mascherine in tutti i luoghi al chiuso hanno determinato un netto aumento della circolazione virale con effetti già evidenti anche sugli ospedali. In particolare, in area medica in 18 giorni i posti letto occupati da pazienti COVID sono quasi 2.000 in più, superando in alcune regioni il 15% dell’occupazione, con inevitabile impatto sull’erogazione delle prestazioni sanitarie ordinarie. Di conseguenza, la Fondazione GIMBE invita alla cautela per almeno tre ragioni. Innanzitutto il numero dei positivi (oltre 770 mila) è largamente sottostimato per il massiccio utilizzo dei tamponi fai-da-te con notifica parziale dei test positivi; in secondo luogo, è impossibile prevedere l’entità di questa risalita dei casi che avrà un proporzionale impatto sugli ospedali; infine, lo stallo della campagna vaccinale ha generato una popolazione attualmente suscettibile all’infezione molto estesa: 4,05 milioni di non vaccinati, 5,54 milioni senza terza dose e 3,99 milioni di persone vulnerabili senza quarta dose. Per arginare la circolazione virale fondamentale indossare la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati e/o poco ventilati e in condizioni di grandi assembramenti anche all’aperto».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
23 giugno 2022
Coronavirus: impennata dei contagi, +58,9% in una settimana. Aumentano ricoveri ordinari (+14,4%) e terapie intensive (+12,6%). Campagna vaccinale in stallo: attualmente non protetti 4,03 milioni di non vaccinati, 5,51 milioni senza terza dose e 4,05 milioni di fragili senza quarta dose. Abolire isolamento positivi: antiscientifico e rischioso per la salute pubblica
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 15-21 GIUGNO, UN AUMENTO DEI NUOVI CASI (255.442) IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE. IN 105 PROVINCE SI REGISTRA UN INCREMENTO PERCENTUALE DEI NUOVI CASI, INCIDENZA SUPERIORE AI 500 CASI PER 100.000 ABITANTI IN 16 PROVINCE. IN SALITA GLI INDICATORI OSPEDALIERI CON L’AREA MEDICA CHE SEGNA UN INCREMENTO DI OLTRE 700 POSTI LETTO COVID IN 10 GIORNI. CALANO I DECESSI (-19%). FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,1% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,6% DELLA PLATEA). SONO 6,85 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,82 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 7,98 MILIONI DI PERSONE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI 2,47 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. NETTE DIFFERENZE REGIONALI PER LA COPERTURA CON QUARTE DOSI DEGLI IMMUNOCOMPROMESSI (DALL’8,8% DELLA CALABRIA AL 100% DEL PIEMONTE) E DEGLI ALTRI FRAGILI (DAL 5,5% DELLA CALABRIA AL 39,6% DEL PIEMONTE). LA DIFFUSIONE DELLE VARIANTI BA.4 E BA.5 HA CONTRIBUITO AD UNA NETTA RIPRESA DELLA CIRCOLAZIONE VIRALE CON EFFETTI Già EVIDENTI SUGLI OSPEDALI: FONDAMENTALE INDOSSARE LE MASCHERINE NEI LUOGHI AL CHIUSO E POTENZIARE LA CAMPAGNA VACCINALE.
23 giugno 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 15-21 giugno 2022, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (255.442 vs 160.751) (figura 1) e una diminuzione dei decessi (337 vs 416) (figura 2). In calo i casi attualmente positivi (599.930 vs 603.882) e le persone in isolamento domiciliare (594.921 vs 599.500), mentre aumentano i ricoveri con sintomi (4.803 vs 4.199) e le terapie intensive (206 vs 183) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 337 (-19%), di cui 52 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +23 (+12,6%)
- Ricoverati con sintomi: +604 (+14,4%)
- Isolamento domiciliare: -4.579 (-0,8%)
- Nuovi casi: 255.442 (+58,9%)
- Casi attualmente positivi: -3.952 (-0,7%)
Nuovi casi. «Assistiamo a una netta impennata dei nuovi casi settimanali (+58,9% rispetto alla settimana precedente) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – che si attestano intorno a 255 mila con una media mobile a 7 giorni che supera quota 36 mila casi al giorno» (figura 4). Nella settimana 15-21 giugno l’incremento percentuale dei nuovi casi si registra in tutte le Regioni: dal +31,3% della Valle D’Aosta al +91,5% del Friuli-Venezia Giulia (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, solo in 2 Province si registra una riduzione percentuale dei nuovi casi (Caltanissetta -10,2% e Vibo Valentia -10,2%), mentre salgono da 99 a 105 le Province in cui si rileva un aumento (dal +5,6% di Crotone al +131,7% di Reggio Calabria). In 16 Province l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti: Cagliari (934), Sud Sardegna (705), Roma (635), Ragusa (607), Palermo (602), Venezia (592), Rimini (583), Catania (583), Treviso (580), Siracusa (579), Forlì-Cesena (570), Ravenna (555), Udine (526), Terni (505), Foggia (503), Bologna (502) (tabella 2).
Nuove varianti. La flash survey dell’Istituto Superiore di Sanità condotta su campioni del 7 giugno conferma l’aumentata prevalenza delle sotto-varianti BA.4 e BA.5, rispettivamente all’11,4% (range 0-32,3%) e al 23,2% (range 8-100%), a scapito della BA.2 che scende al 63% (range 0% - 85,7%). «Gli ampi margini di incertezza – spiega Cartabellotta – sono determinati da un campionamento statistico insufficiente che, insieme alla cadenza mensile della flash survey, indicano che le attività di sequenziamento nel nostro Paese non sono state adeguatamente potenziate per rispondere tempestivamente alla diffusione di nuove varianti». Al momento evidenze e dati confermano che BA.4 e BA.5 non si associano ad una maggior gravità della malattia COVID-19, ma sono più trasmissibili di BA.2 ed hanno una maggior capacità di evadere la protezione immunitaria da vaccino e da pregressa infezione, aumentando la probabilità di reinfezione. «L’eventuale impatto sui ricoveri ospedalieri delle nuove varianti – commenta Cartabellotta –dipende dall’entità nell’aumento dei casi, oltre che dai tassi di copertura vaccinale della popolazione con tre dosi, o quattro nelle persone vulnerabili».
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-12 giugno 2022 sono state registrate in Italia oltre 532 mila reinfezioni, pari al 4% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 9-15 giugno si è attestata al 7,4% (n. 13.152 reinfezioni), in aumento rispetto alla settimana precedente (6,3%). «Il rischio di reinfezione – spiega Cartabellotta – è maggiore per alcune categorie: le persone d’età 12-49 anni rispetto agli over 50, le donne rispetto agli uomini, le persone con prima diagnosi di COVID-19 notificata da oltre 210 giorni, le persone non vaccinate (che presentano il rischio maggiore di reinfezione) o vaccinate con almeno una dose da oltre 120 giorni, gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione».
Testing. Si registra un aumento del numero dei tamponi totali (+12,6%): da 1.155.381 della settimana 8-14 giugno 2022 a 1.300.905 della settimana 15-21 giugno 2022. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 16,1% (+139.103), mentre quelli molecolari sono aumentati del 2,2% (+6.421) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività sale dal 6,9% al 9,5% per i tamponi molecolari e dal 16,3% al 23% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – l’incremento dei nuovi casi ha determinato un’inversione di tendenza nei ricoveri sia in area medica (+14,4%) che in terapia intensiva (+12,6%)». In particolare, in area critica dal minimo di 183 del 12 giugno i posti letto occupati sono saliti a 206 il 21 giugno; in area medica, invece, dopo aver toccato il minimo di 4.076 l’11 giugno, sono risaliti a quota 4.803 il 21 giugno (figura 7). Al 21 giugno il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 7,5% in area medica (dal 3,6% del Piemonte al 17,2% di Umbria e Sicilia) e del 2,2% in area critica (dallo 0% di Basilicata e Provincia Autonoma di Trento al 7,7% della Valle D’Aosta) (figura 8). «In lieve aumento gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 23 ingressi/die rispetto ai 20 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Tornano a scendere i decessi: 337 negli ultimi 7 giorni (di cui 52 riferiti a periodi precedenti), con una media di 48 al giorno rispetto ai 59 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 22 giugno (aggiornamento ore 06.16) l’88,1% della platea (n. 50.797.838) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+8.611 rispetto alla settimana precedente) e l’86,6% (n. 49.920.755) ha completato il ciclo vaccinale (+13.047 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 15-21 giugno diminuiscono i nuovi vaccinati: 2.981 rispetto ai 3.253 della settimana precedente (-8,4%). Di questi il 36,2% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.078, con una riduzione del 11,3% rispetto alla settimana precedente. Cala tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 805 (-8,9% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 22 giugno (aggiornamento ore 06.16) sono 6,85 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 4,03 milioni attualmente vaccinabili, pari al 7% della platea con nette differenze regionali: dal 4,1% della Provincia Autonoma di Trento al 10,2% della Calabria;
- 2,82 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 4,9% della platea con nette differenze regionali: dal 3,0% del Molise al 9,7% della Provincia Autonoma di Bolzano.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 22 giugno (aggiornamento ore 06.16) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.584.435 dosi: 1.395.562 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.272.988 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38,2% con nette differenze regionali: dal 20,8% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,8% della Puglia (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 22 giugno (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 39.720.529 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 5.948 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,3% con nette differenze regionali: dal 77,5% della Sicilia all’87,3% della Valle D’Aosta. Sono 7,98 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
- 5,51 milioni possono riceverla subito, pari all’11,5% della platea con nette differenze regionali: dall’8,2% della Basilicata al 16,8% della Provincia Autonoma di Bolzano;
- 2,47 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 5,2% della platea con nette differenze regionali: dal 2,4% della Valle D’Aosta al 8% dell'Umbria.
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che:
- l’efficacia sulla diagnosi rimane sostanzialmente stabile dal 40,8% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 45,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 55,2% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 69,2% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 71% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire all’86,5% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 4,3-59,8%): fanno eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +22,6% rispetto ai non vaccinati e la fascia 40-59 con un +10,4%. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 24-78,9% per ricoveri ordinari; del 42,1-85% per le terapie intensive) e decesso (del 42,5-88,4%) (figura 16).
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 22 giugno (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 316.667 quarte dosi, con una media mobile di 1.862 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 2.283 della scorsa settimana (-18,4%) (figura 17). In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 40% con nette differenze regionali: dall’8,8% della Calabria al 100% del Piemonte (figura 18).
Vaccini: quarta dose over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti RSA. Al 22 giugno (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 845.043 quarte dosi, con una media mobile di 5.669 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 6.820 della scorsa settimana (-16,9%) (figura 19). In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 pazienti fragili della fascia di età 60-79 anni e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 19,1% con nette differenze regionali: dal 5,5% della Calabria al 39,6% del Piemonte (figura 20).
«La progressiva diffusione delle varianti BA.4 e BA.5 – conclude Cartabellotta – ha contribuito ad una netta ripresa della circolazione virale in tutto il Paese con effetti già evidenti anche sugli ospedali: in particolare, in area medica dove in 10 giorni si registra un incremento di oltre 700 posti letto occupati da pazienti COVID. Di conseguenza, la Fondazione GIMBE invita alla cautela per almeno tre ragioni. Innanzitutto il numero dei positivi (circa 600 mila) è largamente sottostimato per il massiccio utilizzo dei tamponi fai-da-te con notifica parziale dei test positivi; in secondo luogo, è impossibile stimare l’entità di questa risalita d’inizio estate e i tempi per raggiungere il picco; infine, lo stallo della campagna vaccinale ha generato una popolazione attualmente suscettibile all’infezione molto estesa: 4,03 milioni di non vaccinati, 5,51 milioni senza terza dose e 4,05 milioni di persone vulnerabili senza quarta dose. Di conseguenza, in questa fase della pandemia è fondamentale ridurre la circolazione virale, in particolare indossando la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati e/o poco ventilati e in condizioni di grandi assembramenti anche all’aperto. Le Istituzioni, dal canto loro, devono potenziare la campagna vaccinale in tutte le persone a rischio di malattia grave, aumentando la copertura con la terza dose negli over 50 e con la quarta dose in tutte le persone vulnerabili incluse nella platea. Last not but least, evitare di disorientare la popolazione con proposte antiscientifiche e rischiose per la salute pubblica, quale l’abolizione dell’isolamento per i positivi».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
17 giugno 2022
La Salute tiene banco: al via il progetto della Fondazione GIMBE per gli studenti
DEDICATO AI RAGAZZI DELLE SCUOLE SUPERIORI ITALIANE, IL PROGETTO MIRA A DIFFONDERE l’approccio globale alla salute, A MIGLIORARE L’ALFABETIZZAZIONE SANITARIA, A FORNIRE GLI STRUMENTI PER contrastare le fake news sulla salute E AD UTILIZZARE IN MANIERA INFORMATA I SERVIZI SANITARI.
Da quando il tema della sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ha fatto emergere il rischio di perdere la più grande conquista sociale dei cittadini italiani, la Fondazione GIMBE elabora analisi secondo una visione di sistema e propone soluzioni per salvaguardare il SSN. Considerato che cittadini e pazienti sono protagonisti attivi del pianeta sanità, il progetto La Salute tiene banco vuole infondere nei giovani la consapevolezza che, in qualità di futuri contribuenti, saranno loro gli “azionisti di maggioranza” del SSN.
Il progetto della Fondazione GIMBE, lanciato ieri a Rimini dal palco del Web Marketing Festival 2022, mira anzitutto a diffondere agli studenti del nostro Paese l’approccio globale alla salute dove accanto alla salute individuale, è indispensabile tutelare quella dei servizi sanitari e del pianeta. «La salute individuale, infatti, è condizionata da fattori genetici, ambientali e socio-economici – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – oltre che da stili di vita e interventi di prevenzione, diagnosi, terapia, riabilitazione; la salute del nostro Servizio Sanitario Nazionale dipende dalla sua capacità di offrire in maniera efficiente prestazioni sanitarie efficaci e appropriate secondo princìpi di universalità, uguaglianza ed equità, oltre che da un utilizzo informato da parte di cittadini e pazienti; la salute del pianeta dipende dalla nostra capacità di salvaguardare l’ambiente rispetto ai cambiamenti climatici e all’inquinamento, non solo tramite decisioni politiche, ma anche con i comportamenti individuali».
Il progetto vuole inoltre migliorare il livello di alfabetizzazione sanitaria dei giovani e fornire gli strumenti per contrastare le fake news sulla salute, tramite incontri destinati agli studenti della scuola secondaria di 2° grado, mirati ad approfondire le dinamiche di funzionamento della sanità pubblica e le conoscenze per una gestione consapevole del proprio benessere e della propria salute. Gli incontri saranno condotti dai membri della Faculty multiprofessionale GIMBE costituita da medici, infermieri, fisioterapisti esperti di sanità pubblica e metodologia della ricerca.
La Salute tiene banco prenderà il via nell’anno scolastico 2022-2023 grazie ad un contributo della Banca di Bologna: «Entro il 2025 – conclude Cartabellotta – vogliamo portare “La Salute tiene banco” in oltre 100 scuole su tutto il territorio nazionale: un obiettivo ambizioso, che richiede risorse e sostegno da parte dei cittadini e di organizzazioni pubbliche e private».
Download comunicato
16 giugno 2022
Coronavirus: si inverte la curva, in 7 giorni netto rialzo dei contagi (+32,1%). Su anche i decessi (+6,1%). Lieve calo dei ricoveri ordinari (-3,3%), scendono le terapie intensive (-16,4%). Terze dosi: quasi 5,4 milioni le persone scoperte. Quarte dosi: copertura al 38,2% per gli immunocompromessi e al 18,1% per gli altri fragili. Prudente continuare ad indossare la mascherina nei locali al chiuso
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 8-14 GIUGNO, UN AUMENTO DEI NUOVI CASI (160.751) IN QUASI TUTTE LE REGIONI ITALIANE VEROSIMILMENTE TRAINATO DALLA SOTTO-VARIANTE OMICRON BA.5. IN 99 PROVINCE SI REGISTRA UN INCREMENTO PERCENTUALE DEI NUOVI CASI, CON CAGLIARI CHE REGISTRAUN’INCIDENZA SUPERIORE AI 500 CASI PER 100.000 ABITANTI. IN DISCESA GLI INDICATORI OSPEDALIERI,MA SALE IL NUMERO DI INGRESSI GIORNALIERI IN TERAPIA INTENSIVA. AUMENTANO I DECESSI (416). FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,1% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,6% DELLA PLATEA). SONO 6,86 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,84 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 8,03 MILIONI DI PERSONE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI 2,6 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. NETTE DIFFERENZE REGIONALI PER LA COPERTURA CON QUARTE DOSI DEGLI IMMUNOCOMPROMESSI (DALL’8,2% DELLA CALABRIA AL 100% DEL PIEMONTE) E DEGLI ALTRI FRAGILI (DAL 5,1% DELLA CALABRIA AL 38,6% DEL PIEMONTE). NECESSARIO POTENZIARE LA FREQUENZA DEL SEQUENZIAMENTO VIRALE E LA CAMPAGNA VACCINALE, ORMAI IN STALLO, IN TUTTE LE PERSONE A RISCHIO DI MALATTIA GRAVE.
16 giugno 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 8-14 giugno 2022, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (160.751 vs 121.726) (figura 1) e decessi (416 vs 392) (figura 2). In calo i casi attualmente positivi (603.882 vs 628.977), le persone in isolamento domiciliare (599.500 vs 624.416), i ricoveri con sintomi (4.199 vs 4.342) e le terapie intensive (183 vs 219) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 416 (+6,1%), di cui 61 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -36 (-16,4%)
- Ricoverati con sintomi: -143 (-3,3%)
- Isolamento domiciliare: -24.916 (-4%)
- Nuovi casi: 160.751 (+32,1%)
- Casi attualmente positivi: -25.095 (-4%)
Nuovi casi. «Inverte la tendenza la curva dei nuovi casi settimanali(+32,1% rispetto alla settimana precedente) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – che si attestano intorno a 160 milacon una media mobile a 7 giorni che sfiora quota 23mila casi giornalieri»(figura 4). Nella settimana 8-14 giugno l’incremento percentuale dei nuovi casi si registra in tutte le Regioni ad eccezione della Calabria: dal +17,4% della Basilicata al +91,5% della Provincia Autonoma di Bolzano(tabella 1).Rispetto alla settimana precedente, in 8 Province si registra una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -1,3% di Asti al -36,3% di Reggio di Calabria); salgono da 22 a99 le Province in cui si rileva un aumento(dal +1,3% di Trapani al +104,1% di Pordenone). Solo la Provincia di Cagliari registra un’incidenzasuperiore ai 500 casi per 100.000 abitanti (532)(tabella 2).
Nuove varianti. L’ultimo report dell’European Centre for DiseasePrevention Control(ECDC), pubblicato lo scorso 13 giugno, conferma che BA.4 e BA.5 hanno una maggiore trasmissibilità rispetto a BA.2 e una maggior capacità di evadere la protezione immunitaria da vaccino e da pregressa infezione, aumentando la probabilità di reinfezione. «L’ECDC – spiega Cartabellotta – ha ribadito che le nuove sub-varianti non sembrano determinare una maggior severità di malattia rispetto a BA.1 e BA.2. Di conseguenza, l’eventuale impatto sui ricoveri ospedalieri dipende sia dall’entità nell’aumento dei casi, sia dai tassi dicopertura vaccinale con tre dosi, o con quattro nelle persone vulnerabili». Ad oggi, i dati ufficiali sulla prevalenza della variante BA.5 in Italia risalgono alla flash survey pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sui campioni notificati il 3 maggio 2022, mentre non sono ancora disponibili i risultati di quella condotta sui campioni notificati il 7 giugno 2022. «In questo contesto di incertezza e in continua evoluzione – spiega Cartabellotta – è indispensabilepotenziare il sequenziamento aumentando la frequenza delle flash survey, almeno ogni due settimane, e disporre dei risultati in tempi più rapidi».
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-5 giugno 2022 sono state registrate in Italia oltre 519 mila reinfezioni, pari al 4% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 2-8giugnosi è attestata al 6,3% (n. 10.193 reinfezioni).
Testing. Si registra un aumento del numero dei tamponi totali (+8,5%): da 1.065.110 della settimana 1-7 giugno a 1.155.381 della settimana 8-14 giugno. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 9,6% (+75.774), mentre quelli molecolari del 5,3% (+14.497) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività aumenta dal 5,5% al 6,9% per i tamponi molecolari e dal 14% al 16,3% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degliospedali– afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE –prosegue il calo del numerodei posti letto occupati da pazienti COVID sia in terapia intensiva (-16,4%)che in area medica (-3,3%)». In dettaglio,i posti letto occupati al 7 giugnosono183in area critica e 4.199in area medica (figura 7). Al 14 giugnoil tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del6,5% in area medica (dal 3% del Veneto al 16,1% della Calabria) e del2% in area critica (dallo 0% dell’Umbria al 7,7% della Valle D’Aosta)(figura 8).«In lieve aumento gli ingressi giornalieri in terapia intensiva– puntualizza Mosti– conuna media mobile a 7 giorni di 20ingressi/die rispetto ai 15 della settimana precedente» (figura9).
Decessi. Invertono la tendenza idecessi: 416 negli ultimi 7 giorni (di cui 61 riferiti a periodi precedenti), con una media di 59 al giorno in lieve aumento rispetto ai 56 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 15 giugno (aggiornamento ore 06.16) l’88,1% della platea (n. 50.793.615) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+4.388 rispetto alla settimana precedente) e l’86,6% (n. 49.914.497) ha completato il ciclo vaccinale (+6.789 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati.Premesso che in termini assoluti i numeri sono esigui, nella settimana 8-14 giugno risalgono i nuovi vaccinati: 3.211 rispetto ai 2.510 della settimana precedente (+27,9%). Di questi il 37,8% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.213, con un incremento del 29,7% rispetto alla settimana precedente. Cresce tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 861 (+34,3% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 15 giugno (aggiornamento ore 06.16) sono 6,86 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 4,01 milioni attualmente vaccinabili, pari al 7% della platea con nette differenze regionali: dal 4,1% della Provincia Autonoma diTrento al 10,1% della Calabria;
- 2,84 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 4,9% della platea con nette differenze regionali: dal 3% del Molise al 10% della Provincia Autonoma di Bolzano.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 15 giugno (aggiornamento ore 06.16) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.582.410 dosi: 1.394.473 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.271.132 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38,1% con nette differenze regionali: dal 20,8% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,7% della Puglia (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 15 giugno (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 39.677.017 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 6.402 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,2% con nette differenze regionali: dal 77,5% della Sicilia all’87,2% della Valle D’Aosta. Sono 8,03 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
- 5,39 milioni possono riceverla subito, pari all’11,3% della platea con nette differenze regionali: dal 7,7% dell’Abruzzo al 16,4% della Provincia Autonoma di Bolzano;
- 2,63 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 5,5% della platea con nette differenze regionali: dal 2,6% della Valle D’Aosta all’8,6% dell’Abruzzo.
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che:
- l’efficacia sulla diagnosi rimane sostanzialmente stabile dal 41,7% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 45,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 55,9% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 69,7% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 70,8% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire all’86,8% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 15,3-56,5%): fanno eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +28,8% rispetto ai non vaccinati e la fascia 40-59 con un +10,1%. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 23,3-79% per ricoveri ordinari; del 33,3-83,4% per le terapie intensive) e decesso (del 39,7-92,2%) (figura 16).
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 15 giugno (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 302.685 quarte dosi, con una media mobile di 2.205 somministrazioni al giorno, in aumento rispetto alle 1.909 della scorsa settimana (+15,5%) (figura 17). In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 38,2% con nette differenze regionali: dall’8,2% della Calabria al 100% del Piemonte (figura 18).
Vaccini: quarta dose over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti RSA. Al 15 giugno (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 802.311 quarte dosi, con una media mobile di 6.571 somministrazioni al giorno, in aumento rispetto alle 5.664 della scorsa settimana (+16%) (figura 19). In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 pazienti fragili della fascia di età 60-79 anni e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 18,1% con nette differenze regionali: dal 5,1% della Calabria al 38,6% del Piemonte (figura 20).
«L’inversione di tendenza dei nuovi casi settimanali – conclude Cartabellotta –conferma la netta ripresa della circolazione virale in tutto il Paese verosimilmente dovuta alladiffusione della sotto-variante Omicron BA.5. Se da un lato questo aumento dei casi non sembra,al momento, configurare l’inizio di una nuova ondata, dall’altro il contesto epidemiologico invita alla cautela per varie ragioni: oltre 600 mila positivi, largamente sottostimati, incertezze sulla prevalenza della variante BA.5 nel nostro Paese e sul reale impatto nell’aumento dei casi nelle prossime settimane, basso numero di anziani e fragili coperti con la quarta dose. In particolare, indipendentemente da obblighi e raccomandazioni, è prudente continuare ad indossare la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati e/o poco ventilati. Dal canto loro le Istituzioni devono aumentare la frequenza del sequenziamento virale e potenziare la campagna vaccinale, ormai in stallo, in tutte le persone a rischio di malattia grave. In particolare, aumentando l’adesione alla terza dose negli over 50 e alla quarta dose in tutte le persone vulnerabili incluse nella platea».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
9 giugno 2022
Coronavirus: nell’ultima settimana frena la discesa nazionale dei nuovi casi (-7,8%), che salgono in 22 Province. Giù terapie intensive (-11,7%), ricoveri ordinari (-15,2%) e decessi (-28,3%). Crollano le quarte dosi: -55,8% per immunocompromessi e -56,2% e per altri fragili. Variante BA.5: necessario potenziare il sequenziamento. Mascherine ai seggi per evitare focolai e proteggere anziani e fragili nell’esercizio dei loro diritti
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 1-7 GIUGNO, UNA DIMINUZIONE DEI NUOVI CASI (121.726) IN QUASI TUTTE LE REGIONI ITALIANE. IN 22 PROVINCE SI REGISTRA UN INCREMENTO PERCENTUALE DEI NUOVI CASI. IN DISCESA GLI INDICATORI OSPEDALIERI E I DECESSI (392). FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,1% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,6% DELLA PLATEA). SONO 6,86 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,86 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 8,07 MILIONI DI PERSONE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI QUASI 3 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. INGIUSTIFICABILI DIFFERENZE REGIONALI PER LA COPERTURA CON QUARTE DOSI DEGLI IMMUNOCOMPROMESSI (DAL 7,7% DELLA CALABRIA AL 100% DEL PIEMONTE) E DEGLI ALTRI FRAGILI (DAL 4,7% DELLA CALABRIA AL 37,2% DEL PIEMONTE). CON QUASI 629 MILA POSITIVI E LE INCERTEZZE SULLA VARIANTE BA.5 SEMPRE PRUDENTE INDOSSARE LA MASCHERINA IN TUTTI I LUOGHI AL CHIUSO.
9 giugno 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 1-7 giugno 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (121.726 vs 131.977) (figura 1) e dei decessi (392 vs 547) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (628.977 vs 679.394), le persone in isolamento domiciliare (624.416 vs 674.025), i ricoveri con sintomi (4.342 vs 5.121) e le terapie intensive (219 vs 248) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 392 (-28,3%), di cui 49 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -29 (-11,7%)
- Ricoverati con sintomi: -779 (-15,2%)
- Isolamento domiciliare: -49.609 (-7,4%)
- Nuovi casi: 121.726 (-7,8%)
- Casi attualmente positivi: -50.417 (-7,4%)
Nuovi casi. «Frena la discesa dei nuovi casi settimanali (-7,8% rispetto alla settimana precedente) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – che si attestano intorno a quota 122 mila con una media mobile a 7 giorni di poco superiore ai 17 mila casi giornalieri con una curva in fase di plateau e condizionata dal netto calo dell’attività di testing nel lungo ponte del weekend scorso (-17,7% tamponi totali)» (figura 4). Nella settimana 1-7 giugno si rileva un lieve incremento percentuale dei nuovi casi in Veneto (+1%) e Friuli-Venezia Giulia (+1,6%) e una riduzione in tutte le altre Regioni: dal -3% della Sicilia al -32,8% della Valle D’Aosta (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in 85 Province si registra una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -0,3% di Parma al -35,2% di Aosta); salgono da 2 a 22 le Province in cui si rileva un aumento (dal +0,4% di Messina, Padova e Roma al +20,2% di Enna), in 7 casi superiore al 10%. In nessuna Provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti, attestandosi tra gli 86 casi per 100.000 abitanti di Bergamo e i 374 di Cagliari (tabella 2).
Nuove varianti. Il “caso Portogallo” ha destato una certa preoccupazione in Europa: in questo Paese il numero dei nuovi casi è salito da meno di 9 mila casi al giorno a oltre 29 mila in poco più di un mese, parallelamente all’aumentata prevalenza della variante BA.5 che il 20 maggio ha raggiunto il 37%, rispetto al 18,5% di due settimane. Nel nostro Paese, l’ultima flash survey dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), effettuata sui campioni notificati il 3 maggio 2022, documenta una netta prevalenza della sotto-variante Omicron BA.2 (93,8% - range 65,6-100%) che in quel momento aveva quasi completamente soppiantato la BA.1 (3,52% - range 0-12,9%). Le nuove sotto-varianti BA.4 e BA.5 si attestavano invece rispettivamente allo 0,47% (range 0-4%) e allo 0,41% (range 0-5,6%). Secondo quanto comunicato dalla Circolare del Ministero della Salute del 1 giugno, sarà a breve pubblicata una nuova flash survey condotta sui campioni notificati il 7 giugno 2022. «In questo contesto in costante e rapida evoluzione – spiega Cartabellotta – è fondamentale potenziare il sequenziamento aumentando la frequenza delle flash survey, almeno ogni due settimane, soprattutto quando le autorità internazionali segnalano nuove varianti di preoccupazione». Allo stato attuale delle conoscenze BA.4 e BA.5 hanno una trasmissibilità del 12-13% superiore rispetto a BA.2 e una maggior capacità di evadere la protezione immunitaria – sia da vaccino che da pregressa infezione – aumentando la probabilità di reinfezione e determinando una maggiore resistenza agli anticorpi monoclonali. Queste caratteristiche hanno indotto lo scorso 13 maggio l’European Centre for Disease Prevention Control (ECDC) a classificare BA.4 e BA.5 come “varianti di preoccupazione”. «Secondo l’ECDC – spiega Cartabellotta – le nuove sub-varianti non sembrano determinare una maggior gravità della malattia, ma se nelle prossime settimane/mesi il numero di casi dovesse aumentare in maniera rilevante l’impatto sui ricoveri ospedalieri potrebbe non essere trascurabile».
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-31 maggio 2022 sono state registrate in Italia oltre 509 mila reinfezioni, pari al 3,9% del totale dei casi. La loro incidenza settimanale, dopo un periodo di continua crescita, nella settimana 26 maggio-1° giugno ha segnato una flessione attestandosi al 5,9% (n. 7.371 reinfezioni) rispetto al 6,5% della settimana precedente.
Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-17,7%): da 1.293.472 della settimana 25-31 maggio a 1.065.110 della settimana 1-7 giugno. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 17,6% (-169.080), mentre quelli molecolari del 17,8% (-59.282) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività è sostanzialmente stabile per i tamponi molecolari (dal 5,4% al 5,5%), mentre segna un netto aumento per gli antigenici rapidi (dall’11,9% al 14%) (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – prosegue il calo del numero dei posti letto occupati da pazienti COVID sia in terapia intensiva (-11,7%) che in area medica (-15,2%)». In dettaglio, i posti letto occupati al 7 giugno sono 219 in area critica e 4.342 in area medica (figura 7). Al 7 giugno il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 6,7% in area medica (dal 3,5% del Veneto al 16% della Calabria) e del 2,4% in area critica (dallo 0% di Basilicata e Valle D’Aosta al 5,1% del Molise) (figura 8). «Continuano a diminuire gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 15 ingressi/die rispetto ai 20 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Calano ulteriormente i decessi: 392 negli ultimi 7 giorni (di cui 49 riferiti a periodi precedenti), con una media di 56 al giorno rispetto ai 78 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. All’8 giugno (aggiornamento ore 06.25) l’88,1% della platea (n. 50.789.227) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+3.100 rispetto alla settimana precedente) e l’86,6% (n. 49.907.708) ha completato il ciclo vaccinale (+5.767 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 1-7 giugno si riduce ulteriormente il numero di nuovi vaccinati: 2.464 rispetto ai 4.074 della settimana precedente (-39,5%). Di questi il 37,9% è rappresentato dalla fascia 5-11 anni: 935, con una riduzione del 41,2% rispetto alla settimana precedente. Continua a scendere tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 613 (-38,8% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. All’8 giugno (aggiornamento ore 06.25) sono 6,86 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 4 milioni attualmente vaccinabili, pari al 6,9% della platea con nette differenze regionali: dal 4% della Provincia Autonoma di Trento al 10,2% della Calabria;
- 2,86 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 5% della platea con nette differenze regionali: dal 3% del Molise al 10,3% della Provincia Autonoma di Bolzano.
Vaccini: fascia 5-11 anni. All’8 giugno (aggiornamento ore 06.25) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.579.941 dosi: 1.393.234 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.268.992 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38,1% con nette differenze regionali: dal 20,7% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,7% della Puglia (figura 13).
Vaccini: terza dose. All’8 giugno (aggiornamento ore 06.25) sono state somministrate 39.630.625 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 5.044 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,1% con nette differenze regionali: dal 77,4% della Sicilia all’87,1% della Valle D’Aosta. Sono 8,07 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
- 5,11 milioni possono riceverla subito, pari al 10,7% della platea con nette differenze regionali: dal 6,6% dell’Abruzzo al 15,5% della Provincia Autonoma di Bolzano;
- 2,96 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 6,2% della platea con nette differenze regionali: dal 3,1% della Valle D’Aosta al 9,8% dell’Abruzzo.
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che:
- l’efficacia sulla diagnosi rimane sostanzialmente stabile dal 42,2% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 45,7% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 56,3% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 70% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 70,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire all’87,1% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 13-53,8%): fanno eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +31,6% rispetto ai non vaccinati e la fascia 40-59 con un +11,6%. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 21-78,1% per ricoveri ordinari; del 55-100% per le terapie intensive) e decesso (del 39,3-84,8%) (figura 16).
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. All’8 giugno (aggiornamento ore 06.25) sono state somministrate 286.139 quarte dosi, con una media mobile di 1.837 somministrazioni al giorno, in netto calo rispetto alle 4.154 della scorsa settimana (-55,8%) (figura 17). In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 36,2% con nette differenze regionali: dal 7,7% della Calabria al 100% del Piemonte (figura 18).
Vaccini: quarta dose over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti RSA. All’8 giugno (aggiornamento ore 06.25) sono state somministrate 752.483 quarte dosi, con una media mobile di 5.409 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 12.350 della scorsa settimana (-56,2%) (figura 18). In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 pazienti fragili della fascia di età 60-79 e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 17% con nette differenze regionali: dal 4,7% della Calabria al 37,2% del Piemonte (figura 20).
«La frenata nella discesa dei nuovi casi settimanali – conclude Cartabellotta – e la netta riduzione del numero dei tamponi parallela all’aumento del tasso di positività sono “spie rosse” confermate dalla ripresa della circolazione virale in alcune Province, verosimilmente spinta dalla sotto-variante Omicron BA.5. In un contesto epidemiologico che conta ancora oltre 600 mila positivi (numero peraltro largamente sottostimato), tenendo conto delle incertezze sulla prevalenza della variante BA.5 oltre che del basso numero di anziani e fragili coperti con la quarta dose, è prudente continuare ad indossare la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati e/o poco ventilati, indipendentemente dalla decisione del Governo di prolungarne l’uso sui mezzi di trasporto. In questa direzione va la forte raccomandazione all’uso della mascherina prevista in occasione delle consultazioni elettorali e referendarie: è fondamentale ridurre al minimo la probabilità di focolai nei seggi, oltre che innalzare il livello di protezione per anziani e fragili, che devono avere la possibilità di esercitare il loro imprescindibile diritto di voto in condizioni di massima sicurezza».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
2 giugno 2022
Coronavirus: negli ultimi sette giorni discesa stabile di contagi (-23,7%), terapie intensive (-13,3%), ricoveri ordinari (-17,9%) e decessi (-16,6%). Campagna vaccinale rimane al palo: 4 milioni di persone non vaccinate e 4,6 milioni senza terza dose. Quarta dose: precipitano le somministrazioni per immunocompromessi (-19,3%) e altri fragili (-17,5%)
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 25-31 MAGGIO, UNA DIMINUZIONE DEI NUOVI CASI (131.977) IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE. SOLO IN 2 PROVINCE SI REGISTRA UN INCREMENTO PERCENTUALE DEI NUOVI CASI. IN DISCESA GLI INDICATORI OSPEDALIERI E I DECESSI (547). SOSTANZIALMENTE FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,1% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,6% DELLA PLATEA). SONO 6,86 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,87 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 8,11 MILIONI DI PERSONE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI 3,5 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. INGIUSTIFICABILI DIFFERENZE REGIONALI PER LA COPERTURA CON QUARTE DOSI DEGLI IMMUNOCOMPROMESSI (DAL 7,3% DELLA CALABRIA AL 100% DEL PIEMONTE) E DEGLI ALTRI FRAGILI (DAL 4,4% DELLA CALABRIA AL 30,5% DEL PIEMONTE).
2 giugno 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 25-31 maggio 2022, rispetto alla precedente, un’ulteriore diminuzione di nuovi casi (131.977 vs 172.883) (figura 1) e decessi (547 vs 656) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (679.394 vs 810.021), le persone in isolamento domiciliare (674.025 vs 803.495), i ricoveri con sintomi (5.121 vs 6.240) e le terapie intensive (248 vs 286) (figura 3). I dati della settimana precedente differiscono da quelli riportati sul comunicato stampa del 26 maggio 2022 a seguito di rettifiche da parte della Regione Emilia-Romagna. In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 547 (-16,6%), di cui 35 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -38 (-13,3%)
- Ricoverati con sintomi: -1.119 (-17,9%)
- Isolamento domiciliare: -129.470 (-16,1%)
- Nuovi casi: 131.977 (-23,7%)
- Casi attualmente positivi: -130.627 (-16,1%)
Nuovi casi. «I nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE –continuano a scendere (-23,7% rispetto alla settimana precedente) attestandosi intorno a quota 132 mila con una media mobile a 7 giorni di poco inferiore ai 19 mila casi giornalieri» (figura 4). Nella settimana 25-31 maggio si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi in tutte le Regioni: dal
-7,6% del Lazio al -41,4% del Molise (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in 105 Province si registra una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -2,5% di Roma al -47,3% di Isernia), solo in 2 un incremento (Catania +9,9% e Viterbo +13,5%). In nessuna Provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti, attestandosi tra i 102 casi per 100.000 abitanti di Bergamo e i 430 di Oristano (tabella 2).
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-25 maggio 2022 sono state registrate in Italia oltre 500 mila reinfezioni, pari al 3,9% del totale dei casi. La loro incidenza settimanale continua a crescere e, nella settimana 19-25 maggio, ha raggiunto il 6,5% (n. 12.615 reinfezioni). «L’avvento di Omicron a inizio dicembre 2021 – spiega Cartabellotta – ha portato le reinfezioni dall’1% al 3%: successivamente le sue sotto-varianti, capaci di evadere la risposta immunitaria, unitamente al declino dell’efficacia vaccinale sul contagio, hanno più che raddoppiato il tasso di reinfezioni che ora è al 6,5%».
Testing. Si registra un ulteriore calo del numero dei tamponi totali (-15%): da 1.521.091 della settimana 18-24 maggio a 1.293.472 della settimana 25-31 maggio. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 15,8% (-179.715), mentre quelli molecolari del 12,6% (-47.904) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività si riduce sia per i tamponi molecolari (dal 6,2% al 5,4%) che per gli antigenici rapidi (dal 13,1% all’11,9%) (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – prosegue il calo del numero dei posti letto occupati da pazienti COVID sia in terapia intensiva (-13,3%) che in area medica (-17,9%)». In dettaglio, i posti letto occupati al 31 maggio sono 248 in area critica e 5.121 in area medica (figura 7). Al 31 maggio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 7,9% in area medica (dal 4,1% del Veneto al 17,5% della Calabria) e del 2,7% in area critica (dallo 0% della Valle D’Aosta al 7,7% del Molise) (figura 8). «Continuano a diminuire gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 20 ingressi/die rispetto ai 24 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Calano ulteriormente i decessi: 547 negli ultimi 7 giorni (di cui 35 riferiti a periodi precedenti), con una media di 78 al giorno rispetto ai 94 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 1° giugno (aggiornamento ore 07.31) l’88,1% della platea (n. 50.786.127) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+4.980 rispetto alla settimana precedente) e l’86,6% (n. 49.901.941) ha completato il ciclo vaccinale (+9.107 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 25-31 maggio si riduce ulteriormente il numero di nuovi vaccinati: 4.015 rispetto ai 4.339 della settimana precedente (-7,5%). Di questi il 39,3% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.576, con una riduzione dell’11,5% rispetto alla settimana precedente. Continua a scendere tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 984 (-4,8% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 1° giugno (aggiornamento ore 07.31) sono 6,86 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 3,99 milioni attualmente vaccinabili, pari al 6,9% della platea con nette differenze regionali: dal 4% della Provincia Autonoma di Trento al 10,2% della Calabria;
- 2,87 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 5% della platea con nette differenze regionali: dal 3% del Molise al 10,5% della Provincia Autonoma di Bolzano.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 1° giugno (aggiornamento ore 07.31) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.578.132 dosi: 1.392.270 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.267.357 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38,1% con nette differenze regionali (dal 20,7% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,7% della Puglia) (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 1° giugno (aggiornamento ore 07.31) sono state somministrate 39.594.031 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 7.640 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83% con nette differenze regionali: dal 77,3% della Sicilia all’87% della Valle D’Aosta. Sono 8,11 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
- 4,61 milioni possono riceverla subito, pari al 9,7% della platea con nette differenze regionali: dal 5,3% dell’Abruzzo al 14% del Provincia Autonoma di Bolzano;
- 3,5 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 7,3% della platea con nette differenze regionali: dal 4,1% della Valle D’Aosta all’11,1% dell’Abruzzo.
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 1° giugno (aggiornamento ore 07.31) sono state somministrate 271.995 quarte dosi, con una media mobile di 4.154 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 5.148 della scorsa settimana (-19,3%) (figura 16). In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 34,4% con nette differenze regionali: dal 7,3% della Calabria al 100% del Piemonte (figura 17).
Vaccini: quarta dose over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti RSA. Al 1° giugno (aggiornamento ore 07.31) sono state somministrate 709.619 quarte dosi, con una media mobile di 12.350 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 14.961 della scorsa settimana (-17,5%) (figura 18). In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 pazienti fragili della fascia di età 60-79 anni e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 16% con nette differenze regionali: dal 4,4% del Calabria al 35,5% del Piemonte (figura 19).
«Tutte le curve sono ormai in discesa stabile - conclude Cartabellotta - sebbene la circolazione del virus rimanga elevata: 19 mila casi al giorno, 680 mila attualmente positivi e un tasso di positività dei tamponi molecolari che sfiora il 12%. In questo contesto epidemiologico, la campagna vaccinale rimane al palo su tutti i fronti: pochissimi nuovi vaccinati, sostanzialmente ferme le terze dosi. Addirittura calano le quarte dosi nelle persone più vulnerabili che, invece, richiedono una spinta sull’acceleratore per tre ragioni: il declino della copertura vaccinale sulla malattia grave dopo 120 giorni, l’aumento del tasso di mortalità negli anziani, in particolare over 80 già vaccinati con tre dosi, e il consolidamento delle prove di efficacia del secondo booster nel ridurre ospedalizzazioni e decessi».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
26 maggio 2022
Coronavirus: nell’ultima settimana netto calo di contagi (-29,6%), terapie intensive (-13,9%), ricoveri ordinari (-16,2%) e decessi (-17%). Terza dose: in un mese raddoppiano le persone scoperte, sono oltre 4 milioni. Quarta dose: frenano le somministrazioni. Copertura al 30,5% per immunocompromessi e 14% per gli altri fragili
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 18-24 MAGGIO, UNA DIMINUZIONE DEI NUOVI CASI (171.737) IN QUASI TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE. SOLO 5 PROVINCE REGISTRANO INCIDENZA SUPERIORE A 500 CASI PER 100.000 ABITANTI. IN DISCESA GLI INDICATORI OSPEDALIERI E I DECESSI (633). FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,1% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,5% DELLA PLATEA). SONO 6,87 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,86 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 8,16 MILIONI DI PERSONE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI 4,1 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. NETTE DIFFERENZE REGIONALI PER LA COPERTURA CON QUARTE DOSI DEGLI IMMUNOCOMPROMESSI (DAL 5,6% DEL MOLISE AL 100% DEL PIEMONTE) E DEGLI ALTRI FRAGILI (DAL 3,9% DELLA CALABRIA AL 30,5% DEL PIEMONTE). DISATTESI APPELLI GIMBE E DELLE ISTITUZIONI SULLA COPERTURA CON LA QUARTA DOSE DELLE PERSONE VULNERABILI.
26 maggio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 18-24 maggio 2022, rispetto alla precedente, una netta diminuzione di nuovi casi (171.737 vs 243.932) (figura 1) e una flessione dei decessi (633 vs 763) (figura 2). In deciso calo anche i casi attualmente positivi (811.720 vs 967.401), le persone in isolamento domiciliare (805.173 vs 959.599), i ricoveri con sintomi (6.257 vs 7.465) e le terapie intensive (290 vs 337) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 633 (-17%), di cui 89 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -47 (-13,9%)
- Ricoverati con sintomi: -1.208 (-16,2%)
- Isolamento domiciliare: -154.426 (-16,1%)
- Nuovi casi: 171.737 (-29,6%)
- Casi attualmente positivi: -155.681 (-16,1%)
Nuovi casi. «I nuovi casi settimanali continuano a scendere (-29,6% rispetto alla settimana precedente) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – attestandosi intorno a quota 172 mila con una media mobile a 7 giorni di poco superiore ai 24 mila casi giornalieri» (figura 4). Nella settimana 18-24 maggio si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi in tutte le Regioni: dal -2,5% della Sicilia al -38,4% del Veneto (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, si registra un incremento percentuale dei nuovi casi solo in 4 Province siciliane (Palermo +0,1%, Catania +1,6%, Siracusa +14,7%, Enna +43,2%), in 103 una riduzione (dal -4,2% di Crotone al -50,2% di Verbano-Cusio-Ossola). Sono solo 5 le Province in cui l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti: Crotone (578), Cagliari (542), Sud Sardegna (540), Siracusa (520) e Oristano (505) (tabella 2).
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-18 maggio 2022 sono state registrate in Italia oltre 489 mila reinfezioni, pari al 3,9% del totale dei casi. La loro incidenza settimanale continua a crescere e, nella settimana 12-18 maggio, ha raggiunto il 6% (n. 50.688 reinfezioni). «L’avvento di Omicron a inizio dicembre 2021 – spiega Cartabellotta – ha fatto salire le reinfezioni dall’1% al 3%: successivamente le sue sotto-varianti, capaci di evadere la risposta immunitaria, hanno contribuito a raddoppiare il tasso di reinfezioni».
Testing. Si registra un ulteriore calo del numero dei tamponi totali (-13%): da 1.727.246 della settimana 11-17 maggio a 1.502.199 della settimana 18-24 maggio. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 13,7% (-180.117), mentre quelli molecolari del 10,8% (-44.930) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività si riduce sia per i tamponi molecolari (dall’8% al 6,2%) e che per gli antigenici rapidi (dal 16,1% al 13,1%) (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID registra un’ulteriore flessione sia in terapia intensiva (-13,9%) che in area medica (-16,2%)». In dettaglio, i posti letto occupati al 24 maggio sono 290 posti in area critica e 6.257 in area medica (figura 7). Al 24 maggio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 9,7% in area medica (dal 5,8% del Veneto al 20,5% dell’Umbria) e del 3,1% in area critica (dallo 0% della Provincia Autonoma di Bolzano al 7,7% del Molise) (figura 8). «Scende il numero di ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 24 ingressi/die rispetto ai 35 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Continuano a diminuire i decessi: 633 negli ultimi 7 giorni (di cui 89 riferiti a periodi precedenti), con una media di 90 al giorno rispetto ai 109 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) l’88,1% della platea (n. 50.781.147) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+5.334 rispetto alla settimana precedente) e l’86,5% (n. 49.892.834) ha completato il ciclo vaccinale (+9.592 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 18-24 maggio si riduce ulteriormente il numero di nuovi vaccinati: 4.280 rispetto ai 4.723 della settimana precedente (-9,4%). Di questi il 41,6% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.781, con una riduzione del 3,3% rispetto alla settimana precedente. Continua a scendere tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 994 (-12,9% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) sono 6,87 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 4,01 milioni attualmente vaccinabili, pari al 7% della platea con nette differenze regionali: dal 4% della Provincia Autonoma di Trento al 10,2% della Calabria;
- 2,86 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 5% della platea con nette differenze regionali: dal 3% del Molise al 10,6% della Provincia Autonoma di Bolzano.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.575.208 dosi: 1.390.685 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.264.724 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38% con nette differenze regionali (dal 20,7% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,7% della Puglia) (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate 39.538.731 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 7.465 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’82,9% con nette differenze regionali: dal 77,2% della Sicilia all’86,9% della Valle D'Aosta. Sono 8,16 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
- 4,06 milioni possono riceverla subito, pari all’8,5% della platea con nette differenze regionali: dal 4,8% dell’Abruzzo al 12,6% della Sicilia;
- 4,1 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari all’8,6% della platea con nette differenze regionali: dal 5,4% della Valle D’Aosta all’11,7% dell’Abruzzo.
«In meno di un mese – puntualizza Cartabellotta – le persone candidate a ricevere subito la dose booster sono più che raddoppiate (da 1,83 milioni il 28 aprile a oltre 4 milioni il 25 maggio) in quanto trascorsi 120 giorni dal completamento del ciclo primario o dalla guarigione dopo il ciclo primario. In tal senso, considerato l’attuale stallo della campagna vaccinale, nelle prossime settimane aumenterà ulteriormente la popolazione suscettibile, vista la limitata efficacia della vaccinazione con due dosi nei confronti della variante Omicron».
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano infatti che:
- l’efficacia sulla diagnosi rimane sostanzialmente stabile dal 44% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 45,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 57,6% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 70,8% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 71,5% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire all’87,8% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 14,7-48,5%): fanno eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +35,3% rispetto ai non vaccinati e la fascia 40-59 con un +4%. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 24,6-78,6% per ricoveri ordinari; del 46,4-80,2% per le terapie intensive) e decesso (del 44,3-100%) (figura 16).
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate 241.427 quarte dosi quarte dosi, con una media mobile di 5 mila somministrazioni al giorno.
In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 30,5% con nette differenze regionali: dal 5,6% del Molise al 100% del Piemonte (figura 17).
Vaccini: quarta dose over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti RSA. Al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate solo 617.307 quarte dosi, con una media mobile di oltre 14 mila somministrazioni al giorno.
In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 pazienti fragili della fascia di età 60-79 e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 14% con nette differenze regionali: dal 3,9% della Calabria al 30,5% del Piemonte (figura 18).
«Nonostante i ripetuti appelli della Fondazione GIMBE – conclude Cartabellotta – e la recente nota “Completamento delle schedule vaccinali anti-SARS-CoV-2 in soggetti vulnerabili” dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale, la somministrazione della quarta dose non solo non è decollata, ma i trend documentano una fase calante. Eppure, la riduzione dell’efficacia vaccinale nei confronti della malattia grave aumenta la mortalità nelle fasce più anziane della popolazione già vaccinate con tre dosi, mentre si consolidano le prove di efficacia del secondo booster nel ridurre ospedalizzazioni e decessi. Peraltro, gli eccellenti risultati di alcune Regioni “virtuose” dimostrano che somministrare alle persone vulnerabili l’ulteriore booster a 120 giorni dalla terza dose è solo una questione organizzativa e di informazione alla popolazione. Perché rimandare all’autunno, confidando nell’arrivo dei “vaccini aggiornati”, è una scelta molto azzardata per le persone vulnerabili».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
19 maggio 2022
Coronavirus: negli ultimi 7 giorni rallenta la discesa dei contagi (-14,8). Giù terapie intensive (-5,9%), ricoveri ordinari (-13%) e decessi (-9,4%). Calo efficacia terza dose: aumentano i decessi negli anziani. Flop quarta dose: protetta solo 1 persona immunocompromessa su 4, copertura all’11,5% per gli altri fragili. Indispensabili accelerare somministrazioni in tutte le persone vulnerabili
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 11-17 MAGGIO, UNA DIMINUZIONE DEI NUOVI CASI (243.932) IN QUASI TUTTE LE PROVINCE. SOLO 17 REGISTRANO INCIDENZA SUPERIORE A 500 CASI PER 100.000 ABITANTI. IN DISCESA GLI INDICATORI OSPEDALIERI E I DECESSI (763). FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,1% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,5% DELLA PLATEA). 6,87 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,85 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 8,22 MILIONI DI PERSONE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI 4,81 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. NETTE DIFFERENZE REGIONALI PER LA COPERTURA CON QUARTE DOSI DEGLI IMMUNOCOMPROMESSI (DAL 4,5% DEL MOLISE AL 94,3% DEL PIEMONTE) E DEGLI ALTRI FRAGILI (DAL 3,2% DELLA CALABRIA AL 24,7% DEL PIEMONTE). DA METÀ FEBBRAIO PROGRESSIVO AUMENTO DEL TASSO DI MORTALITÀ NEGLI OVER 80 E NELLA FASCIA 60-79 ANNI: L’INSUFFICIENTE COPERTURA CON LA QUARTA DOSE IN DIVERSE REGIONI IMPONE DI PASSARE ALLA CHIAMATA ATTIVA SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE, COINVOLGENDO I MEDICI DI FAMIGLIA.
19 maggio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 11-17 maggio 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (243.932 vs 286.350) (figura 1) e dei decessi (763 vs 842) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (967.401 vs 1.082.972), le persone in isolamento domiciliare (959.599 vs 1.074.035), i ricoveri con sintomi (7.465 vs 8.579) e le terapie intensive (337 vs 358) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 763 (-9,4%), di cui 38 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -21 (-5,9%)
- Ricoverati con sintomi: -1.114 (-13%)
- Isolamento domiciliare: -114.436 (-10,7%)
- Nuovi casi: 243.932 (-14,8%)
- Casi attualmente positivi: -115.571 (-10,7%)
Nuovi casi. «Rallenta la discesa dei nuovi casi settimanali (-14,8% rispetto a -27,5% della settimana precedente) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – che si attestano a quota 244 mila con una media mobile a 7 giorni che sfiora i 35 mila casi giornalieri» (figura 4). Nella settimana 11-17 maggio si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi in tutte le Regioni: dal -0,1% della Sardegna al -22,7% della Calabria (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in 4 Province si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi (Rimini +0,4%; Biella +1,7%; Bologna +3,2%; Nuoro +32,7%), in 103 una riduzione (dal -1,6% di Cuneo al -39,1% di Vibo Valentia). L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti solo in 17 Province: Chieti (741), Salerno (647), Nuoro (640), Pescara (638), Sud Sardegna (620), Ascoli Piceno (605), Crotone (603), Cagliari (600), Teramo (594), Avellino (588), Oristano (571), Campobasso (571), Benevento (559), Terni (543), Bologna (537), L'Aquila (531) e Fermo (518) (tabella 2).
Nuove varianti. La flash survey dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sui campioni notificati il 3 maggio 2022 ha documentato nel nostro Paese la netta prevalenza della sotto-variante Omicron BA.2 (93,8% - range 65,6-100%) che ha quasi completamente soppiantato la BA.1 (3,52% - range 0-12,9%). Le nuove sotto-varianti BA.4 e BA.5 si attestano rispettivamente allo 0,47% (range 0-4%) e allo 0,41% (range 0-5,6%). Allo stato attuale delle conoscenze BA.4 e BA.5 hanno una trasmissibilità del 12-13% superiore rispetto a BA.2; presentano inoltre una maggior capacità di evadere la protezione immunitaria – sia da vaccino che da pregressa infezione – aumentando la probabilità di reinfezione e determinando una maggiore resistenza agli anticorpi monoclonali. Queste caratteristiche hanno indotto lo scorso 13 maggio l’European Centre for Disease Prevention Control (ECDC) a classificare BA.4 e BA.5 come “varianti di preoccupazione”. «L’ECDC ha altresì dichiarato – spiega il Presidente – che le nuove sub-varianti non sembrano causare una maggior gravità della malattia; tuttavia, un rilevante aumento dei casi nelle prossime settimane/mesi potrebbe avere un impatto rilevante sui ricoveri ospedalieri».
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’ISS, nel periodo 24 agosto 2021-11 maggio 2022 sono state registrate in Italia oltre 438 mila reinfezioni, pari al 3,6% del totale dei casi. La loro incidenza settimanale, stabile intorno all’1% fino ai primi di dicembre 2021, con la diffusione della variante Omicron è rapidamente salita al 3% nei primi giorni del 2022 mantenendosi su questo valore sino a fine marzo. Quindi ha ripreso a crescere, e nelle ultime tre settimane sempre più rapidamente, passando dal 4,5% al 5,8% (n. 60.740 reinfezioni). «Secondo le analisi dell’ISS – spiega Cartabellotta – alcune categorie presentano un maggior rischio di reinfezione: persone d’età 12-49 anni rispetto agli over 50, donne rispetto agli uomini, persone con prima diagnosi di COVID-19 notificata da oltre 210 giorni, persone non vaccinate o vaccinate con almeno una dose da oltre 120 giorni, operatori sanitari rispetto al resto della popolazione».
Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-12,4%): da 1.971.656 della settimana 4-10 maggio a 1.727.246 della settimana 11-17 maggio. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 13,8% (-209.315), mentre quelli molecolari del 7,8% (-35.095) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività è sostanzialmente stabile sia per i tamponi molecolari (dall’8,2% all’8%) che per gli antigenici rapidi (dal 16% al 16,1%) (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID registra un’ulteriore flessione sia in terapia intensiva (-5,9%) che in area medica (-13%)». In dettaglio, in area critica al 17 maggio si registrano 337 posti letto occupati; in area medica, invece, dopo il picco di 10.328 registrato il 26 aprile, i posti letto COVID sono scesi a quota 7.465 il 17 maggio (figura 7). Al 17 maggio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è dell’11,6% in area medica e del 3,6% in area critica. 5 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con l’Umbria che raggiunge il 27,5%, mentre tutte le Regioni si collocano sotto la soglia del 10% per l’area critica (figura 8). «Rimane stabile – puntualizza Mosti – il numero di ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni è di 35 ingressi/die rispetto ai 33 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Diminuiscono ancora i decessi: 763 negli ultimi 7 giorni (di cui 38 riferiti a periodi precedenti), con una media di 109 al giorno rispetto ai 120 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 18 maggio (aggiornamento ore 06.16) l’88,1% della platea (n. 50.775.813) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+5.645 rispetto alla settimana precedente) e l’86,5% (n. 49.883.242) ha completato il ciclo vaccinale (+10.262 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 11-17 maggio si riduce ulteriormente il numero di nuovi vaccinati: 4.494 rispetto ai 5.209 della settimana precedente (-13,7%). Di questi il 39,7% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.784, con una riduzione del 6% rispetto alla settimana precedente. Continua a scendere tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 1.061 (-19,3% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 18 maggio (aggiornamento ore 06.16) sono 6,87 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 4,03 milioni attualmente vaccinabili, pari al 7% della platea con nette differenze regionali: dal 4% della Provincia Autonoma di Trento al 10,2% della Calabria;
- 2,85 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 4,9% della platea con nette differenze regionali: dal 2,9% del Molise al 10,7% della Provincia Autonoma di Bolzano.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 18 maggio (aggiornamento ore 06.16) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.571.861 dosi: 1.388.835 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.261.878 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38% con nette differenze regionali: dal 20,7% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,7% della Puglia (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 18 maggio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 39.483.137 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 7.795 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 6 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’82,8% con nette differenze regionali: dal 77,2% della Sicilia all’86,8% della Valle D’Aosta. Sono 8,22 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
- 3,41 milioni possono riceverla subito, pari al 7,1% della platea con nette differenze regionali (dal 3,8% dell’Abruzzo all’11,4% della Sicilia);
- 4,81 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 10,1% della platea con nette differenze regionali (dal 6,7% della Valle D’Aosta al 12,8% dell’Abruzzo).
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 18 maggio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate solo 203.944 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 25,8% con nette differenze regionali: dal 4,5% del Molise al 94,3% del Piemonte (figura 16).
Vaccini: quarta dose over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti RSA. Al 18 maggio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate solo 509.480 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 over 80, 1.538.588 pazienti fragili di età 60-79 anni e 88.099 ospiti delle RSA che non rientrano nelle categorie precedenti), aggiornata al 19 aprile, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è dell’11,5% con nette differenze regionali: dal 3,2% della Calabria al 24,7% del Piemonte (figura 17).
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che:
- l’efficacia sulla diagnosi rimane sostanzialmente stabile dal 39,5% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 43,6% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 57% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 70,6% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 71,6% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire all’88,2% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 16,8-48,2%): fanno eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +33,9% rispetto ai non vaccinati e la fascia 40-59 con un +0,5%. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 27,4-78,9% per ricoveri ordinari; del 45,8-78,5% per le terapie intensive) e decesso (del 47,1-100%) (figura 18).
A fronte di questi dati, le evidenze scientifiche internazionali dimostrano tuttavia che la protezione vaccinale nei confronti della malattia grave inizia a calare dopo 120 giorni dalla somministrazione del booster. Sebbene questo dato non sia mai stato enfatizzato dai report istituzionali, in Italia, a partire da metà febbraio, si rileva un progressivo aumento del tasso di mortalità negli over 80 (da 28,8 a 40,1 decessi per 100 mila persone) e - seppure in misura minore - nella fascia 60-79 anni (da 3,4 a 4,9 decessi per 100 mila persone), con conseguente numero assoluto di decessi molto elevato nelle fasce più anziane della popolazione, in particolare negli over 80 (tabella).
«Questi dati – conclude Cartabellotta – confermano oltre ogni ragionevole dubbio che aspettare l’autunno per effettuare la quarta dose con vaccini “aggiornati” è molto rischioso per le persone vulnerabili che, al contrario, devono ricevere l’ulteriore booster a 120 giorni dalla terza dose, come ribadito dal documento “Completamento delle schedule vaccinali anti-SARS-CoV-2 in soggetti vulnerabili” dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale. Infatti, il calo dell’efficacia vaccinale nei confronti della malattia grave sta determinando un netto aumento della mortalità nelle fasce più anziane della popolazione, già vaccinate con tre dosi, mentre si stanno sempre più consolidando le evidenze scientifiche sull’efficacia del secondo booster nel ridurre ospedalizzazioni e decessi. In tal senso, le inaccettabili disuguaglianze regionali sulle coperture con le quarte dosi parlano chiaro: occorre passare ovunque a strategie di chiamata attiva, molto più efficaci della prenotazione volontaria, con un auspicabile coinvolgimento dei medici di famiglia».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
12 maggio 2022
Coronavirus: nell’ultima settimana prosegue la discesa dei contagi (-27,5%), ma con netta riduzione dei tamponi (-23,6%). Giù decessi (-12,5%), ricoveri ordinari (-11,5%) e lieve flessione delle terapie intensive (-2,2%). Nuove sottovarianti Omicron: più contagiose ed evadono la risposta immunitaria. Quarta dose non ingrana: coperti solo 166 mila immunocompromessi (21%) e meno di 385 mila altri fragili (8,7%). Con elevata circolazione virale e declino efficacia vaccinale la quarta dose deve essere effettuata subito
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 4-10 MAGGIO, UNA DIMINUZIONE DEI NUOVI CASI (286.350) CHE RIGUARDA TUTTE LE PROVINCE: 48 SONO QUELLE CON INCIDENZA SUPERIORE A 500 CASI PER 100.000 ABITANTI. IN DISCESA GLI INDICATORI OSPEDALIERI E I DECESSI (842). FERME LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,1% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,5%). 6,88 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,82 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 8,28 MILIONI LE PERSONE CHE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE, DI CUI 5,46 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. NETTE DIFFERENZE REGIONALI PER LA COPERTURA CON QUARTE DOSI DEGLI IMMUNOCOMPROMESSI (DAL 3,8% DEL MOLISE AL 73,1% DEL PIEMONTE) E DEGLI ALTRI FRAGILI (DAL 2,4% DELLA CALABRIA AL 18% DEL PIEMONTE). CONSIDERATA LA PARTICOLARE FRAGILITÀ DELLA PLATEA A RISCHIO E L’ELEVATA CIRCOLAZIONE VIRALE PERICOLOSO ASPETTARE L’AUTUNNO PER LA QUARTA DOSE.
12 maggio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 4-10 maggio 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (286.350 vs 394.945) (figura 1) e dei decessi (842 vs 962) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (1.082.972 vs 1.199.960), le persone in isolamento domiciliare (1.074.035 vs 1.189.899), i ricoveri con sintomi (8.579 vs 9.695) e le terapie intensive (358 vs 366) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 842 (-12,5%), di cui 60 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -8 (-2,2%)
- Ricoverati con sintomi: -1.116 (-11,5%)
- Isolamento domiciliare: -115.864 (-9,7%)
- Nuovi casi: 286.350 (-27,5%)
- Casi attualmente positivi: -116.988 (-9,7%)
Nuovi casi. «Prosegue la discesa del numero di nuovi casi settimanali (-27,5%) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – che si attestano a quota 286 mila con una media mobile a 7 giorni che sfiora i 41 mila casi giornalieri, a fronte tuttavia di un calo del 23,6% dei tamponi totali» (figura 4). Nella settimana 4-10 maggio in tutte le Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi: dal -18,6% dell’Emilia-Romagna e della Provincia Autonoma di Bolzano al -32,9% della Puglia (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in tutte le Province si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -4,8% di Verbano-Cusio-Ossola a -41,1% di Mantova). L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 48 Province: Chieti (897), Ascoli Piceno (818), Pescara (783), Teramo (768), Avellino (726), Catanzaro (700), Benevento (698), Crotone (674), Isernia (669), Salerno (669), Sud Sardegna (660), Campobasso (656), Fermo (626), Vicenza (625), Padova (623), Cagliari (620), Oristano (619), Caserta (610), Perugia (610), Macerata (607), L'Aquila (605), Potenza (603), Bari (599), Taranto (597), La Spezia (596), Treviso (575), Ravenna (572), Rovigo (569), Terni (562), Matera (561), Siracusa (553), Ancona (550), Venezia (548), Modena (548), Brindisi (544), Frosinone (539), Reggio nell'Emilia (538), Latina (538), Rieti (533), Cosenza (527), Verona (525), Ragusa (523), Siena (520), Bologna (520), Parma (515), Messina (511), Caltanissetta (507) e Verbano-Cusio-Ossola (502) (tabella 2).
Nuove varianti. In attesa di conoscere i risultati della nuova flash survey dell’Istituto Superiore di Sanità sui campioni notificati il 3 maggio 2022, gli ultimi dati documentano che in Italia la sotto-variante Omicron BA.2 (cd. Omicron 2) ha quasi completamente soppiantato la BA.1 (cd. Omicron), mentre vengono già segnalati i primi casi di BA.4. Allo stato attuale delle conoscenze (tabella) le nuove sotto-varianti di Omicron sembrano avere una maggior trasmissibilità rispetto a BA.2 e, soprattutto, una maggior capacità di evadere la protezione immunitaria, sia da vaccino, sia da pregressa infezione: questo determina una probabilità più elevata di reinfezione, oltre ad una maggiore resistenza di queste varianti agli anticorpi monoclonali. Per quanto riguarda l’efficacia vaccinale sull’ospedalizzazione, se per queste nuove sotto-varianti non sono ancora disponibili dati, la somministrazione della dose booster resta di cruciale importanza al fine di mantenere una copertura adeguata contro Omicron e Omicron 2.
Reinfezioni. Secondo i dati dell’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, dal 24 agosto 2021 al 4 maggio 2022 in Italia sono stati segnalati quasi 400 mila casi di reinfezione (3,3% del totale). Tuttavia l’incidenza delle reinfezioni, stabile intorno all’1% fino al 6 dicembre 2021 (data di riferimento per l’inizio della diffusione della variante Omicron), è rapidamente salita al 3% a inizio gennaio 2022, mantenendosi su questi valori fino a fine marzo 2022, per poi crescere ulteriormente nelle ultime settimane, sino a raggiungere il 5%. Il rischio di reinfezione colpisce in particolare i più giovani (fascia d’età 12-49 anni), le donne rispetto agli uomini, le persone con prima diagnosi di COVID-19 notificata da oltre 210 giorni, le persone non vaccinate o vaccinate con almeno una dose da oltre 120 giorni, gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.
Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-23,6%): da 2.581.456 della settimana 27 aprile 2022-3 maggio a 1.971.656 della settimana 4-10 maggio. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 26,8% (-557.465), mentre quelli molecolari del 10,4% (-52.335) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività si riduce dal 12,8% al 9,5% per i tamponi molecolari mentre resta stabile al 16% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID registra una lieve flessione in terapia intensiva (-2,2%) e cala ulteriormente in area medica (-11,5%)». In dettaglio in area critica al 10 maggio si registrano 358 posti letto occupati; in area medica, invece, dopo il picco di 10.328 registrato il 26 aprile, i posti letto COVID sono scesi a quota 8.579 il 10 maggio (figura 7). Al 10 maggio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 13,3% in area medica e del 3,8% in area critica. 10 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con l’Umbria che raggiunge il 31,4%, mentre tutte le Regioni si collocano sotto la soglia del 10% per l’area critica (figura 8). «Torna a scendere il numero di ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 33 ingressi/die rispetto ai 37 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Diminuiscono ancora i decessi: 842 negli ultimi 7 giorni (di cui 60 riferiti a periodi precedenti), con una media di 120 al giorno rispetto ai 137 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. All’11 maggio (aggiornamento ore 06.22) l’88,1% della platea (n. 50.770.168) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+5.975 rispetto alla settimana precedente) e l’86,5% (n. 49.872.980) ha completato il ciclo vaccinale (+11.290 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 4-10 maggio si riduce ancora il numero di nuovi vaccinati: 5.083 rispetto ai 6.113 della settimana precedente (-16,8%). Di questi il 37% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.881, con una riduzione del 9,8% rispetto alla settimana precedente. Continua a scendere tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 1.268 (-25,4% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. All’11 maggio (aggiornamento ore 06.22) sono 6,88 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 4,06 milioni attualmente vaccinabili, pari al 7% della platea con nette differenze regionali: dal 4,1% della Provincia Autonoma di Trento al 10,3% della Calabria;
- 2,82 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 4,9% della platea con nette differenze regionali: dal 2,8% del Molise al 10,7% della Provincia Autonoma di Bolzano.
Vaccini: fascia 5-11 anni. All’11 maggio (aggiornamento ore 06.22) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.568.761 dosi: 1.387.000 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.259.217 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 37,9% con nette differenze regionali (dal 20,6% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,7% della Puglia) (figura 13).
Vaccini: terza dose. All’11 maggio (aggiornamento ore 06.22) sono state somministrate 39.426.220 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 8.283 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 6 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’82,6% con nette differenze regionali: dal 77% della Sicilia all’86,7% della Valle D'Aosta. Sono 8,28 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
- 2,82 milioni possono riceverla subito, pari al 5,9% della platea con nette differenze regionali dal 3,5% dell’Abruzzo al 10,4% della Provincia Autonoma di Bolzano;
- 5,46 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari all’11,4% della platea con nette differenze regionali: dal 7,7% della Valle D’Aosta al 13,8% dell’Umbria.
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. All’11 maggio (aggiornamento ore 06.22) sono state somministrate 166.483 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 21% con nette differenze regionali: dal 3,8% del Molise al 73,1% del Piemonte (figura 16).
Vaccini: quarta dose over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti RSA. All’11 maggio (aggiornamento ore 06.22) sono state somministrate 384.600 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 pazienti fragili della fascia di età 60-79 e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 19 aprile, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è dell’8,7% con nette differenze regionali: dal 2,4% del Calabria al 18% del Piemonte (figura 17).
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che:
- l’efficacia sulla diagnosi rimane sostanzialmente stabile dal 40,5% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 43,4% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 57,9% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 70,8% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 71,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire all’88,6% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 2-48,8%): fa eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +32,9% rispetto ai non vaccinati. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 30,5-79,6% per ricoveri ordinari; del 25,3-82,1% per le terapie intensive) e decesso (del 51,4-100%) (figura 18).
«Le inaccettabili disuguaglianze regionali sulle coperture con le quarte dosi – conclude Cartabellotta – dimostrano che le strategie di chiamata attiva sono molto più efficaci della prenotazione volontaria. Tuttavia, la lentezza con cui procedono le somministrazioni è spia di una serpeggiante esitazione vaccinale, spesso alimentata da discutibili consigli sanitari, che invitano ad aspettare l’autunno per effettuare l’ulteriore richiamo con vaccini “aggiornati”. In realtà, questa strategia attendista può essere molto rischiosa per tre ragioni. Innanzitutto, non vi è alcuna certezza su quando saranno disponibili questi vaccini “aggiornati”; in secondo luogo, i dati dimostrano sia il calo progressivo dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave, sia una elevata mortalità negli over 80 già coperti con la terza dose; infine, si consolidano sempre più le prove di efficacia della quarta dose nel ridurre ospedalizzazioni e decessi. Senza mezzi termini: tenendo conto sia della particolare fragilità della platea a rischio, sia della elevata circolazione virale, la quarta dose deve essere fatta subito».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
5 maggio 2022
Coronavirus: nell’ultima settimana scendono contagi (-8,9%), terapie intensive (-10,5%), ricoveri ordinari (-6,1%) e decessi (-7%). Terza dose: scoperte quasi 2,7 mln di persone. Quarta dose al ralenti: solo 133 mila somministrazioni a immunocompromessi (16,9%) e meno di 250 mila agli altri fragili (5,6%)
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 27 APRILE-3 MAGGIO, UNA DIMINUZIONE DEI NUOVI CASI CHE SCENDONO SOTTO QUOTA 400 MILA. SOLO IN 5 PROVINCE L’INCIDENZA SUPERA 1.000 CASI PER 100.000 ABITANTI. IN DISCESA GLI INDICATORI OSPEDALIERI E I DECESSI (962). INVARIATE LE PERCENTUALI DI CHI HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (88,1% DELLA PLATEA) E DI CHI HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (86,5%). 6,89 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,79 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 8,32 MILIONI LE PERSONE CHE NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA TERZA DOSE DI CUI 5,65 MILIONI DI GUARITI CHE NON POSSONO RICEVERLA NELL’IMMEDIATO. NETTE DIFFERENZE REGIONALI DEI TASSI DI COPERTURA PER LE QUARTE DOSI NEGLI IMMUNOCOMPROMESSI (DAL 2,9% DEL MOLISE AL 57,1% DEL PIEMONTE) E PER GLI ALTRI FRAGILI (DALL’1,6% DELLA CALABRIA ALL’11,1% DELL’EMILIA-ROMAGNA). CIRCOLAZIONE DEL VIRUS ELEVATA E AMPIAMENTE SOTTOSTIMATA: FONDAMENTALE CONTINUARE AD UTILIZZARE LE MASCHERINE AL CHIUSO.
5 maggio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 27 aprile-3 maggio 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (394.945 vs 433.321) (figura 1) e dei decessi (962 vs 1.034) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (1.199.960 vs 1.234.976), le persone in isolamento domiciliare (1.189.899 vs 1.224.239), i ricoveri con sintomi (9.695 vs 10.328) e le terapie intensive (366 vs 409) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 962 (-7%), di cui 98 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -43 (-10,5%)
- Ricoverati con sintomi: -633 (-6,1%)
- Isolamento domiciliare: -34.340 (-2,8%)
- Nuovi casi: 394.945 (-8,9%)
- Casi attualmente positivi: -35.016 (-2,8%)
Nuovi casi. «Dopo il rimbalzo della scorsa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – tornano a scendere i nuovi casi settimanali (-8,9%), che si attestano a quota 395 mila con una media mobile a 7 giorni di 56 mila casi giornalieri, a fronte di un numero stabile di tamponi totali» (figura 4). Nella settimana 27 aprile-3 maggio in 18 Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -0,7% del Veneto al -18% del Lazio), mentre si registra un incremento Lombardia (+0,7%), Friuli-Venezia Giulia (+5%) e Piemonte (+7,4%) (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in 24 Province si rileva un aumento percentuale dei nuovi casi, in 83 una riduzione. L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 92 Province, di cui 5 registrano oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti: Chieti (1.132), Ascoli Piceno (1.092), Teramo (1.061), Pescara (1.027) e Avellino (1.013) (tabella 2).
Testing. Rimane sostanzialmente stabile il numero dei tamponi totali (+0,7%): da 2.563.195 della settimana 20-26 aprile a 2.581.456 della settimana 27 aprile-3 maggio. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti dello 0,4% (-8.034), mentre quelli molecolari sono aumentati del 5,5% (+26.295) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività è stabile al 12,8% per i tamponi molecolari e si riduce dal 18,2% al 16% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID scende ancora in terapia intensiva (-10,5%) e, dopo la battuta di arresto della scorsa settimana, anche in area medica (-6,1%)». In dettaglio in area critica al 3 maggio si registrano 366 posti letto occupati; in area medica, invece, dopo il picco di 10.328 registrato il 26 aprile, i posti letto COVID sono scesi a quota 9.695 il 3 maggio (figura 7). Al 3 maggio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 15% in area medica e 3,9% in area critica. 14 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con l’Umbria che raggiunge il 33,2%, mentre tutte le Regioni si collocano sotto la soglia del 10% per l’area critica (figura 8). «Il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – rimane stabile rispetto alla settimana precedente con una media mobile a 7 giorni di 37 ingressi/die» (figura 9).
Decessi. Si registra un lieve calo sul fronte dei decessi: 962 negli ultimi 7 giorni (di cui 98 riferiti a periodi precedenti), con una media di 137 al giorno rispetto ai 148 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 4 maggio (aggiornamento ore 06.16) l’88,1% della platea (n. 50.764.193) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+14.327 rispetto alla settimana precedente) e l’86,5% (n. 49.861.690) ha completato il ciclo vaccinale (+33.227 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 27 aprile-3 maggio si riduce ancora il numero di nuovi vaccinati: 5.982 rispetto ai 6.408 della settimana precedente (-6,6%). Di questi il 34,3% è rappresentato dalla fascia 5-11 anni: 2.054, con un incremento del 10,5% rispetto alla settimana precedente. Torna a scendere tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 1.659 (-16,4% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 4 maggio (aggiornamento ore 06.16) sono 6,89 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 4,10 milioni attualmente vaccinabili, pari al 7,1% della platea con nette differenze regionali: dal 4,1% della Provincia Autonoma di Trento al 10,4% della Calabria;
- 2,79 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 4,8% della platea con nette differenze regionali: dal 2,7% del Molise al 10,7% della Provincia Autonoma di Bolzano.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 4 maggio (aggiornamento ore 06.16) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.565.365 dosi: 1.385.060 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.256.311 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 37,9% con nette differenze regionali: dal 20,6% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,7% della Puglia (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 4 maggio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 39.366.413 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 10.932 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.689.593), aggiornata al 29 aprile, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’82,5% con nette differenze regionali: dal 76,9% della Sicilia all’86,6% della Valle D'Aosta. Sono 8,32 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
- 2,68 milioni possono riceverla subito, pari al 5,6% della platea con nette differenze regionali: dal 2,9% dell’Umbria al 10,6% della Provincia Autonoma di Bolzano;
- 5,65 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari all’11,8% della platea con nette differenze regionali: dal 7,9% della Valle D’Aosta al 14,8% dell’Umbria.
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 4 maggio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 133.491 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 16,9% con nette differenze regionali: dal 2,9% del Molise al 57,1% del Piemonte (figura 16).
Vaccini: quarta dose over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti RSA. Al 4 maggio (aggiornamento ore 06.16) sono state somministrate 249.780 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 persone fragili di età 60-79 anni e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 19 aprile, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 5,6% con nette differenze regionali: dall’1,6% della Calabria all’11,1% dell’Emilia-Romagna (figura 17).
«Nell’ambito di un generalizzato flop delle quarte dosi nelle persone immunocompromesse – commenta Cartabellotta – le inaccettabili diseguaglianze regionali dimostrano da un lato l’efficacia delle strategie di chiamata attiva dall’altra l’immobilismo organizzativo della maggior parte delle Regioni. Ça va sans dire che rispetto all’ulteriore platea di 4,2 milioni di persone candidate a ricevere la quarta dose già emergono nette differenze tra Regioni, oltre che una partenza al ralenti delle somministrazioni».
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che:
- l’efficacia sulla diagnosi rimane sostanzialmente stabile dal 44,3% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 47,1% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 62,1% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 72% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 73,5% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire all’89,4% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 12,7-53,5%): fa eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +28,9% rispetto ai non vaccinati. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 36,9-81,1% per ricoveri ordinari; del 55,4-82,9% per le terapie intensive) e decesso (del 55,6-100%) (figura 18).
«Tutti gli indicatori – conclude il Presidente – sono sostanzialmente in una fase di plateau con lieve tendenza discendente. Tuttavia, indipendentemente dallo spartiacque normativo del 1° maggio, la circolazione del virus rimane molto elevata, oltre che ampiamente sottostimata: più di 56 mila nuovi casi in media al giorno, tasso di positività dei tamponi antigenici al 16% e quasi 1,2 milioni di positivi. Ecco perché, indipendentemente da obblighi e raccomandazioni, mantenere la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati e/o poco aerati, rimane una strategia indispensabile per ridurre la circolazione virale e proteggersi dal contagio».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
28 aprile 2022
Coronavirus: in 7 giorni tornano a salire i contagi (+22,7%). In lieve calo le terapie intensive (-3,1%), stabili i ricoveri ordinari (+1,1%). Decessi sopra quota mille (+20,1%). Arranca la quarta dose: copertura solo per 100 mila immunocompromessi (13,1%) e al 2,8% per gli altri fragili. Mascherine al chiuso: follia abbandonare dal 1° maggio
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 20-26 APRILE, UN AUMENTO DEI NUOVI CASI (433.321 vs 353.193) IN TUTTE LE REGIONI. SONO 11 LE PROVINCE CON INCIDENZA SUPERIORE A 1.000 CASI PER 100.000 ABITANTI. OCCUPAZIONE DEI POSTI LETTO STABILE IN AREA MEDICA E IN LIEVE CALO NELLE TERAPIE INTENSIVE. AUMENTANO I DECESSI (1.034). L’88,1% DELLA PLATEA HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO E L’86,5% HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE. 6,89 MILIONI I NON VACCINATI, DI CUI 2,75 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. 1,83 MILIONI CANDIDATI A RICEVERE SUBITO LA TERZA DOSE. TASSO DI COPERTURA QUARTE DOSI NELLE PERSONE IMMUNOCOMPROMESSE AL 13,1% E SOLO 122.041 DOSI SOMMINISTRATE A OVER 80, OSPITI RSA E FRAGILI DELLA FASCIA 60-79 ANNI. CIRCOLAZIONE DEL VIRUS ANCORA MOLTO ELEVATA: RAGIONEVOLE ABOLIRE IL GREEN PASS, MA NON L’OBBLIGO DI MASCHERINA SUI MEZZI PUBBLCI E NEI LOCALI AL CHIUSO, SPECIE SE AFFOLLATI E/O POCO AERATI.
28 aprile 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 20-26 aprile 2022, rispetto alla precedente, un aumento dei nuovi casi (433.321 vs 353.193) (figura 1) e dei decessi (1.034 vs 861) (figura 2). In crescita anche i casi attualmente positivi (1.234.976 vs 1.208.279), le persone in isolamento domiciliare (1.224.239 vs 1.197.643) e i ricoveri con sintomi (10.328 vs 10.214), mentre si confermano in leggero calo le terapie intensive (409 vs 422) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 1.034 (+20,1%), di cui 93 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -13 (-3,1%)
- Ricoverati con sintomi: +114 (+1,1%)
- Isolamento domiciliare: +26.596 (+2,2%)
- Nuovi casi: 433.321 (+22,7%)
- Casi attualmente positivi: +26.697 (+2,2%)
Nuovi casi. «Dopo il netto calo della scorsa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – tornano a salire i nuovi casi settimanali (+22,7%), che si attestano a quota 433 mila con una media mobile a 7 giorni che sfiora i 62 mila casi, a fronte di una risalita dei tamponi totali dell’11,7%» (figura 4). Nella settimana 20-26 aprile in tutte le Regioni si registra un incremento percentuale dei nuovi casi (dal +2,9% del Piemonte al +44,8% della Basilicata) (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in 101 Province si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, in 6 una riduzione. L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 92 Province, di cui 11 registrano oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti: Chieti (1.346), Ascoli Piceno (1.245), Pescara (1.188), Teramo (1.176), Avellino (1.134), Benevento (1.059), Brindisi (1.052), Catanzaro (1.033), Bari (1.029), Salerno (1.015) e Messina (1.002) (tabella 2).
Testing. Cresce il numero dei tamponi totali (+11,7%): da 2.294.395 della settimana 13-19 aprile a 2.563.195 della settimana 20-26 aprile. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 13,7% (+250.792), mentre quelli molecolari del 3,9% (+18.008) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività rimane sostanzialmente stabile per i tamponi molecolari (dal 13,2% al 12,8%), mentre per gli antigenici rapidi aumenta dal 16,4% al 18,2% (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID cala ancora in terapia intensiva (-3,1%), mentre la discesa si arresta in area medica (+1,1%)». In dettaglio in area critica, dopo una lieve risalita all’inizio del mese, al 26 aprile si registrano 409 posti letto occupati; in area medica, invece, dopo aver toccato il minimo di 8.234 il 12 marzo, i posti letto COVID hanno raggiunto quota 10.328 il 26 aprile (figura 7). Al 26 aprile il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID non varia sostanzialmente rispetto alla settimana precedente: 16% in area medica e 4,4% in area critica. 14 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con l’Umbria che raggiunge il 34,1%, mentre tutte le Regioni si collocano sotto la soglia del 10% in terapia intensiva (figura 8). «Rimane sostanzialmente stabile il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni che si attesta a 37 ingressi/die rispetto ai 39 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Risale il numero dei decessi: 1.034 negli ultimi 7 giorni (di cui 93 riferiti a periodi precedenti), con una media di 148 al giorno rispetto ai 123 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 27 aprile (aggiornamento ore 06.15) l’88,1% della platea (n. 50.757.410) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+7.544 rispetto alla settimana precedente) e l’86,5% (n. 49.847.195) ha completato il ciclo vaccinale (+18.732 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 20-26 aprile si registra un lieve incremento dei nuovi vaccinati: 6.377 rispetto ai 6.142 della settimana precedente (+3,8%). Di questi il 29% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.850, con un incremento del 25% rispetto alla settimana precedente. Stabile tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 1.963 (+0,4% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 27 aprile (aggiornamento ore 06.15) sono 6,89 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
- 4,14 milioni attualmente vaccinabili, pari al 7,2% della platea con nette differenze regionali: dal 4% della Provincia Autonoma di Trento al 10,5% della Calabria;
- 2,75 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 4,8% della platea con nette differenze regionali: dal 2,6% del Molise al 10,6% della Provincia Autonoma di Bolzano.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 27 aprile (aggiornamento ore 06.15) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.448.883 dosi: 1.382.985 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.253.014 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 37,8% con nette differenze regionali: dal 20,5% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,7% della Puglia (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 27 aprile (aggiornamento ore 06.15) sono state somministrate 39.288.115 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 13.907 somministrazioni/die. In base alla platea ufficiale (n. 46.695.848), aggiornata all’8 aprile, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’84,1% con nette differenze regionali: dal 79,1% della Sicilia all’88,4% della Valle D'Aosta. Sono 7,41 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la terza dose (figure 14 e 15), di cui:
- 1,83 milioni candidati a riceverla subito, pari al 3,9% della platea con nette differenze regionali: dallo 0,8% dell’Umbria al 7,7% della Sicilia;
- 5,58 milioni di guariti da meno di 120 giorni che non possono riceverla nell’immediato, pari all’11,9% della platea con nette differenze regionali (dall’8,1% della Valle D’Aosta al 14,7% dell’Umbria).
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 27 aprile (aggiornamento ore 06.15) sono state somministrate 104.049 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi nelle persone immunocompromesse è del 13,1% con nette differenze regionali: dal 2,5% della Calabria al 47,8% del Piemonte (figura 16).
Vaccini: quarta dose over 80, ospiti RSA e fragili (60-79 anni). Al 27 aprile (aggiornamento ore 06.15) sono state somministrate 122.041 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 over 80, 1.538.588 pazienti fragili di età compresa tra 60 e 79 anni e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 19 aprile, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 2,8% con nette differenze regionali: dallo 0,6% dell’Umbria al 5,3% dell’Emilia-Romagna (figura 17).
«Il clamoroso flop delle quarte dosi nelle persone immunocompromesse – commenta Cartabellotta – deve far riflettere le Istituzioni, in particolare considerata l’ulteriore estensione della platea ad altri 4,2 milioni di persone tra le quali arrancano le somministrazioni. Innanzitutto serve un’incisiva campagna d’informazione sia per sensibilizzare la popolazione a rischio di malattia grave sull’efficacia del secondo richiamo, sia per contrastare il generale senso di “stanchezza” nei confronti della campagna vaccinale. Ma l’informazione da sola non basta: deve essere integrata con strategie di chiamata attiva, visto che le ASL dispongono di tutti i dati delle persone inserite nella platea».
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che:
- l’efficacia sulla diagnosi rimane sostanzialmente stabile dal 45,3% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 47,1% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 63,7% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 72,5% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 73,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 89,9% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 14,9-56,6%): fa eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +25,2% rispetto ai non vaccinati. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 30,3-81,9% per ricoveri ordinari; del 59,2-85,7% per le terapie intensive) e decesso (del 59,2-89,9%) (figura 18).
«Con il 1° maggio alle porte – conclude il Presidente – i dati dimostrano che la circolazione del virus, già molto elevata, è addirittura in aumento rispetto alla scorsa settimana. La media dei nuovi casi giornalieri è risalita a quasi 62 mila, il tasso di positività dei tamponi molecolari ha superato il 18% e il numero di positivi, ampiamente sottostimato, supera quota 1,23 milioni. Con questi numeri, se è ragionevole mandare in soffitta il green pass che ha ormai esaurito definitivamente il ruolo di “spinta gentile” alla vaccinazione, sarebbe una follia abolire l’obbligo di mascherina nei locali al chiuso, in particolare se affollati e/o scarsamente aerati, e sui mezzi pubblici».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
21 aprile 2022
Coronavirus: in 7 giorni netta discesa dei contagi (-19,5%), ma con tamponi a -20%. Giù terapie intensive (-8,9%) e decessi (-7,3%), stabili i ricoveri ordinari. Campagna vaccinale: 4,2 milioni di persone non vaccinate e 2 milioni senza terza dose. Quarta dose somministrata solo a 1 immunocompromesso su 10 e partenza in sordina (0,7%) per gli ulteriori 4,4 milioni. Circolazione virale troppo levata: 1° maggio, no allo stop mascherine al chiuso
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 13-19 APRILE, UNA NETTA RIDUZIONE DEI NUOVI CASI (353.193 vs 438.751) IN TUTTE LE REGIONI, SU CUI PESA IL SENSIBILE CALO DELL’ATTVITÀ DI TESTING. SONO 72 LE PROVINCE CON INCIDENZA SUPERIORE A 500 CASI PER 100.000 ABITANTI. OCCUPAZIONE DEI POSTI LETTO STABILE IN AREA MEDICA (+7) E IN RIDUZIONE NELLE TERAPIE INTENSIVE (-41). IN CALO I DECESSI (861). INVARIATE LE PERCENTUALI DI POPOLAZIONE VACCINATA CON ALMENO UNA DOSE (85,6%) E CON CICLO COMPLETO (84,1%). 6,89 MILIONI DI NON VACCINATI, DI CUI 2,69 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. TASSO DI COPERTURA TERZE DOSI ALL’83,9%. SOLO 80.554 QUARTE DOSI SOMMINISTRATE AGLI IMMUNOCOMPROMESSI E 29.158 A OVER 80, OSPITI RSA E FRAGILI DELLA FASCIA 60-79 ANNI. CON L’ATTUALE LIVELLO DI CIRCOLAZIONE DEL VIRUS ABOLIRE L’OBBLIGO DI MASCHERINA NEI LOCALI AL CHIUSO È UNA DECISIONE MOLTO AVVENTATA.
21 aprile 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 13-19 aprile 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione dei nuovi casi (353.193 vs 438.751) (figura 1) e dei decessi (861 vs 929) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (1.208.279 vs 1.228.745), le persone in isolamento domiciliare (1.197.643 vs 1.218.075), le terapie intensive (422 vs 463), stabili i ricoveri con sintomi (10.214 vs 10.207) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 861 (-7,3%), di cui 55 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -41 (-8,9%)
- Ricoverati con sintomi: +7 (+0,1%)
- Isolamento domiciliare: -20.432 (-1,7%)
- Nuovi casi: 353.193 (-19,5%)
- Casi attualmente positivi: -20.466 (-1,7%)
Nuovi casi. «Dopo due settimane di lieve riduzione – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – appaiono in netto calo i nuovi casi settimanali (-19,5%), che si attestano a quota 353 mila con una media mobile a 7 giorni che scende intorno ai 50 mila casi: numeri condizionati da una riduzione di oltre il 20% dei tamponi in conseguenza delle festività pasquali» (figura 4). Nella settimana 13-19 aprile si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi in tutte le Regioni (dal -1,7% del Molise al -28,2% della Calabria) (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in 6 Province si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, in 101 una riduzione. L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 72 province: Ascoli Piceno (972), Chieti (931), Isernia (873), Teramo (852), Pescara (851), Avellino (831), Messina (789), Perugia (779), Bari (772), Ravenna (763), Catanzaro (758), Reggio nell'Emilia (756), Salerno (746), Treviso (740), Vicenza (738), Campobasso (735), Padova (732), Venezia (724), Rieti (723), Potenza (722), Caserta (721), Latina (717), Brindisi (697), Rovigo (685), Livorno (684), Benevento (683), Roma (680), Siena (680), Oristano (676), Belluno (662), Forlì-Cesena (654), Fermo (654), La Spezia (650), Massa Carrara (641), Lecce (638), Cagliari 637), Pisa (634), Taranto (631), Asti (631), Parma (629), Modena (626), Nuoro (623), Grosseto (619), Bologna (616), Verona (611), Sud Sardegna (608), Terni (603), Frosinone (601), Rimini (600), Ancona (598), Ferrara (591), Siracusa (589), Napoli (588), Crotone (587), Alessandria (586), L'Aquila (578), Arezzo (577), Vibo Valentia (568), Macerata (562), Genova (555), Firenze (554), Lucca (554), Matera (549), Pistoia (548), Foggia (542), Palermo (540), Viterbo (534), Trieste (525), Mantova (525), Reggio di Calabria (521), Trapani (519) e Verbano-Cusio-Ossola (505) (tabella 2).
Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-21,4%): da 2.919.794 della settimana 6-12 aprile 2022 a 2.294.395 della settimana 13-19 aprile. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 21% (-488.627), mentre quelli molecolari del 22,9% (-136.772) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività rimane sostanzialmente stabile dal 13,3% al 13,2% per i tamponi molecolari, mentre aumenta dal 15,5% al 16,4% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID scende in terapia intensiva (-8,9%), mentre rimane stabile in area medica (+0,1%)». In dettaglio in area critica, dopo una lieve risalita all’inizio del mese, al 19 aprile si registrano 422 posti letto occupati; in area medica, invece, dopo aver toccato il minimo di 8.234 il 12 marzo, i posti letto COVID sono risaliti per stabilizzarsi da un paio di settimane (10.214 al 19 aprile) (figura 7). Al 19 aprile il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID non varia sostanzialmente rispetto alla settimana precedente: 15,8% in area medica e 4,5% in area critica. 13 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con l’Umbria che raggiunge il 36,9%, mentre solo la Sardegna supera la soglia del 10% in terapia intensiva (figura 8). «Il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – è in ulteriore calo: la media mobile a 7 giorni si attesta a 39 ingressi/die rispetto ai 47 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Continua a scendere il numero dei decessi: 861 negli ultimi 7 giorni (di cui 55 riferiti a periodi precedenti), con una media di 123 al giorno rispetto ai 133 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 20 aprile (aggiornamento ore 06.14) l’85,6% della popolazione (n. 50.749.866) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+6.926 rispetto alla settimana precedente) e l’84,1% (n. 49.828.463) ha completato il ciclo vaccinale (+19.593 rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,4% della fascia over 80 al 37,6% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’89,1%, nella fascia 70-79 l’88% e in quella 60-69 anni l’85% (figura 11).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 13-19 aprile calano ancora i nuovi vaccinati: 6.092 rispetto agli 8.601 della settimana precedente (-29,2%). Di questi il 24,2% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.474, con una riduzione del 34,2% rispetto alla settimana precedente. Dopo la lieve risalita della scorsa settimana cala nuovamente tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 1.917 (-16,1% rispetto alla settimana precedente) (figure 12 e 13).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 20 aprile sono 6,89 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,69 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni (figura 14): le persone attualmente vaccinabili sono dunque circa 4,2 milioni.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 20 aprile (aggiornamento ore 06.14) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.444.388 dosi: 1.381.088 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.249.045 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 37,6% con enormi differenze regionali (dal 20,5% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,9% della Puglia) (figura 15).
Vaccini: terza dose. Al 20 aprile (aggiornamento ore 06.14) sono state somministrate 39.188.284 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 14.207 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 46.695.848), aggiornata all’8 aprile, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,9% con nette differenze regionali: dal 78,9% della Sicilia all’88% della Valle D'Aosta (figura 16). Dei 7,5 milioni di persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster, 2 milioni potrebbero riceverla subito, mentre i 5,5 milioni di guariti da meno di 120 giorni non possono riceverla nell’immediato (figura 17).
Vaccini: quarta dose. Oltre che per le persone immunocompromesse (n. 791.376), la circolare del Ministero della Salute dell’8 aprile raccomanda il secondo richiamo (quarta dose) per tre categorie di persone: gli over 80 (n. 2.795.910), i pazienti fragili della fascia di età 60-79 (n. 1.538.588) e gli ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti (n. 88.099), per un totale di oltre 5,2 milioni di persone.
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 20 aprile (aggiornamento ore 06.14) sono state somministrate 80.554 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 10,2% con nette differenze regionali: dall’1,6% della Calabria al 40,5% del Piemonte (figura 18).
Vaccini: quarta dose over 80, ospiti RSA e fragili (60-79 anni). Al 20 aprile (aggiornamento ore 06.14) sono state somministrate 29.158 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597), aggiornata al 19 aprile, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è dello 0,7% con le consuete differenze regionali: dallo 0,04% del Friuli-Venezia Giulia all’1,2% del Lazio (figura 19).
«Dopo 7 settimane dal via libera della quarta dose per le persone immunocompromesse – commenta Cartabellotta – un tasso di copertura nazionale al 10,2% e ingiustificate differenze regionali dimostrano che, al momento, la protezione di oltre 790 mila persone estremamente fragili è un lontano miraggio. Di conseguenza, l’estensione della platea per la quarta dose ad oltre 5,2 milioni di persone richiede indubbiamente sia nuove strategie di comunicazione, sia meccanismi di chiamata attiva e non può essere affidata solo all’adesione volontaria».
«Che la campagna vaccinale sia ormai al palo – continua il Presidente – è un dato di fatto, nonostante 4,2 milioni di persone vaccinabili con prima dose e 2 milioni con dose booster. I tassi di copertura vaccinale, infatti, nell’ultimo mese hanno registrato aumenti irrisori ». Tra il 20 marzo e il 19 aprile le coperture con almeno una dose sono ferme all’85,6%; quelle con ciclo completo sono cresciute di soli 0,2 punti percentuali passando da 83,9% a 84,1%. Anche le coperture delle terze e quarte dosi per le persone immunocompromesse procedono molto a rilento con incrementi pari rispettivamente a 1,5 (82,4% vs 83,9%) e 4,5 punti percentuali (5,7% vs 10,2%) nonostante l’inizio più tardivo e l’estesa platea vaccinabile.
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che:
- l’efficacia sulla diagnosi rimane sostanzialmente stabile dal 51% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 49,2% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 66% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 73,1% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 74,5% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 90,4% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 18,5-60,1%): fa eccezione la fascia 5-11 per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +23,4% rispetto ai non vaccinati. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 31,7-83,7% per ricoveri ordinari; del 61,2-86,6% per le terapie intensive) e decesso (del 60,1-89,8%) (figura 20).
«A una decina di giorni dal 1° maggio – conclude il Presidente – data in cui dovrebbe decadere l’obbligo delle mascherine al chiuso, tutte le curve (nuovi casi, ricoveri, terapie intensive, decessi) si mantengono in una fase di plateau con lieve tendenza alla flessione. Tuttavia, la circolazione del virus rimane ancora molto elevata: il numero di positivi, verosimilmente sottostimato, supera quota 1,2 milioni, i nuovi casi giornalieri si mantengono oltre 50 mila e il tasso di positività dei tamponi supera il 15%. Di conseguenza, abolire l’obbligo di mascherina nei locali al chiuso è una decisione molto avventata per tre ragioni: innanzitutto, nei locali affollati e/o scarsamente aerati la probabilità di contagio è molto elevata; in secondo luogo, la vaccinazione offre una protezione parziale dal contagio; infine, ci sono milioni di persone suscettibili, non vaccinate o senza booster. Utile ribadire che la protezione individuale è massimizzata con la mascherina FFP2 e non con quella chirurgica, poco efficace nei confronti di omicron».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
14 aprile 2022
Coronavirus: negli ultimi 7 giorni lenta discesa dei contagi (-6,5%), stabili ricoveri ordinari (-0,4%) e terapie intensive (-1,7%). Giù i decessi (-11,4%). Campagna vaccinale ferma: nell’ultimo mese prime dosi a +0,1 seconde a +0,3, terze a +1,9 punti percentuali. Quarta dose: flop negli immunocompromessi. L’espansione della platea impone strategie di chiamata attiva
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 6-12 APRILE, UNA LIEVE RIDUZIONE DEI NUOVI CASI (438.751 VS 469.479). SONO 94 LE PROVINCE CON INCIDENZA SUPERIORE A 500 CASI PER 100.000 ABITANTI. SOSTANZIALMENTE STABILE L’OCCUPAZIONE DEI POSTI LETTO IN AREA MEDICA (-39) E NELLE TERAPIE INTENSIVE (-8) MENTRE I DECESSI TORNANO SOTTO QUOTA MILLE (929). FISSE LE PERCENTUALI DI POPOLAZIONE VACCINATA CON ALMENO UNA DOSE (85,6%) E CON CICLO COMPLETO (84,1%). 6,9 MILIONI DI NON VACCINATI, DI CUI 2,65 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE E 4,25 MILIONI ATTUALMENTE VACCINABILI. TASSO DI COPERTURA TERZE DOSI ALL’83,7%. IN UN MESE E MEZZO SOLO 70.598 QUARTE DOSI SOMMINISTRATE AGLI IMMUNOCOMPROMESSI CON UNA COPERTURA NAZIONALE ALL’8,9%. ECCO PERCHÉ CON LA RECENTE ESPANSIONE DELLA PLATEA PER LA QUARTA DOSE NON BASTA L’ADESIONE VOLONTARIA, MA OCCORRONO STRATEGIE DI CHIAMATA ATTIVA.
14 aprile 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 6-12 aprile 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione dei nuovi casi (438.751 vs 469.479) (figura 1) e dei decessi (929 vs 1.049) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (1.228.745 vs 1.274.388), le persone in isolamento domiciliare (1.218.075 vs 1.263.671), i ricoveri con sintomi (10.207 vs 10.246) e le terapie intensive (463 vs 471) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 929 (-11,4%), di cui 61 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -8 (-1,7%)
- Ricoverati con sintomi: -39 (-0,4%)
- Isolamento domiciliare: -45.596 (-3,6%)
- Nuovi casi: 438.751 (-6,5%)
- Casi attualmente positivi: -45.643 (-3,6%)
Nuovi casi. «Per la seconda settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si rileva una lieve riduzione dei nuovi casi settimanali (-6,5%), che si attestano a quota 438 mila con una media mobile a 7 giorni che scende intorno ai 62 mila casi: numeri condizionati da situazioni regionali e locali molto eterogenee». (figura 4). Infatti, nella settimana 6-12 aprile si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in 6 Regioni (dal +2,9% dell’Emilia-Romagna al +27,4% della Valle D’Aosta) e una riduzione in 15 (dal -0,8% della Lombardia al -20,1% della Basilicata) (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in 30 Province si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, in 75 una riduzione e 2 rimangono stabili. L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 94 province, di cui 7 con oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti: Avellino (1.153), Teramo (1.108), Ascoli Piceno (1.108), Chieti (1.052), Bari (1.028), Massa Carrara (1.012) e Catanzaro (1.002) (tabella 2).
Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-7,8%): da 3.167.782 della settimana 30 marzo 2022-5 aprile a 2.919.794 della settimana 6-12 aprile. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 7,6% (-190.408) mentre quelli molecolari dell’8,8% (-57.580) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività rimane sostanzialmente stabile dal 13,6% al 13,3% per i tamponi molecolari e ferma al 15,5% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID rimane sostanzialmente stabile sia in terapia intensiva (-1,7%) che in area medica (-0,4%)». In particolare, in area critica dopo una lieve risalita all’inizio del mese, al 12 aprile si registrano 463 posti letto occupati; in area medica, invece, dopo aver toccato il minimo di 8.234 il 12 marzo, i posti letto COVID sono risaliti per stabilizzarsi a quota 10.207 il 12 aprile (figura 7). Al 12 aprile il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID non varia sostanzialmente rispetto alla settimana precedente: 15,7% in area medica e 4,9% in area critica. 13 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con l’Umbria che raggiunge il 40,8%; la Sardegna supera la soglia del 10% in terapia intensiva (figura 8). «Il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – è in lieve calo: la media mobile a 7 giorni si attesta a 47 ingressi/die rispetto ai 50 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Torna a scendere il numero dei decessi: 929 negli ultimi 7 giorni (di cui 61 riferiti a periodi precedenti), con una media di 133 al giorno rispetto ai 150 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 13 aprile (aggiornamento ore 06.14) l’85,6% della popolazione (n. 50.742.940) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+8.359 rispetto alla settimana precedente) e l’84,1% (n. 49.808.870) ha completato il ciclo vaccinale (+30.133 rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,4% degli over 80 al 37,6% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’89,1%, nella fascia 70-79 l’88% e in quella 60-69 anni l’84,9% (figura 11).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 6-12 aprile calano ancora i nuovi vaccinati: 8.501 rispetto ai 9.668 della settimana precedente (-12,1%). Di questi il 26,2% è rappresentato dalla fascia 5-11: 2.230, con una riduzione del 10,7% rispetto alla settimana precedente. In lieve risalita tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 2.236 (+7,6% rispetto alla settimana precedente) (figure 12 e 13).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 13 aprile sono 6,9 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,65 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni (figura 14). Di conseguenza, le persone attualmente vaccinabili sono circa 4,25 milioni, un dato che continua a non tener conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 13 aprile (aggiornamento ore 06.14) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.440.652 dosi: 1.379.588 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.245.633 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 37,6% con differenze regionali del tutto ingiustificate (dal 20,4% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,8% della Puglia) (figura 15).
Vaccini: terza dose. Al 13 aprile (aggiornamento ore 06.14) sono state somministrate 39.085.621 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 20.343 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 46.695.848), aggiornata all’8 aprile, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,7% con nette differenze regionali: dal 78,6% della Sicilia all’87,8% della Valle D'Aosta (figura 16). Dei 7,61 milioni di persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster, 2,28 milioni potrebbero riceverla subito, mentre i 5,33 milioni di guariti da meno di 120 giorni non possono riceverla nell’immediato (figura 17).
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 13 aprile (aggiornamento ore 06.14) sono state somministrate 70.598 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è dell’8,9% con nette differenze regionali: dall’1,1% del Molise al 38,7% del Piemonte (figura 18). «Dopo un mese e mezzo dal via libera per i pazienti più fragili – commenta Cartabellotta – le esigue coperture e le rilevanti differenze regionali documentano un vero e proprio flop, alimentato dal senso di diffidenza per un ulteriore richiamo. Ecco perché la somministrazione di un ulteriore richiamo alla platea recentemente allargata ad over 80, ospiti delle RSA e persone nella fascia 60-79 anni con patologie concomitanti non può essere affidata esclusivamente all’adesione volontaria, ma richiede strategie di chiamata attiva, di fatto mai attuate in maniera sistematica».
«Che la campagna vaccinale si sia arrestata – continua il Presidente – è ormai un dato di fatto, nonostante 4,25 milioni di persone vaccinabili con prima dose e 2,28 milioni con dose booster. I tassi di copertura vaccinale, infatti, nell’ultimo mese hanno registrato incrementi davvero esigui». Tra il 13 marzo e il 12 aprile le coperture con almeno una dose segnano un esiguo +0,1 passando da 85,5% a 85,6%; quelle con ciclo completo sono cresciute di soli 0,3 punti percentuali passando da 83,8% a 84,1%. Anche le coperture delle terze e quarte dosi procedono molto a rilento con incrementi pari rispettivamente a 1,9 e 4,9 punti percentuali (rispettivamente 81,8% vs 83,7% e 4% vs 8,9%) nonostante l’inizio più tardivo e l’estesa platea vaccinabile.
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che:
- l’efficacia sulla diagnosi rimane sostanzialmente stabile dal 47,4% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 47% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 66,4% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 72,9% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 74,8% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 90,7% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 23,8-62,8%): fa eccezione la fascia 5-11 per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +21,6% rispetto ai non vaccinati. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 29,3-85,2% per ricoveri ordinari; del 64,4-100% per le terapie intensive) e decesso (del 62,3-90,5%) (figura 19).
«Alla vigilia delle festività pasquali – continua il Presidente – se da un lato tutti gli indicatori (nuovi casi, ricoveri, terapie intensive, decessi) certificano una fase di plateau, la circolazione del virus rimane ancora molto elevata: oltre 1,2 milioni di positivi, oltre 60 mila casi al giorno e un tasso di positività dei tamponi antigenici al 15,5%. Per tale ragione rimane indispensabile mantenere comportamenti prudenti, evitando assembramenti e soprattutto utilizzando le mascherine al chiuso».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
7 aprile 2022
Coronavirus: nell’ultima settimana lieve calo di contagi (-6,9%) e terapie intensive (-3,3%), ma crescono ancora i ricoveri ordinai (+5,2%). Dopo un mese i decessi tornano sopra quota mille. Campagna vaccinale: in 7 giorni meno di 10 mila nuovi vaccinati. Negli over 70 sottoutilizzo antivirali e declino copertura vaccinale contribuiscono ad aumentare la mortalità
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 30 MARZO-5 APRILE, UNA LIEVE DIMINUZIONE DEI NUOVI CASI (469.479). SCENDONO A 21 LE PROVINCE CON INCIDENZA SUPERIORE A 1.000 CASI PER 100.000 ABITANTI. CONTINUA AD AUMENTARE, SEPPUR PIÙ LENTAMENTE, L’OCCUPAZIONE DEI POSTI LETTO IN AREA MEDICA (+506), MA TORNANO A SCENDERE LE TERAPIE INTENSIVE (-16). FISSE LE PERCENTUALI DI POPOLAZIONE VACCINATA CON ALMENO UNA DOSE (85,6%) E CON CICLO COMPLETO (84%). 6,93 MILIONI DI NON VACCINATI, DI CUI 2,58 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE E 4,35 MILIONI ATTUALMENTE VACCINABILI. TASSO DI COPERTURA TERZE DOSI ALL’83,5% E SOLO 64.792 QUARTE DOSI SOMMINISTRATE AGLI IMMUNOCOMPROMESSI (8,2%). DECLINO DELLA COPERTURA DEL BOOSTER E SOTTOUTILIZZO DEI FARMACI ANTIVIRALI POSSIBILI DETERMINANTI DELL’ELEVATO NUMERO DI DECESSI NEGLI ANZIANI.
7 aprile 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 30 marzo-5 aprile 2022, rispetto alla precedente, una lieve diminuzione di nuovi casi (469.479 vs 504.487) (figura 1) e un aumento dei decessi (1.049 vs 953) (figura 2). Crescono anche i casi attualmente positivi (1.274.388 vs 1.266.878), le persone in isolamento domiciliare (1.263.671 vs 1.256.651) e i ricoveri con sintomi (10.246 vs 9.740), mentre diminuiscono i pazienti in terapia intensiva (471 vs 487) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 1.049 (+10,1%), di cui 104 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -16 (-3,3%)
- Ricoverati con sintomi: +506 (+5,2%)
- Isolamento domiciliare: +7.020 (+0,6%)
- Nuovi casi: 469.479 (-6,9%)
- Casi attualmente positivi: +7.510 (+0,6%)
Nuovi casi. «Dopo la stabilizzazione della scorsa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i nuovi casi settimanali si attestano a quota 469 mila, con una riduzione del 6,9% e una media mobile a 7 giorni che scende intorno ai 68 mila casi. Rimane tuttavia molto difficile fare previsioni, sia per l’eterogeneità delle situazioni regionali, sia perché in alcune grandi Regioni del Nord iniziano ad intravedersi segnali di risalita» (figura 4). Infatti, nella settimana 30 marzo-5 aprile si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in 4 Regioni (dal +1,3% del Veneto al +10,4% dell’Emilia-Romagna) e un decremento in 17 (dal -1,3% della Lombardia al -18,2% dell’Umbria) (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in 38 Province i nuovi casi registrano un incremento percentuale, in 69 una diminuzione. Scendono da 34 a 21 le Province con incidenza superiore a 1.000 casi per 100.000 abitanti: Avellino (1.374), Lecce (1.342), Messina (1.256), Teramo (1.250), Bari (1.200), Ascoli Piceno (1.174), Potenza (1.166), Brindisi (1.145), Benevento (1.130), Perugia (1.115), Reggio di Calabria (1.104), Chieti (1.084), Vibo Valentia (1.083), Fermo (1.080), Padova (1.069), Frosinone (1.057), Ancona (1.048), Crotone (1.040), Latina (1.031), Rieti (1.031) e Taranto (1.018) (tabella 2).
Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-4,7%): da 3.323.770 della settimana 23-29 marzo a 3.167.782 della settimana 30 marzo-5 aprile. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 4,3% (-113.175) mentre quelli molecolari del 6,1% (-42.813) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi rimane sostanzialmente stabile: dal 13,4% al 13,6% per i tamponi molecolari e dal 15,7% al 15,5% per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – torna a scendere il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID in terapia intensiva (-3,3%), mentre continuano ad aumentare, seppur in misura minore rispetto alla scorsa settimana, quelli in area medica (+5,2%)». Al 5 aprile il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID rimane sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente: 15,8% in area medica e 5% in area critica. 14 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con l’Umbria che arriva al 42,4%; Calabria e Sardegna superano la soglia del 10% in terapia intensiva (figura 7). «In lieve aumento – puntualizza Mosti – il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni si attesta infatti a 50 ingressi/die rispetto ai 45 della settimana precedente» (figura 8).
«È importante rilevare – commenta Cartabellotta – che il quadro dei pazienti ospedalizzati è notevolmente mutato negli ultimi 6 mesi, sia per effetto delle coperture vaccinali e relativi booster, sia per la progressiva sostituzione della variante delta con quella omicron, più contagiosa, ma meno severa». In particolare, se a fine ottobre veniva ricoverato il 3,22% degli attualmente positivi in area medica e lo 0,47% in terapia intensiva, oggi queste percentuali sono crollate rispettivamente allo 0,78% ed allo 0,04%. Inoltre, se il recente rialzo dei casi ha determinato in tre settimane un incremento di oltre 2.000 posti letto in area medica, in area critica al momento si osserva un plateau. «Questo dimostra che si è ridotto in maniera rilevante il numero di pazienti COVID-19 ospedalizzati per polmonite severa che richiedono un ricovero in terapia intensiva – continua il Presidente – mentre vengono ospedalizzati soprattutto anziani con patologie multiple che possono essere assistiti nei reparti ordinari».
Decessi. Dopo la stabilizzazione della scorsa settimana torna a crescere il numero dei decessi: 1.049 negli ultimi 7 giorni (di cui 104 riferiti a periodi precedenti), con una media di 150 al giorno rispetto ai 136 della settimana precedente. «Il numero dei decessi che non accenna a scendere – sottolinea Cartabellotta – merita una particolare attenzione: infatti, accanto a fattori epidemiologici non modificabili (età avanzata, comorbidità), esistono determinanti legate al calo dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave e al sottoutilizzo dei farmaci antivirali su cui, invece, è possibile intervenire».
Secondo quanto riportato dall’ultimo Report dell’Istituto Superiore di Sanità, infatti, si sono verificati 3.798 decessi di persone che hanno ricevuto una diagnosi di COVID-19 nel periodo 4 febbraio-6 marzo 2022. Il tasso di mortalità per 100.000 persone, calcolato sulla popolazione per status vaccinale al 19 febbraio, è nettamente più elevato per i non vaccinati e decresce progressivamente per i vaccinati con ciclo incompleto, per quelli con ciclo completo da almeno 120 giorni, per quelli con ciclo completo da meno di 120 giorni e per quelli con ciclo completo più booster. I dati dimostrano la straordinaria efficacia del vaccino nel ridurre il tasso di mortalità a partire dagli over 40 e in particolare nella fascia 60-79 (3,4 vs 41,8) e negli over 80 (32,9 vs 470,8). «Per dirla con altre parole – spiega il Presidente – il tasso di mortalità nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con dose booster è superiore di 14,3 volte negli over 80, di 12,3 volte nella fascia 60-79 e di 8 volte nella fascia 40-59».
Guardando ai numeri assoluti, tra le persone vaccinate con ciclo completo più booster che hanno avuto una diagnosi di COVID-19 - nel periodo 4 febbraio-6 marzo 2022 - si sono registrati 1.688 decessi (44,4% del totale), di cui 369 nella fascia 70-79 e 1.272 tra gli over 80. Tenendo conto che al 19 febbraio circa 600 mila over 80 avevano ricevuto il booster da oltre 120 giorni è verosimile che un’ulteriore determinante dell’elevato numero di decessi sia rappresentata dal progressivo declino dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave anche nelle persone che hanno fatto il richiamo. «In attesa che le autorità regolatorie si pronuncino sull’estensione della quarta dose – spiega Cartabellotta – dal punto di vista organizzativo bisogna iniziare a considerare che, al 31 maggio, gli over 70 che avranno ricevuto il booster da oltre 120 giorni saranno 8,8 milioni, di cui 3,8 milioni di ultraottantenni e quasi 5 milioni nella fascia 70-79».
Oltre al declino della copertura data del booster, un’ulteriore determinante di ospedalizzazioni e decessi può essere identificata nel sottoutilizzo dei farmaci antivirali. Infatti, come riportato dal Report AIFA Monitoraggio Antivirali per COVID-19 del 25 marzo 2022, dei trattamenti antivirali disponibili per pazienti non ospedalizzati sono state avviate 4.052 terapie con Paxlovid (in 42 giorni), 12.149 con Molnupiravir (in 83 giorni) e 5.100 con Remdesivir (in 83 giorni). Numeri troppo esigui, rispetto alle indicazioni di questi farmaci, raccomandati per tutti “gli adulti non ospedalizzati per COVID-19 e non in ossigeno-terapia per COVID-19 con insorgenza di sintomi da non oltre 7 giorni e in presenza di condizioni cliniche predisponenti che rappresentino dei fattori di rischio per lo sviluppo di COVID-19 grave”. «Il sottoutilizzo di questi farmaci – sottolinea Cartabellotta – è da imputare alla mancata abilitazione dei medici di famiglia alla loro prescrizione, oltre che all’erogazione esclusiva nelle farmacie ospedaliere e non in quelle territoriali. Considerato che l’accordo 2022 per la fornitura di Paxlovid ammonta a 600 mila trattamenti completi (per un totale di 400 milioni di euro), in assenza di un adeguato modello organizzativo in grado di garantire la necessaria tempestività della prescrizione, si rischia concretamente che le scorte rimangano inutilizzate come già accaduto per gli anticorpi monoclonali».
Vaccini: somministrazioni. Al 6 aprile (aggiornamento ore 06.17) l’85,6% della popolazione (n. 50.734.581) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+11.173 rispetto alla settimana precedente) e l’84% (n. 49.778.737) ha completato il ciclo vaccinale (+33.970 rispetto alla settimana precedente) (figura 9).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,4% degli over 80 al 37,5% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto il 89%, nella fascia 70-79 il 87,9% e in quella 60-69 anni il 84,8% (figura 10).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 30 marzo-5 aprile si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 9.553 rispetto ai 14.782 della settimana precedente (-35,4%). Di questi il 25,9% è rappresentato dalla fascia 5-11: 2.479, con un calo del 32,1% rispetto alla settimana precedente. Scende ancora tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 2.049 (-34,8% rispetto alla settimana precedente) (figure 11 e 12).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 6 aprile sono ancora 6,93 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,58 milioni protette solo temporaneamente in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni (figura 13). Di conseguenza, le persone attualmente vaccinabili sono circa 4,35 milioni, un dato che continua a non tener conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 6 aprile (aggiornamento ore 06.17) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.434.653 dosi: 1.377.309 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.240.338 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 37,5% con nette differenze regionali (dal 20,3% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,8% della Puglia) (figura 14).
Vaccini: terza dose. Al 6 aprile (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate 38.938.828 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 22.484 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 46.653.548), aggiornata al 1° aprile, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,5% con nette differenze regionali: dal 78,2% della Sicilia all’87,3% della Valle D'Aosta (figura 15). Dei 7,71 milioni di persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster, 2,55 milioni potrebbero riceverla subito, mentre 5,16 milioni di guariti da meno di 120 giorni non sono candidati a riceverla nell’immediato (figura 16).
Vaccini: quarta dose. Al 6 aprile (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate 64.792 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è dell’8,2% con nette differenze regionali: dallo 0,8% del Molise al 36,7% del Piemonte (figura 17). «Restano del tutto ingiustificate – chiosa Cartabellotta – le esigue coperture e le eterogeneità regionali, tenendo conto che i pazienti immunodepressi che necessitano della quarta dose a completamento del ciclo sono noti alle ASL e raggiungibili tramite chiamata attiva».
«Tutti i dati confermano che la campagna vaccinale si è ormai fermata – sottolinea il Presidente – nonostante 4,35 milioni di persone vaccinabili con prima dose e 2,55 milioni con dose booster. I tassi di copertura vaccinale, infatti, nell’ultimo mese hanno registrato incrementi davvero esigui». Tra il 6 marzo e il 5 aprile le coperture con almeno una dose segnano un esiguo +0,1 passando da 85,5% a 85,6%; quelle con ciclo completo sono cresciute di soli 0,4 punti percentuali passando da 83,6% a 84%. Anche le coperture delle terze e quarte dosi procedono a rilento con incrementi pari rispettivamente a 2,4 e 6,3 punti percentuali (rispettivamente 81,1% vs 83,5% e 1,9% vs 8,2%) nonostante l’inizio più tardivo e l’estesa platea vaccinabile.
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che:
- l’efficacia sulla diagnosi è sostanzialmente stabile dal 48,8% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 47,2% per i vaccinati da più di 120 giorni e sale al 68% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa è sostanzialmente stabile dal 73% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 75,2% per i vaccinati da più di 120 giorni e sale al 91,1% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 31,5-65,9%), ma soprattutto di malattia grave (del 55-86,4% per ricoveri ordinari; del 67,7-88,9% per le terapie intensive) e decesso (del 54,8-91,4%) (figura 18).
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
31 marzo 2022
Coronavirus: 500 mila nuovi casi nell’ultima settimana, ma la curva non sale più. In 7 giorni aumentano ricoveri (+8,6%) e terapie intensive (+7%). Arranca campagna vaccinale: in un mese i cicli completi passano da 83,3% a 83,9% e terze dosi da 80,4% a 83,2%. Quarta dose: ragionevole dare il via libera agli over 80. Fine stato di emergenza sotto il segno di un ‘elevata circolazione virale: le raccomandazioni GIMBE
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 23-29 MARZO, UNA SOSTANZIALE STABILITÀ DEI NUOVI CASI (504.487). SCENDONO A 34 LE PROVINCE CON INCIDENZA SUPERIORE A 1.000 CASI PER 100.000 ABITANTI. AUMENTA L’OCCUPAZIONE DEI POSTI LETTO COVID IN AREA MEDICA (+771) E SI INVERTE LA TENDENZA IN TERAPIA INTENSIVA (+32), STABILI I DECESSI (953). FERME LE PERCENTUALI DI POPOLAZIONE VACCINATA CON ALMENO UNA DOSE (85,6%) E CON CICLO COMPLETO (83,9%). 6,94 MILIONI DI NON VACCINATI, DI CUI 2,51 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE E 4,43 MILIONI ATTUALMENTE VACCINABILI. TASSO DI COPERTURA TERZE DOSI ALL’83,2% E SOLO 58.545 QUARTE DOSI SOMMINISTRATE AGLI IMMUNOCOMPROMESSI (7%). EVIDENZE SCIENTIFICHE FRAMMENTATE SU EFFICACIA DELLA QUARTA DOSE DI VACCINO LASCIANO INTRAVEDERE EFFETTO PROTETTIVO SU MALATTIA GRAVE NEGLI OVER 80. DALLA FONDAZIONE GIMBE 10 RACCOMANDAZIONI PER LA CONVIVENZA CON SARS-COV-2 DOPO IL 31 MARZO 2022.
31 marzo 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 23-29 marzo 2022, rispetto alla precedente, una sostanziale stabilità dei nuovi casi (504.487 vs 502.773) (figura 1) e dei decessi (953 vs 924) (figura 2). In aumento i casi attualmente positivi (1.266.878 vs 1.200.607), le persone in isolamento domiciliare (1.256.651 vs 1.191.183), i ricoveri con sintomi (9.740 vs 8.969) e le terapie intensive (487 vs 455) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 953 (+3,1%), di cui 64 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +32 (+7%)
- Ricoverati con sintomi: +771 (+8,6%)
- Isolamento domiciliare: +65.468 (+5,5%)
- Nuovi casi: 504.487 (+0,3%)
- Casi attualmente positivi: +66.271 (+5,5%)
Nuovi casi. «Dopo due settimane di netto incremento – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i nuovi casi settimanali sembrano essersi stabilizzati intorno a quota 500 mila, con un incremento dello 0,3% e una media mobile a 7 giorni che rimane ferma intorno ai 72 mila casi. Tuttavia in questo momento è difficile fare previsioni, sia per l’eterogenea situazione a livello regionale, sia perché nelle grandi Regioni del Nord, dove risiede oltre un terzo della popolazione italiana, non si vedono al momento segnali di consistente circolazione virale» (figura 4). Infatti, nella settimana 23-29 marzo si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in 10 Regioni e un decremento in 11: dal +17,8% della Provincia Autonoma di Trento al -16% dell’Umbria (tabella 1). In 55 Province si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente, in 52 un decremento. Scendono da 38 a 34 le Province con incidenza superiore a 1.000 casi per 100.000 abitanti: Lecce (1.774), Avellino (1.457), Perugia (1.372), Reggio di Calabria (1.354), Messina (1.353), Crotone (1.351), Teramo (1.321), Ascoli Piceno (1.313), Bari (1.308), Rieti (1.303), Benevento (1.272), Potenza (1.241), Fermo (1.226), Brindisi (1.190), Lucca (1.172), Terni (1.162), Latina (1.133), Massa Carrara (1.128), Grosseto (1.113), Chieti (1.113), L'Aquila (1.106), Frosinone (1.103), Siena (1.090), Ancona (1.087), Padova (1.076), Taranto (1.073), Vibo Valentia (1.064), Foggia (1.057), Caserta (1.050), Livorno (1.047), Agrigento (1.044), Arezzo (1.019), Salerno (1.011) e Matera (1.004) (tabella 2).
Testing. Si registra un lieve aumento del numero dei tamponi totali (+3,2%): da 3.220.105 della settimana 16-22 marzo 2022 a 3.323.770 della settimana 23-29 marzo 2022. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 4,1% (+104.158) mentre quelli molecolari sono diminuiti dello 0,1% (-493) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari è stabile al 13,4%, mentre quella degli antigenici rapidi si riduce dal 16,2% al 15,7% (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si rileva un’inversione di tendenza nei posti letto occupati da pazienti COVID in terapia intensiva (+7%) e prosegue l’incremento dei ricoveri in area medica (+8,6%)». In particolare, in area critica dal minimo di 447 il 24 marzo i posti letto occupati sono risaliti a 487 il 29 marzo; in area medica, invece, dopo aver toccato il minimo di 8.234 il 12 marzo, sono risaliti a quota 9.740 il 29 marzo (figura 7). Al 29 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 15% in area medica e del 5% in area critica, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. 13 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Regione Calabria che arriva a toccare quota 34,1%; Calabria e Sardegna superano la soglia del 10% in terapia intensiva (figura 8). «Di fatto stabile – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni si attesta infatti a 45 ingressi/die rispetto ai 42 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Dopo sei settimane consecutive si arresta il caso dei decessi: 953 negli ultimi 7 giorni (di cui 64 riferiti a periodi precedenti), con una media di 136 al giorno rispetto ai 132 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 30 marzo (aggiornamento ore 06.18) l’85,6% della popolazione (n. 50.723.408) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+20.976 rispetto alla settimana precedente) e l’83,9% (n. 49.744.767) ha completato il ciclo vaccinale (+56.309 rispetto alla settimana precedente) (figura 10). In ulteriore calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 302.123), con una media mobile a 7 giorni di 43.160 somministrazioni/die: si riducono del 14,1% le terze dosi (n. 233.722) e del 21,9% i nuovi vaccinati (n. 14.697) (figura 11).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,4% degli over 80 al 37,4% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’88,9%, nella fascia 70-79 l’87,8% e in quella 60-69 anni l’84,6% (figura 12).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 23-29 marzo si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 14.697 rispetto ai 18.830 della settimana precedente (-21,9%). Di questi il 24,8% è rappresentato dalla fascia 5-11: 3.642, con un calo dell’8,5% rispetto alla settimana precedente. Scende ancora tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati, attestandosi a quota 3.105 (-24,8% rispetto alla settimana precedente) (figure 13 e 14).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 30 marzo sono ancora 6,94 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,51 milioni protette solo temporaneamente in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni (figura 15). Di conseguenza, le persone attualmente vaccinabili sono circa 4,43 milioni, un dato che continua a non tener conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 30 marzo (aggiornamento ore 06.18) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.427.922 dosi: 1.374.769 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.234.648 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 37,4% con nette differenze regionali (dal 20,3% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,7% della Puglia) (figura 16).
Vaccini: terza dose. Al 30 marzo (aggiornamento ore 06.18) sono state somministrate 38.778.598 terze dosi, con una media mobile a 7 giorni di 33.389 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 46.621.748), aggiornata al 29 marzo, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,2% con nette differenze regionali: dal 77,8% della Sicilia all’86,8% della Valle D’Aosta (figura 17). Delle 7.843.150 persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster, 2,86 milioni potrebbero riceverla subito, mentre 4,98 milioni di guariti da meno di 120 giorni non sono candidati a riceverla nell’immediato (figura 18).
Vaccini: quarta dose. Al 30 marzo (aggiornamento ore 06.18) sono state somministrate 58.545 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 7,4% con nette differenze regionali: dallo 0,7% del Molise al 34,5% del Piemonte (figura 19). «Ad un mese dal via libera per le persone immunodepresse che necessitano di una quarta dose per completare il loro ciclo vaccinale – chiosa Cartabellotta – l’esigua copertura raggiunta e le differenze regionali sono del tutto ingiustificabili, tenendo conto che si tratta di una platea ben definita, composta di persone note alle ASL di appartenenza e raggiungibili tramite chiamata attiva».
Relativamente all’estensione della platea, il 24 marzo l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha ritenuto necessario attendere ulteriori evidenze scientifiche prima di autorizzare la seconda dose booster in nuove categorie di soggetti. Intanto il 29 marzo la Food and Drug Administration (FDA) ha autorizzato la quarta dose di vaccino, oltre che per le persone immunocompromesse, per tutti gli over 50 che hanno ricevuto il booster da almeno 4 mesi. «Allo stato attuale – spiega il Presidente – le evidenze scientifiche sull’efficacia della quarta dose di vaccino sono frammentate e limitate, ma sembrano mostrare un effetto protettivo nei confronti della malattia grave nelle persone più anziane. Ecco perché, indipendentemente dalla necessità condivisa dai ministri europei per la salute di pervenire ad una proposta univoca per tutti i Paesi, visto l’elevato numero di decessi tra gli over 80 vaccinati con booster è ragionevole dare in Italia il via libera alla somministrazione della quarta dose negli ultraottantenni, in una fase dove coincidono elevata circolazione virale e calo delle coperture vaccinali nei confronti della malattia grave».
«Tutti i dati – sottolinea Cartabellotta – confermano che la campagna vaccinale è ormai al palo nonostante oltre 4,4 milioni di persone vaccinabili con prima dose e 2,8 milioni con dose booster. I tassi di copertura vaccinale, infatti, nell’ultimo mese hanno registrato incrementi davvero esigui». Le coperture con almeno una dose segnano un misero +0,2 passando da 85,4% a 85,6%; quelle con ciclo completo sono cresciute di soli 0,6 punti percentuali passando da 83,3% a 83,9%. Anche le coperture delle terze e quarte dosi procedono a rilento con, rispettivamente, incrementi pari a 2,8 e 7,3 punti percentuali (rispettivamente 80,4% vs 83,2% e 0,1% vs 7,4%) nonostante l’inizio più tardivo e l’estesa platea vaccinabile (tabella 3).
Tabella 3. Tassi di copertura vaccinale
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale nei confronti della diagnosi a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 50,4% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 47,5% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 70% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa, aumenta dal 73,2% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 75,6% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire ancora al 91,3% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 41,4-69,1%), ma soprattutto di malattia grave (del 59,1-87,5% per ricoveri ordinari; del 73,8-90,4% per le terapie intensive) e decesso (del 67-91,2%) (figura 21).
«Ormai da tempo – conclude Cartabellotta – le narrative della politica e le percezioni della popolazione tendono a identificare la scadenza dello stato di emergenza con la fine della pandemia, che ovviamente non può coincidere con una scadenza burocratica. Infatti, complice l’incauto calo di attenzione che ha portato allo stallo della campagna vaccinale e all’allentamento delle precauzioni individuali, al 30 marzo si registrano più di 500 mila nuovi casi in 7 giorni con oltre 1,26 milioni di casi positivi in due settimane hanno determinato un aumento di oltre 1.500 posti in area medica e invertito il trend delle terapie intensive. Con quasi mille decessi a settimana. Ecco perché, bisogna guardare al prossimo futuro con ottimismo e fiducia, ma anche con prudenza e responsabilità, viste le incertezze su possibili nuove varianti e durata della copertura vaccinale. Dal canto suo, la Fondazione GIMBE - che continuerà a pubblicare il monitoraggio settimanale anche dopo il 31 marzo - formula alcune raccomandazioni per la convivenza con il SARS-CoV-2, al fine di garantire un’estate più tranquilla possibile, e soprattutto di arrivare preparati alla prossima stagione autunno-inverno».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
24 marzo 2022
Coronavirus: mezzo milione di nuovi casi in una settimana (+32,4%), il contagio corre al sud (+42,2%). Aumentano i ricoveri ordinari (+42,2%). Aumentano i ricoveri ordinari (+5,9%), frena la discesa delle terapie intensive. Campagna vaccinale al palo: serve una forte spinta per non compromettere roadmap riaperture
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 16-22 MARZO, UN NETTO INCREMENTO DEI NUOVI CASI (502.773). 38 LE PROVINCE CON INCIDENZA SUPERIORE A 1.000 CASI PER 100.000 ABITANTI. IL MAGGIOR INCREMENTO SI REGISTRA AL SUD MENTRE NORD-OVEST, NORD-EST E CENTRO SI ATTESTA AL 30% E NELLE ISOLE AL 17,7%. SALGONO I RICOVERI IN AREA MEDICA (+496) E CALANO, ANCHE SE IN MISURA MINORE RISPETTO ALLA SCORSA SETTIMANA, I RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA (-47). DIMINUISCONO I DECESSI (924). DI FATTO FERME LE PERCENTUALI DI POPOLAZIONE VACCINATA CON ALMENO UNA DOSE (85,6%) E CON CICLO COMPLETO (83,9%). 6,96 MILIONI DI NON VACCINATI, DI CUI 2,35 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE E 4,51 ATTUALMENTE VACCINABILI. TASSO DI COPERTURA TERZE DOSI ALL’84% E SOLO 47.794 QUARTE DOSI SOMMINISTRATE AGLI IMMUNOCOMPROMESSI. PER CONTENERE GLI EFFETTI DELL’AUMENTATA CIRCOLAZIONE VIRALE INCREMENTARE COPERTURE VACCINALI E TERZE DOSI, IN PARTICOLARE NEGLI OVER 50, E LE QUARTE DOSI NEGLI IMMUNODEPRESSI.
24 marzo 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 16-22 marzo 2022, rispetto alla precedente, un ulteriore aumento di nuovi casi (502.773 vs 379.792) (figura 1) e una lieve diminuzione dei decessi (924 vs 976) (figura 2). In aumento anche i casi attualmente positivi (1.200.607 vs 1.036.124), le persone in isolamento domiciliare (1.191.183 vs 1.027.149), i ricoveri con sintomi (8.969 vs 8.473); in calo le terapie intensive (455 vs 502) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 924 (-5,3%), di cui 83 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -47 (-9,4%)
- Ricoverati con sintomi: +496 (+5,9%)
- Isolamento domiciliare: +164.034 (+16%)
- Nuovi casi: 502.773 (+32,4%)
- Casi attualmente positivi: +164.483 (+15,9%)
Nuovi casi. «Per la seconda settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – sono in netto aumento i nuovi casi settimanali, che salgono intorno a quota 500 mila, con un incremento del 32,4% e una media mobile a 7 giorni che passa da circa 54 mila casi del 15 marzo a quasi 72 mila il 22 marzo (+24,4%)» (figura 4).
Nella settimana 16-22 marzo si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in tutte le Regioni: dal +51,6% della Puglia al +17,1% dell’Umbria. Fa eccezione la Provincia Autonoma di Bolzano, sostanzialmente stabile (-0,6%) (tabella 1). L’incremento più rilevante rispetto alla settimana precedente si registra nelle Regioni del Sud (+42,2%), mentre quello minore riguarda le isole (+17,7%). Nelle Regioni del nord-ovest, del nord-est e del centro i valori si attestano intorno al 30%: rispettivamente +33,3%, +31,9% e +29,7%.
In tutte le Province, eccetto la Provincia Autonoma di Bolzano, si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. Salgono da 17 a 38 le Province con incidenza superiore a 1.000 casi per 100.000 abitanti: Lecce (2.062), Messina (1.629), Perugia (1.587), Terni (1.507), Fermo (1.474), Avellino (1.458), Crotone (1.395), Agrigento (1.390), Ascoli Piceno (1.382), Reggio di Calabria (1.382), Vibo Valentia (1.375), Siena (1.373), Grosseto (1.338), Rieti (1.336), Teramo (1.313), Lucca (1.298), Bari (1.281), Ragusa (1.248), Benevento (1.244), Brindisi (1.242), Caltanissetta (1.224), Latina (1.178), Matera (1.177), Frosinone (1.172), Sassari (1.133), Ancona (1.130), Potenza (1.111), Oristano (1.109), Macerata (1.105), Massa Carrara (1.080), Livorno (1.078), Arezzo (1.073), L'Aquila (1.064), Caserta (1.062), Foggia (1.055), Trapani (1.035), Enna (1.020) e Viterbo (1.001) (tabella 2).
Testing. Si registra un netto aumento del numero dei tamponi totali (+12,9%): da 2.852.637 della settimana 9-15 marzo a 3.220.105 della settimana 16-22 marzo. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 15,9% (+345.935) e quelli molecolari del 3,2% (+21.533) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari sale dall’11,3% al 13,4%, mentre quella degli antigenici rapidi dal 13,9% al 16,3% (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si rileva un’ulteriore riduzione dei posti letto occupati da pazienti COVID in terapia intensiva (-9,4%), mentre l’incremento dei nuovi casi ha determinato un’inversione di tendenza nei ricoveri in area medica (+5,9%)». In particolare, in area critica dal picco di 1.717 del 17 gennaio i ricoveri sono scesi a 455 il 22 marzo; in area medica, invece, dopo aver toccato il minimo di 8.234 il 12 marzo, sono risaliti a quota 8.969 il 22 marzo (figura 7). Al 22 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 13,8% in area medica e del 4,8% in area critica. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria superano la soglia del 15% in area medica, con la Regione Calabria che tocca quota 34%; nessuna Regione va oltre la soglia del 10% in terapia intensiva (figura 8). «Stabile rispetto alla scorsa settimana – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni si attesta infatti a 42 ingressi/die rispetto ai 41 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Diminuiscono ancora i decessi, anche se in misura minore rispetto alle settimane precedenti: 924 negli ultimi 7 giorni (di cui 83 riferiti a periodi precedenti), con una media di 132 al giorno rispetto ai 139 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 23 marzo (aggiornamento ore 06.18) l’85,6% della popolazione (n. 50.702.432) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+17.006 rispetto alla settimana precedente) e l’83,9% (n. 49.688.458) ha completato il ciclo vaccinale (+60.028 rispetto alla settimana precedente) (figura 10). In ulteriore calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 352.744), con una media mobile a 7 giorni di 50.392 somministrazioni/die: si riducono del 16,3% le terze dosi (n. 269.988) e del 23,4% i nuovi vaccinati (n. 18.296) (figura 11).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,4% degli over 80 al 37,3% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’88,8%, nella fascia 70-79 l’87,6% e in quella 60-69 anni l’84,4% (figura 12).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 16-22 marzo si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 18.296 rispetto ai 23.895 della settimana precedente (-23,4%). Di questi il 21,4% è rappresentato dalla fascia 5-11: 3.907, con un calo del 16,6% rispetto alla settimana precedente. Nonostante l’obbligo vaccinale e l’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ancora, attestandosi a quota 4.031 (-37,9% rispetto alla settimana precedente) (figure 13 e 14).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 23 marzo sono ancora 6,96 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,45 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni (figura 15). Di conseguenza, le persone attualmente vaccinabili sono circa 4,51 milioni, un dato che non tiene conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 23 marzo (aggiornamento ore 06.18) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.417.151 dosi: 1.370.966 bambini hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.225.734 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 37,3% con nette differenze regionali (dal 20,2% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,7% della Puglia) (figura 16).
Vaccini: terza dose. Al 23 marzo (aggiornamento ore 06.18) sono state somministrate 38.540.037 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 38.570 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 45.878.964), aggiornata al 18 marzo, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’84% con nette differenze regionali: dal 78,7% della Sicilia all’87,9% della Valle D’Aosta (figura 17). Delle 7.338.927 persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster, 2,53 milioni potrebbero riceverla subito, mentre gli oltre 4,8 milioni di guariti da meno di 120 giorni non sono candidati a riceverla nell’immediato (figura 18).
Vaccini: quarta dose. Al 23 marzo (aggiornamento ore 06.18) sono state somministrate 47.794 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 6% con nette differenze regionali: dallo 0,5% della Calabria al 30,4% del Piemonte. Ad oggi in Italia la quarta dose di vaccino è autorizzata solo per le persone immunocompromesse: per la popolazione generale al momento non ci sono evidenze per raccomandare, o meno, un’ulteriore dose di richiamo ma non è escluso che, nell’ambito della seduta odierna della Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), potrà essere stabilito un ampliamento della platea, includendo persone anziane e fragili. Le evidenze scientifiche disponibili sono, al momento, preliminari. In particolare, i risultati di uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine non depongono a favore della somministrazione di una quarta dose in soggetti giovani e sani a causa di una bassa efficacia nei confronti delle infezioni sintomatiche. Per la popolazione over 60 sono disponibili dati pre-print di uno studio israeliano: l’effetto protettivo della quarta dose sembra manifestarsi soprattutto nelle persone più anziane, in particolare over 80, mentre appare modesto nella fascia 70-79 anni ed esiguo in quella 60-69.
«Tutti i dati dimostrano che la campagna vaccinale è ormai in una fase di stallo – sottolinea Cartabellotta – nonostante vi siano attualmente oltre 4,5 milioni di persone vaccinabili con prima dose e 2,5 milioni con dose booster. I tassi di copertura vaccinali, infatti, nell’ultimo mese hanno registrato incrementi davvero esigui. Le coperture con almeno una dose segnano un misero +0,2 passando da 85,4% a 85,6%; quelle con ciclo completo sono cresciute di un solo punto percentuale passando da 82,9% a 83,9%). Anche le coperture delle terze e quarte dosi procedono a rilento con, rispettivamente, incrementi pari a 3,5 e 6 punti percentuali (rispettivamente 80,5% vs 84% e 0% vs 6%) nonostante l’inizio più tardivo e la considerevole platea vaccinabile» (Tabella 3).
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità, relativi al solo periodo di prevalenza della variante omicron (a partire dal 3 gennaio 2022), dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 52% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 47,8% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 72% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa, invece, sale progressivamente dal 73,3% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 76% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire ancora al 91,5% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 51,1-73,2%), ma soprattutto di malattia grave (del 62,1-88,3% per ricoveri ordinari; del 76,6-91,6% per le terapie intensive) e decesso (del 67,7-91%) (figura 20).
«I dati - conclude Cartabellotta – indicano che siamo in una fase di netta ripresa della circolazione virale, seppur eterogenea nelle varie aree del Paese: oltre 1,2 milioni di persone attualmente positive, una media di quasi 72 mila nuovi casi al giorno e un tasso di positività che ha raggiunto il 15,2%. L’aumento dei contagi si riflette sull’incremento dei ricoveri in area medica e frena la discesa di terapie intensive e decessi. Per evitare che il rialzo dei casi dia il via ad una quinta ondata il cui impatto sui servizi ospedalieri potrebbe compromettere la roadmap prevista dal decreto riaperture, è indispensabile imprimere una nuova spinta alla campagna vaccinale in stallo ormai da tempo: aumentare coperture vaccinali e terze dosi, in particolare negli over 50, e accelerare con le quarte dosi negli immunodepressi. E ovviamente prestare la massima attenzione ai comportamenti individuali, in particolare continuando ad utilizzare le mascherine al chiuso».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
17 marzo 2022
Coronavirus: la curva dei contagi punta in alto (+36% in 7 giorni), 17 Province con oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti. Frena la discesa dei ricoveri in area medica (-3,5%), rimane stabile quella di terapie intensive (-16,4%) e decessi (-18,7%). Campagna vaccinale in stallo nonostante quasi 4,6 milioni di vaccinabili con prima dose e 2,9 con booster. Monito al governo: allentare le misure sulla base di evidenze scientifiche, non per spirito di emulazione di altri Paesi
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 9-15 MARZO, UN INCREMENTO DEI NUOVI CASI (+379.792) A FRONTE DI UN LIEVE AUMENTO DEI TAMPONI (+8,4%). SALGONO A 66 LE PROVINCE CON INCIDENZA SUPERIORE A 500 CASI PER 100.000 ABITANTI. CALANO I RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA (-90), IN AREA MEDICA (-303) E I DECESSI (976). NON CRESCONO LE PERCENTUALI DI POPOLAZIONE VACCINATA CON ALMENO UNA DOSE (85,6%) E CON CICLO COMPLETO (83,8%). 6,98 MILIONI DI NON VACCINATI, DI CUI 2,39 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. TASSO DI COPERTURA TERZE DOSI ALL’83,5%, CON NETTE DIFFERENZE REGIONALI, MENTRE SONO 35.390 LE QUARTE DOSI SOMMINISTRATE AGLI IMMUNOCOMPROMESSI. DA GIMBE RACCOMANDAZIONI BASATE SULLE EVIDENZE SCIENTIFICHE PER L’ABOLIZIONE DI GREEN PASS E OBBLIGO MASCHERINE.
17 marzo 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 9-15 marzo 2022, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (379.792 vs 279.555) (figura 1) e una diminuzione dei decessi (976 vs 1.201) (figura 2). In aumento anche i casi attualmente positivi (1.036.124 vs 1.011.521) e le persone in isolamento domiciliare (1.027.149 vs 1.002.153), mentre sono in calo i ricoveri con sintomi (8.473 vs 8.776) e le terapie intensive (502 vs 592) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 976 (-18,7%), di cui 79 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -90 (-15,2%)
- Ricoverati con sintomi: -303 (-3,5%)
- Isolamento domiciliare: +24.996 (+2,5%)
- Nuovi casi: 379.792 (+35,9%)
- Casi attualmente positivi: +24.603 (+2,4%)
Nuovi casi. «Dopo cinque settimane di calo e l’arresto della discesa la scorsa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si inverte nettamente la curva dei nuovi casi settimanali, che si attestano intorno a quota 379 mila, con un incremento del 35,9% e una media mobile a 7 giorni che sale da circa 40 mila casi dell’8 marzo ad oltre 54 mila il 15 marzo (+30,3). Un’ inversione di tendenza che riconosce diverse cause: dal rilassamento della popolazione alla diffusione della più contagiosa variante Omicron BA.2, dal calo della protezione vaccinale nei confronti dell’infezione alla persistenza di basse temperature che costringono ad attività al chiuso» (figura 4).
Nella settimana 9-15 marzo si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in tutte le Regioni ad eccezione della Valle D’Aosta: dal +70% dell’Umbria al +3% del Molise (tabella 1). In tutte le Province tranne Isernia ed Aosta si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. Salgono da 48 a 66 le Province con incidenza superiore a 500 casi per 100.000 abitanti, di cui ben 17 superano quota 1.000 casi per 100.000 abitanti: Lecce (1.423), Perugia (1.362), Crotone (1.290), Terni (1.262), Agrigento (1.260), Reggio di Calabria (1.170), Siena (1.135), Ragusa (1.123), Grosseto (1.088), Vibo Valentia (1.059), Ascoli Piceno (1.056), Oristano (1.035), Sassari (1.034), Fermo (1.030), Trapani (1.025), Messina (1.009), Lucca (1.004), Matera (965), Arezzo (943), Rieti (938), Frosinone (904), Benevento (872), Latina (871), Palermo (871), Avellino (865), Caltanissetta (856), Cosenza (848), Macerata (837), Livorno (833), Ancona (830), Siracusa (826), Teramo (799), Massa Carrara (799), Bari (789), L'Aquila (780), Bolzano (777), Caserta (774), Venezia (771), Enna (770), Viterbo (762), Roma (749), Brindisi (737), Potenza (736), Foggia (733), Cagliari (733), Padova (728), Pisa (714), Taranto (696), Campobasso (693), Chieti (671), Barletta-Andria-Trani (665), Salerno (659), Pescara (628), Vicenza (599), La Spezia (596), Genova (588), Catanzaro (583), Sud Sardegna (576), Trieste (563), Rovigo (557), Firenze (552), Pesaro e Urbino (544), Napoli (543), Treviso (528), Catania (512) e Isernia (503) (tabella 2).
Testing. Dopo 7 settimane di calo, si registra un lieve aumento del numero dei tamponi totali (+8,4%): da 2.632.634 della settimana 2-8 marzo 2022 a 2.852.637 della settimana 9-15 marzo 2022. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 9,9% (+196.780) e quelli molecolari del 3,6% (+23.223) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari sale dal 9,6% all’11,4%, mentre quella degli antigenici rapidi dall’11,0% al 14% (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si rileva un’ulteriore riduzione dei posti letto occupati da pazienti COVID in terapia intensiva (-15,2%), mentre l’incremento del numero di nuovi casi frena la discesa di quelli in area medica (-3,5%)». In particolare, in area critica dal picco di 1.717 del 17 gennaio i ricoveri scendono a 502 il 15 marzo; in area medica dal picco di 19.913 del 31 gennaio i ricoveri sono scesi al minimo di 8.234 il 12 marzo per poi risalire raggiungendo quota 8.473 il 15 marzo (figura 7). Al 15 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 13% in area medica e del 5,3% in area critica. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria superano la soglia del 15% in area medica, con la Regione Calabria che arriva al 29,7%; nessuna Regione va oltre la soglia del 10% in area critica (figura 8). «Dopo due mesi di riduzione – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – si stabilizza il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva la cui media mobile a 7 giorni si attesta a 41 ingressi/die rispetto ai 43 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Diminuiscono ancora i decessi: 976 negli ultimi 7 giorni (di cui 79 riferiti a periodi precedenti), con una media di 139 al giorno rispetto ai 172 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 16 marzo (aggiornamento ore 06.19) l’85,6% della popolazione (n. 50.685.426) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+27.399 rispetto alla settimana precedente) e l’83,8% (n. 49.628.430) ha completato il ciclo vaccinale (+93.489 rispetto alla settimana precedente) (figura 10). Ancora in calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 441.837), con una media mobile a 7 giorni di 63.120 somministrazioni/die: si riducono del 6,6% le terze dosi (n. 320.925) e del 22,3% i nuovi vaccinati (n. 23.783) (figura 11).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,4% degli over 80 al 37,2% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’88,6%, nella fascia 70-79 l’87,4% e in quella 60-69 anni l’84,1% (figura 12).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 9-15 marzo si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 23.783 rispetto ai 30.620 della settimana precedente (-22,3%). Di questi il 19,6% è rappresentato dalla fascia 5-11: 4.663 con un calo del 12,9% rispetto alla settimana precedente. Nonostante l’obbligo vaccinale e l’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ancora, attestandosi a quota 6.449 (-37,4% rispetto alla settimana precedente) (figure 13 e 14). Dal 28 febbraio sono state somministrate solo 16.720 dosi vaccino Novavax, di cui il 58,5% in persone over 50, la maggior parte delle quali in età lavorativa.
Vaccini: persone non vaccinate. Al 16 marzo sono ancora 6,98 milioni di persone non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,39 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni (figura 15). Di conseguenza, le persone attualmente vaccinabili sono circa 4,59 milioni, un dato che non tiene conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 16 marzo (aggiornamento ore 06.19) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.400.975 dosi: 1.366.957 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.211.712 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 37,2% con nette differenze regionali (dal 20,2% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,6% della Puglia) (figura 16).
Vaccini: terza dose. Al 16 marzo (aggiornamento ore 06.19) sono state somministrate 38.266.573 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 45.846 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 45.829.644), aggiornata all’11 marzo, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,5% con nette differenze regionali: dal 77,9% della Sicilia all’87,4% della Valle D'Aosta (figura 17). Delle 7.563.071 persone che ancora non hanno ricevuto la dose booster, 2,89 milioni potrebbero riceverla subito, mentre gli oltre 4,67 milioni guariti da meno di 120 giorni non sono candidati a riceverla nell’immediato (figura 18).
Vaccini: quarta dose. Al 16 marzo (aggiornamento ore 06.19) sono state somministrate 35.390 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 4,5% con nette differenze regionali: dallo 0,3% di Basilicata e Calabria al 24,8% del Piemonte (figura 19).
«Tutti i dati dimostrano – precisa Cartabellotta – che la campagna vaccinale è ormai in una fase di stallo, nonostante quasi 4,6 milioni di persone vaccinabili con prima dose e 2,9 con booster».
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 62,5% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 43,6% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 61,3% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dall’84,5% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’81,8% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 91,7% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 56,6-75,2%), ma soprattutto di malattia grave (del 72,8-88,5% per ricoveri ordinari; del 78,8-91,8% per le terapie intensive) e decesso (del 78,1-90,6%) (figura 20).
Abolizione green pass e obbligo di mascherine al chiuso. La trasmissione del SARS-CoV-2 avviene principalmente per via aerea, in particolare attraverso aerosol. Il rischio di contagio aumenta in relazione al contesto, caratterizzato da diversi parametri: tipologia di attività eseguita da un gruppo di persone (es. stare in silenzio, parlare, gridare/cantare), affollamento del luogo, durata del contatto superiore o inferiore a 15 minuti, luogo all’aperto o ambiente chiuso adeguatamente ventilato o meno, utilizzo della mascherina. Ovvero dunque contesti a rischio di contagio basso, intermedio ed elevato: questi ultimi si identificano con le attività effettuate in luoghi chiusi, affollati, con scarsa aerazione, dove è indispensabile indossare la mascherina che, secondo una revisione sistematica pubblicata sul BMJ, ha un’efficacia del 50% nel prevenire l’infezione da SARS-CoV-2. Inoltre, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’efficacia dei vaccini anti COVID-19 sulla prevenzione del contagio varia dal 36,6% al 77,9% in relazione alle classi di età ed alla somministrazione del booster. Ovvero, se da un lato i vaccini riducono la circolazione virale, dall’altro una persona vaccinata rischia comunque di infettarsi (e di infettare gli altri), rendendo necessario l’utilizzo della mascherina, in particolare al chiuso.
«Nel nostro Paese – conclude Cartabellotta – la circolazione virale è ancora molto elevata e la curva dei contagi ha ripreso a salire: tuttavia, a fronte dell’imminente fine dello stato di emergenza, il Governo si riunirà a breve per decidere se e quali misure abolire a partire dal 1° aprile. Auspichiamo che in quella sede le decisioni vengano informate dalle evidenze scientifiche e dalla situazione epidemiologica e non dallo spirito di emulazione di altri paesi più “temerari”, dove peraltro hanno ripreso a crescere non solo i contagi, ma anche le ospedalizzazioni. In particolare, per ciò che riguarda il green pass, l’obbligo può decadere immediatamente dove il rischio di contagio è basso (all’aperto, in luoghi al chiuso poco affollati, ben ventilati e con breve permanenza), mentre dovrà essere mantenuto nei locali chiusi a rischio elevato; nelle situazioni a rischio intermedio può essere valutata l’abolizione del green pass rafforzato. L’obbligo di mascherina, al momento, deve invece essere mantenuto in tutti i luoghi al chiuso, tenendo conto sia della estrema contagiosità della variante omicron - in particolare della BA.2 - sia delle incognite relative all’entità della risalita della curva dei contagi e al suo potenziale impatto sugli ospedali».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Versione scaricabile: https://gest.gimbe.org/comunicatistampa/cs_gimbe_monitoraggio_9-15_marzo_2022_0.docx
Download comunicato
10 marzo 2022
Coronavirus: dopo 5 settimane si inverte la curva dei contagi (+1,5% in 7 giorni). Calano ricoveri in area medica (-16,1%) e in terapia intensiva (-16,4%) e decessi (-19,3%). Non decolla Novavax: 11.595 vaccinati in 10 giorni. Circolazione virale molto elevata: una follia abbandonare le mascherine al chiuso
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 2-8 MARZO, UN AUMENTO DEI NUOVI CASI (+4.179) NONOSTANTE UN CALO DEI TAMPONI (-8,8%). IN 49 PROVINCE SI REGISTRA UN INCREMENTO PERCENTUALE DEI NUOVI CASI RISPETTO ALLA SETTIMANA PRECEDENTE E SALGONO A 48 QUELLE CON INCIDENZA SUPERIORE A 500 CASI PER 100.000 ABITANTI. CALANO I RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA (-116), IN AREA MEDICA (-1.680) E I DECESSI (-19,3%). STABILE LA PERCENTUALE DI POPOLAZIONE CHE HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO (85,5%) E CRESCONO LE PERSONE CHE HANNO COMPLETATO IL CICLO VACCINALE (83,6%). 4,7 MILIONI DI PERSONE SENZA NEMMENO UNA DOSE VACCINABILI SUBITO E 2,34 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. TASSO DI COPERTURA TERZE DOSI ALL’83%, CON NETTE DIFFERENZE REGIONALI, MENTRE SONO POCO MENO DI 19 MILA LE QUARTE DOSI SOMMINISTRATE AGLI IMMUNOCOMPROMESSI. IL 59,2% DELLE SOMMINISTRAZIONI DI NOVAVAX È ANDATO AD OVER 50, MA NESSUN BOOM DI NUOVI VACCINATI. ULTERIORE CROLLO DELLE PRIME SOMMINISTARZIONI NELLA FASCIA 5-11 (-50,1%). SERVIRANNO 7-10 GIORNI PER CAPIRE SE LA RISALITA DELLA CURVA DEI NUOVI CASI È UN SEMPLICE RIMBALZO O L’INIZIO DI UNA NUOVA ONDATA.
10 marzo 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 2-8 marzo 2022, rispetto alla precedente, un lieve aumento di nuovi casi (279.555 vs 275.376) (figura 1) e una diminuzione dei decessi (1.201 vs 1.488) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (1.011.521 vs 1.073.230), le persone in isolamento domiciliare (1.002.153 vs 1.062.066), i ricoveri con sintomi (8.776 vs 10.456) e le terapie intensive (592 vs 708) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 1.201 (-19,3%), di cui 95 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -116 (-16,4%)
- Ricoverati con sintomi: -1.680 (-16,1%)
- Isolamento domiciliare: -59.913 (-5,6%)
- Nuovi casi: 279.555 (+1,5%)
- Casi attualmente positivi: -61.709 (-5,7%)
Nuovi casi. «Dopo cinque settimane – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si arresta la discesa dei nuovi casi settimanali, nonostante un calo del numero dei tamponi dell’8,8% rispetto alla settimana precedente. I nuovi casi si attestano intorno a 279 mila, con un incremento dell’1,5% e una media mobile a 7 giorni che sale da 39.339 casi del 1° marzo a 39.936 l’8 marzo (+5,8%)» (figura 4).
Nella settimana 2-8 marzo si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in 12 Regioni e una riduzione in 9: dal +37,4% dell’Umbria al -12,7% del Lazio (tabella 1). In quasi metà delle Province (49) si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. Salgono da 42 a 48 le Province con incidenza superiore a 500 casi per 100.000 abitanti: Lecce (1.035), Agrigento (924), Reggio di Calabria (920), Messina (906), Ragusa (859), Vibo Valentia (849), Trapani (842), Perugia (815), Ascoli Piceno (795), Fermo (763), Grosseto (737), Oristano (735), Matera (735), Siena (717), Terni (716), Siracusa (704), Bolzano (675), Crotone (669), Sassari (668), Lucca (668), Campobasso (645), Arezzo (636), Macerata (634), Ancona (633), Enna (633), Palermo (633), Venezia (632), Cosenza (631), Benevento (630), Caltanissetta (629), Livorno (582), Foggia (579), Padova (568), Chieti (564), Caserta (563), Rieti (560), Bari (559), Isernia (559), Frosinone (559), L'Aquila (556), Latina (555), Massa Carrara (553), Teramo (550), Potenza (548), Avellino (546), Cagliari (518), Taranto (518) e Pescara (516) (tabella 2).
Testing. Il numero dei tamponi totali scende ulteriormente da 2.885.324 della settimana 23 febbraio 2022-1 marzo 2022 a 2.632.634 della settimana 2-8 marzo 2022(-8,8%). In particolare i tamponi rapidi si sono ridotti dell’8,1% (-174.500) e quelli molecolari del 10,7% (-78.190) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari sale dal 9,2% al 9,5%, mentre per gli antigenici rapidi dal 9,7% al 11,2% (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – i posti letto occupati da pazienti COVID diminuiscono ulteriormente sia in area medica (-16,1%) che in terapia intensiva (-16,4%)». In particolare, in area critica dal picco di 1.717 del 17 gennaio i ricoveri scendono a 592 l’8 marzo; in area medica dal picco di 19.913 del 31 gennaio a 8.776 l’8 marzo (figura 7). All’8 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 13,5% in area medica e del 6,2% in area critica. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria superano la soglia del 15% in area medica; nessuna Regione va oltre la soglia del 10% in area critica (figura 8). «Si conferma un’ulteriore riduzione degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni scende a 43 ingressi/die rispetto ai 54 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Diminuiscono ancora i decessi: 1.201 negli ultimi 7 giorni (di cui 95 riferiti a periodi precedenti), con una media di 172 al giorno rispetto ai 213 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 9 marzo (aggiornamento ore 06.17) l’85,5% della popolazione (n. 50.658.027) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+19.150 rispetto alla settimana precedente) e l’83,6% (n. 49.534.941) ha completato il ciclo vaccinale (+137.230 rispetto alla settimana precedente) (figura 10). Ancora in calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 515.200), con una media mobile a 7 giorni di 73.600 somministrazioni/die: si riducono del 32,8% le terze dosi (n. 341.373) e del 24,5% i nuovi vaccinati (n. 29.474) (figura 11).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,3% degli over 80 al 37,1% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’88,5%, nella fascia 70-79 l’87,2% e in quella 60-69 anni l’83,7% (figura 12).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 2-8 marzo si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 29.474 rispetto ai 39.036 della settimana precedente (-24,5%). Di questi il 17,9% è rappresentato dalla fascia 5-11: 5.290, un numero dimezzato rispetto alla settimana precedente (-50,1%). Nonostante l’obbligo vaccinale e l’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ancora, attestandosi a quota 9.682 (-11,5% rispetto alla settimana precedente) (figure 13 e 14).
Vaccini: Novavax. Dal 28 febbraio sono state somministrate 11.595 dosi vaccino Novavax, di cui il 59,2% in persone over 50, la maggior parte delle quali in età lavorativa. «La speranza – commenta Cartabellotta – che questo vaccino, basato su una tecnologia più tradizionale rispetto agli innovativi vaccini a mRNA, potesse convincere gli indecisi è stata disattesa. Purtroppo, sul fronte dei nuovi vaccinati nessun boom».
Vaccini: persone non vaccinate. Al 9 marzo sono 7,01 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,34 milioni guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni e pertanto temporaneamente protette (figura 15): le persone attualmente vaccinabili sono dunque circa 4,67 milioni, un dato che non tiene conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 9 marzo (aggiornamento ore 06.17) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.373.493 dosi: 1.362.161 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.186.667 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 37,1% con nette differenze regionali (dal 20,1% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,5% della Puglia) (figura 16).
Vaccini: terza dose. Al 9 marzo (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate 37.938.907 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 48.768 somministrazioni/die. In base alla platea ufficiale (n. 45.820.994), aggiornata al 4 marzo, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83% con nette differenze regionali: dal 77% della Sicilia all’86,7% della Valle D'Aosta (figura 17). Delle 7.882.087 persone che ancora non hanno ricevuto la dose booster, più di 2,8 milioni potrebbero riceverla subito, mentre gli oltre 4,5 milioni guariti da meno di 4 mesi non sono candidati a riceverla nell’immediato.
Vaccini: quarta dose. Al 9 marzo (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate 18.973 quarte dosi, attualmente indicate per le persone immunocompromesse che hanno completato il ciclo primario con tre dosi. In base alla platea ufficiale (n. 804.603), aggiornata al 1° marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 2,4% con nette differenze regionali: dallo 0% di Provincia Autonoma di Bolzano e Basilicata al 14,9% del Piemonte (figura 18).
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 63% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 43,6% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 62,5% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dall’85,1% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’82,1% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 92,2% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 58,2-76,2%), ma soprattutto di malattia grave (del 73,6-88,3% per ricoveri ordinari; del 78,1-91,7% per le terapie intensive) e decesso (del 78,7-90,4%) (figura 19).
«Il recente incremento dei nuovi casi – conclude Cartabellotta – consegue verosimilmente all’interazione di vari fattori: rilassamento della popolazione, diffusione della più contagiosa variante Omicron BA.2, persistenza di basse temperature che costringono ad attività al chiuso, verosimile calo della protezione vaccinale nei confronti dell’infezione dopo qualche mese dalla dose booster. In ogni caso, al di là delle motivazioni, i dati dimostrano che la circolazione del virus è ancora molto elevata: quasi 40 mila nuovi casi al giorno, oltre 1 milione di positivi e un tasso di positività dei tamponi all’11,4%. Serviranno 7-10 giorni per capire se la risalita della curva coincide con l’inizio di una nuova ondata, con successivo impatto sugli ospedali, o si tratta di un semplice rimbalzo. Nel frattempo, indipendentemente dalla scadenza dello stato di emergenza, è pura follia pensare di abbandonare l’utilizzo delle mascherine al chiuso, fondamentali per contenere il più possibile la trasmissione del contagio, vista anche la limitata efficacia del vaccino nel ridurre il rischio di infezione. Sul fronte delle vaccinazioni, considerato che un’ampia fetta della popolazione è suscettibile al contagio, rimane prioritaria la somministrazione del ciclo primario a 4,67 milioni di persone e del booster a 2,8 milioni, in particolare agli over 50 a rischio elevato di malattia grave».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
3 marzo 2022
Coronavirus: nell’ultima settimana continuano a scendere nuovi casi (-21%,1), ricoveri in area medica (-20%) e in terapia intensiva (-21%) e decessi (-18,6%). In 7 giorni ulteriore crollo dei nuovi vaccinati (-34,4%). Ucraina, 63,8% di non vaccinati: il Governo si prepari a proteggere profughi anziani e fragili
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 23 FEBBRAIO-1 MARZO, UNA RIDUZIONE DEI NUOVI CASI (-73.746). INCIDENZA SUPERIORE A 500 CASI PER 100.000 ABITANTI IN 42 PROVINCE. SCENDONO I RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA (-188), IN AREA MEDICA (-2.620) E I DECESSI (-18,6%). L’85,5% DELLA POPOLAZIONE HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO E L’83,4% HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE. 4,8 MILIONI DI PERSONE SENZA NEMMENO UNA DOSE VACCINABILI SUBITO E 2,27 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. TASSO DI COPERTURA TERZE DOSI ALL’83,9% CON NETTE DIFFERENZE REGIONALI. AL VIA LA SOMMINISTRAZIONE DELLE QUARTE DOSI NELLE PERSONE IMMUNOCOMPROMESSE. GUERRA IN UCRAINA, MIGLIAIA DI PROFUGHI IN ARRIVO: INCLUDERE NEI PIANI DI ACCOGLIENZA LA VACCINAZIONE DI ANZIANI E FRAGILI.
3 marzo 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 23 febbraio-1 marzo 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (275.376 vs 349.122) (figura 1) e decessi (1.488 vs 1.828) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (1.073.230 vs 1.291.793), le persone in isolamento domiciliare (1.062.066 vs 1.277.821), i ricoveri con sintomi (10.456 vs 13.076) e le terapie intensive (708 vs 896) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 1.488 (-18,6%), di cui 122 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -188 (-21%)
- Ricoverati con sintomi: -2.620 (-20%)
- Isolamento domiciliare: -215.755 (-16,9%)
- Nuovi casi: 275.376 (-21,1%)
- Casi attualmente positivi: -218.563 (-16,9%)
Nuovi casi. «I nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE –sono in calo da cinque settimane: rispetto alla settimana precedente si attestano intorno a 275 mila, con una riduzione del 21,1% e una media mobile a 7 giorni che scende da 49.875 casi del 22 febbraio a 39.339 il 1° marzo (-18,6%)» (figura 4).
Nella settimana 23 febbraio-1 marzo in tutte le Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi: dal -2,5% della Calabria al -34,1% della Sardegna (tabella 1). Scendono a 42 le Province con incidenza superiore a 500 casi per 100.000 abitanti Reggio di Calabria (1.035), Messina (896), Vibo Valentia (860), Lecce (848), Siracusa (814), Fermo (804), Oristano (790), Ascoli Piceno (724), Ragusa (705), Macerata (701), Teramo (700), Palermo (679), Rieti (669), Agrigento (666), Enna (653), Siena (651), Crotone (642), Ancona (641), Bolzano (626), Arezzo (620), L'Aquila (600), Potenza (596), Matera (595), Latina (590), Caltanissetta (586), Terni (586), Campobasso (586), Venezia (585), Foggia (580), Grosseto (578), Chieti (576), Perugia (571), Lucca (568), Trapani (568), Padova (553), Frosinone (552), Roma (539), Livorno (537), Pescara (536), Isernia (533), Sud Sardegna (521) e Taranto (508) (tabella 2).
Testing. Si registra un ulteriore calo dei tamponi totali (-12,7%): da 3.303.720 della settimana 16-22 febbraio a 2.885.324 della settimana 23 febbraio-1 marzo 2022. In particolare i tamponi rapidi si sono ridotti del 13,3% (-330.453) e quelli molecolari del 10,7% (-87.943) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari passa dall’11,1% al 9%, mentre per gli antigenici rapidi dal 10,4% al 9,8% (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Si allenta ulteriormente la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – dove i posti letto occupati da pazienti COVID diminuiscono sia in area medica (-20%) che in terapia intensiva (-21%)». In particolare, in area critica dal picco di 1.717 del 17 gennaio i ricoveri scendono a 708 il 1° marzo; in area medica dal picco di 19.913 del 31 gennaio a 10.456 il 1° marzo (figura 7). Al 1° marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 16% in area medica e del 7,4% in area critica. Ad eccezione di Emilia-Romagna, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Valle D’Aosta e Veneto, tutte le Regioni superano la soglia del 15% in area medica; Lazio e Sardegna vanno oltre la soglia del 10% in area critica (figura 8). «Si conferma un’ulteriore riduzione degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni scende a 54 ingressi/die rispetto ai 66 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Diminuiscono ancora i decessi: 1.488 negli ultimi 7 giorni (di cui 122 riferiti a periodi precedenti), con una media di 213 al giorno rispetto ai 261 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 2 marzo (aggiornamento ore 06.18) l’85,5% della popolazione (n. 50.638.877) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+41.560 rispetto alla settimana precedente) e l’83,4% (n. 49.397.711) ha completato il ciclo vaccinale (+229.793 rispetto alla settimana precedente) (figura 10). In calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 752.285), con una media mobile a 7 giorni di 107.469 somministrazioni/die: calano del 20,1% le terze dosi (n. 503.935) e del 34,4% i nuovi vaccinati (n. 38.796) (figura 11). Nella settimana 23 febbraio-1 marzo sono state consegnate le prime 1.023.000 dosi del vaccino Novavax, le cui somministrazioni sono iniziate il 28 febbraio (n. 3.382 somministrazioni nei primi due giorni).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,3% degli over 80 al 36,9% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’88,3%, nella fascia 70-79 l’87% e in quella 60-69 anni l’83,4% (figura 12).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 23 febbraio-1 marzo si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 38.796 rispetto ai 59.157 della settimana precedente (-34,4%). Di questi il 27,2% è rappresentato dalla fascia 5-11: 10.569, in netta flessione rispetto alla settimana precedente (-46,4%). Nonostante l’obbligo vaccinale e l’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ulteriormente, attestandosi a quota 10.809 (-29,5% rispetto alla settimana precedente) (figure 13 e 14).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 2 marzo sono 7,03 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,27 milioni guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni e pertanto temporaneamente protette (figura 15): le persone attualmente vaccinabili sono dunque circa 4,8 milioni, un dato che non tiene conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto. A dispetto di numeri ancora molto elevati, rispetto agli altri Paesi europei l’Italia si colloca fra le nazioni con la più bassa percentuale di popolazione non vaccinata (16,1%). Su questo fronte si registrano differenze molto rilevanti fra i diversi Stati: si passa dal 5% del Portogallo al 63,8% dell’Ucraina. «Il dato ucraino – commenta Cartabellotta – non deve essere sottovalutato, considerata la drammatica situazione che poterà nelle prossime settimane migliaia di profughi nel nostro Paese: i piani di accoglienza del Governo per accogliere i civili in fuga dovranno necessariamente includere la vaccinazione di anziani e fragili provenienti dalle zone di guerra, evitando diseguaglianze tra le Regioni. A tal proposito, occorrerà eventualmente rivalutare l’entità delle donazioni di vaccini a mRNA a Paesi in difficoltà, considerata la necessità di estendere la campagna vaccinale ai profughi di guerra».
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 2 marzo (aggiornamento ore 06.18) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.324.690 dosi: 1.356.784 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.138.999 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 36,9% con nette differenze regionali (dal 20,0% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,4% della Puglia) (figura 16).
Vaccini: terza dose. Al 2 marzo (aggiornamento ore 06.18) sono state somministrate 37.589.850 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 71.991 somministrazioni al giorno (figura 17). In base alla platea ufficiale (n. 44.829.011), aggiornata al 25 febbraio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,9% con nette differenze regionali: dal 78,4% della Sicilia all’88,3% della Valle D'Aosta (figura 18). Delle 7.239.161 persone che ancora non hanno ricevuto la terza dose, più di 2,8 milioni possono riceverla subito, mentre oltre 4,4 milioni guarite da meno di 4 mesi non sono candidate a riceverla nell’immediato.
Vaccini: quarta dose. Al 2 marzo (aggiornamento ore 06.18) sono state somministrate 2.414 quarte dosi alle persone immunocompromesse come da indicazioni della Circolare del Ministero della Salute. In base alla platea ufficiale (n. 804.603), aggiornata al 1° marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è dello 0,3%.
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 63,2% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 43,3% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 63,4% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dall’85,8% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’82,5% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 92,8% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 57,2-76,4%), ma soprattutto di malattia grave (del 73,-88,2% per ricoveri ordinari; del 81,4-92,3% per le terapie intensive) e decesso (del 79,7-91%) (figura 19).
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
24 febbraio 2022
Coronavirus: nell’ultima settimana frena la discesa dei nuovi casi (-20,6%) con tamponi giù del 19,6%. Riduzione stabile per ricoveri in area medica (-16,2%) e in terapia intensiva (-19,9%), e per i decessi (-15,8%). Negli ultimi 7 giorni solo 59 mila nuovi vaccinati: si conferma il crollo negli over 50 (-44%) e nella fascia 5-11 (-57,1%). Quarta dose: sì per le persone immunodepresse, ma oggi non ci sono evidenze scientifiche per raccomandarla, o meno, nella popolazione
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 16-22 FEBBRAIO, UNA RIDUZIONE DEI NUOVI CASI (-90 MILA). INCIDENZA SUPERIORE AI 500 CASI PER 100.000 ABITANTI IN 72 PROVINCE. CALANO I RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA (-223), IN AREA MEDICA (-2.526) E I DECESSI (-15,8%). L’85,4% DELLA POPOLAZIONE HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO E L’83% HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE. 4,9 MILIONI LE PERSONE SENZA NEMMENO UNA DOSE VACCINABILI SUBITO E 2,17 MILIONI DI GUARITI PROTETTI SOLO TEMPORANEAMENTE. TASSO DI COPERTURA TERZE DOSI ALL’84,9% CON NETTE DIFFERENZE REGIONALI. L’EFFICACIA DI TRE DOSI DI VACCINO NEI CONFRONTI DELLA MALATTIA SEVERA RIMANE ELEVATA: PER UN NUOVO RICHIAMO PER LA POPOLAZIONE GENERALE NECESSARIE ULTERIORI EVIDENZE SCIENTIFICHE OLTRE CHE L’AUTORIZZAZIONE DELLE AUTORITÀ REGOLATORIE. MONITO GIMBE: NO ALL’ABOLIZIONE DI MASCHERINE AL CHIUSO E ISOLAMENTO DEI POSITIVI.
24 febbraio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 16-22 febbraio 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (349.122 vs 439.707) (figura 1) e decessi (1.828 vs 2.172) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (1.291.793 vs 1.550.410), le persone in isolamento domiciliare (1.277.821 vs 1.533.689), i ricoveri con sintomi (13.076 vs 15.602) e le terapie intensive (896 vs 1.119) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 1.828 (-15,8%), di cui 101 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -223 (-19,9%)
- Ricoverati con sintomi: -2.526 (-16,2%)
- Isolamento domiciliare: -255.868 (-16,7%)
- Nuovi casi: 349.122 (-20,6%)
- Casi attualmente positivi: -258.617 (-16,7%)
Nuovi casi. «Da quattro settimane – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i nuovi casi settimanali sono in calo: sono circa 350 mila con una riduzione del 20,6% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che scende da 59.701 casi del 16 febbraio a 49.875 il 22 febbraio (-16,5%) (figura 4). Tale riduzione è imputabile sia alla ridotta circolazione virale che al calo dei tamponi, il cui tasso di positività si mantiene sostanzialmente stabile».
Nella settimana 16-22 febbraio in tutte le Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi: dal -0,5% della Calabria al -35,9% del Friuli-Venezia Giulia (tabella 1). Sono 72 le Province che superano i 500 casi per 100.000 abitanti, tra cui 5 con incidenza superiore ai 1.000 casi per 100.000 abitanti: Oristano (1.965), Reggio di Calabria (1.216), Siracusa (1.215), Fermo (1.022) e Vibo Valentia (1.006) (tabella 2).
Testing. Si registra un ulteriore calo dei tamponi totali (-19,6%): da 4.108.946 della settimana 9-15 febbraio a 3.303.720 della settimana 16-22 febbraio 2022. In particolare i tamponi rapidi si sono ridotti del 19,2% (-590.759) e quelli molecolari del 20,8% (-214.467) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari passa dal 12,6% all’11%, mentre per gli antigenici rapidi fa registrare un lieve aumento (dal 10,1% al 10,4%) (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Stabile la riduzione percentuale della pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – dove i posti letto occupati da pazienti COVID diminuiscono sia in area medica (-16,2%) che in terapia intensiva (-19,9%)». In particolare, in area critica si passa dal picco di 1.717 del 17 gennaio a 896 del 22 febbraio; in area medica dal picco di 19.913 del 31 gennaio a 13.076 del 22 febbraio (figura 7). Al 22 febbraio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 20% in area medica e del 9,3% in area critica. Ad eccezione di Lombardia, Provincia Autonoma di Trento e Veneto, tutte le Regioni superano la soglia del 15% in area medica; 10 Regioni vanno oltre la soglia del 10% in area critica (figura 8). «Si conferma un’ulteriore riduzione degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni scende a 66 ingressi/die rispetto agli 80 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Diminuiscono ancora i decessi: 1.828 negli ultimi 7 giorni (di cui 101 riferiti a periodi precedenti), con una media di 261 al giorno, rispetto ai 310 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 23 febbraio (aggiornamento ore 06.17) l’85,4% della popolazione (n. 50.597.317) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+58.409 rispetto alla settimana precedente) e l’83% (n. 49.167.918) ha completato il ciclo vaccinale (+318.419 rispetto alla settimana precedente) (figura 10). In calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 972.111), con una media mobile a 7 giorni di 138.873 somministrazioni/die: crollano del 34,2% le terze dosi (n. 626.991) e del 46,8% i nuovi vaccinati (n. 59.033) (figura 11).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,3% della fascia over 80 al 36,6% della fascia 5-11); così come per i richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’87,9%, nella fascia 70-79 l’86,6% e in quella 60-69 anni l’82,9% (figura 12).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 16-22 febbraio si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 59.033 rispetto ai 111.002 della settimana precedente (-46,8%) (figura 13). Di questi il 33,2% è rappresentato dalla fascia 5-11: 19.628, in netta flessione rispetto alla settimana precedente (-57,1%). Nonostante l’obbligo vaccinale e l’entrata in vigore dell’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ulteriormente, attestandosi a quota 15.255 (-44% rispetto alla settimana precedente) (figura 14). In continuo calo anche le fasce 12-19 e 20-49 (figura 15).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 22 febbraio sono 7,07 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,17 milioni guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni e pertanto temporaneamente protette (figura 16). In altri termini, le persone attualmente vaccinabili sono circa 4,9 milioni, un dato che tuttavia non tiene conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 23 febbraio (aggiornamento ore 06.17) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.237.469 dosi (figura 17): 1.345.960 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.056.205 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale del 36,6% e nette differenze regionali: dal 19,8% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,1% della Puglia (figura 18).
Vaccini: terza dose. Al 23 febbraio (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate 37.077.283 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 89.570 somministrazioni al giorno (figura 19). In base alla platea ufficiale (n. 43.680.268), aggiornata all’11 febbraio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’84,9% con nette differenze regionali: dal 79,5% della Sicilia al 90,6% della Valle D'Aosta (figura 20).
Vaccini: quarta dose. Con la Circolare del 20 febbraio 2022 il Ministero della Salute - congiuntamente al Consiglio Superiore di Sanità, all’Agenzia Italiana del Farmaco e all’Istituto Superiore di Sanità - raccomanda la quarta dose nelle persone immunodepresse che hanno completato il ciclo primario di tre dosi. Si tratta di una dose con funzione di booster, somministrata ad un intervallo di almeno 120 giorni dalla terza dose (cd. dose addizionale). Per quanto riguarda la popolazione generale, invece, già il 18 gennaio la European Medicines Agency (EMA) aveva chiarito che, al momento, non ci sono sufficienti evidenze scientifiche per raccomandare, o meno, la quarta dose di vaccino. Qualora i dati dimostrassero la necessità di un richiamo annuale, è verosimile che la priorità sarà data alle persone anziane e fragili, sia perché più esposte al rischio di malattia severa, sia perché sono state le prime a ricevere la dose booster. Gli ultimi dati del Centers for Disease Control and Prevention e della UK Health Security Agency confermano la posizione dell’EMA: l’efficacia di tre dosi di vaccino nei confronti della malattia severa, nonostante un lento declino, rimane elevata (75% circa dopo 3-4 mesi). In ogni caso, al di là delle evidenze scientifiche, un ulteriore richiamo per la popolazione generale o per specifiche categorie a rischio, dovrà comunque essere preventivamente autorizzato dalle autorità regolatorie.
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 63,3% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 42,4% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 64,3% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dall’86,8% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’82,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 93,4% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 53,3-75,1%), ma soprattutto di malattia grave (del 71,3-88% per ricoveri ordinari; dell’80,7-92,9% per le terapie intensive) e decesso (dell’80,8-91,3%) (figura 21).
«La quarta ondata – conclude Cartabellotta – è in piena fase discendente, con evidente riduzione della pressione ospedaliera e dei decessi. Tuttavia, 50 mila nuovi casi al giorno, tasso di positività dei tamponi al 10% e quasi 1,3 milioni di casi attualmente positivi dimostrano che la circolazione del virus è ancora piuttosto elevata. In altri termini, se i dati consentono di guardare avanti con ragionevole ottimismo, non è accettabile “approfittare” della fine dello stato di emergenza per confondere le carte in tavola: discesa della quarta ondata non significa circolazione endemica del virus né, tantomeno, fine della pandemia. Tali accezioni, infatti, rappresentano distorsioni della realtà che disorientano la popolazione e rischiano di legittimare decisioni azzardate. Indipendentemente dal termine dello stato di emergenza, al momento è impossibile abolire misure di sanità pubblica come mascherine al chiuso e isolamento dei positivi, indispensabili per consentire la completa riapertura di tutte le attività. Infine lo sguardo deve essere sin da ora rivolto al prossimo autunno-inverno: se è ragionevolmente certa una tregua nei prossimi mesi, questo tempo prezioso deve essere sfruttato al meglio per un’adeguata programmazione. Perché con il nuovo inverno il risveglio dal “sogno collettivo” potrebbe essere molto brusco».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
17 febbraio 2022
Coronavirus: nell’ultima settimana netta flessione dei nuovi casi (-32,3%), ma i tamponi crollano del 27,8%. Scendono ancora i ricoveri in area medica (-14,9%) e in terapia intensiva (-18,7%), finalmente in calo anche i decessi (-16%). Nuovi vaccinati: non fa presa la stretta sui lavoratori, over 50 a -43,8% negli ultimi giorni. Giù anche le vaccinazioni in fascia 5-11 (-41,7%). Monito a Governo e Regioni: disegnare ora le strategie per ridurre l’impatto di nuove ondate dopo l’estate
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 9-15 FEBBRAIO, UNA RIDUZIONE DEI NUOVI CASI (-209 MILA). IL NUMERO DI PROVINCE CON INCIDENZA SUPERIORE AI 1.000 CASI PER 100.000 ABITANTI SCENDE DA 70 A 14. CALANO I RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA (-257), IN AREA MEDICA (-2.735) E, FINALMENTE, ANCHE I DECESSI (-16%). L’85,3% DELLA POPOLAZIONE HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO E L’82,4% HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE. 5,1 MILIONI LE PERSONE SENZA NEMMENO UNA DOSE VACCINABILI SUBITO E 2 MILIONI DI GUARITI CHE LO SARANNO NEI PROSSIMI 6 MESI. TASSO DI COPERTURA TERZE DOSI ALL’85,7% CON NETTE DIFFERENZE REGIONALI. LA CONSAPEVOLEZZA DELLA STAGIONALITÀ DEL VIRUS IMPONE UN’ADEGUATA PROGRAMMAZIONE DURANTE LA TREGUA DEI PROSSIMI MESI PER EVITARE NUOVI PICCHI DI RICOVERI E DECESSI NELLA PROSSIMA STAGIONE INVERNALE, TENENDO ANCHE CONTO CHE CON LA FINE DELLO STATO DI EMERGENZA LA GESTIONE DELLA CAMPAGNA VACCINALE PASSERÀ IN MANO ALLE REGIONI.
17 febbraio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 9-15 febbraio 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (439.707 vs 649.345) (figura 1) e decessi (2.172 vs 2.587) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (1.550.410 vs 1.927.800), le persone in isolamento domiciliare (1.533.689 vs 1.908.087), i ricoveri con sintomi (15.602 vs 18.337) e le terapie intensive (1.119 vs 1.376) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.172 (-16%), di cui 184 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -257 (-18,7%)
- Ricoverati con sintomi: -2.735 (-14,9%)
- Isolamento domiciliare: -374.398 (-19,6%)
- Nuovi casi: 439.707 (-32,3%)
- Casi attualmente positivi: -377.390 (-19,6%)
Nuovi casi. «I nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE –registrano per la terza settimana consecutiva una netta flessione: sono circa 440 mila con una riduzione del 32,3% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che scende da 87.384 casi del 9 febbraio a 62.815 il 15 febbraio (-28,1%) (figura 4). Un crollo imputabile sia al netto calo dei tamponi, sia alla ridotta circolazione virale che rimane ancora elevata, come documenta la sostanziale stabilità del tasso di positività dei tamponi antigenici rapidi».
Nella settimana 9-15 febbraio, ad eccezione della Sardegna, in tutte le Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi: dal -2,3% del Molise al -47,9% della Valle d’Aosta (tabella 1). Scendono da 70 a 14 le Province con incidenza superiore ai 1.000 casi per 100.000 abitanti: Oristano (1.409), Macerata (1.299), Siracusa (1.234), Fermo (1.209), Ascoli Piceno (1.199), Reggio di Calabria (1.176), Bolzano (1.147), Messina (1.115), Lecce (1.108), Sud Sardegna (1.098), Cagliari (1.092), Rieti (1.044), Ancona (1.035) e Ragusa (1.001) (tabella 2).
Testing. Si registra un netto calo del numero dei tamponi totali (-27,8%): da 5.690.533 della settimana 2-8 febbraio a 4.108.946 della settimana 9-15 febbraio 2022. In particolare, i tamponi rapidi si sono ridotti del 30,9% (-1.374.828) e quelli molecolari del 16,7% (-206.759) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari si riduce (dal 16,7% al 12,4%), mentre per gli antigenici rapidi rimane stabile (dal 9,9% al 10,1%) (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Scende nell’ultima settimana anche la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – dove i posti letto occupati da pazienti COVID diminuiscono sia in area medica (-14,9%) che in terapia intensiva (-18,7%)». In particolare, in area critica, dove la discesa è iniziata già da un mese, si passa da 1.717 del 17 gennaio a 1.119 del 15 febbraio; in area medica, invece, l’occupazione scende da 19.913 del 31 gennaio a 15.602 del 15 febbraio (figura 7). Al 15 febbraio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 23,8% in area medica e dell’11,6% in area critica. Tutte le Regioni superano la soglia del 15% in area medica; ad eccezione di Basilicata, Campania, Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano, Umbria e Veneto, tutte vanno oltre la soglia del 10% in area critica (figura 8). «Si conferma un ulteriore calo degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni scende a 80 ingressi/die rispetto ai 99 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Diminuiscono i decessi: 2.172 negli ultimi 7 giorni (di cui 184 riferiti a periodi precedenti), con una media di 310 al giorno rispetto ai 370 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 16 febbraio (aggiornamento ore 06.25) l’85,3% della popolazione (n. 50.538.908) ha ricevuto almeno una dose di vaccino: il dato segna -39.871 rispetto alla settimana precedente in ragione di ricalcoli da parte di Abruzzo (-760) e Friuli-Venezia Giulia (-149.967); l’82,4% (n. 48.849.499) ha completato il ciclo vaccinale (+270.674 rispetto alla settimana precedente) (figura 10). In calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.434.494), con una media mobile a 7 giorni di 204.928 somministrazioni/die: crollano del 40,5% le terze dosi (n. 946.929) e del 40,8% i nuovi vaccinati (n. 110.791) (figura 11).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,2% della fascia over 80 al 36,1% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’87,4%, nella fascia 70-79 l’86,1% e in quella 60-69 anni l’82,1% (figura 12).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 9-15 febbraio si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 110.791 rispetto ai 187.037 della settimana precedente (-40,8%) (figura 13). Di questi il 41,2% è rappresentato dalla fascia 5-11: 45.618, in ulteriore netta flessione rispetto alla settimana precedente (-41,7%). Nonostante l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale e dell’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ulteriormente, attestandosi a quota 27.103 (-43,8% rispetto alla settimana precedente) (figura 14). In continuo calo anche le fasce 12-19 e 20-49 (figura 15).
Al 15 febbraio sono ancora 7,1 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2 milioni guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni e pertanto temporaneamente protette (figura 16). Questi dati portano ad alcune considerazioni: se da un lato oltre 2 milioni di persone recentemente entrate in contatto con il virus contribuiscono ad alzare il livello di immunità della popolazione, dall’altro il numero di persone senza protezione è ancora molto elevato. Peraltro, la protezione immunitaria ottenuta dopo l’infezione cala progressivamente nel tempo ed è necessario vaccinarsi entro 6 mesi dall’avvenuto contagio.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 16 febbraio (aggiornamento ore 06.25) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.104.467 dosi (figura 17): 1.325.934 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 931.950 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 36,1% e nette differenze regionali (dal 19,5% della Provincia Autonoma di Bolzano al 52,7% della Puglia) (figura 18).
Vaccini: terza dose. Al 16 febbraio (aggiornamento ore 06.25) sono state somministrate 36.431.086 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 135.276 somministrazioni al giorno (figura 19). In base alla platea ufficiale (n. 42.518.405), aggiornata all’11 febbraio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’85,7% con nette differenze regionali: dal 80,2% della Sicilia al 91% del Piemonte (figura 20).
Vaccini: quarta dose. La European Medicines Agency (EMA) ha suggerito di prenderla in considerazione solo per gli immunocompromessi. «Considerato che molti soggetti appartenenti a questa categoria – sottolinea Cartabellotta – hanno ricevuto la terza dose ben oltre 4 mesi fa, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e, quindi, del Ministero della Salute dovrebbero pronunciarsi urgentemente in merito».
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 63,6% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 41,7% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 65,7% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dall’88,3% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’83,7% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 94% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 47,5-75,7%), ma soprattutto di malattia grave (del 71,7-89,2% per ricoveri ordinari; dell’81,6-93,9% per le terapie intensive) e decesso (dell’83,1-92,7%) (figura 21).
«La discesa della quarta ondata – conclude Cartabellotta – insieme alle elevate coperture vaccinali e all’arrivo della primavera permettono di guardare al futuro con ragionevole ottimismo, al netto di nuove varianti più contagiose o più gravi. Tuttavia, se da un lato questo permette di allentare progressivamente le restrizioni, dall’altro la consapevolezza della stagionalità del virus impone a Governo e Regioni di utilizzare i mesi di tregua per programmare la campagna vaccinale d’autunno, al fine di evitare nuove ondate di ricoveri e decessi, soprattutto in persone anziane e fragili. Da tenere in conto anzitutto, viste le attuali incertezze sulla durata della copertura della terza dose sulla malattia grave, dell’eventuale necessità di un richiamo prima del prossimo inverno. In secondo luogo, i non vaccinati (anche se guariti) e i contagiati durante la quarta ondata che non hanno fatto il booster si ritroveranno nuovamente esposti al virus; ancora, il mancato decollo delle vaccinazioni nella fascia 5-11 anni non potrà che ostacolare il normale svolgimento delle lezioni per il prossimo anno scolastico. Infine, con il verosimile termine dello stato di emergenza, l’organizzazione della campagna vaccinale passerà interamente in mano alle Regioni, con il rischio di enfatizzare le attuali difformità in termini di performance. Ecco perché, al di là della querelle su green pass e mascherine, è fondamentale volgere già adesso lo sguardo sullo scenario del prossimo autunno-inverno, verosimilmente caratterizzato dalla ripresa stagionale della circolazione virale parallela al declino delle coperture vaccinali. Un “film” che, peraltro, andrà in onda in un clima di campagna elettorale per le politiche del 2023».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
10 febbraio 2022
Coronavirus: negli ultimi 7 giorni contagi in calo (-27,9%), ma tamponi ridotti del 15,5%. Lenta discesa dei ricoveri in area medica (-7,7%) e terapia intensiva (-11,2%), ma non cala il numero dei decessi. Nuovi vaccinati: ulteriore crollo nella fascia 5-11 (-35,2%) e negli over 50 (-41,6%). I dati legittimano un cauto ottimismo, non mosse azzardate
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 2-8 FEBBRAIO, UNA RIDUZIONE DEI NUOVI CASI (-250 MILA), SIA PER LA MINORE CIRCOLAZIONE DEL VIRUS, SIA PER LA RIDUZIONE DEI TAMPONI. IN 70 PROVINCE L’INCIDENZA RESTA SUPERIORE AI 1.000 CASI PER 100.000 ABITANTI. SCENDONO ANCHE I RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA (-173) E IN AREA MEDICA (-1.536), MENTRE RIMANGONO STABILI I DECESSI (+0,2%) CHE CONTINUANO A REGISTRARE NUMERI ELEVATI (2.587). L’85,4% DELLA POPOLAZIONE HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO E L’82% HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE. 7,1 MILIONI DI PERSONE NON HANNO RICEVUTO NEMMENO UNA DOSE DI VACCINO, DI CUI 1,8 MILIONI GUARITE DA MENO DI 180 GIORNI E 5,3 MILIONI VACCINABILI. TASSO DI COPERTURA TERZE DOSI ALL’83,5% CON NETTE DIFFERENZE REGIONALI. NONOSTANTE L’OBBLIGO IMMINENTE PER ACCEDERE AI LUOGHI DI LAVORO, CROLLANO I NUOVI VACCINATI NELLA FASCIA OVER 50. ECCESSO DI OTTIMISMO E DISINFORMAZIONE NON CONTRASTANO L’ESITAZIONE VACCINALE E RISCHIANO DI LEGITTIMARE DECISIONI RISCHIOSE COME L’ABOLIZIONE DELLE MASCHERINE AL CHIUSO.
10 febbraio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 2-8 febbraio 2022, rispetto alla precedente, una riduzione di nuovi casi (649.345 vs 900.027) (figura 1) a fronte di un numero di decessi che non accenna a diminuire (2.587 vs 2.581) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (1.927.800 vs 2.476.514), le persone in isolamento domiciliare (1.908.087 vs 2.455.092), i ricoveri con sintomi (18.337 vs 19.873) e le terapie intensive (1.376 vs 1.549) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.587 (+0,2%), di cui 251 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -173 (-11,2%)
- Ricoverati con sintomi: -1.536 (-7,7%)
- Isolamento domiciliare: -547.005 (-22,3%)
- Nuovi casi: 649.345 (-27,9%)
- Casi attualmente positivi: -548.714 (-22,2%)
Nuovi casi. «I nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE –registrano per la seconda settimana consecutiva una netta flessione: circa 650 mila con una riduzione del 27,9% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che scende da 121.741 casi del 2 febbraio a 92.764 l’8 febbraio (-23,8%). Un dato in parte conseguente alla minore circolazione del virus, documentata dalla riduzione del tasso di positività dei tamponi, in parte al calo dei tamponi» (figura 4).
Nella settimana 2-8 febbraio, ad eccezione di Calabria, Sardegna e Sicilia (sulla quale pesano i ricalcoli dell’ultima settimana), in tutte le Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi: dal -9,4% della Basilicata al -50,4% della Valle d’Aosta (tabella 1). Sono 70 le Province con incidenza superiore ai 1.000 casi per 100.000 abitanti, distribuite in tutte le Regioni ad eccezione di Molise e Valle d’Aosta (tabella 2).
Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-15,5%), passati da 6.731.291 della settimana 26 gennaio-1 febbraio a 5.690.533 della settimana 2-8 febbraio. In dettaglio, i tamponi rapidi si sono ridotti del 16% (-848.590) e quelli molecolari del 13,4% (-192.168) (figura 5). Scende la media mobile a 7 giorni del tasso di positività sia dei tamponi molecolari (dal 19,9% al 16,5%) sia degli antigenici rapidi (dall’11,6% al 9,9%) (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Si riduce anche la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – anche se più lentamente dei nuovi casi: rispetto alla scorsa settimana, i posti letto occupati da pazienti COVID diminuiscono sia in area medica (-7,7%) che in terapia intensiva (-11,2%)». Per le terapie intensive prosegue la discesa iniziata già a metà gennaio (da 1.717 del 17 gennaio a 1.376 dell’8 febbraio) e inizia finalmente a calare anche il numero di posti letto occupati in area medica (da 19.913 del 31 gennaio a 18.337 dell’8 febbraio) (figura 7). All’8 febbraio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 28% in area medica e del 14,2% in area critica. Tutte le Regioni superano la soglia del 15% in area medica; ad eccezione di Basilicata, Campania, Provincia Autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta, tutte vanno oltre la soglia del 10% in area critica (figura 8). «Si conferma un ulteriore calo degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni scende a 99 ingressi/die rispetto ai 115 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Restano sostanzialmente stabili i decessi: 2.587 negli ultimi 7 giorni (di cui 251 riferiti a periodi precedenti), con una media di 370 al giorno rispetto ai 369 della settimana precedente. Questi numeri, purtroppo ancora molto elevati, nelle ultime settimane hanno alimentato distorte teorie secondo le quali molti decessi di persone positive al SARS-CoV-2 sarebbero occorsi ugualmente, indipendentemente dall’infezione: teorie smentite dai dati sull’eccesso di mortalità del Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera del Ministero della Salute, che risultano del tutto coerenti con i numeri ufficiali dei decessi. «La distinzione fra morti “per” e morti “con” COVID-19 – chiosa Cartabellotta – rappresenta un’inutile strumentalizzazione dei dati, perché la vera domanda da porsi è: le persone affette da altre patologie sarebbero ancora vive se non fossero state infettate dal SARS-CoV-2? I dati confermano che per la maggior parte di loro la risposta è affermativa».
Vaccini: somministrazioni. Al 9 febbraio (aggiornamento ore 06.20) l’85,4% della popolazione (n. 50.578.779) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+338.507 rispetto alla settimana precedente) e l’82% (n. 48.578.825) ha completato il ciclo vaccinale (+630.245 rispetto alla settimana precedente) (figura 10). Nell’ultima settimana scende il numero di somministrazioni (n. 2.217.463), con una media mobile a 7 giorni di 316.780 somministrazioni/die: diminuiscono del 40,1% le terze dosi (n. 1.580.389) e del 33,1% i nuovi vaccinati (n. 186.744) (figura 11).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,4% degli over 80 al 34,9% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’86,7%, nella fascia 70-79 l’85,1% e in quella 60-69 anni l’81% (figura 12).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 2-8 febbraio si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 186.744 rispetto ai 278.940 della settimana precedente (-33,1%) (figura 13). Di questi il 41,8% è rappresentato dalla fascia 5-11: 77.985, in netta flessione rispetto alla settimana precedente (-35,2%). Nonostante l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale e l’imminente introduzione dell’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ulteriormente, attestandosi a quota 47.951 (-41,6% rispetto alla settimana precedente) (figura 14). In continuo calo anche le fasce 12-19 e 20-49 (figura 15).
All’8 febbraio sono ancora 7,1 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino, di cui 1,8 milioni guarite da meno di 180 giorni e 5,3 milioni vaccinabili (figura 16). Questi dati portano a due considerazioni: se da un lato il fatto che oltre 1,7 milioni di persone siano entrate in contatto con il virus alza il livello di immunità della popolazione, dall’altro il numero di persone non protette da COVID-19 è ancora molto elevato e, soprattutto, l’immunità derivante dall’infezione cala progressivamente nel tempo, confermando la necessità di vaccinarsi entro 6 mesi dall’avvenuto contagio.
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 9 febbraio (aggiornamento ore 06.20) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 1.903.023 dosi (figura 17): 1.283.289 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 761.023 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 34,9% con nette differenze regionali (dal 18,9% della Provincia Autonoma di Bolzano al 51,5% della Puglia) (figura 18).
Vaccini: terza dose. Al 9 febbraio (aggiornamento ore 06.20) sono state somministrate 35.486.095 terze dosi, con una media mobile a 7 giorni di 225.770 somministrazioni al giorno (figura 19). In base alla platea ufficiale (n. 42.518.205), aggiornata al 1° febbraio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,5% con nette differenze regionali: dal 77,5% della Sicilia all’89% della Valle D'Aosta (figura 20).
Vaccini: quarta dose. La European Medicines Agency (EMA) ha suggerito di prenderla in considerazione solo per gli immunocompromessi. «Considerato che molti soggetti appartenenti a questa categoria – sottolinea Cartabellotta – hanno ricevuto la terza dose oltre 4 mesi fa, si auspica una decisione tempestiva in merito da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e del Ministero della Salute».
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 63,3% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 39,5% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 67,3% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dal 90,2% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’84,8% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 94,9% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 40,1-73,3%), ma soprattutto di malattia grave (del 71,3-89% per ricoveri ordinari; dell’88,8-94% per le terapie intensive) e decesso (dell’83,2-92,4%) (figura 21).
«Siamo nella fase discendente della quarta ondata – conclude Cartabellotta – ma la riduzione della circolazione del virus è sovrastimata da una minore attività di testing, il calo della pressione sugli ospedali è lento e spesso irregolare e la curva dei decessi ancora non accenna a scendere. A fronte, però, di elevate coperture vaccinali, booster incluso, e dell’arrivo della primavera, i dati legittimano un cauto ottimismo finalizzato al graduale allentamento delle misure. Tuttavia, con l’avvicinarsi della scadenza dello stato di emergenza – la cui estensione non è più giustificabile in Parlamento – si stanno insinuando nel dibattito scientifico e politico termini che nulla hanno a che vedere con la situazione attuale: dalla circolazione endemica del virus addirittura all’imminente fine della pandemia. Distorsioni della realtà molto pericolose perché eccesso di ottimismo e disinformazione se da un lato non aiutano a contrastare l’esitazione vaccinale, dall’altro rischiano di legittimare decisioni azzardate e rischiose, come la decadenza dell’obbligo di mascherina negli ambienti chiusi».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
3 febbraio 2022
Coronavirus: nell’ultima settimana giù nuovi casi (-24,9%) e terapie intensive (-8,4%). Stabili i ricoveri in area medica e i decessi. Nuovi vaccinati: l’obbligo non convince gli over 50 (-16,9%), ulteriore crollo della fascia 5-11 (-23,4%). Scadenza super green pass: in assenza di evidenze scientifiche la decisione è politica, ma la durata non può essere illimitata
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 26 GENNAIO – 1 FEBBRAIO, UNA DISCESA DEI NUOVI CASI CHE SI ATTESTANO A POCO PIÙ DI 900 MILA E DEI CASI ATTUALMENTE POSITIVI (-7,9%). SCENDONO ANCHE I RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA (-142), MENTRE QUELLI IN AREA MEDICA RIMANGONO SOSTANZIALMENTE STABILI (-0,8%), COSÌ COME I DECESSI (2.581). SCENDE A 20 IL NUMERO DI PROVINCE IN CUI L’INCIDENZA SUPERA I 2.000 CASI PER 100.000 ABITANTI. L’84,8% DELLA POPOLAZIONE HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO E L’80,9% HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE. SONO 7,4 MILIONI LE PERSONE SENZA NEMMENO UNA DOSE DI VACCINO: TRA QUESTE 2,46 MILIONI DELLA FASCIA 5-11 ANNI, 693 MILA DELLA FASCIA 12-19 E OLTRE 1,89 MILIONI DI OVER 50. TASSO DI COPERTURA TERZE DOSI AL 79,6% CON NETTE DIFFERENZE REGIONALI. AD OGGI NESSUNA EVIDENZA SCIENTIFICA PERMETTE DI DEFINIRE UNA DURATA DEL SUPER GREEN PASS CORRELATA ALLA SOMMINISTRAZIONE DELLA TERZA DOSE, NÉ DI ESCLUDERE LA NECESSITÀ DI UNA QUARTA DOSE. QUALUNQUE DECISIONE POLITICA DOVRÀ ESSERE RIVALUTATA NEL TEMPO IN BASE ALL’EMERGERE DI NUOVE EVIDENZE, MA SERVE COMUNQUE UNA PRECISA SCADENZA.
3 febbraio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 26 gennaio 2022-1 febbraio 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (900.027 vs 1.197.970) (figura 1) e una sostanziale stabilità dei decessi (2.581 vs 2.519) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (2.476.514 vs 2.689.262), le persone in isolamento domiciliare (2.455.092 vs 2.667.534) e le terapie intensive (1.549 vs 1.691) sostanzialmente stabili i ricoveri con sintomi (19.873 vs 20.037) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.581 (+2,5%), di cui 187 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -142 (-8,4%)
- Ricoverati con sintomi: -164 (-0,8%)
- Isolamento domiciliare: -212.442 (-8%)
- Nuovi casi: 900.027 (-24,9%)
- Casi attualmente positivi: -212.748 (-7,9%)
Nuovi casi. «Dopo 3 settimane di sostanziale stabilità intorno a quota 1,2 milioni – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i nuovi casi settimanali registrano una netta flessione: circa 900 mila con una riduzione del 24,9% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che scende da 166.310 casi del 26 gennaio a 128.575 il 1 febbraio (-22,7%)» (figura 4).
Nella settimana 26 gennaio-1 febbraio, ad eccezione della Sicilia per la quale pesano i ricalcoli dell’ultima settimana, in tutte Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -7% del Molise al -46,9% della Puglia (tabella 1). Scendono da 51 a 20 le Province con incidenza superiore ai 2.000 casi per 100.000 abitanti: Bolzano (2.644), Forlì-Cesena (2.524), Vicenza (2.443), Pordenone (2.402), Macerata (2.401), Ravenna (2.345), Rimini (2.306), Fermo (2.258), Gorizia (2.216), Bologna (2.214), Ascoli Piceno (2.188), Ancona (2.131), Pesaro e Urbino (2.127), Reggio nell'Emilia (2.123), Verona (2.109), Trieste (2.051), Treviso (2.042), Ferrara (2.038), Livorno (2.037) e Padova (2.031) (tabella 2).
Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-8,1%), passati da 7.327.579 della settimana 19-25 gennaio a 6.731.291 della settimana 26 gennaio-1 febbraio, con una diminuzione sia dei tamponi rapidi (-312.410; -5,6%) che di quelli molecolari (-283.878; -16,5%) (figura 5). Scende la media mobile a 7 giorni del tasso di positività di tamponi molecolari (dal 22,9% al 19,7%) e antigenici rapidi (dal 14,0% all’11,6%) (figura 6). «Questi numeri – spiega il Presidente – dimostrano che la diminuzione dei casi consegue in parte alla riduzione del numero dei tamponi e in parte ad una minor circolazione del virus che, tuttavia, rimane ancora molto elevata».
Ospedalizzazioni. «Resta ancora alta la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – sebbene, rispetto alla scorsa settimana, nei posti letto occupati da pazienti COVID si registri una sostanziale stabilità dei ricoveri in area medica (-0,8%) e una flessione di quelli in terapia intensiva (-8,4%)». Guardando alle ultime due settimane, infatti, il numero di pazienti COVID ricoverati in area medica sembra essersi stabilizzato (da 19.228 del 17 gennaio a 19.873 del 1 febbraio), mentre per le terapie intensive dopo un’iniziale stabilizzazione la discesa è già evidente (da 1.717 del 17 gennaio a 1.549 del 1 febbraio) (figura 7). Al 1° febbraio, il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 30,4% in area medica e del 16% in area critica. Tutte le Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con Valle d’Aosta e Liguria che sfiorano il 40%; ad eccezione di Basilicata e Molise, tutte superano la soglia del 10% in area critica (figura 8). «Si conferma un ulteriore calo degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni scende a 115 ingressi/die rispetto ai 132 della settimana precedente» (figura 9).
Decessi. Restano sostanzialmente stabili i decessi: 2.581 negli ultimi 7 giorni (di cui 187 riferiti a periodi precedenti), con una media di 369 al giorno rispetto ai 360 della settimana precedente.
Vaccini: forniture. Al 2 febbraio (aggiornamento ore 06.19) risultano consegnate 127.174.158 dosi di cui 4.248.035 dosi di vaccino Pfizer pediatrico. «Negli ultimi 7 giorni – commenta Mosti – sono state consegnate 2,08 milioni di dosi non pediatriche e 120 mila di vaccino Pfizer pediatrico; le scorte disponibili includono 2.807.690 dosi di Pfizer e 2.528.160 dosi di Pfizer pediatrico. Rimane impossibile quantificare le reali scorte di Moderna perché la rendicontazione ufficiale continua a non tenere conto che per i richiami effettuati con questo vaccino viene utilizzata solo mezza dose».
Vaccini: somministrazioni. Al 2 febbraio (aggiornamento ore 06.19) l’84,8% della popolazione (n. 50.240.272) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+352.644 rispetto alla settimana precedente) e l’80,9% (n. 47.948.580) ha completato il ciclo vaccinale (+493.110 rispetto alla settimana precedente) (figura 10). Nell’ultima settimana scende il numero di somministrazioni (n. 3.276.925), con una media mobile a 7 giorni di 468.132 somministrazioni/die: diminuiscono del 16,5% le terze dosi (n. 2.610.572) e del 10,2% i nuovi vaccinati (n. 277.862) (figura 11).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 98,9% della fascia over 80 al 32,7% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’85,3%, nella fascia 70-79 l’83,4% e in quella 60-69 anni il 78,7% (figura 12).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 26 gennaio-1 febbraio si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 277.862 rispetto ai 356.882 della settimana precedente (-22,1%) (figura 13). Di questi il 43,2% è rappresentato dalla fascia 5-11: quasi 120 mila, in netta flessione rispetto alla settimana precedente (-23,4%); nonostante l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale, il numero di nuovi vaccinati over 50 scende a 81.382 (-16,9% rispetto alla settimana precedente) (figura 14). In particolare in questa fascia anagrafica la media mobile a 7 giorni dei nuovi vaccinati, dopo aver raggiunto il picco di 19.879 del 15 gennaio, è scesa a quota 11.626 il 1 febbraio; nella fascia 5-11 anni, dopo il picco di 38.624 registrato il 9 gennaio, si è stabilizzata per poi scendere fino a quota 17.138 il 1 febbraio, anche in conseguenza del rinvio delle prenotazioni vaccinali degli studenti in quarantena; in calo progressivo sia la fascia 12-19 che quella 20-49 (figura 15).
Al 1° febbraio sono ancora 7,4 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino, tra cui 2,46 milioni della fascia 5-11 anni e 693 mila della fascia 12-19 che influenzano la sicurezza delle scuole, oltre a 1,89 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave che alimentano i ricoveri in area medica e in terapia intensiva (figura 16).
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 2 febbraio (aggiornamento ore 06.19) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 1.607.472 dosi (figura 17): 1.200.584 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 533.972 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 32,7% con nette differenze regionali (dal 18,5% della Provincia Autonoma di Bolzano al 49,8% della Puglia) (figura 18).
Vaccini: terza dose. Al 2 febbraio (aggiornamento ore 06.19) sono state somministrate 33.842.101 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 372.939 somministrazioni al giorno (figura 19). In base alla platea ufficiale (n. 42.518.205), aggiornata al 1° febbraio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 79,6% con nette differenze regionali: dal 72,9% della Sicilia all’85,8% della Valle D’Aosta (figura 20).
Vaccini: quarta dose. La European Medicines Agency (EMA) ha suggerito di prenderla in considerazione solo per gli immunocompromessi. «Considerato che molti soggetti appartenenti a questa categoria – sottolinea Cartabellotta – hanno ricevuto la terza dose oltre 4 mesi fa, si auspica una decisione tempestiva in merito da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e del Ministero della Salute».
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 63,8% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 36,4% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 68,1% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dal 92% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’86,2% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 95,8% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 32,6-72%), ma soprattutto di malattia grave (del 72,3-89,4% per ricoveri ordinari; del 87,7-95% per le terapie intensive) e decesso (dell’81,5-93,9%) (figura 21).
Scadenza green pass. Per chi ha effettuato la terza dose sarebbe ottimale allineare la durata del green pass a quella dell’efficacia vaccinale sulla variante omicron, ormai prevalente. Tuttavia, se nei confronti dell’infezione l’efficacia dopo la dose di richiamo si riduce del circa 50% rispetto a delta e declina a breve termine, sulle forme severe di malattia rimane elevata (intorno al 90%). Peraltro, secondo due studi condotti nel Regno Unito e negli USA, la protezione verso la malattia grave permane oltre i 3 mesi dall’effettuazione del booster, ma non esistono dati a lungo termine.
«In altre parole – spiega il Presidente – è impossibile allineare la durata dell’estensione del green pass all’efficacia della terza dose, perché quella sul contagio ha una durata troppo breve e quella sulla malattia grave a lungo termine non è nota. D’altro canto, come già ribadito dall’EMA, a oggi non ci sono evidenze scientifiche per supportare la somministrazione di una quarta dose nella popolazione generale - che andrebbe a definire la nuova scadenza del certificato verde - ma non si può nemmeno escludere che possa essere necessaria in futuro. Ecco perché l’utilità del green pass va oggi rivalutato secondo una prospettiva differente».
Il green pass, infatti, oggi è poco efficace nell’arginare la diffusione del virus: la vaccinazione riduce il rischio di contagiarsi e di contagiare, ma l’efficacia declina dopo circa 90 giorni e con la variante omicron è circa la metà della delta. Tuttavia, il green pass rilasciato dopo la terza dose di vaccino è fondamentale per tutelare la salute individuale e, indirettamente, anche quella collettiva. Infatti, la protezione nei confronti della malattia severa declina molto meno rispetto al contagio e, soprattutto, torna a livelli molto elevati dopo il booster anche con la variante omicron. Pertanto, sul piano della regolamentazione, la disciplina del green pass da vaccinazione dovrà essere valutata in relazione all'obiettivo di ridurre il sovraccarico ospedaliero e limitare il rinvio di prestazioni per patologie non COVID.
«Secondo le attuali evidenze scientifiche – conclude Cartabellotta – non è possibile definire una scadenza per il super green pass condizionata dall’efficacia del booster e nemmeno escludere la necessità di una quarta dose. Ma, in quanto strumento che limita le libertà personali, la certificazione verde non può avere durata illimitata. Ovvero, qualunque decisione politica dovrà essere rivalutata nel tempo in base all’emergere di nuove evidenze, ma bisogna comunque fissare una precisa scadenza».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
27 gennaio 2022
Coronavirus: nell’ultima settimana lieve flessione di nuovi casi (-3,7%) e terapie intensive (-1,4%). Aumentano ricoveri in area medica (+3%) e decessi (+11,2%). In 7 giorni crollano i nuovi vaccinati: giù la fascia 5-11 anni (-35,6%) e gli over 50 (-25,6%) le Regioni spingono per semplificare la convivenza con il virus, ma numerose proposte sono inaccettabili
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 19-25 GENNAIO, UN’INVERSIONE DELLA CURVA DEI NUOVI CASI CHE SCENDONO SOTTO QUOTA 1,2 MILIONI. OSPEDALIZZAZIONI SU DOPPIO BINARIO: +589 PAZIENTI IN AREA MEDICA, -24 IN TERAPIA INTENSIVA. AUMENTANO DEL 5% LE PERSONE IN ISOLAMENTO DOMICILIARE MENTRE I DECESSI SONO 2.519. IN 51 PROVINCE L’INCIDENZA SUPERA I 2.000 CASI PER 100.000 ABITANTI. L’84,2% DELLA POPOLAZIONE HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO E L’80,1% HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE. ANCORA 7,8 MILIONI DI PERSONE SENZA NEMMENO UNA DOSE, DI CUI 2 MILIONI DI OVER 50 CHE ALIMENTANO I RICOVERI NEGLI OSPEDALI. TERZE DOSI: TASSO DI COPERTURA AL 78,8% CON NETTE DIFFERENZE REGIONALI. ANALISI GIMBE SU PROPOSTE DELLE REGIONI: BENE IL SUPERAMENTO DEL SISTEMA DEI COLORI E LA SOSPENSIONE DEL CONTACT TRACING. INACCETTABILI LA REVISIONE DELLE MISURE INERENTI ALLA SORVEGLIANZA SANITARIA E NELLE SCUOLE, L’ISOLAMENTO DEI LAVORATORI DEI SERVIZI ESSENZIALI E LA CLASSIFICAZIONE DEI RICOVERI COVID.
27 gennaio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 19-25 gennaio 2022, rispetto alla precedente, una lieve diminuzione di nuovi casi (1.197.970 vs 1.243.789) (figura 1) e un aumento dei decessi (2.519 vs 2.266) (figura 2). In aumento i casi attualmente positivi (2.689.262 vs 2.562.156), le persone in isolamento domiciliare (2.667.534 vs 2.540.993), i ricoveri con sintomi (20.037 vs 19.448), mentre scendono le terapie intensive (1.691 vs 1.715) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.519 (+11,2%), di cui 141 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -24 (-1,4%)
- Ricoverati con sintomi: +589 (+3%)
- Isolamento domiciliare: +126.541 (+5%)
- Nuovi casi: 1.197.970 (-3,7%)
- Casi attualmente positivi: +127.106 (+5%)
Nuovi casi. «Dopo 13 settimane consecutive di aumento – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – sul fronte dei nuovi casi si registra una lieve flessione: 1,2 milioni con una riduzione del 3,7% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che scende da 178.332 casi del 19 gennaio a 171.139 il 18 gennaio (-4%) (figura 4). Un’iniziale discesa della curva nazionale condizionata da situazioni regionali molto eterogenee, da trend differenti per le varie fasce di età oltre che da una riduzione del numero di tamponi, sia antigenici che molecolari: in particolare per questi ultimi il tasso di positività è in lieve risalita».
Nella settimana 19-25 gennaio in 12 Regioni si registra un incremento percentuale dei nuovi casi (dallo 0,7% dell’Umbria al 38,1% delle Marche), in 9 una riduzione (dal -1,4% dell’Abruzzo al -35,8% della Calabria) (tabella 1); i dati delle Regioni Puglia e Veneto risentono di consistenti ricalcoli avvenuti nelle ultime due settimane. In 51 Province l’incidenza supera i 2.000 casi per 100.000 abitanti: Bolzano (3.466), Forlì-Cesena (3.441), Vicenza (3.350), Ravenna (3.287), Rimini (3.281), Verona (3.266), Treviso (3.122), Rovigo (2.930), Padova (2.923), Pordenone (2.918), Trento (2.866), Bologna (2.781), Barletta-Andria-Trani (2.745), Belluno (2.735), Ascoli Piceno (2.707), Reggio nell'Emilia (2.702), Modena (2.698), Pesaro e Urbino (2.698), Genova (2.672), Fermo (2.655), Livorno (2.598), Venezia (2.577), Biella (2.499), Firenze (2.487), Imperia (2.458), Ferrara (2.458), Macerata (2.450), Udine (2.436), Brindisi (2.401), Bari (2.396), Ancona (2.387), Trieste (2.363), Parma (2.360), Pistoia (2.358), Mantova (2.339), Torino (2.322), Gorizia (2.303), Brescia (2.302), Pisa (2.287), Taranto (2.283), Savona (2.273), Foggia (2.225), Aosta (2.222), Piacenza (2.216), La Spezia (2.173), Prato (2.129), Teramo (2.063), Lecce (2.030), Grosseto (2.023), Arezzo (2.012) e Cuneo (2.002) (tabella 2).
Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-4,5%), passati da 7.672.378 della settimana 12-18 gennaio a 7.327.579 della settimana 19-25 gennaio, con una diminuzione sia dei tamponi rapidi (-67.898; -1,2%) che di quelli molecolari (-276.901; -13,9%) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari torna a salire (dal 21,3% al 22,9%), mentre rimane stabile (dal 14,4% al 14,3%) quello degli antigenici rapidi (figura 6). «Questi numeri – spiega il Presidente – confermano che la circolazione del virus rimane elevata e che, considerata la risalita del tasso di positività dei tamponi molecolari, il calo della curva dei contagi deve essere interpretato con cautela».
Ospedalizzazioni. «Resta alta la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – dove i posti letto occupati da pazienti COVID in area medica aumentano, seppure più lentamente (+3% rispetto alla settimana precedente), mentre si registra una lieve flessione in terapia intensiva (-1,4% rispetto alla settimana precedente)». Al 25 gennaio, il tasso di occupazione nazionale da parte di pazienti COVID è del 30,6% in area medica e del 17,6% in area critica. Tutte le Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Valle d’Aosta che raggiunge il 53,1%; ad eccezione di Basilicata, Molise e Umbria, tutte superano la soglia del 10% in area critica (figura 7). «Prosegue la flessione degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni scende a 132 ingressi/die rispetto ai 141 della settimana precedente» (figura 8).
Decessi. Crescono i decessi: 2.519 negli ultimi 7 giorni (di cui 141 riferiti a periodi precedenti), con una media di 360 al giorno rispetto ai 324 della settimana precedente.
Vaccini: forniture. Al 26 gennaio (aggiornamento ore 09.04) risultano consegnate 124.850.124 dosi di cui 4.026.014 dosi di vaccino Pfizer pediatrico. «Negli ultimi 7 giorni – commenta Mosti – sono state consegnate 2,44 milioni di dosi non pediatriche e 786 mila di vaccino Pfizer pediatrico; rispetto alle scorte, oltre alle 3.260.828 dosi Pfizer e alle 2.623.932 dosi di Pfizer pediatrico, è impossibile conoscere il numero delle dosi residue di Moderna perché la rendicontazione ufficiale non tiene conto che per i richiami effettuati con questo vaccino viene utilizzata solo mezza dose».
Vaccini: somministrazioni. Al 26 gennaio (aggiornamento ore 09.04) l’84,2% della popolazione (n. 49.887.628) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+298.990 rispetto alla settimana precedente) e l’80,1% (n. 47.455.470) ha completato il ciclo vaccinale (+297.596 rispetto alla settimana precedente) (figura 9). In calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 3.756.387), con una media mobile a 7 giorni di 536.627 somministrazioni/die: diminuiscono del 15,5% le terze dosi (n. 3.088.261) e del 30,9% i nuovi vaccinati (n. 355.309) (figura 10).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 98,6% della fascia over 80 al 29,4% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’83,3%, nella fascia 70-79 l’80,3% e in quella 60-69 anni il 74,6% (figura 11).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 19-25 gennaio si registra un crollo dei nuovi vaccinati: 355.309 rispetto ai 514.324 della settimana precedente (figura 12). Di questi il 43,9% è rappresentato dalla fascia 5-11, in netta flessione rispetto alla settimana precedente (n. 155.997; -35,6%); nonostante la recente introduzione dell’obbligo vaccinale, i nuovi vaccinati over 50 scendono a 96.957 (-25,6% rispetto alla settimana precedente) (figura 13). In particolare per questa fascia anagrafica la media mobile a 7 giorni dei nuovi vaccinati, dopo aver raggiunto il picco di 19.879 del 15 gennaio, è scesa a quota 13.851 il 25 gennaio; nella fascia 5-11 anni, dopo il picco di 38.624 registrato il 9 gennaio, si è stabilizzata per poi iniziare una discesa fino a quota 22.285 il 25 gennaio, inevitabilmente legata anche al rinvio delle prenotazioni vaccinali degli studenti in isolamento; in lieve, ma progressivo calo sia la fascia 12-19 che quella 20-49 (figura 14).
Al 18 gennaio sono ancora 7,8 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino: 2,58 milioni della fascia 5-11 anni e 724 mila della fascia 12-19 che influenzano la sicurezza delle scuole, oltre a 2 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave, il vero tallone d’Achille che alimenta i ricoveri in area medica e in terapia intensiva (figura 15).
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 26 gennaio (aggiornamento ore 09.04) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 1.289.947 dosi (figura 16): 1.076.537 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 332.517 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 29,3% con nette differenze regionali (dal 16,4% delle Marche al 47,2% della Puglia) (figura 17).
Vaccini: terza dose. Al 26 gennaio (aggiornamento ore 09.04) sono state somministrate 31.138.488 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 441.180 somministrazioni al giorno (figura 18). In base alla platea ufficiale (n. 39.539.599), aggiornata al 21 gennaio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 78,8% con nette differenze regionali: dal 70,8% della Sardegna all’86,7% della Valle D’Aosta (figura 19).
Vaccini: quarta dose. Se da un lato la European Medicines Agency (EMA) ha chiarito che, al momento attuale, non ci sono evidenze scientifiche a supporto della somministrazione di una quarta dose di vaccino anti-COVID-19 nella popolazione generale, dall’altro ha suggerito che potrebbe essere presa in considerazione per le persone immunocompromesse che hanno ricevuto la terza dose come “dose aggiuntiva” a 28 giorni dal completamento del ciclo primario. «Nonostante per molti soggetti appartenenti a questa categoria – sottolinea Cartabellotta – siano già passati 4 mesi dalla dose aggiuntiva, né l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) né il Ministero della Salute si sono tuttavia ancora pronunciati in merito».
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 66,1% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 34,7% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 66,7% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dal 94,9% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’88,6% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 97,5% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 28-75,2%), ma soprattutto di malattia grave (del 75,2-90,7% per ricoveri ordinari; del 91,1-96,2% per le terapie intensive) e decesso (dell’84,2-93,5%) (figura 20).
«Nonostante – conclude Cartabellotta – ci troviamo ancora in uno scenario caratterizzato da un’elevata circolazione del virus e da una forte pressione sugli ospedali con pesanti ricadute sull’assistenza ai pazienti non COVID, le Regioni spingono per semplificare le regole di convivenza con il SARS-CoV-2 mettendo sul tavolo varie proposte da discutere con il Governo. Proposte su cui la Fondazione GIMBE ha condotto un’analisi per valutarne la coerenza con le evidenze scientifiche e la fattibilità pratica».
- Superamento del sistema a colori delle zone di rischio: proposta pienamente condivisibile per tre ragioni. Innanzitutto, non sussistono attualmente differenze tra zona bianca e zona gialla e per la zona arancione le (poche) regole restrittive si applicano esclusivamente alle persone non vaccinate; in secondo luogo, le Regioni possono aumentare il numero di posti letto COVID-19 per evitare zone dai “colori più intensi” ma determinando conseguenze rilevanti in termini di mancata assistenza a pazienti con altre patologie; infine, è opportuno che siano le Regioni a istituire zone rosse, anche locali, in relazione alla circolazione del virus, al sovraccarico ospedaliero e ai ritardi delle cure in pazienti non COVID.
- Revisione delle misure inerenti alla sorveglianza sanitaria, suddividendo fra i casi positivi asintomatici e quelli con sintomatologia correlata: proposta non accettabile perché l’ipotesi di differenziare le regole di sorveglianza sanitaria tra casi sintomatici e asintomatici non è basata su evidenze scientifiche, mentre l’elemento discriminante oggi dovrebbe essere rappresentato esclusivamente dallo status vaccinale. Infatti, tra persone non vaccinate circa il 50% dei contagi avviene da parte di soggetti asintomatici, pre-sintomatici o pauci-sintomatici, mentre il vaccino (ciclo completo entro 120 giorni o dose booster) riduce sia il rischio di infezione (del 53,2-66,7%), sia la probabilità di contagiare altre persone perché la persona vaccinata è contagiosa per un periodo di tempo inferiore rispetto al non vaccinato.
- Sospensione del contact tracing nell’attuale contesto epidemiologico di elevata incidenza per la variante omicron, al fine di concentrare energie e risorse per un più efficace contrasto al virus: proposta condivisibile perché con l’attuale numero di positivi il contact tracing non è sostenibile né fattibile, né contribuisce in maniera efficace a rallentare la crescita dei casi.
- Proposta di aggiornamento delle misure di isolamento dei lavoratori dei servizi essenziali con la proposta di riduzione dei giorni di isolamento (pari a 3 giorni dall’inizio dei sintomi e ulteriori 3 giorni obbligo mascherina FFP2, favorendo l’auto-sorveglianza): proposta non accettabile, perché non esistono evidenze scientifiche per supportare il termine dell’isolamento per i positivi - indipendentemente dal loro status vaccinale - dopo 3 giorni dalla comparsa dei sintomi, senza accertarne la negatività con tampone antigenico o molecolare.
- Revisione e superamento dell’attuale sistema di sorveglianza nelle scuole, procedendo alla sospensione della didattica in presenza solo per i soggetti sintomatici; sospensione del contact tracing e mantenimento dell’auto-sorveglianza: proposta non accettabile, in quanto l’elemento discriminante ai fini della quarantena in caso di tampone negativo dovrebbe essere rappresentato dallo status vaccinale e non dalla presenza/assenza di sintomi COVID-19. Inoltre, in caso di positività al tampone, lo studente deve essere isolato, indipendentemente dallo status vaccinale.
- Revisione della classificazione dei ricoveri COVID, tenuto conto che al momento tutti i pazienti ricoverati, anche per altre patologie, se positivi, vengono conteggiati come ricoverati per le conseguenze da COVID: proposta non accettabile e rischiosa per varie motivazioni:
- Cliniche: la COVID-19 è una malattia multisistemica che colpisce numerosi organi e apparati e definire lo status di “asintomaticità” è molto complesso, specialmente nei pazienti anziani con patologie multiple; inoltre, la positività al SARS-CoV-2 può peggiorare la prognosi di pazienti ricoverati per altre motivazioni, anche in relazione all’evoluzione della patologia/condizione che ha motivato il ricovero e alle procedure diagnostico-terapeutiche attuate.
- Organizzative: la gestione di tutti i pazienti SARS-CoV-2 positivi, indipendentemente dalla presenza di sintomi correlati alla COVID-19, richiede procedure e spazi dedicati, oltre alla sanificazione degli ambienti. Di conseguenza, risulta molto difficile riorganizzare in tempi brevi la gestione degli “asintomatici” senza risorse aggiuntive, in particolare locali e personale.
- Medico-legali e amministrative: la responsabilità di assegnare il paziente ricoverato ad una delle due categorie, con tutte le difficoltà e le discrezionalità del caso, è affidata al personale medico e alle aziende sanitarie.
- Risvolti pratici: eliminando il sistema dei colori, di fatto, si tratterebbe solo di una rendicontazione separata, potenzialmente utile a fini epidemiologici e alla futura riorganizzazione dei servizi ospedalieri. Ma la riclassificazione dei pazienti ospedalizzati, in ogni caso, non può derogare dagli standard internazionali definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC).
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
20 gennaio 2022
Coronavirus: frena l’incremento dei casi (+3%), ma i decessi aumentano del 49,7% in 7 giorni. Rallenta l’aumento di ricoveri (+14%) e terapie intensive (+2,3%), ma ospedali ancora sotto pressione. Vaccini: l’obbligo spinge le prime dosi degli over 50 (+28,1%). Proposte delle Regioni su gestione pandemia: alcune inapplicabili e rischiose altre condivisibili ma da integrare
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 12-18 GENNAIO, UNA STABILIZZAZIONE DEI NUOVI CASI A QUOTA 1,2 MILIONI E UN AUMENTO DELLE OSPEDALIZZAZIONI: +2.381 PAZIENTI IN AREA MEDICA, +38 IN TERAPIA INTENSIVA. L’INCIDENZA SUPERA I 2.000 CASI PER 100.000 ABITANTI IN 58 PROVINCE. L’83,7% DELLA POPOLAZIONE HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO E IL 79,6% HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE. NEGLI ULTIMI 7 GIORNI, STABILI LE NUOVE VACCINAZIONI NELLA FASCIA 5-11 (240.920) CHE RAPPRESENTANO QUASI METÀ DELLE PRIME DOSI. ANCORA SCOPERTE 8,1 MILIONI DI PERSONE DI CUI OLTRE 2 MILIONI DI OVER 50 AD ELEVATO RISCHIO DI MALATTIA GRAVE E OSPEDALIZZAZIONE. TERZE DOSI: TASSO DI COPERTURA AL 70,8% CON NETTE DIFFERENZE REGIONALI. INAPPLICABILI E RISCHIOSE LE RICHIESTE DELLE REGIONI DI MODIFICARE LE DEFINIZIONI DI CASO E RICOVERO COVID-19 E DI MANTENERE IN SERVIZIO GLI OPERATORI SANITARI POSITIVI. CONDIVISIBILI, MA DA INTEGRARE, QUELLE RELATIVE AL CONTACT TRACING E ALLE SCUOLE PRIMARIE.
20 gennaio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 12-18 gennaio 2022, rispetto alla precedente, una stabilizzazione del numero di nuovi casi (1.243.789 vs 1.207.689) (figura 1) e un aumento dei decessi (2.266 vs 1.514) (figura 2). Crescono anche i casi attualmente positivi (2.562.156 vs 2.134.139), le persone in isolamento domiciliare (2.540.993 vs 2.115.395), i ricoveri con sintomi (19.448 vs 17.067) e, in misura minore, le terapie intensive (1.715 vs 1.677) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.266 (+49,7%), di cui 158 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +38 (+2,3%)
- Ricoverati con sintomi: +2.381 (+14%)
- Isolamento domiciliare: +425.598 (+20,1%)
- Nuovi casi: 1.243.789 (+3%)
- Casi attualmente positivi: +428.017 (+20,1%)
Nuovi casi. «Nell’ultima settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si è registrata una sostanziale stabilizzazione dei nuovi casi intorno a quota 1,2 milioni, con un incremento del 3% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che passa da 174.576 del 12 gennaio a 177.652 il 18 gennaio (+1,8%) (figura 4). Una frenata nazionale della curva che risente di situazioni regionali molto diverse».
Infatti, nella settimana 12-18 gennaio, in 10 Regioni si registra un incremento percentuale dei nuovi casi (dall’1,4% della Provincia Autonoma di Trento al 159,6% della Puglia), in 10 una riduzione (dal -1,0% della Basilicata al -25,9% dell’Umbria), mentre la Liguria rimane stabile (tabella 1); i dati delle Regioni Emilia-Romagna, Liguria e Puglia risentono di consistenti ricalcoli avvenuti nelle ultime due settimane. In 58 Province l’incidenza supera i 2.000 casi per 100.000 abitanti: Rimini (3.358), Forlì-Cesena (3.296), Bolzano (3.279), Ravenna (3.027), Piacenza (2.970), Brindisi (2.964), Barletta-Andria-Trani (2.945), Bari (2.892), Napoli (2.863), Trento (2.812), Rovigo (2.748), Verona (2.737), Bologna (2.721), Vicenza (2.639), Sondrio (2.626), Biella (2.560), Firenze (2.554), Genova (2.531), Taranto (2.515), Brescia (2.493), Aosta (2.475), Torino (2.453), Parma (2.435), Pordenone (2.417), Modena (2.378), Verbano-Cusio-Ossola (2.376), Cuneo (2.338), Lecce (2.337), Ferrara (2.329), Vercelli (2.314), Udine (2.310), Pisa (2.304), Mantova (2.301), Treviso (2.277), Lodi (2.276), Savona (2.269), Imperia (2.263), Padova (2.256), Reggio nell'Emilia (2.241), Livorno (2.240), Pistoia (2.219), Belluno (2.198), Foggia (2.196), Pavia (2.196), Monza e della Brianza (2.167), La Spezia (2.163), Novara (2.155), Como (2.154), Teramo (2.131), Milano (2.106), Prato (2.091), Caserta (2.088), Salerno (2.078), Trieste (2.045), Lucca (2.032), Venezia (2.021), Arezzo (2.017) e Cremona (2.017) (tabella 2).
Testing. Si registra un aumento del numero dei tamponi totali (+10,8%), passati da 6.926.539 della settimana 5-11 gennaio a 7.672.378 della settimana 12-18 gennaio, con un incremento dei tamponi rapidi (+856.687; +17,8%) a fronte di una leggera flessione di quelli molecolari (-110.848; -5,3%) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari si riduce ulteriormente (dal 25,4% al 21,2%), mentre rimane stabile (14,4% vs 14%) per gli antigenici rapidi (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Resta alta la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – in cui i posti letto occupati da pazienti COVID continuano ad aumentare, seppur più lentamente: rispetto alla settimana precedente +14% in area medica e +2,3% in terapia intensiva». Al 18 gennaio, il tasso di occupazione nazionale da parte di pazienti COVID è del 29,8% in area medica e del 17,8% in area critica. Ad eccezione di Molise e Sardegna, tutte le Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Valle d’Aosta che raggiunge il 57,1%; ad eccezione di Basilicata e Molise, tutte superano la soglia del 10% in area critica (figura 7). «In lieve flessione gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni scende a 141 ingressi/die rispetto ai 146 della settimana precedente» (figura 8).
«Rimangono di difficile interpretazione – spiega Cartabellotta – i trend dei ricoveri in area medica e in terapia intensiva dell’ultima settimana; servono ulteriori analisi per capire se si tratta di errori tecnici, di ricalcoli da parte delle Regioni, dei primi effetti della prevalenza della variante omicron sulla delta, o di altre motivazioni. (figura 9)».
Decessi. Crescono i decessi: 2.266 negli ultimi 7 giorni (di cui 158 riferiti a periodi precedenti), con una media di 324 al giorno rispetto ai 216 della settimana precedente.
Vaccini: forniture. Al 19 gennaio (aggiornamento ore 06.15) risultano consegnate 121.302.328 dosi di cui 3.114.000 dosi di vaccino Pfizer pediatrico. «Negli ultimi 7 giorni – commenta Mosti – sono state consegnate 2,98 milioni di dosi non pediatriche; rispetto alle dosi residue, accanto alle 2.927.240 dosi Pfizer, è impossibile conoscere il reale numero delle dosi Moderna perché la rendicontazione ufficiale non tiene conto che per i richiami effettuati con questo vaccino viene utilizzata solo mezza dose».
Vaccini: somministrazioni. Al 19 gennaio (aggiornamento ore 06.15) l’83,7% della popolazione (n. 49.588.638) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+530.043 rispetto alla settimana precedente) e il 79,6% (n. 47.157.874) ha completato il ciclo vaccinale (+345.024 rispetto alla settimana precedente) (figura 10). In aumento nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 4.426.264), con una media mobile a 7 giorni di 632.323 somministrazioni/die: crescono dell’8,3% le terze dosi (n. 3.607.837) e del 2,8% i nuovi vaccinati (n. 510.742) (figura 11).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 98,4% degli over 80 al 25,1% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto il 80,8%, nella fascia 70-79 il 76% e in quella 60-69 anni il 69,1% (figura 12).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 12-18 gennaio si registra un lieve aumento dei nuovi vaccinati, che sono 510.742 rispetto ai 496.969 della settimana precedente (+2,8%) (figura 13). Di questi quasi la metà è rappresentata dalla fascia 5-11, che resta sostanzialmente stabile (n. 240.920; -3,2%), mentre la recente introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 inizia a mostrare i primi effetti visto che in questa fascia anagrafica i nuovi vaccinati sono 128.966 (+28,1% rispetto alla settimana precedente) (figura 14).
A partire dalla data di introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50, la media mobile a 7 giorni dei nuovi vaccinati per questa fascia anagrafica è passata da 9.549 dell’8 gennaio a 19.845 il 15 gennaio per poi stabilizzarsi intorno a quota 18.500; nella fascia 5-11 anni dopo il picco di 38.624 registrato il 9 gennaio si è stabilizzata intorno a 35.000 nuovi vaccinati al giorno; stabile la fascia 20-49 e in leggero ma progressivo calo quella 12-19.
Al 18 gennaio rimangono ancora 8,1 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino: 2,74 milioni appartengono alla fascia 5-11 anni, oltre 760 mila alla fascia 12-19 e 2,06 milioni sono over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione (figura 15).
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 19 gennaio (aggiornamento ore 06.15) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 994.610 dosi (figura 16): 920.290 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 189.137 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 25,1% con nette differenze regionali (dal 13,4% delle Marche al 42,8% della Puglia) (figura 17).
Vaccini: terza dose. Al 19 gennaio (aggiornamento ore 06.15) sono state somministrate 28.003.427 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 515.405 somministrazioni al giorno (figura 18). In base alla platea ufficiale (n. 39.539.599), aggiornata al 14 gennaio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 70,8% con nette differenze regionali: dal 63,5% della Sicilia all’80,3% della Valle D’Aosta (figura 19).
Vaccini: quarta dose. Nella conferenza stampa del 18 gennaio, la European Medicines Agency (EMA) ha chiarito che, al momento attuale, non ci sono evidenze scientifiche a supporto della somministrazione di una quarta dose di vaccino anti-COVID-19 nella popolazione generale. Qualora in futuro i dati dimostrino la necessità di un richiamo annuale, questo potrà essere somministrato all’inizio della stagione invernale, come per il vaccino antinfluenzale. Una quarta somministrazione potrebbe essere presa in considerazione per le persone immunocompromesse che hanno ricevuto la terza dose come “dose aggiuntiva” a 28 giorni dal completamento del ciclo primario: tuttavia, nonostante per molti soggetti appartenenti a questa categoria siano già passati 4 mesi dalla dose aggiuntiva, né l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) né il Ministero della Salute si sono ancora pronunciati in merito.
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 70,7% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 34% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 68,8% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dal 95,4% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’88,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 97,8% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 27-77%), ma soprattutto di malattia grave (dell’81,8-93,1% per ricoveri ordinari; del 92,7-96,9% per le terapie intensive) e decesso (dell’82,8-93%) (figura 20).
«In uno scenario ancora critico – conclude Cartabellotta – caratterizzato dall’elevata circolazione del virus e da una rilevante occupazione dei posti letto ospedalieri da parte dei pazienti COVID, le Regioni hanno messo sul tavolo varie proposte da discutere con il Governo, per semplificare la fase di convivenza con il SARS-CoV-2, su cui la Fondazione GIMBE ha condotto una puntuale analisi».
- Modifica alla definizione di caso COVID-19: dal momento che la maggior parte delle persone positive al SARS-CoV-2 sono asintomatiche o paucisintomatiche, ma possono trasmettere il contagio, non è possibile, ai fini della sorveglianza dell’epidemia, modificare la definizione di caso COVID-19, includendo – come proposto dalle Regioni – solo chi, a fronte di un tampone positivo, è anche sintomatico. Peraltro, a fronte di una definizione di caso condivisa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’European Centre for Disease Control, non sarebbe giustificabile introdurre una modifica nazionale, anche ai fini della sorveglianza epidemiologica internazionale.
- Modifica alla definizione di ricovero COVID-19: la proposta delle Regioni di non considerare come pazienti COVID-19 i ricoverati per altra patologia a cui viene riscontrata una positività occasionale al SARS-CoV-2 è inapplicabile e rischiosa per varie motivazioni:
- Cliniche: la COVID-19 è una malattia multisistemica che colpisce numerosi organi e apparati e definire lo status di “asintomaticità” è molto complesso, specialmente nei pazienti anziani con patologie multiple; inoltre, la positività al SARS-CoV-2 può peggiorare la prognosi di pazienti ricoverati per altre motivazioni, anche in relazione all’evoluzione della patologia/condizione che ha motivato il ricovero e alle procedure diagnostico-terapeutiche attuate.
- Organizzative: la gestione di tutti i pazienti SARS-CoV-2 positivi, indipendentemente dalla presenza di sintomi correlati alla COVID-19, richiede procedure e spazi dedicati, oltre alla sanificazione degli ambienti. Di conseguenza, risulta molto difficile riorganizzare in tempi brevi la gestione degli “asintomatici” senza risorse aggiuntive, in particolare locali e personale.
- Medico-legali e amministrative: la responsabilità di assegnare il paziente ricoverato ad una delle due categorie, con tutte le difficoltà e le discrezionalità del caso, è affidata al personale medico e alle aziende sanitarie.
- Contact tracing: con l’attuale numero di positivi il contact tracing non è sostenibile né fattibile, né può contribuire in maniera efficace a rallentare la crescita dei casi. Se dunque è condivisibile l’obiettivo di alleggerire la pressione sui servizi sanitari territoriali, la proposta delle Regioni di riservarlo ai casi sintomatici non è basata su evidenze scientifiche, perché oggi l’elemento discriminante dovrebbe essere rappresentato dallo status vaccinale, dal momento che i vaccinati si infettano meno e, soprattutto, trasmettono meno il virus.
- Scuole primarie: appare ragionevole la proposta delle Regioni che chiedono che, in caso di una positività in classe, in attesa del tampone T0 gli studenti rimangano presso il domicilio senza frequentare né la scuola, né le attività comunitarie. In caso di DAD, si suggerisce di valutare la possibilità di interrompere la quarantena per recarsi al centro vaccinale con mascherina FFP2 se al T0 si risulta negativi.
- Operatori sanitari: nei primi 18 giorni di gennaio 2022 si sono registrati 36.143 nuovi casi tra il personale sanitario, quasi il triplo rispetto all’intero mese di dicembre 2021 (n. 12.664). Per fronteggiare questo problema, le Regioni chiedono di mantenere in servizio nei reparti COVID gli operatori sanitari positivi asintomatici, una proposta inapplicabile per tre ragioni. Innanzitutto, medico-legali, perché è in netto contrasto con la legge Gelli-Bianco che dispone di garantire la sicurezza delle cure integrando tutte le attività finalizzate alla prevenzione e alla gestione del rischio connesso all’erogazione di prestazioni sanitarie. In secondo luogo, per motivi organizzativi: gli operatori sanitari potrebbero lavorare nei reparti COVID, ma senza poter accedere agli spazi comuni (spogliatoi, mensa, etc.). Infine, per evidenti risvolti pratici, visto che rischia di determinare una fuga dai reparti COVID da parte del personale sanitario non colpito dall’infezione.
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
14 gennaio 2022
Il nuovo sistema per conteggiare i pazienti in ospedale serve solo ad evitare restrizioni: tanto vale eliminare il sistema delle Regioni a colori
Fondazione GIMBE, 14 gennaio 2022
«Il nuovo sistema per rendicontare i pazienti ricoverati per COVID-19 richiesto dalle Regioni – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – prevede una “contabilizzazione” separata tra pazienti ospedalizzati per COVID-19 e pazienti ricoverati per altre patologie, con infezione da SARS-CoV-2 ma asintomatici per COVID-19. La Fondazione GIMBE sottolinea che tale proposta, oltre a sottostimare il reale sovraccarico degli ospedali, aumenta l’impatto organizzativo e il carico di lavoro degli operatori sanitari e presenta numerosi rischi».
Innanzitutto, la proposta è inadeguata per ragioni cliniche: considerato che la COVID-19 è una malattia multisistemica che colpisce vari organi e apparati, definire lo status di “asintomatico ” è molto complesso, specialmente nei pazienti anziani con patologie multiple; inoltre, la positività al SARS-CoV-2 può peggiorare la prognosi di pazienti ricoverati per altre motivazioni, anche in relazione all’evoluzione della patologia o condizione che ha motivato il ricovero e alle procedure diagnostico-terapeutiche attuate. In secondo luogo, è inapplicabile per ragioni organizzative: la gestione di tutti i pazienti SARS-CoV-2 positivi, indipendentemente dalla presenza di sintomi correlati alla COVID-19, richiede personale, procedure e spazi dedicati, oltre alla sanificazione degli ambienti. Di conseguenza, risulta molto difficile immaginare la gestione degli “asintomatici” senza risorse aggiuntive, in particolare locali e personale. Infine, ha rilevanti risvolti medico-legali: la responsabilità di assegnare il paziente ricoverato ad una delle due categorie, con tutte le difficoltà e le discrezionalità del caso, è affidata al personale medico e alle aziende sanitarie, su cui ricadrebbero i rischi.
«Visto che l’obiettivo delle Regioni – conclude Cartabellotta – è chiaramente solo quello di ridurre la percentuale di occupazione in area medica per evitare il passaggio alla zona arancione o addirittura a quella rossa, allora tanto vale eliminare il sistema dei colori, lasciando ad ogni Regione le proprie responsabilità, sull’entità del sovraccarico ospedaliero e sui ritardi alle cure nei pazienti non COVID.»
Download comunicato
13 gennaio 2022
Coronavirus: in una settimana +4.155 ricoveri (+31,2%), +285 terapie intensive (+20,5%), 1.514 decessi, (+37,4%). I nuovi casi superano 1,2 milioni (+49%). Vaccini: in 7 giorni oltre 4 milioni di somministrazioni, ma solo 73.690 prime dosi over 50. Le misure sono insufficienti per frenare la salita dei contagi e il sovraccarico degli ospedali rinvia la cura di altre malattie
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 5-11 GENNAIO, UN AUMENTO DEL 49% DEI NUOVI CASI CON INCIDENZA CHE IN 56 PROVINCE SUPERA I 2.000 PER 100.000 ABITANTI. CONTINUA A CRESCERE LA PRESSIONE SUGLI OSPEDALI, SIA IN AREA MEDICA (+32,2%) CHE IN TERAPIA INTENSIVA (+20,5%). OLTRE 8,6 MILIONI DI PERSONE SENZA NEMMENO UNA DOSE DI VACCINO, DI CUI QUASI 3 MILIONI NELLA FASCIA 5-11 ANNI. TERZE DOSI: TASSO DI COPERTURA AL 61,5% CON RILEVANTI DIFFERENZE REGIONALI. L’ENORME QUANTITÀ DI NUOVI CASI, “INCONTRANDO” UNA POPOLAZIONE SUSCETTIBILE TROPPO NUMEROSA, STA PROGRESSIVAMENTE SATURANDO GLI OSPEDALI. DI CONSEGUENZA, MOLTE REGIONI SI AVVIANO VERSO LA ZONA ARANCIONE ENTRO FINE MESE, MA SOPRATTUTTO SI RIDUCONO LE POSSIBILITÀ DI CURA PER I MALATI NON COVID.
13 gennaio 2022 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 5-11 gennaio 2022, rispetto alla precedente, un netto aumento di nuovi casi (1.207.689 vs 810.535) (figura 1) e dei decessi (1.514 vs 1.102) (figura 2). In forte crescita anche i casi attualmente positivi (2.134.139 vs 1.265.297), le persone in isolamento domiciliare (2.115.395 vs 1.250.993), i ricoveri con sintomi (17.067 vs 12.912) e le terapie intensive (1.677 vs 1.392) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 1.514 (+37,4%), di cui 95 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +285 (+20,5%)
- Ricoverati con sintomi: +4.155 (+32,2%)
- Isolamento domiciliare: +864.402 (+69,1%)
- Nuovi casi: 1.207.689 (+49%)
- Casi attualmente positivi: +868.842 (+68,7%)
Nuovi casi. «Nell’ultima settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si è registrata un’ulteriore impennata di nuovi casi che hanno superato quota 1,2 milioni, con un incremento che sfiora il 50% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che aumenta da 128.801 del 5 gennaio a 172.559 l’11 gennaio (+34%) (figura 4)».
Nella settimana 5-11 gennaio in tutte le Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi: dallo 0,5% dell’Umbria al 208,7% della Liguria (tabella 1). In 56 Province l’incidenza supera i 2.000 casi per 100.000 abitanti: Rimini (4469), Forlì-Cesena (3462), Ravenna (3382), Modena (3340), Firenze (3031), Lodi (3016), Monza e della Brianza (2858), Bologna (2806), Varese (2776), Trento (2774), Sondrio (2771), Brescia (2751), Reggio nell'Emilia (2722), Milano (2636), Prato (2625), Pisa (2615), Como (2596), Napoli (2584), Verbano-Cusio-Ossola (2575), Pavia (2567), La Spezia (2531), Pistoia (2529), Rovigo (2483), Aosta (2452), Lecco (2451), Caltanissetta (2435), Parma (2402), Verona (2390), Cremona (2389), Teramo (2385), Genova (2377), Savona (2349), Ferrara (2344), Chieti (2328), Lucca (2324), Bergamo (2320), Terni (2311), Mantova (2224), Arezzo (2222), Imperia (2206), Cuneo (2187), Piacenza (2173), Bolzano (2168), Biella (2163), Massa Carrara (2160), Vicenza (2133), Siena (2131), Livorno (2120), Pordenone (2105), Treviso (2082), Trieste (2071), Salerno (2047), Pescara (2041), Torino (2036), Caserta (2031) e Asti (2028) (tabella 2).
Testing. Si registra un lieve aumento (+6,8%) del numero dei tamponi totali, passati da 6.487.127 della settimana 29 dicembre-4 gennaio a 6.926.539 della settimana 5-11 gennaio, per l’incremento sia dei tamponi rapidi (+299.066; 6,6%) che di quelli molecolari (+140.346; +7,1%) (figura 5). Tuttavia, l’aumentata attività di testing influenza solo marginalmente la crescita dei nuovi casi, considerato l’aumento dei tassi di positività dei tamponi: la media mobile a 7 giorni è salita dall’8,2% al 14,3% per gli antigenici rapidi e dal 24% al 25,5% per i tamponi molecolari (figura 6).
Ospedalizzazioni. «Aumentano ancora – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – i posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +20,5% in area medica e +32,2% in terapia intensiva». All’11 gennaio, il tasso di occupazione nazionale da parte di pazienti COVID è del 26,6% in area medica e del 18,2% in area critica. Ad eccezione di Molise e Sardegna, tutte le Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Valle d’Aosta che raggiunge il 53,5%; ad eccezione di Basilicata, Molise e Puglia tutte superano la soglia del 10% in area critica, con la Provincia di Trento che si attesta al 31,1% (figura 7). «Aumentano gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni sale a 146 ingressi/die rispetto ai 125 della settimana precedente» (figura 8).
«Le elevate coperture vaccinali – spiega Cartabellotta – ammortizzano in maniera rilevante l’impatto della circolazione virale sui servizi ospedalieri. Tuttavia, l’enorme quantità di nuovi casi in continua crescita sta progressivamente saturando gli ospedali sia perché “incontra” una popolazione suscettibile troppo numerosa (2,2 milioni di 0-4 anni non vaccinabili, 8,6 milioni di non vaccinati e oltre 15 milioni in attesa della terza dose) sia, in misura minore, per i fenomeni di escape immunitario della variante omicron» (figura 9). La tabella riporta il numero di posti letto ancora disponibili – all’11 gennaio – che, in caso di occupazione da parte di pazienti COVID, porterebbe ciascuna Regione in zona arancione e in zona rossa, al netto di eventuale incremento dei posti letto che rimane nell’autonomia regionale.
Decessi. Crescono i decessi: 1.514 negli ultimi 7 giorni (di cui 95 riferiti a periodi precedenti), con una media di 216 al giorno rispetto ai 157 della settimana precedente.
Vaccini: forniture. Al 12 gennaio (aggiornamento ore 07.23) risultano consegnate 117.159.196 dosi di cui 2.256.000 dosi di vaccino Pfizer pediatrico. «Con la consegna di 2,1 milioni di dosi non pediatriche negli ultimi 7 giorni – commenta Mosti – le scorte di vaccini a mRNA per gli over 12 risultano costituite da 2.413.978 dosi Pfizer, mentre per Moderna il saldo delle dosi disponibili dosi risulta “negativo” (-3.495.462) in quanto la rendicontazione ufficiale continua a non considerare che per i richiami viene utilizzata solo mezza dose».
Vaccini: somministrazioni. Al 12 gennaio (aggiornamento ore 07.23) l’82,8% della popolazione (n. 49.058.595) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+520.427 rispetto alla settimana precedente) e il 79% (n. 46.812.850) ha completato il ciclo vaccinale (+327.923) (figura 10). In aumento nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 4.038.641), con una media mobile a 7 giorni di 580.759 somministrazioni/die: crescono del 21,9% le terze dosi (n. 3.275.943) e del 62,1% i nuovi vaccinati (n. 483.512) (figura 11).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 98% degli over 80 al 18,4% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto il 77,8%, nella fascia 70-79 il 70,1% e in quella 60-69 anni il 61,9% (figura 12).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 3-9 gennaio 2022 si registrano 483.512 nuovi vaccinati (+62,1%) rispetto ai 298.253 della settimana precedente (figura 13). L’aumento riguarda in particolare la fascia 5-11 (n. 267.412; +53,3%) e quella 12-19 (n. 61.778; +65,5%), mentre la recente introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 al momento non ha sortito grandi effetti visto che in questa fascia anagrafica i nuovi vaccinati sono solo 73.690 (figura 14). All’11 gennaio rimangono 8,61 milioni di persone senza nemmeno una dose di vaccino: 2,98 milioni appartengono alla fascia 5-11 anni, oltre 800 mila alla fascia 12-19 e 2,21 milioni sono over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione (figura 15).
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 12 gennaio (aggiornamento ore 07.23) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 761.776 dosi (figura 16). 674.225 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 88.682 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 18,3% con nette differenze regionali: dall’8,6% delle Marche al 33,4% della Puglia (figura 17).
Vaccini: terza dose. Al 12 gennaio (aggiornamento ore 07.23) sono state somministrate 24.314.983 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 466.488 somministrazioni al giorno (figura 18). In base alla platea ufficiale (n. 39.539.013), aggiornata al 10 gennaio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 61,5% con nette differenze regionali: dal 53,4% della Sicilia al 70,5% della Valle D’Aosta (figura 19).
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 77,6% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 41,6% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 75% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dal 95,7% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’88,8% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 97,8% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 35,3-80,3%), ma soprattutto di malattia grave (dell’85,8-94,1% per ricoveri ordinari; del 92,6-97,2% per le terapie intensive) e decesso (dell’81,1-95%) (figura 20).
«Ci troviamo in una fase estremamente critica della pandemia – conclude Cartabellotta – in cui distorte narrative ottimistiche appannano l’insufficienza delle misure per rallentare la curva dei contagi e sottovalutano i rischi per la salute delle persone e per l’economia del Paese. Innanzitutto, l’ingente numero di nuovi casi, in continua crescita, dopo aver mandato in tilt i servizi territoriali sta determinando la progressiva saturazione degli ospedali, con limitazione degli interventi chirurgici programmati - anche in pazienti oncologici - e la riduzione delle capacità assistenziali, anche perché il personale sanitario è ormai allo stremo. In secondo luogo, l’enorme numero di persone positive sta progressivamente paralizzando numerosi servizi essenziali: dai trasporti alla scuola, dalla sanità agli uffici pubblici. Infine, a meno di “iniezioni” di posti letto dell’ultim'ora o di modifica dei criteri per classificare i pazienti COVID ospedalizzati, entro fine mese numerose Regioni andranno in zona arancione e qualcuna rischia la zona rossa. Un colore che certificherebbe il fallimento nella gestione della quarta ondata, nonostante la disponibilità di vaccini molto efficaci nel prevenire la malattia grave».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 29 DICEMBRE-4 GENNAIO, UN’ESPLOSIONE DEI NUOVI CASI IN TUTTE LE REGIONI CON IMPENNATA DEI TASSI DI POSITIVITÀ CHE RAGGIUNGONO L’8,2% PER I TAMPONI ANTIGENICI RAPIDI E IL 24% PER I TAMPONI MOLECOLARI. CRESCONO I RICOVERI IN AREA MEDICA (+2.823) E IN TERAPIA INTENSIVA (+247%). OLTRE 123 MILA NUOVI VACCINATI OVER 12. NON DECOLLANO LE VACCINAZIONI NELLA FASCIA 5-11 ANNI: IN 3 SETTIMANE SOLO 400 MILA SOMMINISTRAZIONI. TERZE DOSI: TASSO DI COPERTURA AL 67,7% CON RILEVANTI DIFFERENZE REGIONALI. NUOVE MISURE ANTI-COVID: OBBLIGO VACCINALE E SUPER GREEN PASS AL LAVORO SOLO PER OVER 50 E NESSUN PIANO B PER GESTIRE IL SOVRACCARICO DEI SERVIZI SANITARI, NÉ IL LOCKDOWN DI FATTO VERSO CUI SI AVVIA IL PAESE.
Download comunicato
30 dicembre 2021
Coronavirus, impennata di nuovi casi (+80,7%). Aumentano decessi (+16,1%), ricoveri (+20,4%) e terapie intensive (+13,1%). In 7 giorni crollano nuovi vaccinati over12 (-47,5%). Con omicron spingere al massimo vaccinazioni e richiami per contenere il sovraccarico degli ospedali, perché con la corsa ai tamponi per inseguire i contagi il Paese è a rischio paralisi
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 22-28 DICEMBRE, UN AUMENTO DEI NUOVI CASI IN TUTTE LE REGIONI AD ECCEZIONE DELLA PROVINCIA DI BOLZANO. IN 45 PROVINCE SI REGISTRANO OLTRE 500 CASI PER 100 MILA ABITANTI. VACCINAZIONI: L’81,4% DELLA POPOLAZIONE HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE, MA LE PERSONE NON VACCINATE SONO 9,44 MILIONI DI CUI 2,34 MILIONI DI OVER 50 E 3,42 MILIONI DELLA FASCIA 5-11, DOVE SI REGISTRANO 93.771 SOMMINISTRAZIONI. TERZE DOSI: TASSO DI COPERTURA AL 58,9% CON RILEVANTI DIFFERENZE REGIONALI. CAOS TAMPONI: SISTEMA DI TESTING GIÀ IN TILT, TROPPI FALSI NEGATIVI DEI TAMPONI ANTIGENICI E, CON L’EMERSIONE DI UN NUMERO ENORME DI CASI, SI RISCHIA UN LOCKDOWN DI FATTO INDIPENDENTEMENTE DALLA MODIFICA DELLE REGOLE SULLA QUARANTENA.
30 dicembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 22-28 dicembre 2021, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (320.269 vs 177.257) (figura 1) e dei decessi (1.024 vs 882) (figura 2). Lievitano anche i casi attualmente positivi (598.856 vs 384.144), le persone in isolamento domiciliare (587.622 vs 374.751), i ricoveri con sintomi (10.089 vs 8.381) e le terapie intensive (1.145 vs 1.012) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 1.024 (+16,1%), di cui 36 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +133 (+13,1%)
- Ricoverati con sintomi: +1.708 (+20,4%)
- Isolamento domiciliare: +212.871 (+56,8%)
- Nuovi casi: 320.269 (+80,7%)
- Casi attualmente positivi: +214.712 (+55,9%)
Nuovi casi. «Da due mesi e mezzo – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si rileva un aumento dei nuovi casi, che nell’ultima settimana ha subìto un’ulteriore impennata, superando quota 320 mila, sia per l’aumentata circolazione virale, sia per l’incremento del numero dei tamponi». La media mobile a 7 giorni dei nuovi casi è schizzata da 27.199 del 22 dicembre a 45.753 il 28 dicembre (+68,2%) (figura 4) e il rapporto positivi/persone testate ha raggiunto il 37,8%, indicando che in assenza del calo dei tamponi nei giorni festivi il numero dei nuovi casi sarebbe ancora maggiore (figura 1).
Nella settimana 22-28 dicembre 2021 in tutte le Regioni, ad eccezione della Provincia Autonoma di Bolzano, si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 9,6% del Friuli-Venezia Giulia al 257,6% dell’Umbria (tabella 1). In 45 Province l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti: Milano (1.243), Lodi (1.158), Monza e della Brianza (1.023), Varese (907), Perugia (896), Pavia (891), Siena (835), Alessandria (821), Como (817), Terni (812), Imperia (763), Arezzo (739), Firenze (719), Treviso (708), Vicenza (682), Rimini (678), Cuneo (677), Padova (671), Cremona (669), Novara (661), Venezia (658), Biella (653), Verbano-Cusio-Ossola (643), Asti (643), Torino (641), Lecco (608), Verona (602), Bergamo (590), Brescia (586), Aosta (569), Sondrio (550), Trento (546), Massa Carrara (533), Mantova (532), Forlì-Cesena (529), Rovigo (529), Lucca (527), Reggio nell'Emilia (527), La Spezia (525), Ravenna (525), Prato (522), Napoli (521), Trieste (521), Pisa (513) e Rieti (508) (tabella 2).
Testing. Nelle ultime due settimane il numero dei tamponi totali è passato da 3.750.804 della settimana 8-14 dicembre a 5.175.977 della settimana 22-28 dicembre (+38%), per l’incremento sia dei tamponi rapidi (+1.018.733; +38,7%) che di quelli molecolari (+406.440; +36,3%) (figura 5). L’aumentata attività di testing, tuttavia, è solo una delle determinanti della crescita dei nuovi casi: dalla seconda metà del mese di dicembre, infatti, si rileva da un lato una vera e propria impennata del tasso di positività dei tamponi antigenici rapidi (la media mobile a 7 giorni è salita dallo 0,8% del 14 dicembre al 2,8% del 28 dicembre) dall’altro un netto aumento del tasso di positività dei tamponi molecolari (la media mobile a 7 giorni è passata dal 9,5% del 14 dicembre al 15% del 28 dicembre) (figura 6). «Questi dati – commenta il Presidente – dimostrano una notevole crescita della circolazione virale sia per la progressiva espansione della variante omicron, molto contagiosa, che per l’aumento dei contatti sociali nel periodo delle festività, il cui impatto su ricoveri e decessi sarà visibile nelle prossime settimane». Si registra una notevole riduzione della percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi che consegue a vari fattori: identificazione di un maggior numero di casi, aumento delle coperture vaccinali e delle terze dosi, aumento del numero delle persone guarite e numero elevato di casi nella fascia 0-11, meno soggetta a forme severe di malattia. Inoltre, nelle prossime settimane, si potrà valutare anche la possibile minor virulenza della variante omicron. In particolare, negli ultimi 14 giorni per l’area medica la media mobile a 7 giorni è scesa dal 2,42% del 14 dicembre all’1,87% del 28 dicembre e per le terapie intensive dallo 0,30% del 14 dicembre allo 0,22% del 28 dicembre (figura 7).
Ospedalizzazioni. «Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +20,4% in area medica e +13,1% in terapia intensiva». A livello nazionale, al 28 dicembre, il tasso di occupazione da parte di pazienti COVID è del 15,9% in area medica e del 12,6% in area critica, con notevoli differenze regionali: la Provincia Autonoma di Trento supera la soglia del 15% in area medica (17,8%) e del 20% in area critica (25,6%); le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica risultano entrambe superate in Calabria (28,3% area medica e 12,8% area critica), Friuli-Venezia Giulia (22,2% area medica e 14,9% area critica), Lazio (16% area medica e 14,3% area critica), Liguria (28,8% area medica e 18,7% area critica), Lombardia (16,2% area medica e 12,6% area critica), Marche (21,6% area medica e 16,7% area critica), Provincia Autonoma di Bolzano (17,4% area medica e 18% area critica), Piemonte (19,2% area medica e 14,6% area critica), Sicilia (18,7% area medica e 10,2% area critica) e Veneto (17,5% area medica e 16,5% area critica). Inoltre, per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Umbria (15,7%) e Valle D’Aosta (29,3%), mentre per l’area critica superano la soglia del 10% Abruzzo (13,3%), Emilia-Romagna (12,6%) e Toscana (14%) (figura 8). «Aumentano ancora gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni sale a 100 ingressi/die rispetto agli 85 della settimana precedente» (figura9).
Decessi. Crescono i decessi: 1.024 negli ultimi 7 giorni (di cui 36 riferiti a periodi precedenti), con una media di 146 al giorno rispetto ai 126 della settimana precedente.
Vaccini: forniture. Al 29 dicembre (aggiornamento ore 06.15) risultano consegnate 114.016.917 dosi di cui 1.548.000 dosi di vaccino Pfizer pediatrico. «Con la consegna di 3,1 milioni di dosi non pediatriche negli ultimi 7 giorni – commenta Mosti – e il rallentamento delle somministrazioni nei giorni 24, 25 e 26 dicembre le scorte di vaccini a mRNA per gli over12 sono risalite a quota 3,33 milioni». Relativamente alle 87mila dosi residue di Moderna, visto che la rendicontazione ufficiale non tiene conto che per gli 8,39 milioni di richiami complessivamente effettuati viene utilizzata solo mezza dose, le dosi disponibili potrebbero essere oltre 4 milioni in più.
Vaccini: somministrazioni. Al 29 dicembre (aggiornamento ore 06.15) l’81,4% della popolazione (n. 48.229.182) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+234.253 rispetto alla settimana precedente) e il 78,1% (n. 46.305.897) ha completato il ciclo vaccinale (+160.368 rispetto alla settimana precedente) (figura 10). Il rallentamento dei giorni 24, 25 e 26 dicembre ha ridotto del 29,9% il numero di somministrazioni nell’ultima settimana (n. 2.587.563), con una media mobile a 7 giorni di 306.211 somministrazioni/die: calano del 30,7% le terze dosi (n. 2.261.869) e del 27% i nuovi vaccinati (n. 201.180) (figura 11).Rispetto a questi ultimi, l’85% appartengono alla fascia 5-11 anni che al 28 dicembre ha raggiunto quota 232.707 somministrazioni (figura 12).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 20-26 dicembre il numero dei nuovi vaccinati è sceso a 201.180 (-27%) rispetto ai 275.641 della settimana precedente (figura 13): tuttavia, a fronte di 93.771 nuovi vaccinati nella fascia 5-11, crolla il numero degli over12 (-47,5% rispetto alla settimana precedente). Dei 9,44milioni di persone che al 28 dicembre non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, 3,42 milioni appartengono alla fascia 5-11 anni che ha iniziato le somministrazioni solo da poco, mentre 2,34 milioni sono over50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione: uno zoccolo duro ormai difficile da scalfire (figura 14).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 97,8% degli over80 al 6,3% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over80 hanno raggiunto il 72,5%, nella fascia 70-79 il 57,9% e in quella 60-69 anni il 48,3% (figura 15).
Vaccini: efficacia. La necessità della dose booster è ben documentata dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità che dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale dopo 150 giorni dal completamento del ciclo primario. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende in media dal 71,5% per i vaccinati entro 150 giorni al 30,1% per i vaccinati da più di 150 giorni, per poi risalire al 71% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende in media dal 92,7% per i vaccinati entro 150 giorni all’82,2% per i vaccinati da più di 150 giorni, per poi risalire al 94% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 68,2-82%) e soprattutto di malattia grave (dell’83,4-93,8% per ricoveri ordinari; del 91,9-97% per le terapie intensive) e decesso (del 79,6-96,4%) (figura 16).
Vaccini: terza dose. Al 29 dicembre (aggiornamento ore 06.15) sono state somministrate 18.253.942 terze dosi con una media mobile a 7 giorni che, con i rallentamenti del 24, 25 e 26 dicembre, è scesa a 261.714 somministrazioni al giorno (figura 17). Secondo la platea ufficiale (n.31.001.107) il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 58,9% con nette differenze regionali: dal 45,2% della Sicilia al 68% della Provincia Autonoma di Trento e della Valle D’Aosta (figura 18).
«In questa fase della pandemia – conclude Cartabellotta – caratterizzata dalla crescente circolazione di una variante estremamente contagiosa tra una popolazione per la maggior parte vaccinata, l’obiettivo primario è di contenere il sovraccarico degli ospedali spingendo al massimo su coperture vaccinali e richiami e limitare la circolazione del virus con mascherine e distanziamento. La corsa ai tamponi senza regole, infatti, presenta diversi “effetti collaterali”: innanzitutto, sovraccarica il sistema di testing dei tamponi molecolari, impedendo di testare con tempistiche adeguate chi ne ha realmente bisogno perché sintomatico o contatto di soggetto a rischio; in secondo luogo, il ricorso sregolato ai tamponi rapidi da parte di soggetti asintomatici contribuisce ad alimentare false sicurezze, vista la probabilità del 30-50% di falsi negativi; ancora, l’aumento della domanda favorisce la speculazione e l’espansione del “mercato nero” con aumento dei costi e offerta di pericolose soluzioni low cost; infine, indipendentemente dalla revisione della durata della quarantena, l’emersione di un numero così elevato di casi rischia di paralizzare il Paese con un lockdown di fatto, alimentando peraltro una narrativa distorta dominata dagli altisonanti dati dei contagi e non dal loro reale impatto su ricoveri, terapie intensive e decessi, oltre che su altri esiti di salute non dipendenti da COVID-19».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Il prossimo monitoraggio sarà pubblicato il 13 gennaio 2021.
Download comunicato
23 dicembre 2021
Coronavirus, nell’ultima settimana impennata di nuovi casi (+42,3%) e decessi (+33%) e aumento della pressione sugli ospedali: ricoveri +17%, terapie intensive +17,3%. In 7 giorni 108 mila somministrazioni nella fascia 5-11, ma scendono i nuovi vaccinati over 12 (-18,1%). Oltre 460 mila terze dosi al giorno, ma insufficienti per coprire entro fine anno 17 milioni di persone. Per contenere la quarta ondata servono misure tempestive: le proposte di GIMBE al Governo
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 15-21 DICEMBRE, UN AUMENTO DEI NUOVI CASI IN TUTTE LE REGIONI AD ECCEZIONE DELLA PROVINCIA DI BOLZANO E OLTRE 250 CASI PER 100 MILA ABITANTI IN METÀ DELLE PROVINCE. AUMENTANO I RICOVERI IN AREA MEDICA (+1.218), IN TERAPIA INTENSIVA (+149) E I DECESSI (882 VS 663). VACCINAZIONI: L’81% DELLA POPOLAZIONE HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE, MA LE PERSONE NON VACCINATE SONO 9,67 MILIONI TRA CUI 2,37 MILIONI DI OVER 50 E 3,55 MILIONI DELLA FASCIA 5-11. AUMENTANO I NUOVI VACCINATI (+13,8%) GRAZIE ALLE FASCIA 5-11. IL TASSO DI COPERTURA PER LE TERZE DOSI È PARI AL 51,2%.
23 dicembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 15-21 dicembre 2021, rispetto alla precedente, un netto aumento di nuovi casi (177.257 vs 124.568) (figura 1) e decessi (882 vs 663) (figura 2). Crescono anche i casi attualmente positivi (384.144 vs 297.394), le persone in isolamento domiciliare (374.751 vs 289.368), i ricoveri con sintomi (8.381 vs 7.163) e le terapie intensive (1.012 vs 863) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 882 (+33%), di cui 45 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +149 (+17,3%)
- Ricoverati con sintomi: +1.218 (+17%)
- Isolamento domiciliare: +85.383 (+29,5%)
- Nuovi casi: 177.257 (+42,3%)
- Casi attualmente positivi: +86.750 (+29,2%)
«Da oltre due mesi – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si assiste ad un aumento dei nuovi casi, che nelle ultime due settimane ha subìto una forte accelerazione. La media mobile a 7 giorni dei nuovi casi è passata da 15.521 dell’8 dicembre a 25.322 il 21 dicembre (+63,2%), un’impennata favorita anche dalla rapida e progressiva diffusione della variante omicron nel nostro Paese, ampiamente sottostimata da un sequenziamento insufficiente» (figura 4). Il rapporto positivi/persone testate ha raggiunto il 28,1% (figura 1), quello positivi/tamponi molecolari il 10,5% e quello positivi/tamponi antigenici rapidi l’1,2% (figura 5).
Nella settimana 15-21 dicembre 2021 in tutte le Regioni, eccetto la Provincia Autonoma di Bolzano, si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 12,4% del Friuli-Venezia Giuliaal 86,3% dell’Umbria (tabella 1). In 54 Province l’incidenza supera i 250 casi per 100.000 abitanti: Imperia (861), Treviso (714), Vicenza (597), Venezia (556), Trieste (556), Padova (542), Rimini (518), Verona (451), Milano (450), Reggio nell'Emilia (438), Bolzano (433), Forlì-Cesena (424), Lodi (421), Monza e della Brianza (412), Varese (411), Pordenone (405), Savona (387), Verbano-Cusio-Ossola (386), Ravenna (385), Torino (370), Biella (370), Rovigo (356), Ancona (353), Aosta (353), Bologna (351), Gorizia (348), Pavia (339), Fermo (338), Reggio di Calabria (333), Como (333), Asti (330), Belluno (326), Mantova (322), Cuneo (318), Udine (315), Trento (314), La Spezia (312), Ferrara (306), Modena (304), Caltanissetta (302), Novara (298), Latina (292), Livorno (291), Genova (285), Pistoia (280), Messina (280), Brescia (280), Roma (276), Cremona (268), Napoli (268), Grosseto (264), Sondrio (264), Macerata (257) e Arezzo (254) (tabella 2).
Netto aumento anche dei decessi: 882 negli ultimi 7 giorni (di cui 45 riferiti a periodi precedenti), con una media di 126 al giorno rispetto ai 95 della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +17% in area medica e +17,3% in terapia intensiva». A livello nazionale, al 21 dicembre, il tasso di occupazione da parte di pazienti COVID è del 13,4% in area medica e dell’11,1% in area critica, con notevoli differenze regionali: la Provincia Autonoma di Trento supera la soglia del 15% in area medica (19,1%) e del 20% in area critica (27,8%); le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica risultano entrambe superate in Calabria (23,2% area medica e 12,4% area critica), Friuli-Venezia Giulia (23,4% area medica e 16,6% area critica), Liguria (22,9% area medica e 14,2% area critica), Marche (18,2% area medica e 15,6% area critica), Provincia Autonoma di Bolzano (18% area medica e 19% area critica) e Veneto (17,6% area medica e 16,5% area critica). Inoltre, per l’area medica si colloca sopra la soglia del 15% la Valle D’Aosta (23,2%), mentre per l’area critica superano la soglia del 10% Abruzzo (10,5%), Emilia-Romagna (12%), Lazio (13,6%), Lombardia (10,5%), Piemonte (10,2%), Toscana (10,7%) e Umbria (10,5%) (figura 6).
«Sul fronte delle terapie intensive – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – preoccupa l’incremento degli ingressi giornalieri: la media mobile a 7 giorni sale a 85 ingressi/die rispetto ai 70 della settimana precedente» (figura 7).
Vaccini: forniture. Al 22 dicembre (aggiornamento ore 07.18) risultano consegnate 110.723.050 dosi di cui 1.548.000 dosi di vaccino Pfizer pediatrico. «Con la consegna di 2,9 milioni di dosi non pediatriche negli ultimi 7 giorni – commenta Mosti – e l’attuale ritmo delle somministrazioni, calano le scorte di vaccini a mRNA per gli over 12 che si attestano a quota 2,68 milioni».Relativamente alle 1,14 milioni di dosi residue di Moderna si ribadisce che la rendicontazione ufficiale non considera che per i richiami viene utilizzata solo mezza dose, ovvero le dosi disponibili potrebbero essere molte di più.
Vaccini: somministrazioni. Al 22 dicembre (aggiornamento ore 07.18) l’81% della popolazione (n. 47.994.929) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+298.827 rispetto alla settimana precedente) e il 77,9% (n. 46.145.529) ha completato il ciclo vaccinale (+170.174 rispetto alla settimana precedente) (figura 8). Nell’ultima settimana aumentail numero di somministrazioni (n. 3.671.460), con una media mobile a 7 giorni di oltre 523 mila somministrazioni/die: crescono del 10,8% le terze dosi (n. 3.247.002) e del 13,8% i nuovi vaccinati (n. 274.143) (figura 9), che per circa il 40% riguardano la fascia 5-11 anni che al 21 dicembre ha raggiunto 108.112 somministrazioni (figura 10).
I target definiti dalla struttura commissariale nel periodo 15-21 dicembre sono stati sempre superati, fatta eccezione per domenica 19 dicembre: in totale sono state somministrate 462.607 dosi in più rispetto alle 3.200.000 previste.
Nonostante il superamento dei target fissati, le persone che hanno completato il ciclo vaccinale da più di 150 giorni e quindi candidate a ricevere la terza dose entro il 31 dicembre sarebbero oltre 33,5 milioni. Pur considerando sovrastimato questo numero (impossibile scorporare gli under 18, i guariti da meno di 5 mesi e i deceduti) e considerato che al 21 dicembre sono state somministrate oltre 15,8 milioni di terze dosi, avrebbero diritto alla terza dose entro fine anno oltre 17 milioni di persone: un numero irraggiungibile con i target attuali.
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 13-19 dicembre il numero dei nuovi vaccinati è salito a 274.143 (+13,8%) rispetto ai 240.918 della settimana precedente (figura 11): tuttavia a fronte di 76.822 nuovi vaccinati della fascia 5-11 scende il numero degli over 12 (-18,1% rispetto alla settimana precedente). Dei 9,67 milioni di persone senza nemmeno una dose al 21 dicembre, spiccano i 3,55 milioni della fascia 5-11 anni nella quale sono da poco iniziate le somministrazioni e continuano a preoccupare i 2,37 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione(figura 12).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 97,7% degli over 80 al 2,9% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto il 69,8%, nella fascia 70-79 il 51,6% e in quella 60-69 anniil 42,2% (figura 13).
Vaccini: efficacia. La necessità della dose booster è ben documentata dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità che dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale dopo 150 giorni dal completamento del ciclo primario. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende in media dal 73,4% per i vaccinati entro 150 giorni al 35,8% per i vaccinati da più di 150 giorni, per poi risalire al 75,5% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende in media dal 92,7% per i vaccinati entro 150 giorni all’82,6% per i vaccinati da più di 150 giorni, per poi risalire al 93,4% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 62,7-78,9%) e soprattutto di malattia grave (dell’83-93,3% per ricoveri ordinari; del91,4-97% per le terapie intensive) e decesso (del 78,3-96,3%) (figura 14).
Vaccini: terza dose. Al 22 dicembre (aggiornamento ore 07.18) sono state somministrate 15.866.554 terze dosi con una media mobile a 7 giorni chesupera le 460 mila somministrazioni al giorno (figura 15). Secondo la platea ufficiale (n.31.001.107) il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 51,2% con nette differenze regionali, dal 38,6% della Sicilia al 62,4% della Provincia Autonoma di Bolzano (figura 16).
«L’impennata della curva dei contagi, la lenta e progressiva congestione degli ospedali, l’incertezza sulla reale prevalenza della variante omicron nel nostro Paese, i dati preliminari sulla sua maggiore contagiosità e le incognite sulla protezione vaccinale – conclude Cartabellotta – aprono scenari che impongono scelte politiche tempestive e rigorose, perché i vaccini da soli potrebbero non essere sufficienti a contrastare l’avanzata della variante, come già ribadito dall’ECDC e dall’OMS». A fronte di un quadro epidemiologico in rapida evoluzione e sulla base delle evidenze scientifiche disponibili, la Fondazione GIMBE invita il Governo a considerare le seguenti proposte per contenere la quarta ondata:
- Vaccini
- Introdurre immediatamente l’obbligo vaccinale per tutte le categorie di lavoratori a contatto con il pubblico e nel medio periodo per tutta la popolazione
- Accelerare la somministrazione delle terze dosi e le vaccinazioni nella fascia 5-11 anni
- Ridurre le tempistiche di somministrazione della dose booster (a 3-4 mesi dal completamento del ciclo vaccinale), innanzitutto per anziani e fragili
- Attuare strategie di provata efficacia per contrastare l’esitazione vaccinale, in particolare per gli over 50 a rischio elevato di malattia grave e per la fascia 12-19 al fine di ridurre la circolazione del virus nelle scuole
- Mascherine
- Istituire l’obbligo di mascherina FFP2 nei luoghi pubblici al chiuso e sui mezzi di trasporto
- Greenpass
- Allineare la validità del green pass rafforzato ai tempi stabiliti per la somministrazione della dose di richiamo
- Estendere l’obbligo del green pass base ai luoghi di ritrovo dove al momento non è richiesto (es. centri commerciali, luoghi di culto)
- Altri interventi
- Ridurre la capienza massima dei luoghi di aggregazione (es. discoteche, stadi, cinema, teatri)
- Vietare lo svolgimento di grandi eventi pubblici per il Capodanno
- Incentivare lo smartworking
- Emanare norme per una corretta areazione e ventilazione nei locali scolasticie nei luoghi aperti al pubblico
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
16 dicembre 2021
Coronavirus, l’epidemia non rallenta: nuovi casi (+17,8%), ricoveri (+17,9%), terapie intensive (+11,2%) e decessi (+18,8%). Oltre 250 casi per 100 mila abitanti in 26 province. In 7 giorni +236 mila nuovi vaccinati 22,9 milioni di terze dosi. Con attuale sistema a colori e variante Omicron si va verso una silenziosa e pericolosa congestione degli ospedali
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 8-14 DICEMBRE, UN AUMENTO DEI NUOVI CASI IN TUTTE LE REGIONI TRANNE FRIULI-VENEZIA GIULIA, MOLISE E PROVINCIA DI BOLZANO. AUMENTANO I RICOVERI IN AREA MEDICA (+1.085), IN TERAPIA INTENSIVA (+87) E I DECESSI (663 VS 558). VACCINAZIONI: L’80,5% DELLA POPOLAZIONE HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE, MA LE PERSONE NON VACCINATE SONO QUASI 6,4 MILIONI. NEL PERIODO 8-14 DICEMBRE SUPERATO IL TARGET DELLA STRUTTURA COMMISSARIALE (+383 MILA SOMMINISTRAZIONI); AUMENTANO I NUOVI VACCINATI (+5,8%) E I RICHIAMI (+8,8%). PANDEMIA IN FASE CRITICA PER LA CONVERGENZA DI VARI FATTORI: STAGIONE INVERNALE, RITARDO INIZIALE NELLA SOMMINISTRAZIONE DELLE TERZE DOSI, ZOCCOLO DURO DI NON VACCINATI, FESTIVITÀ NATALIZIE E SOPRATTUTTO LA VARIANTE OMICRON, DESTINATA SECONDO L’ECDC A DIVENTARE PREVALENTE IN EUROPA NEI PRIMI MESI DEL 2022.
16 dicembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 8-14 dicembre 2021, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (124.568 vs 105.771) (figura 1) e decessi (663 vs 558) (figura 2). In aumento anche i casi attualmente positivi (297.394 vs 240.894), le persone in isolamento domiciliare (289.368 vs 234.040), i ricoverati con sintomi (7.163 vs 6.078) e le terapie intensive (863 vs 776) (figura 3).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 663 (+18,8%), di cui 21 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +87 (+11,2%)
- Ricoverati con sintomi: +1.085 (+17,9%)
- Isolamento domiciliare: +55.328 (+23,6%)
- Nuovi casi: 124.568 (+17,8%)
- Casi attualmente positivi: +56.500 (+23,5%)
«Da due mesi – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – continuano ad aumentare i nuovi casi con una media mobile a 7 giorni che passa da 2.456 il 15 ottobre a 17.795 il 14 dicembre» (figura 4). Incrementano nettamente i rapporti positivi/persone testate (da 3,6% a 23,9%) (figura 1), positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 9,5%) e positivi/tamponi antigenici rapidi (da 0,07% a 0,81%) (figura 5).
In tutte le Regioni ad eccezione di Friuli-Venezia Giulia, Molise e Provincia Autonoma di Bolzano si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 4,4% dell’Abruzzo al 94,8% della Basilicata (tabella 1). In 26 Province l’incidenza supera i 250 casi per 100.000 abitanti: Trieste (601), Treviso (573), Bolzano (568), Padova (552), Vicenza (541), Imperia (450), Venezia (434), Rimini 411), Verbano-Cusio-Ossola (361), Pordenone (346), Gorizia (332), Forlì-Cesena (330), Ravenna (321), Verona (320), Rovigo (298), Aosta (290), Savona (288), Ferrara (287), Belluno (286), Reggio nell'Emilia (285), Bologna (268), Varese (267), Trento (265), Monza e della Brianza (260), Mantova (253) e Biella (252) (tabella 2).
In aumento anche i decessi: 663 negli ultimi 7 giorni (di cui 21 riferiti a periodi precedenti), con una media di 95 al giorno rispetto agli 80 della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti COVID: +17,9% in area medica e +11,2% in terapia intensiva rispetto alla settimana precedente». A livello nazionale, al 14 dicembre, il tasso di occupazione da parte di pazienti COVID è dell’11,9% in area medica e del 9,5% in area critica, con notevoli differenze regionali: la Provincia Autonoma di Bolzano supera la soglia del 15% in area medica (17,2%) e del 20% in area critica (22%); le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica risultano entrambe superate in Calabria (19,4% area medica e 11,0% area critica), Friuli-Venezia Giulia (24,5% area medica e 16,0% area critica), Liguria (17,0% area medica e 12,2% area critica) e Provincia Autonoma di Trento (19,7% area medica e 20,0% area critica). Inoltre, per l’area medica si colloca sopra la soglia del 15% la Valle D’Aosta (21,2%), mentre per l’area critica superano la soglia del 10% Emilia-Romagna (10,3%), Lazio (12,0%), Marche (14,4%), Molise (10,3%) e Veneto (13,3%) (figura 6).
Nonostante l’aumentata pressione sugli ospedali, nelle ultime settimane si è progressivamente ridotta la percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi. In particolare, per l’area medica la media mobile a 7 giorni è scesa dal 3,47% del 7 novembre al 2,41% del 14 dicembre e per le terapie intensive dallo 0,47% del 21 ottobre allo 0,30% del 14 dicembre (figura 7). «A fronte di un numero di tamponi sostanzialmente stabile – spiega Cartabellotta – questo dato è verosimilmente da imputare all’incremento delle terze dosi, che riportano l’efficacia a valori più elevati».
«Sul fronte delle terapie intensive – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – preoccupa tuttavia l’aumento degli ingressi giornalieri: la media mobile a 7 giorni sale a 70 ingressi/die rispetto ai 59 della settimana precedente» (figura 8).
Vaccini: forniture. Al 15 dicembre (aggiornamento ore 06.18) risultano consegnate 106.054.901 dosi. «Con solo 874 mila dosi consegnate negli ultimi 7 giorni – commenta Mosti – e l’attuale ritmo delle somministrazioni, calano le scorte di vaccini a mRNA». Sul repository ufficiale risultano disponibili 1,2 milioni di dosi di Pfizer e 2 milioni di dosi di Moderna, ma la rendicontazione di queste ultime non tiene conto che per i richiami viene utilizzata solo mezza dose: pertanto le dosi disponibili potrebbero essere molte di più. «In tal senso – aggiunge Mosti – è indispensabile conteggiare le dosi effettive impiegate del vaccino Moderna e modificare le modalità di rendicontazione».
Vaccini: somministrazioni. Al 15 dicembre (aggiornamento ore 06.18) l’80,5% della popolazione (n. 47.696.102) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+218.456 rispetto alla settimana precedente) e il 77,6% (n. 45.975.355) ha completato il ciclo vaccinale (+144.773 rispetto alla settimana precedente) (figura 9). In aumento nella settimana 6-12 dicembre il numero di somministrazioni (n. 3.272.324), con una media mobile a 7 giorni di oltre 460 mila somministrazioni/die: crescono dell’8,8% le terze dosi (n. 2.903.412) e del 5,8% i nuovi vaccinati (n. 236.606) (figura 10).
I target definiti dalla struttura commissariale nel periodo 8-14 dicembre sono stati sempre superati, fatta eccezione per l’8 dicembre: complessivamente sono state somministrate 383.359 dosi in più rispetto alle 2.850.000 previste.
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 6-12 dicembre il numero dei nuovi vaccinati è salito a 236.606 (+5,8%) rispetto ai 223.116 della settimana precedente (figura 11). Sono tuttavia ancora quasi 6,4 milioni le persone senza nemmeno una dose, tra cui preoccupano da un lato 2,45 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, dall’altro 1,02 milioni nella fascia 12-19 anni che aumentano la circolazione del virus nelle scuole (figura 12).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 97,6% degli over 80 al 79,6% della fascia 12-19), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto il 64,6%, nella fascia 70-79 il 40,7% e in quella 60-69 anni il 32,7% (figura 13).
Vaccini: efficacia. La necessità della dose booster è ben documentata dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità che dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale dopo 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario. In particolare:
- l’efficacia sulla diagnosi scende in media dal 74,3% per i vaccinati entro 5 mesi al 39,6% per i vaccinati da più di 5 mesi, per poi risalire al 76,7% dopo il richiamo;
- l’efficacia sulla malattia severa scende in media dal 92,6% per i vaccinati entro 5 mesi all’83,7% per i vaccinati da più di 5 mesi, per poi risalire al 93,3% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 65,5-76,1%) e soprattutto di malattia grave (dell’82,9-93,3% per ricoveri ordinari; dell’89,9-97,1% per le terapie intensive) e decesso (del 78,9-96,7%) (figura 14).
Vaccini: terza dose. Al 15 dicembre (aggiornamento ore 06.18) sono state somministrate 12.563.534 terze dosi con una media mobile a 7 giorni che si è stabilizzata intorno alle 400 mila somministrazioni al giorno (figura 15). In base alla platea ufficiale (n. 20.447.664) il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 61,4% con nette differenze regionali, dal 45,7% della Sicilia al 71,2% della Toscana (figura 16). Il dato è tuttavia sovrastimato per il mancato inserimento nella platea delle persone che a partire dal 1° dicembre hanno progressivamente raggiunto il quinto mese dal completamento del ciclo vaccinale.
Variante omicron. Lo scorso 26 novembre la variante omicron (B.1.1.529) è stata definita variante di preoccupazione (Variant of Concern - VoC) dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Secondo lo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) la variante omicron è stata rilevata in 69 Paesi e, considerata la sua elevata trasmissibilità, è verosimilmente già presente in molti altri. In Italia, secondo i dati ECDC, i casi riportati sono 27 e a livello europeo è in aumento l’incidenza dei contagi locali rispetto a quelli “importati” da altri Paesi. Sebbene i dati sull’impatto della variante omicron siano ancora limitati, l’OMS il 10 dicembre ha sintetizzato le evidenze preliminari nel report “Enhancing Readiness for Omicron (B.1.1.529): Technical Brief and Priority Actions for Member States” e l’ECDC il 14 dicembre ha pubblicato il report “Assessment of the further emergence and potential impact of the SARS-CoV-2 Omicron variant of concern in the context of ongoing transmission of the Delta variant of concern in the EU/EEA”. In sintesi:
- Trasmissibilità: i dati epidemiologici provenienti dal Sudafrica e da alcuni Paesi europei (in particolare Danimarca e Inghilterra) mostrano che la variante omicron è più contagiosa della delta con un tempo di raddoppio dei casi attualmente stimato intorno a 2-3 giorni. Non è ancora chiaro se la rapida crescita nei Paesi con elevati tassi di copertura vaccinale dipenda dalla capacità del virus di sfuggire alla risposta immunitaria, dall’aumento di trasmissibilità o dalla combinazione di entrambi i fattori.
- Evasione immunitaria: sembra emergere una maggiore incidenza di reinfezioni in persone guarite e una ridotta efficacia dei vaccini. A tal proposito, i dati del Public Health England mostrano che l’efficacia di due dosi di vaccino sulla malattia sintomatica si riduce nettamente, ma risale dopo la somministrazione della terza dose (circa 70-75%). Non ci sono ancora, tuttavia, dati robusti e conclusivi sull’efficacia dei vaccini nei confronti delle forme severe di malattia da variante omicron.
- Severità della malattia: anche se i dati sudafricani suggeriscono che questa variante possa causare un quadro clinico meno severo e quasi tutti i casi riportati in Europa sono lievi o asintomatici, le evidenze in tal senso non sono ancora robuste. Peraltro, anche se la malattia fosse più lieve, l’aumento consistente dei casi potrebbe comunque determinare un incremento in termini assoluti delle forme severe, con conseguente sovraccarico ospedaliero.
In questo scenario OMS ed ECDC hanno classificato il rischio della diffusione della variante omicron come molto alto, raccomandando di rafforzare sorveglianza e sequenziamento, di accelerare la somministrazione di vaccini e richiami (l’ECDC raccomanda di accorciare il tempo del richiamo a 3 mesi invece di 5) e di potenziare le misure non farmacologiche per il contenimento dell’epidemia: mascherine, distanziamento sociale ed evitare assembramenti, igiene delle mani, ventilazione degli ambienti chiusi, smartworking.
«Il nostro Paese – conclude Cartabellotta – è entrato in una fase critica della pandemia per la convergenza di vari fattori: la stagione invernale, gli oltre 6 milioni di non vaccinati, il netto ritardo iniziale nella somministrazione delle terze dosi, le imminenti festività natalizie che aumenteranno contatti sociali e contagi e, soprattutto, la progressiva diffusione della variante omicron che secondo l’ECDC diventerà prevalente in Europa entro i primi due mesi del 2022. In questo contesto, le ultime misure del Governo, che mirano ad innalzare la protezione nei confronti del virus, non hanno modificato i criteri per assegnare i colori alle Regioni, definiti quando non erano noti il declino dell’efficacia vaccinale e la necessità delle terze dosi e non incombeva la minaccia di una variante così preoccupante. Criteri che lasciano alle Regioni la massima autonomia nell’aumentare la disponibilità di posti letto per ridurre i tassi di occupazione, con il rischio di congestionare silenziosamente gli ospedali e limitare l’accesso alle cure ai pazienti non COVID».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
9 dicembre 2021
Coronavirus: aumentano nuovi casi (+22,4%), ricoveri (+16,3%), terapie intensive (+13,6%) e decessi (+12%). Oltre 150 casi per 100 mila abitanti in 52 province. Accelera la campagna vaccinale: in una settimana +223 mila nuovi vaccinati e oltre 2,6 milioni di richiami
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 1-7 DICEMBRE, UN AUMENTO DEI NUOVI CASI CHE INTERESSA TUTTE LE REGIONI AD ECCEZIONE DI MOLISE E VALLE D’AOSTA. CRESCONO I RICOVERI IN AREA MEDICA (+851), IN TERAPIA INTENSIVA (+93) E I DECESSI (558), MA GRAZIE AI RICHIAMI SI RIDUCE LA PERCENTUALE DEI POSITIVI CHE RICHIEDE OSPEDALIZZAZIONE. VACCINAZIONI: L’80,1% DELLA POPOLAZIONE HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO, MA RIMANGONO SCOPERTI 2,5 MILIONI DI OVER 50 AD ELEVATO RISCHIO DI OSPEDALIZZAZIONE. TARGET SOMMINISTRAZIONI DELLA STRUTTURA COMMISSARIALE SUPERATO NEL PERIODO 1-7 DICEMBRE. AUMENTANO ANCORA I NUOVI VACCINATI (+31,7%) ED È BOOM DI TERZE DOSI (+52,6%). LE IMMINENTI FESTIVITÀ IMPONGONO LA MASSIMA PRUDENZA NEI COMPORTAMENTI INDIVIDUALI E RICHIEDONO DI MANTENERE ALTO IL RITMO DELLE VACCINAZIONI.
9 dicembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 1-7 dicembre 2021, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (105.771 vs 86.412) (figura 1) e decessi (558 vs 498) (figura 2). Crescono anche i casi attualmente positivi (240.894 vs 194.270), le persone in isolamento domiciliare (234.040 vs 188.360), i ricoveri con sintomi (6.078 vs 5.227) e le terapie intensive (776 vs 683) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 558 (+12%), di cui 17 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +93 (+13,6%)
- Ricoverati con sintomi: +851 (+16,3%)
- Isolamento domiciliare: +45.680 (+24,3%)
- Nuovi casi: 105.771 (+22,4%)
- Casi attualmente positivi: +46.624 (+24%)
«Da 7 settimane – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – continuano ad aumentare i nuovi casi con una media mobile a 7 giorni più che sestuplicata: da 2.456 il 15 ottobre a 15.110 il 7 dicembre» (figura 4). Il netto aumento della circolazione virale è documentato dall’incremento sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 19,6%) (figura 1), sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 8%) e positivi/tamponi antigenici rapidi (da 0,07% a 0,54%) (figura 5).
In tutte le Regioni tranne Molise e Valle D’Aosta si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi: dall’1,8% delle Marche al 50,3% dell’Umbria (tabella 1). In 52 Province l’incidenza è pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti: Trieste (694), Bolzano (651), Treviso (467), Padova (405), Vicenza (391), Venezia (390), Rimini (379), Gorizia (377), Imperia (367), Pordenone (365), Forlì-Cesena (356), Ravenna (299), Aosta (276), Belluno (276), Rovigo (273), Verbano-Cusio-Ossola (267), Ferrara (253), Savona (244), Bologna (244), Udine (244), Ascoli Piceno (239), Verona (235), Trento (233), Viterbo (226), Varese (224), Teramo (216), Roma (200), Ancona (197), Mantova (197), Monza e Brianza (197), Fermo (190), Modena (185), Genova (182), Reggio di Calabria (177), Asti (176), Torino (176), Milano (175), Massa Carrara (175), Brescia 175), La Spezia (174), Cuneo (174), Napoli (168), Grosseto (165), Como (164), Biella (164), Pesaro e Urbino 163), Messina (162), Cremona (160), Novara (155), Caltanissetta (154), Pistoia (152), e Reggio nell’Emilia (151) (tabella 2).
Aumentano anche i decessi: 558 negli ultimi 7 giorni (di cui 17 riferiti a periodi precedenti), con una media di 80 al giorno rispetto ai 71 della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si rileva un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +16,3% in area medica e +13,6% in terapia intensiva». A livello nazionale, al 7 dicembre il tasso di occupazione è del 10% in area medica e del 9% in area critica, con notevoli differenze regionali: le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica risultano entrambe superate in Calabria (16% area medica e 11% area critica), Friuli-Venezia Giulia (24% area medica e 16% area critica) e Provincia Autonoma di Bolzano (20% area medica e 17% area critica). Inoltre, per l’area medica si colloca sopra soglia la Valle D’Aosta (20%), mentre per l’area critica superano la soglia Lazio (11%), Liguria (12%), Marche (12%), Provincia Autonoma di Trento (13%) e Veneto (12%) (figura 6).
Nonostante l’aumento della pressione sugli ospedali, nelle ultime settimane si è progressivamente ridotta la percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi. In particolare, per l’area medica la media mobile a 7 giorni è scesa dal 3,47% del 7 novembre al 2,50% del 6 dicembre e per le terapie intensive dallo 0,47% del 21 ottobre allo 0,33% del 6 dicembre.
«Rispetto allo scorso autunno – spiega Cartabellotta – la percentuale di pazienti che necessita di ricovero ospedaliero sul totale dei positivi si è dimezzata grazie alla protezione del ciclo vaccinale primario nei confronti delle forme severe di malattia. Inoltre, a fronte di un numero di tamponi pressoché costante, è verosimile che la riduzione della percentuale dei pazienti ospedalizzati nelle ultime settimane sia correlata al progressivo incremento delle terze dosi somministrate, che riportano l’efficacia a valori più elevati».
«Rallenta – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – l’incremento degli ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni cresce da 56 ingressi/die della settimana precedente a 59» (figura 7).
Vaccini: forniture. All’8 dicembre (aggiornamento ore 06.32) risultano consegnate 105.174.747 dosi. «Le forniture degli ultimi 7 giorni – commenta Mosti – ammontano a 3,1 milioni di dosi, ma con l’attuale ritmo delle somministrazioni calano le scorte di vaccini a mRNA, che si attestano a quota 5,7 milioni». Sul fronte delle forniture, il Commissario all’emergenza ha annunciato inoltre l’imminente distribuzione di 1,5 milioni di dosi pediatriche di vaccino a mRNA Pfizer per consentire alle Regioni e Province Autonome di avviare dal 16 dicembre la vaccinazione della fascia 5-11 anni .
Vaccini: somministrazioni. All’8 dicembre (aggiornamento ore 06.32) l’80,1% della popolazione (n. 47.477.646) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+251.527 rispetto alla settimana precedente) e il 77,3% (n. 45.830.582) ha completato il ciclo vaccinale (+147.509 rispetto alla settimana precedente) (figura 8). Nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 3.000.485) è aumentato del 46,8%, con una media mobile a 7 giorni di 461.452 somministrazioni/die: crescono del 52,6% le terze dosi (n. 2.644.894) e del 31,7% i nuovi vaccinati (n. 223.116) (figura 9).
I target definiti dalla struttura commissariale per il periodo 1-7 dicembre sono stati superati in tutte le giornate, ad eccezione di domenica 5 dicembre; complessivamente sono state somministrate 480.162 dosi in più rispetto alle 2.750.000 previste.
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 29 novembre-5 dicembre il numero dei nuovi vaccinati è salito a 223.116 (+31,7%) rispetto ai 169.397 della settimana precedente (figura 10). Sono tuttavia ancora 6,6 milioni le persone senza nemmeno una dose, di cui preoccupano da un lato 2,51 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, dall’altro 1,09 milioni nella fascia 12-19 anni che aumentano la circolazione del virus nelle scuole (figura 11).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 97,5% degli over 80 al 78,2% della fascia 12-19), così come accade sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto il 59,3%, nella fascia 70-79 il 30,5% e in quella 60-69 anni il 24,2% (figura 12).
Vaccini: efficacia. La necessità della dose booster è ben documentata dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità che dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale dopo 5 mesi dal completamento del ciclo primario. In dettaglio:
- l’efficacia sulla diagnosi scende in media dal 75,3% per i vaccinati entro 5 mesi al 43,9% per i vaccinati da più di 5 mesi;
- l’efficacia sulla malattia severa scende in media dal 92,5% per i vaccinati entro 5 mesi all’84,8% per i vaccinati da più di 5 mesi.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 65,7-74,9%) e soprattutto di malattia grave (dell’82,9-93,5% per ricoveri ordinari; dell’89,1-100% per le terapie intensive) e decesso (del 77,8-97%) (figura 13).
Vaccini: terza dose. All’8 dicembre (aggiornamento ore 06.32) sono state somministrate 9.609.029 terze dosi con una media mobile a 7 giorni che ha superato le 400 mila somministrazioni al giorno (figura 14). In base alla platea ufficiale (n. 20.548.124) – aggiornata al 1 dicembre – il tasso di copertura vaccinale per le terze dosi è del 46,8% con nette differenze regionali, dal 33,2% della Valle D’Aosta al 57,4% della Toscana (figura 15).
«Per il periodo delle imminenti festività natalizie – conclude Cartabellotta – se da un lato è impossibile fare previsioni affidabili, dall’altro esistono alcune ragionevoli certezze. Innanzitutto, con il trend attuale di crescita dei nuovi casi - anche se l’impatto sugli ospedali è “ammortizzato” dai vaccini - nelle prossime 4 settimane diverse Regioni cambieranno colore. In secondo luogo, per contenere la circolazione del virus e, soprattutto, la pressione sugli ospedali, è cruciale convincere gli indecisi a vaccinarsi e accelerare con i richiami. Infine, le aumentate occasioni di contatti sociali durante le feste impongono massima cautela nei comportamenti individuali: utilizzare la mascherina negli ambienti chiusi, possibilmente FFP2 se affollati, rispettare il distanziamento sociale e ventilare frequentemente i locali, anche a casa in occasione di riunioni con parenti e amici».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
2 dicembre 2021
Coronavirus: crescono ancora nuovi casi (+25,1%), ricoveri (+13,7%), terapie intensive (+22%) e decessi (+14%). 32 Province sopra 150 casi per 100 mila abitanti. Aumentano (+35%) i nuovi vaccinati e decollano terze dosi (+52,5%), ma nuovi target poco realistici nei giorni festivi. Variante Omicron: l’incertezza impone massima precauzione
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 24-30 NOVEMBRE, UN AUMENTO DEI NUOVI CASI CHE INTERESSA TUTTE LE REGIONI. CRESCE LA PRESSIONE SUGLI OSPEDALI (+630 RICOVERI IN AREA MEDICA, +123 IN TERAPIA INTENSIVA) E AUMENTANO I DECESSI (498). VACCINAZIONI: QUASI L’80% DELLA POPOLAZIONE HA RICEVUTO ALMENO UNA DOSE DI VACCINO E NEGLI ULTIMI 7 GIORNI AUMENTANO I NUOVI VACCINATI MA ANCORA 6,8 MLN DI PERSONE E 2,6 MLN DI OVER 50 SONO SENZA ALCUNA COPERTURA. VARIANTE OMICRON: IN ASSENZA DI EVIDENZE INDISPENSABILE POTENZIARE SEQUENZIAMENTO, TRACCIAMENTO E MONITORAGGIO FOCOLAI, ACCELERARE CON VACCINAZIONI E TERZE DOSI, IN PARTICOLARE PER ANZIANI E FRAGILI, UTILIZZARE MASCHERINE E DISTANZIAMENTO.
2 dicembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 24-30 novembre 2021, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (86.412 vs 69.060) (figura 1) e un aumento dei decessi (498 vs 437) (figura 2). Crescono anche i casi attualmente positivi (194.270 vs 154.510), le persone in isolamento domiciliare (188.360 vs 149.353), i ricoveri con sintomi (5.227 vs 4.597) e le terapie intensive (683 vs 560) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 498 (+14%), di cui 14 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +123 (+22%)
- Ricoverati con sintomi: +630 (+13,7%)
- Isolamento domiciliare: +39.007 (+26,1%)
- Nuovi casi: 86.412 (+25,1%)
- Casi attualmente positivi: +39.760 (+25,7%)
«Da sei settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – continuano ad aumentare a livello nazionale i nuovi casi settimanali (+25,1%) con una media mobile a 7 giorni più che quintuplicata: da 2.456 il 15 ottobre a 12.345 il 30 novembre» (figura 4). L’aumentata circolazione virale è documentata dall’incremento sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 17,1%) (figura 1), sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 7,2%) e positivi/tamponi antigenici rapidi (da 0,07% a 0,38%) (figura 5).
In tutte le Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 3,2% di Abruzzo e Umbria al 39% delle Marche (tabella 1). In 98 Province l’incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti e in 16 Regioni tutte le Province superano tale soglia: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto. In 32 Province si registrano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Trieste (635), Bolzano (552), Gorizia (496), Rimini (362), Treviso (342), Forlì-Cesena (321), Padova (321), Venezia (300), Vicenza (298), Aosta (286), Pordenone (252), Ravenna (245), Ascoli Piceno (234), Imperia (233), Udine (219), Bologna (213), Rovigo (213), Belluno (209), Pesaro e Urbino (203), Fermo (200), Ferrara (192), Trento (188), Verona (184), Viterbo (177), Varese (176), Verbano-Cusio-Ossola (164), Cremona (164), Roma (161), Genova (160), Monza e Brianza (157), Ancona (155) e Como (151) (tabella 2).
In aumento i decessi: 498 negli ultimi 7 giorni (di cui 14 riferiti a periodi precedenti), con una media di 71 al giorno rispetto ai 62 della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si registra un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +13,7% in area medica e +22% in terapia intensiva». A livello nazionale, al 30 novembre, il tasso di occupazione è del 9% in area medica e dell’8% in area critica, con notevoli differenze regionali: la soglia del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica risultano entrambe superate nella Provincia Autonoma di Bolzano (rispettivamente 20% per l’area medica e 11% per l’area critica) e in Friuli-Venezia Giulia (rispettivamente 23% per l’area medica e 14% per l’area critica); inoltre, in area medica si colloca sopra soglia la Valle D’Aosta (21%), mentre per l’area critica superano la soglia Lazio (10,3%) e Umbria (13%) (figura 6). «Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – continuano ad aumentare: la media mobile a 7 giorni è passata da 48 ingressi/die della settimana precedente a 56» (figura 7).
Vaccini: forniture. Al 1° dicembre (aggiornamento ore 06.15) risultano consegnate 102.127.530 dosi. «Considerato che le forniture degli ultimi 7 giorni ammontano solo a 433mila dosi – commenta Mosti – l’attuale ritmo delle somministrazioni di terze dosi ha ridotto le scorte di vaccini a mRNA a quota 6,1 milioni».
Vaccini: somministrazioni. Al 1° dicembre (aggiornamento ore 06.15) il 79,7% della popolazione (n. 47.226.119) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+297.415 rispetto alla settimana precedente) e il 77,1% (n. 45.683.073) ha completato il ciclo vaccinale (+247.367 rispetto alla settimana precedente) (figura 8). Cresce nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.984.561) con una media mobile a 7 giorni di 306.445 somministrazioni/die: decollano finalmente le terze dosi (+52,5% rispetto alla settimana precedente), affiancate da prime dosi di nuovo in crescita (+34,7% rispetto alla settimana precedente).
Rispetto ai target definiti dalla struttura commissariale per il periodo 1-12 dicembre, l’obiettivo per i giorni feriali (400-450 mila dosi dal lunedì al venerdì e 350 mila il sabato) appare realistico considerato che dal 24 novembre le somministrazioni giornaliere feriali si attestano stabilmente oltre quota 300.000. Meno probabile raggiungere 300.000 somministrazioni nei giorni festivi: durante l’ultimo mese, infatti, la domenica le somministrazioni non hanno mai raggiunto quota 100 mila, eccetto il 28 novembre in cui le somministrazioni sono state poco più di 150 mila.
Vaccini: nuovi vaccinati. Dopo due settimane di stabilizzazione intorno a quota 127 mila, nell’ultima settimana il numero dei nuovi vaccinati è salito a 168.377 (+31,5%) (figura 9). Tuttavia, dei 6,8 milioni di persone non vaccinate crescono troppo lentamente due fasce che preoccupano: da un lato 2,57 milioni di over50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, dall’altro 1,16 milioni nella fascia 12-19 che influiscono negativamente sulla sicurezza delle scuole (figura 10).
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 97,4% degli over 80 al 76,6% della fascia 12-19). Lo stesso si registra sul fronte delle coperture con terza dose, che negli over 80 hanno raggiunto il 52,1%, mentre si attestano ancora al 20,2% nella fascia 70-79 e al 16% in quella 60-69 anni (figura 11).
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità confermano la riduzione dell’efficacia vaccinale dopo 6 mesi dal completamento del ciclo primario, confermando la necessità del richiamo. In dettaglio:
- l’efficacia sulla diagnosi scende in media dal 72,5% per i vaccinati entro 6 mesi al 40,1% per i vaccinati da più di 6 mesi;
- l’efficacia sulla malattia severa scende in media dal 91,6% per i vaccinati entro 6 mesi all’80,9% per i vaccinati da più di 6 mesi.
Vaccini: terza dose. Al 1° dicembre (aggiornamento ore 06.15) sono state somministrate 6.543.004 terze dosi con una media mobile a 7 giorni che supera le 250 mila somministrazioni al giorno (figura 12).
Sul repository ufficiale del Commissario Straordinario il 1° dicembre la platea per la terza dose (n. 20.548.124) è stata aggiornata sommando tutte le persone vaccinabili (con dose aggiuntiva o booster) secondo le indicazioni delle Circolari ministeriali dell’8 ottobre, 3 novembre, 11 novembre e 25 novembre. Il tasso nazionale di copertura vaccinale per le terze dosi calcolato sulla platea ufficiale è del 31,8% con nette differenze regionali: dal 21,6% del Friuli-Venezia Giulia al 44,5% del Molise (figura 13).
Variante Omicron. Alla variante B.1.1.529 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha assegnato con il nome di Omicron, classificandola come variante di preoccupazione, per le numerose mutazioni presenti. Tuttavia, ad oggi i dati disponibili non permettono di sapere se, rispetto alla Delta, la variante Omicron è più trasmissibile, causa una malattia più severa, se è più probabile reinfettarsi e se può ridurre la risposta immunitaria ai vaccini.
«In questa fase d’incertezza – conclude Cartabellotta – bisogna potenziare tutti gli interventi, seguendo il principio della massima precauzione. In particolare, incrementare le attività di sequenziamento condividendo i risultati nel database GISAID, potenziare il tracciamento dei casi e monitorare attentamente le aree con rapido aumento di incidenza. Per la popolazione rimangono fondamentali i comportamenti già noti: vaccinarsi e sottoporsi alla terza dose quando indicata - con massima priorità per anziani e fragili, utilizzare la mascherina negli ambienti chiusi, possibilmente FFP2 se affollati, rispettare il distanziamento sociale e ventilare frequentemente i locali».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
30 novembre 2021
Vaccinazione antinfluenzale: report GIMBE. Disponibili 17,7 milioni di dosi, migliorano le tempistiche delle forniture, 5 Regioni sotto la soglia del 75% per coprire le categorie a rischio
LA PIENA RIPRESA DELLE ATTIVITÀ LAVORATIVE, SOCIALI E RICREATIVE IMPONE DI TENERE ALTA LA GUARDIA IN QUANTO, DOPO LA “PAUSA” DELLO SCORSO ANNO, NON È POSSIBILE PREVEDERE L’IMPATTO DELL’INFLUENZA NELLA STAGIONE 2021-2022. L’ANALISI DELLA FONDAZIONE GIMBE DIMOSTRA CHE LA DISPONIBILITÀ NAZIONALE DI VACCINO ANTINFLUENZALE RIMANE IN LINEA CON QUELLA DELLO SCORSO ANNO E RILEVA UN NETTO MIGLIORAMENTO NELLA GESTIONE DEI TIMING DEI BANDI DI GARA PER LE FORNITURE. NON MANCANO LE VARIABILITÀ REGIONALI: 15 REGIONI E UNA PROVINCIA AUTONOMA RAGGIUNGONO COPERTURE PARI O SUPERIORI AL 75% DELLA POPOLAZIONE TARGET PER ETÀ, MENTRE IN 5 REGIONI E UNA PROVINCIA AUTONOMA NON SONO DISPONIBILI ULTERIORI DOSI PER LA POPOLAZIONE NON A RISCHIO.
30 novembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
L’ampia gamma di misure restrittive per contenere la diffusione del SARS-CoV-2 e il contestuale aumento delle coperture vaccinali antinfluenzali hanno limitato nettamente l’impatto dell’influenza stagionale, la cui incidenza nella stagione 2020/2021, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, è sempre rimasto sotto la soglia basale. Tuttavia, con la piena ripresa delle attività lavorative, sociali e ricreative è necessario tenere alta la guardia: infatti, se da un lato mancano fattori prognostici affidabili per prevedere l’impatto dell’influenza nella stagione 2021-2022, dall’altro i dati attuali rilevano un’incidenza delle sindromi simil-influenzali superiore a quella degli anni precedenti.
La circolare del Ministero della Salute dell’8 aprile 2021 raccomanda, come per la stagione 2020-2021, la vaccinazione antinfluenzale “per tutti i soggetti a partire dai 6 mesi di età che non hanno controindicazioni”, con offerta attiva e gratuita per alcune categorie di popolazione a rischio. «Durante la scorsa stagione influenzale – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – sono stati guadagnati oltre dieci punti percentuali (da 54,6% a 65,3%) nelle coperture vaccinali antinfluenzali della popolazione over 65 anni: un risultato di salute pubblica che ha permesso, insieme alle restrizioni in atto per la pandemia COVID-19, di ridurre la circolazione del virus influenzale e le complicanze, in un periodo di imponente sovraccarico dei servizi sanitari territoriali e ospedalieri».
Anche le coperture della popolazione generale sono aumentate nella stagione 2020-2021 rispetto all’anno precedente, passando dal 16,8% al 23,7%: valori che, tuttavia, lasciano enormi margini di miglioramento.
«La Fondazione GIMBE – spiega Renata Gili, Responsabile della Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – ha condotto anche quest’anno un’analisi indipendente con l’obiettivo di mappare le scorte regionali di vaccino antinfluenzale, valutare la potenziale copertura per le categorie a rischio e stimare la disponibilità di dosi per la popolazione generale». In particolare, la disponibilità nazionale di vaccini antinfluenzali per la stagione 2021/2022 è di 17.702.476 dosi, in linea con lo scorso anno, in un quadro di notevoli variabilità regionali:
- 4 Regioni e 1 Provincia Autonoma, con le scorte disponibili, non raggiungono coperture pari o superiori al 75% della popolazione target per età: Piemonte (61%), Molise (60%), Campania (56%), Provincia Autonoma di Bolzano (52%) e Valle d’Aosta (48%). Questo dato è in miglioramento rispetto alla scorsa stagione, quando a non poter raggiungere coperture vaccinali sufficienti erano 7 Regioni e 2 Province Autonome.
- 15 Regioni e 1 Provincia Autonoma si sono aggiudicate un quantitativo adeguato di dosi per raggiungere la copertura del 75% della popolazione target per età. Tuttavia la disponibilità di dosi residue per la popolazione non a rischio è molto variabile: Puglia (n. 582.917), Veneto (n. 406.445), Emilia-Romagna (n. 330.946), Lazio (n. 287.451), Sicilia (n. 281.163), Liguria (n. 229.876), Lombardia (178.698), Friuli-Venezia Giulia (n. 152.715), Calabria (n. 75.286), Toscana (n. 52.992), Umbria (n. 35.099), Marche (n. 32.749), Provincia Autonoma di Trento (n. 22.553), Basilicata (n. 22.539), Sardegna (n. 17.739), Abruzzo (n. 0). Anche in questo caso il dato è in miglioramento rispetto alla scorsa stagione, quando ad ottenere il numero di dosi sufficienti a raggiungere l’obiettivo di copertura sono state solo 12 Regioni (tabella).
«La nostra analisi – conclude Cartabellotta – se da un lato quantifica ancora difficoltà di accesso per la popolazione generale al vaccino antinfluenzale, dall’altro rileva un netto miglioramento nella gestione delle forniture dei vaccini: dai timing di pubblicazione della Circolare Ministeriale, quest’anno anticipata di un mese, alle tempistiche dei bandi di gara per la fornitura dei vaccini antinfluenzali da parte delle Regioni, nel rispetto dei tempi utili per la produzione dei vaccini da parte delle aziende farmaceutiche. Se, tuttavia, da un lato si evidenziano miglioramenti organizzativi che senz’altro favoriscono il raggiungimento di coperture vaccinali più elevate, dall’altro non è possibile conoscere l’impatto delle misure anti-COVID-19 ancora in vigore sull’andamento dell’influenza nella stagione 2021-2022. Per questo, è di fondamentale importanza continuare a incrementare il numero di persone che si sottoporranno a vaccinazione antinfluenzale, con particolare attenzione verso le categorie a maggior rischio».
Il report “La vaccinazione antinfluenzale in Italia” è disponibile a: www.gimbe.org/vaccinazione-antinfluenzale
Download comunicato
25 novembre 2021
Coronavirus: aumentano nuovi casi (+27%), ricoveri (+15,8%) e terapie intensive (+16,4%). Stabile il numero di nuovi vaccinati, in netto ritardo i richiami che entro fine anno riguardano 22,6 mln di persone
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 17-23 NOVEMBRE, UN AUMENTO DEI NUOVI CASI CHE INTERESSA TUTTE LE REGIONI AD ECCEZIONE DELLA BASILICATA. SALGONO ANCHE LE CURVE SUL FRONTE OSPEDALIERO (+627 RICOVERI IN AREA MEDICA, +79 IN TERAPIA INTENSIVA) E I DECESSI (+8,7%). STABILI A QUOTA 127 MILA LE PRIME DOSI SOMMINISTRATE NELL’ULTIMA SETTIMANA. RIPRENDONO LE FORNITURE DEI VACCINI CHE ARRIVANO A QUOTA 101,7 MLN. IN LIEVE AUMENTO LE SOMMINISTRAZIONI QUOTIDIANE DEI RICHIAMI MA, PER COPRIRE LE PERSONE CHIAMATE ALLA TERZA DOSE ENTRO IL 31 DICEMBRE, IL RITMO DOVREBBE SALIRE A OLTRE 600 MILA SOMMINISTRAZIONI AL GIORNO.
25 novembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 17-23 novembre 2021, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (69.060 vs 54.370) (figura 1) e decessi (437 vs 402) (figura 2). In aumento anche i casi attualmente positivi (154.510 vs 123.396), le persone in isolamento domiciliare (149.353 vs 118.945), i ricoveri con sintomi (4.597 vs 3.970) e le terapie intensive (560 vs 481) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 437 (+8,7%), di cui 25 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +79 (+16,4%)
- Ricoverati con sintomi: +627 (+15,8%)
- Isolamento domiciliare: +30.408 (+25,6%)
- Nuovi casi: 69.060 (+27%)
- Casi attualmente positivi: +31.114 (+25,2%)
«Per la quinta settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – aumentano a livello nazionale i nuovi casi settimanali (+27%) con una media mobile a 7 giorni più che quadruplicata:da 2.456 il 15 ottobre a 9.866 il 23 novembre» (figura 4).L’aumento della circolazione virale è ben documentato dall’incremento sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 14,7%) (figura 1), sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 6,3%) e positivi/tamponi antigenici rapidi (da 0,07% a 0,27%) (figura 5).
In tutte le Regioni tranne la Basilicata si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, con variazioni che vanno dal 1,3% della Regione Toscana al 124,3% della Valle D’Aosta(tabella 1).In 92 Province si registra un’incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte e Veneto tutte le Province superano tale soglia. In 18 Province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Trieste (674), Gorizia (492), Bolzano (442), Forlì-Cesena (311), Padova (274), Rimini (249), Aosta (248), Ravenna (214), Treviso (213), Venezia (213), Vicenza (200), Pordenone (186), Udine (183), Fermo (172), Ascoli Piceno (166), Belluno (162), La Spezia (162) e Imperia (160) (tabella 2).«Quando l’incidenza supera i 150 casi per 100 mila abitanti – commenta il Presidente – gli amministratori locali devono verificare tempestivamente l’esistenza di focolai e decidere eventuali restrizioni mirate per arginare la diffusione del contagio,come già fatto dalla Provincia Autonoma di Bolzano».
In aumento anche i decessi: 437 negli ultimi 7 giorni (di cui 25 riferiti a periodi precedenti), con una media di 62 al giorno rispetto ai 57 della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si registra un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +15,8% in area medica e +16,4% in terapia intensiva». In termini assoluti, il numero di pazienti COVID in area medica è passato da 2.371 del 16 ottobre a 4.597 del 23 novembre 2021 (+93,9%) e quello nelle terapie intensive da 338 del 25 ottobre a 560 del 23 novembre 2021 (+65,7%). A livello nazionale, al 23 novembre, il tasso di occupazione è dell’8% in area medica e del 6% in area critica, con notevoli differenze regionali: per l’area medica superano la soglia del 15% Provincia Autonoma di Bolzano (16%) e Friuli-Venezia Giulia (18%) che con il 14% supera anche quella del 10% per l’area critica (figura 6).«Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – continuano ad aumentare: la media mobile a 7 giorni è passata da 38 ingressi/die della settimana precedente a 48» (figura 7).
Vaccini: forniture. Al 24 novembre (aggiornamento ore 06.11) risultano consegnate 101.693.473 dosi e le scorte di vaccini a mRNA si attestano a quota 8milioni. Dopo 5 settimane di stop, sono riprese le consegne con 1,6 milioni di dosi di vaccino Moderna: secondo quanto dichiarato il 19 novembre dal Commissario Figliuolo si attendono entro la fine dell’anno ulteriori 7 milioni di dosi di vaccini a mRNA (4 milioni di Pfizer e 3 di Moderna), “a cui si potranno aggiungere altri 2,5 milioni di dosi della riserva centralizzata”.
Vaccini: somministrazioni. Al 24 novembre (aggiornamento ore 06.11) il 79,2% della popolazione (n. 46.928.704) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+34.657 rispetto alla settimana precedente) e il 76,7% (n. 45.435.706) ha completato il ciclo vaccinale (figura 8). In lieve aumento nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.380.796), con una media mobile a 7 giorni di 207.593 somministrazioni/die.
Vaccini: nuovi vaccinati. Nelle ultime 2 settimane il numero dei nuovi vaccinati si è stabilizzato intorno a 127 mila, un numero che, seppure esiguo, dimostra che esiste ancora la possibilità di convincere gli indecisi (figura 9). Degli oltre 7 milioni di persone non vaccinate, tuttavia, si “muovono” troppo lentamente due fasce che preoccupano:da un lato 2,62 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, dall’altro 1,2 milioni nella fascia 12-19 che influiscono negativamente sulla sicurezza delle scuole(figura 10).
Vaccini: efficacia. Gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità evidenziano la riduzione dell’efficacia vaccinale dopo 6 mesi dal completamento del ciclo, confermando la necessità della dose di richiamo. In dettaglio:
- l’efficacia sulla diagnosi scende in media dal 74,6% per i vaccinati entro 6 mesi al 46,8% per i vaccinati da più di 6 mesi;
- l’efficacia sulla malattia severa scende in media dal 91,8% per i vaccinati entro 6 mesi all’82,1% per i vaccinati da più di 6 mesi.
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 96,9% degli over 80 al 75,2% della fascia 12-19) così come le coperture con le terze dosi, che negli over 80 hanno raggiunto il 44,9%, mentre sono ancora al 13,3% nella fascia 70-79 e al 10,1% in quella 60-69 anni.
Vaccini: terza dose. Al24novembresono state somministrate 4.673.047 terze dosi di cui 763.960 dosi aggiuntive e 3.909.087 di dosi booster, con una media mobile a 7 giorni che sfiora 170 mila somministrazioni al giorno(figura 11).
Al 24 novembre (aggiornamento ore 06.11) sul repository ufficiale del Commissario Straordinario la platea per la dose booster(n. 13.435.287) è stata aggiornata secondo le indicazioni delle circolari ministeriali del 3 novembree11 novembre. Non risulta ancora recepita la determina AIFA che permette di somministrare la dose booster a partire dal 5° mese dal completamento del ciclo primario. Aggiungendo gli 895.460 pazienti immuno compromessi, la platea complessiva per la terza dose include14.330.747persone (figura 12).
Il tasso nazionale di copertura vaccinale per le dosi aggiuntive è del 85,3% con nette differenze regionali: dal 6,7% della Valle D’Aosta al 100% di Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise, Prov. Aut. Bolzano, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria (figura 13). La copertura nazionale con dose booster è del 29,1%, anche qui con notevoli differenze tra Regioni: dal 14,9% della Sicilia al 46,8% del Molise (figura 14).
La Fondazione GIMBE ha stimato che, secondo le indicazioni ministeriali, le persone che possono ricevere entro la fine del 2021 la dose booster sono in totale 27,3 milioni:
- 15,19 milioni di over 60 che hanno completato il ciclo con qualsiasi vaccino entro il 3 agosto;
- 822 mila di under 60 che hanno ricevuto il vaccino Johnson&Johnson entro il 3 agosto;
- 11,28 milioni di persone con età compresa fra 40 e 59 anni che hanno completato il ciclo vaccinale con Pfizer, Moderna o AstraZeneca entro il 3 agosto.
Per indisponibilità di alcuni dati, questi numeri potrebbero essere da un lato sottostimati (non è incluso il personale sanitario e gli ospiti di RSA under 60), dall’altro sovrastimati(sono incluse le persone guarite da meno di 6 mesi e i deceduti appartenenti alle categorie sopra menzionate). Considerato che ad oggi sono già state somministrate 3,91 milioni di dosi booster e 764 mila dosi aggiuntive, entro il 31 dicembre dovrebbero essere somministrate sino a22,62 milioni di terze dosi,pari a una media di oltre 610mila somministrazioni al giorno. «Su questo fronte – commenta Cartabellotta – preoccupano particolarmente 2,1 milioni di over 80, 4,4 milioni di 70-79enni, 5,1 milioni di 60-69enni e i 6,2 milioni di 50-59enni che, visti i dati sull’efficacia vaccinale a 6 mesi e a fronte delle imminenti festività natalizie che implicheranno certamente un aumento dei contatti sociali in luoghi chiusi, risultano ancora scoperti dalla dose booster».
«Per contenere la quarta ondata nel nostro Paese – conclude Cartabellotta – sul fronte vaccini è indiscutibile la necessità di raggiungere il maggior numero possibile di persone non ancora vaccinate, sia accelerare con la somministrazione delle terze dosi, in particolare negli over 60 e nei fragili. Senza entrare nel merito della “composizione” del pacchetto delle nuove misure, è bene tenere a mente le lezioni imparate in 20 mesi di pandemia. Innanzitutto, così come l’allentamento delle misure restrittive deve essere graduale, la loro re-introduzione deve essere tempestiva, per neutralizzare il vantaggio temporale, di almeno 15 giorni, di cui gode il virus. In secondo luogo, è opportuno che le misure entrino in vigore in tutte le Regioni perché le soglie di occupazione in area medica e in terapia intensiva per arrivare in zona arancione, o addirittura rossa, sono talmente elevate che rischiano di paralizzare l’assistenza ospedaliera per i malati non COVID e di aumentare la mortalità per quelli COVID».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
18 novembre 2021
Coronavirus: in 7 giorni oltre 54 mila nuovi casi (+32,3%), aumentano ricoveri (+15,5%) e terapie intensive (+14,3). Vaccini: entro l’anno terza dose per quasi 16 mln di persone. Per evitare restrizioni, ridurre a 6 mesi validità green pass e introdurre obbligo vaccinale. No al “super green pass”
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 10-16 NOVEMBRE, UN NETTO INCREMENTO DELLA CIRCOLAZIONE VIRALE CON IMPATTO OSPEDALIERO AL MOMENTO CONTENUTO GRAZIE ALLA PROTEZIONE VACCINALE: +534 RICOVERI IN AREA MEDICA +60 IN TERAPIA INTENSIVA. MA PER FRIULI-VENEZIA GIULIA E PROVINCIA DI BOLZANO SI AVVICINA LA ZONA GIALLA. CAMPAGNA VACCINALE: SOLO 127 MILA NUOVI VACCINATI NELL’ULTIMA SETTIMANA. FORNITURE AL PALO DA 5 SETTIMANE: LE SCORTE DI VACCINI A MRNA SCENDONO A QUOTA A 7,6 MLN DI DOSI. TERZE DOSI: SERVONO OLTRE 350 MILA SOMMINISTRAZIONI AL GIORNO SINO AL 31 DICEMBRE. PER RIDURRE IL RISCHIO DI MISURE RESTRITTIVE NECESSARIO RIDURRE LA VALIDITÀ DEL GREEN PASS A 6 MESI E INTRODURRE L’OBBLIGO VACCINALE, ALMENO PER TUTTE LE CATEGORIE DI LAVORATORI A CONTATTO CON IL PUBBLICO. IL “SUPER GREEN PASS”, SENZA L’OPZIONE TAMPONE, RISCHIA SOLO DI ALIMENTARE LE TENSIONI SOCIALI SENZA GARANZIA DI AUMENTARE COPERTURE VACCINALI E ADESIONE ALLA TERZA DOSE.
18 novembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 10-16 novembre 2021, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (54.370 vs 41.091) (figura 1) e decessi (402 vs 330) (figura 2). Continuano a salire anche i casi attualmente positivi (123.396 vs 100.205), le persone in isolamento domiciliare (118.945 vs 96.348), i ricoveri con sintomi (3.970 vs 3.436) e le terapie intensive (481 vs 421) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 402 (+21,8%), di cui 28 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +60 (+14,3%)
- Ricoverati con sintomi: +534 (+15,5%)
- Isolamento domiciliare: +22.597 (+23,5%)
- Nuovi casi: 54.370 (+32,3%)
- Casi attualmente positivi: +23.191 (+23,1%)
«Per la quarta settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si conferma a livello nazionale un incremento dei nuovi casi settimanali (+32,3%) come documenta anche la media mobile a 7 giorni, che in un mese è triplicata: da 2.456 il 15 ottobre a 7.767 il 16 novembre» (figura 4). Nelle ultime 4 settimane l’aumento della circolazione virale è ben documentato dall’incremento sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 12,7%) (figura 1), sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 5,8%) e positivi/tamponi antigenici rapidi (da 0,07% a 0,21%) (figura 5).
In tutte le Regioni tranne Calabria e Umbria si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, con variazioni che vanno dal 0,7% della Regione Puglia al 180% della Valle D’Aosta (tabella 1). In 84 Province si registra un’incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Umbria e Veneto tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. In 7 Province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Trieste (638), Bolzano (402), Gorizia (369), La Spezia (248), Forlì-Cesena (219), Padova (179) e Vicenza (152) (tabella 2). «Di fronte a questi numeri – commenta il Presidente – è inaccettabile che gli amministratori non abbiano introdotto restrizioni locali, seppur impopolari, accettando il rischio che la diffusione del contagio trascini l’intera Regione in zona gialla».
Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si registra un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +15,5% in area medica e +14,3% in terapia intensiva». In termini assoluti, il numero di pazienti COVID in area medica è aumentato da 2.371 del 16 ottobre a 3.970 del 16 novembre (+67,4%) e quello nelle terapie intensive da 338 del 25 ottobre a 481 del 16 novembre (+42,3%). A livello nazionale il tasso di occupazione è del 7% in area medica e del 5% in area critica, con notevoli differenze regionali: nessuna Regione supera la soglia del 15% per l’area medica, mentre Friuli-Venezia Giulia (14%) e Marche (10,1%) superano quella del 10% per l’area critica (figura 6). «Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – continuano ad aumentare: la media mobile a 7 giorni è passata da 34 ingressi/die della settimana precedente a 38» (figura 7).
Solo il Friuli-Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Bolzano sono molto vicini alla zona gialla visto che, oltre all’incidenza settimanale >50 casi per 100.000 abitanti, presentano entrambi i tassi di occupazione ospedaliera superiori o prossimi alle soglie del 15% in area medica e del 10% in terapia intensiva. «Bisogna tenere conto – sottolinea Cartabellotta – che l’attuale sistema per l’assegnazione dei colori alle Regioni è stato elaborato quando non esistevano dati sul declino della copertura vaccinale, né sulla necessità della terza dose. Con queste regole, durante i mesi invernali di aumentata circolazione virale, nelle Regioni con coperture vaccinali più basse e/o in ritardo sulla somministrazione della terza dose c’è il rischio di sovraccaricare gli ospedali senza cambiare colore; anche perché le Regioni hanno la possibilità di aumentare i posti letto disponibili, sottraendoli ad altri malati, o dimettere pazienti COVID in strutture private».
Vaccini: forniture. Al 17 novembre (aggiornamento ore 6.14) risultano consegnate 99.903.390 dosi: in assenza di nuove forniture per la quinta settimana consecutiva le scorte di vaccini a mRNA scendono a quota 7,6 milioni di dosi.
Vaccini: somministrazioni. Al 17 novembre (aggiornamento ore 6.14) il 79,1% della popolazione (n. 46.894.047) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+109.996 rispetto alla settimana precedente) e il 76,8% (n. 45.521.038) ha completato il ciclo vaccinale (+277.306 rispetto alla settimana precedente) (figura 8). In aumento nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.257.024) (figura 9), con una media mobile a 7 giorni di 179.740 somministrazioni/die.
Vaccini: nuovi vaccinati. Dopo aver sfiorato quota 440 mila nella settimana 11-17 ottobre, in quattro settimane il numero dei nuovi vaccinati è crollato a quota 127.361 (-71,1%) (figura 10). Degli oltre 7,15 milioni di persone non ancora vaccinate preoccupano sia i quasi 2,66 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, sia gli oltre 1,23 milioni nella fascia 12-19 che influiscono negativamente sulla sicurezza delle scuole (figura 11).
Vaccini: coperture. Le coperture vaccinali con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce di età: dal 97,1% degli over 80 al 74,6% della fascia 12-19 (figura 12) e, rispetto alla settimana precedente, si registrano incrementi sempre più modesti.
Vaccini: terza dose. Su una platea di 895.460 persone per la dose aggiuntiva e di 5.131.130 persone per la dose booster (figura 13), al 17 novembre sono state somministrate 3.269.468 terze dosi di cui 534.029 dosi aggiuntive e 2.735.439 di dosi booster, con una media mobile a 7 giorni che sfiora 120 mila somministrazioni (figura 14). Il tasso nazionale di copertura vaccinale per le dosi aggiuntive è del 59,6% con nette differenze regionali: dal 3,5% della Valle D’Aosta al 100% di Campania, Liguria, Molise, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria (figura 15). La copertura nazionale con dose booster è del 53,3%, anche qui con notevoli differenze tra Regioni: dal 31,8% della Calabria al 91,9% del Molise (figura 16). «Queste percentuali – puntualizza Marco Mosti – sono tuttavia sovrastimate dal mancato aggiornamento della platea ufficiale per la dose booster, ferma al 2 novembre». Infatti, secondo le indicazioni ministeriali le persone chiamate a ricevere entro la fine del 2021 la dose booster sono:
- 11,96 milioni over 60 che hanno completato il ciclo con qualsiasi vaccino entro il 4 luglio;
- 757 mila under 60 che hanno ricevuto il vaccino J&J entro il 4 luglio;
- 6,14 milioni dal 1° dicembre persone con età compresa fra 40 e 59 anni che hanno completato il ciclo vaccinale con Pfizer, Moderna o AstraZeneca entro il 4 luglio.
Considerato che ad oggi sono già state somministrate 2,74 milioni di dosi booster e 291 mila dosi aggiuntive agli over 60, entro il 31 dicembre dovrebbero essere somministrate 15,83 milioni di terze dosi, in media oltre 350 mila somministrazioni al giorno. Per indisponibilità dei dati, questi numeri potrebbero essere da un lato sottostimati perché non includono personale sanitario e ospiti di RSA under 60, dall’altro sovrastimati perché includono le persone guarite da meno di 6 mesi e i deceduti appartenenti alle categorie sopra menzionate. «Oltre all’adesione della popolazione alla somministrazione delle terze dosi – commenta Cartabellotta – e alle sfide organizzative e comunicative che le Regioni sono chiamate ad affrontare, preoccupano le scorte di vaccini a mRNA, oggi pari a meno del 50% delle dosi da somministrare entro fine anno, insieme al fatto che rimane sconosciuto il piano delle prossime forniture, ormai al palo da 5 settimane».
«Nello scenario attuale – conclude Cartabellotta – caratterizzato dal progressivo aumento della circolazione virale e dalla riduzione dell’efficacia vaccinale che impone la dose di richiamo, sono due le decisioni politiche che possono minimizzare il rischio di misure restrittive. La prima è ridurre a 6 mesi la validità del green pass rilasciato a seguito di vaccinazione, in linea con le evidenze scientifiche sulla durata della protezione vaccinale e con le indicazioni per la dose di richiamo. La seconda è introdurre l’obbligo vaccinale sia per il ciclo primario, sia per la dose booster, almeno per tutte le categorie di lavoratori a contatto con il pubblico. Invece, non convince affatto il “super green pass” sul modello austriaco, di fatto un “surrogato” dell’obbligo vaccinale: escludere il tampone dalle modalità per il rilascio della certificazione verde – pur identificando le attività essenziali per le quali tale opzione rimarrebbe valida – rischia solo di aumentare le tensioni sociali senza alcuna garanzia di aumentare coperture vaccinali e adesione alla terza dose».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
11 novembre 2021
Coronavirus: continuano a salire i nuovi casi (+37,7%), i positivi superano quota 100 mila. Aumentano ricoveri (+14,8%) e terapie intensive (+9,4%), ma per ora nessuna Regione rischia la zona gialla. Vaccini: con prime dosi che crollano del 75% in 3 settimane, 2,7 mln di over 50 da vaccinare e terze dosi che non decollano serve un cambio di marcia per contenere la quarta ondata
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 3-9 NOVEMBRE, UN ULTERIORE AUMENTO DELLA CIRCOLAZIONE VIRALE: I NUOVI CASI SETTIMANALI PASSANO DA 29.841 A 41.091, CRESCONO I RICOVERI IN AREA MEDICA (+444) E IN TERAPIA INTENSIVA (+36). CAMPAGNA VACCINALE: PER LA QUARTA SETTIMANA CONSECUTIVA AL PALO LE FORNITURE DI VACCINI. LE SOMMINISTRAZIONI GIORNALIERE SCENDONO A 170 MILA E I NUOVI VACCINATI CROLLANO A QUOTA 108 MILA. TERZA DOSE, REGIONI IN ORDINE SPARSO E VARIE CRITICITÀ PER UN’ADEGUATA PROGRAMMAZIONE: NON DISPONIBILI IL PIANO FORNITURE DEI VACCINI, UN AGGIORNAMENTO CONTINUO DELLA PLATEA VACCINABILE E IL DETTAGLIO DELLE CATEGORIE DEI VACCINATI CON DOSE BOOSTER.
11 novembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 3-9 novembre, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (41.091 vs 29.841) (figura 1) e decessi (330 vs 257) (figura 2). Continuano a salire anche i casi attualmente positivi (100.205 vs 84.447), le persone in isolamento domiciliare (96.348 vs 81.070), i ricoveri con sintomi (3.436 vs 2.992) e le terapie intensive (421 vs 385) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 330 (+28,4%), di cui 40 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +36 (+9,4%)
- Ricoverati con sintomi: +444 (+14,8%)
- Isolamento domiciliare: +15.278 (+18,8%)
- Nuovi casi: 41.091 (+37,7%)
- Casi attualmente positivi: +15.758 (+18,7%)
«Per la terza settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si conferma a livello nazionale un incremento dei nuovi casi settimanali (+37,7%) come documenta anche la media mobile a 7 giorni, più che raddoppiata in meno di un mese passando da 2.456 il 15 ottobre a 5.870 il 9 novembre» (figura 4). Nelle ultime tre settimane l’aumento della circolazione virale è ben documentata dall’incremento sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 9,9%) (figura 1), sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 4,7%) (figura 5). In tutte le Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, con variazioni che vanno dal 12,7% della Regione Toscana al 75,3% della Provincia Autonoma di Bolzano (tabella 1). 66 Province hanno un’incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Veneto tutte le Province superano tale soglia. In 3 Province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Trieste (479), Bolzano (260) e Gorizia (221) (tabella 2). «Numeri – commenta il Presidente – che dovrebbero indurre gli amministratori locali a considerare restrizioni su base comunale o provinciale, per evitare che la diffusione del contagio trascini l’intera Regione in zona gialla».
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si registra un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +14,8% in area medica e +9,4% in terapia intensiva». In termini assoluti, il numero di pazienti COVID in area medica è passato da 2.371 del 16 ottobre a 3.436 del 9 novembre 2021 e quello nelle terapie intensive da 338 del 25 ottobre a 421 del 9 novembre 2021. A livello nazionale il tasso di occupazione rimane molto basso (6% in area medica e 5% in terapia intensiva), ma con notevoli differenze regionali. In particolare, nessuna Regione supera la soglia del 15% per l’area medica, mentre Friuli-Venezia Giulia (11%) e Marche (11%) superano quella del 10% per l’area critica (figura 6). Tali valori, a breve termine, non comportano il rischio di passare in zona gialla che, oltre all’incidenza settimanale superiore ai 50 casi per 100.000 abitanti, richiede contestualmente il superamento della soglia di occupazione del 15% in area medica e del 10% in terapia intensiva. «Aumentano – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – gli ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni passa da 26 ingressi/die della settimana precedente a 34» (figura 7).
Vaccini: forniture. Al 10 novembre (aggiornamento ore 6.11) risultano consegnate 99.901.969 dosi: in assenza di nuove forniture per la quarta settimana consecutiva si riducono le scorte di vaccini a mRNA, che si attestano a quota 8,8 milioni di dosi.
Vaccini: somministrazioni. Al 10 novembre (aggiornamento ore 6.11) il 79% della popolazione (n. 46.784.051) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+127.761 rispetto alla settimana precedente) e il 76,4% (n. 45.243.732) ha completato il ciclo vaccinale (+379.124 rispetto alla settimana precedente) (figura 8). In lieve calo (-4,8%) nell’ultima settimana il numero totale di somministrazioni (n. 1.025.882) (figura 9), con una media mobile a 7 giorni di 169.844 somministrazioni/die.
Vaccini: nuovi vaccinati. Dopo aver sfiorato quota 440 mila nella settimana 11-17 ottobre, in tre settimane il numero dei nuovi vaccinati è crollato del 75,4% (figura 10): dei 108.497 nuovi vaccinati nella settimana 1-7 novembre il 72,2% appartiene a fasce anagrafiche che includono persone in età lavorativa (figura 11). Rispetto alle persone ancora da vaccinare preoccupano sia i quasi 2,7 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, sia gli oltre 1,2 milioni nella fascia 12-19 che influiscono negativamente sulla sicurezza negli ambienti scolastici (figura 12).
Vaccini: coperture. Le coperture vaccinali con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce di età: dal 97,1% degli over 80 al 74% della fascia 12-19 (figura 13) e, rispetto alla settimana precedente, gli incrementi sono sempre più modesti.
Vaccini: efficacia. L’efficacia del vaccino sulla malattia grave si conferma molto elevata e l’incidenza di diagnosi, ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi è nettamente inferiore nelle persone vaccinate con ciclo completo, in tutte le fasce di età, rispetto ai non vaccinati (figura 14). Tuttavia, in particolare negli over 60, l’efficacia nei confronti della malattia grave è in lieve ma progressiva diminuzione, soprattutto da quando la variante delta è diventata prevalente. Secondo l’ultimo report della Sorveglianza integrata COVID-19 dell’Istituto Superiore di Sanità, per il ricovero in terapia intensiva l’efficacia nel periodo 5 luglio-31 ottobre si attesta al 90% negli over 80 e al 94,8% nella fascia 60-79 anni, mentre per i ricoveri in area medica all’88,8% negli over 80 e al 91,5% nella fascia 60-79 anni. «Nel ribadire l’inutilità di dosare gli anticorpi circolanti per il processo decisionale vaccinale – commenta Cartabellotta – questi dati confermano le indicazioni alla dose booster per le categorie a rischio identificate dal Ministero della Salute e la necessità di accelerarne la somministrazione».
Vaccini: terza dose. Su una platea costituita da 890.460 persone per la dose aggiuntiva e da 5.131.130 persone per la dose booster (figura 15), al 10 novembre sono state somministrate 2.409.596 terze dosi di cui 383.769 dosi aggiuntive e 2.025.827 di dosi booster, con una media mobile a 7 giorni che ha superato quota 100 mila (figura 16). Il tasso nazionale di copertura vaccinale per le dosi aggiuntive è del 40% con nette differenze regionali: dal 2,3% della Valle D’Aosta al 100% di Umbria e Piemonte (figura 17). La copertura nazionale con dose booster è del 39,5%, anche qui con notevoli differenze tra le Regioni: dal 18,3% della Calabria al 81,2% del Molise (figura 18).
Della platea relativa alla dose booster, ferma all’aggiornamento del 2 novembre, rimangono ancora da vaccinare oltre 3,1 milioni di persone, alle quali ogni settimana si aggiungono circa 800mila over 60 che hanno completato il ciclo vaccinale nei mesi di maggio e giugno. Ovvero, entro fine anno si aggiungeranno a questa platea ben 7,4 milioni di persone, oltre a circa 750 mila under 60 vaccinati con Johnson&Johnson entro fine giugno. Complessivamente, si tratta di oltre 11 milioni di dosi booster che impongono alle Regioni un deciso cambio di passo sia in termini di comunicazione e persuasione, sia di organizzazione, visto che entro fine dicembre bisognerebbe somministrare circa 1,4 milioni di dosi settimanali.
«Con l’aumento della circolazione virale che si riflette sulle ospedalizzazioni, il progressivo calo dell’efficacia vaccinale e l’esiguo aumento dei nuovi vaccinati – conclude Cartabellotta – l’accelerazione sul fronte delle terze dosi è una strategia fondamentale per contenere la quarta ondata. Da questo punto di vista iniziano a preoccupare sia le mancate consegne di vaccini da 4 settimane senza informazioni ufficiali sul piano delle forniture, sia alcune criticità che ostacolano il monitoraggio delle performance delle Regioni, che di fatto vanno in ordine sparso. Innanzitutto, la platea vaccinabile con la terza dose non è stata ancora ufficialmente estesa agli under 60 che hanno ricevuto il vaccino Johnson&Johnson. In secondo luogo la platea per la dose booster non viene costantemente aggiornata con il numero di persone che progressivamente raggiungono i 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, con conseguente sovrastima delle performance regionali. Infine, non è disponibile alcun dettaglio delle categorie dei vaccinati con dose booster (operatori sanitari, ospiti RSA, over 60 e persone fragili), rendendo di fatto impossibile identificare eventuali criticità regionali».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
4 novembre 2021
Coronavirus: aumentano ancora nuovi casi (+16,6%) e ricoveri (14,9%) e s’inverte la tendenza delle terapie intensive (+12,9%). Scendono ancora i nuovi casi vaccinati (-39,6%), negli over 60 si riduce efficacia vaccino sulla malattia grave: entro fine anno terza dose per quasi 12 milioni di persone
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 27 OTTOBRE-2 NOVEMBRE, UN ULTERIORE AUMENTO DEI NUOVI CASI SETTIMANALI: DA 25.585 A 29.841. L’AUMENTO DELLA CIRCOLAZIONE VIRALE SI RIFLETTE ANCHE SUGLI OSPEDALI: AUMENTANO I RICOVERI IN AREA MEDICA (+388) E IN TERAPIA INTENSIVA (+44). DIMINUISCONO LE SOMMINISTRAZIONI (-5,1%) E I NUOVI VACCINATI SCENDONO A CIRCA 20MILA AL GIORNO. IL LIEVE MA PROGRESSIVO CALO DELL’EFFICACIA VACCINALE IMPONE DI ACCELERARE SULLA TERZA DOSE: 3,7 MILIONI DI PERSONE GIÀ NELLA PLATEA A CUI ENTRO FINE ANNO SI AGGIUNGERANNO 7,4 MILIONI DI OVER 60 E CIRCA 748 MILA UNDER 60 VACCINATI CON JOHNSON&JOHNSON.
4 novembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 27 ottobre-2 novembre 2021, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (29.841 vs 25.585) (figura 1) e una sostanziale stabilità dei decessi (257 vs 249) (figura 2). In aumento i casi attualmente positivi (84.447 vs 75.046), le persone in isolamento domiciliare (81.070 vs 72.101), i ricoveri con sintomi (2.992 vs 2.604) e le terapie intensive (385 vs 341) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 257 (+3,2%), di cui 15 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +44 (+12,9%)
- Ricoverati con sintomi: +388 (+14,9%)
- Isolamento domiciliare: +8.969 (+12,4%)
- Nuovi casi: 29.841 (+16,6%)
- Casi attualmente positivi: +9.401 (+12,5%)
«Nell’ultima settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si conferma a livello nazionale un incremento dei nuovi casi settimanali, seppure più contenuto rispetto alla precedente (+16,6%)». L’aumento della circolazione virale è ben documentato dall’incremento registrato nelle ultime due settimane sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 8,2%) (figura 1), sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 4,3%) (figura 4). In tutte le Regioni tranne Marche, Molise, Piemonte, Sicilia e Umbria si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi (tabella 1). 43 Province hanno un’incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Veneto tutte le Province superano tale soglia. Solo la Provincia di Trieste, con 376 casi per 100.000 abitanti, supera la soglia dei 150 (tabella 2).
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si registra un incremento dei posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +14,9% in area medica e +12,9% in terapia intensiva». In termini assoluti, il numero di pazienti COVID in area medica è passato da 2.371 del 16 ottobre a 2.992 del 2 novembre (+26%) e quello nelle terapie intensive da 338 del 25 ottobre a 385 del 2 novembre (+14%). A livello nazionale il tasso di occupazione rimane molto basso (5% in area medica e 4% in terapia intensiva) e nessuna Regione supera le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica (figura 5). «Si registra un lieve aumento degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 26 ingressi/die rispetto ai 23 della settimana precedente» (figura 6).
Vaccini: forniture. Al 3 novembre (aggiornamento ore 06.13) risultano consegnate 99.784.168 dosi: in assenza di nuove forniture per la terza settimana consecutiva (figura 7) si riducono le scorte di vaccini a mRNA, che si attestano a quota 9,9 milioni di dosi. «La necessità di accelerare la somministrazione delle terze dosi e la progressiva estensione della platea dei candidati alla dose booster – spiega Mosti – richiedono un numero consistente di dosi: per questo è fondamentale conoscere il piano delle forniture per i prossimi mesi, di cui al momento non esistono dati ufficiali».
Vaccini: somministrazioni. Al 3 novembre (aggiornamento ore 06.13) il 78,7% della popolazione (n. 46.656.290) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+130.795 rispetto alla settimana precedente) e il 75,7% (n. 44.864.608) ha completato il ciclo vaccinale (+357.441) (figura 8). In calo del 5,1% nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.066.374) (figura 9), con una media mobile a 7 giorni di 134.604 dosi/die.
Vaccini: nuovi vaccinati. Dopo aver sfiorato quota 440mila nella settimana 11-17 ottobre, il numero dei nuovi vaccinati nelle ultime due settimane è crollato prima a 239mila (-45,7%) e poi poco sopra 144mila (-39,6%) (figura 10). Dei 144.258 nuovi vaccinati nella settimana 25-31 ottobre il 76,2% appartengono a fasce anagrafiche che includono persone in età lavorativa (figura 11). Rispetto alle persone ancora da vaccinare preoccupano in particolare gli oltre 2,7 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione e gli oltre 1,3 milioni nella fascia 12-19 che riducono la sicurezza nelle scuole (figura 12).
Vaccini: coperture. Le coperture vaccinali con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce di età: dal 97,1% degli over 80 al 73,5% della fascia 12-19 (figura 13). In generale, rispetto alla settimana precedente, gli incrementi sono sempre più modesti: il numero di vaccinati con almeno una dose cresce dello 0,6% nella fascia anagrafica 12-19, dello 0,4% nelle fasce anagrafiche 20-29 e 30-39, dello 0,3% nella fascia 40-49, dello 0,2% nella fascia 50-59, mentre negli over 60 l’incremento non supera lo 0,1%.
Vaccini: terza dose. Negli over60 l’efficacia del vaccino sulla malattia grave si conferma molto elevata, ma in lieve e progressiva diminuzione:
«Indipendentemente dal livello degli anticorpi circolanti – commenta Cartabellotta – questi dati confermano le indicazioni alla dose booster alle categorie a rischio identificate dal Ministero della Salute e la necessità di accelerarne la somministrazione». In particolare, la platea vaccinabile con la terza dose (figura 14) ad oggi è costituita da 883.460 persone per la dose aggiuntiva e da 5.131.130 persone per la dose booster, escluse quelle under 60 anni che hanno ricevuto il vaccino Johnson&Johnson, non ancora incluse negli Open Data sui vaccini anti-COVID-19).
Al 3 novembre sono state somministrate 1.691.819 terze dosi di cui 277.975 dosi aggiuntive e 1.413.844 dosi booster, con una media giornaliera di 39 mila somministrazioni (figura 15). Il tasso nazionale di copertura vaccinale per le dosi aggiuntive è del 31,5% con nette differenze regionali: dall’1,8% della Valle D’Aosta al 99,1% della Toscana (figura 16). La copertura nazionale con dose booster è invece del 27,6% anche qui con notevoli differenze tra le Regioni: dal 10,2% della Calabria al 67,1% del Molise (figura 17).
Sulla base della platea vaccinabile con dose booster restano ancora da somministrare, ad oggi, oltre 3,71 milioni di dosi alle quali si aggiungeranno progressivamente gli over 60 che hanno completato il ciclo vaccinale nei mesi di maggio e giugno: in particolare entro fine anno saranno 7,4 milioni i candidati alla terza dose, pari a circa 800.000 somministrazioni settimanali (figura 18). A questi vanno aggiunti circa 748 mila under 60 vaccinati con Johnson&Johnson entro fine giugno, per un totale di oltre 12 milioni di persone da coprire con la dose di richiamo. «Anche se questi numeri potrebbero essere leggermente sovrastimati – conclude Cartabellotta – in quanto includono anche i vaccinati che nel frattempo hanno contratto l’infezione o sono deceduti, è indispensabile accelerare la somministrazione delle terze dosi, che implica una grande sforzo organizzativo. Infatti, per mantenere questo ritmo, con la chiusura di numerosi grandi hub vaccinali, accanto alla prenotazione volontaria, è fondamentale implementare strategie di chiamata attiva con il coinvolgimento di medici di famiglia e farmacie».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
28 ottobre 2021
Coronavirus: si inverte la curva dei contagi (+43% nuovi casi) e aumentano i ricoveri (+7,5%). Effetto green pass: in 7 giorni -52,9% di nuovi vaccinati. Vaccini: 1,2 milioni di terze dosi, ma bisogna accelerare
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 20-26 OTTOBRE, RILEVA UN NETTO AUMENTO DEI NUOVI CASI SETTIMANALI: DA 17.870 A 25.585. ANCHE SE LA CRESCITA POTREBBE IN PARTE ESSERE LEGATA ALL’INCREMENTO DEI TAMPONI TOTALI, L’AUMENTO DEL TASSO DI POSITIVITÀ DI QUELLI MOLECOLARI E DEI RICOVERI (+181) INDICANO UNA MAGGIOR CIRCOLAZIONE DEL VIRUS. CAMPAGNA VACCINALE: CALANO LE SOMMINISTRAZIONI (152 MILA AL GIORNO) E RIMANGONO 11 MILIONI DI DOSI “IN FRIGO”. TERZE DOSI: COPERTURE NAZIONALI PER DOSE BOOSTER AL 32,3% E PER DOSI AGGIUNTIVE AL 25,5% MA CON NOTEVOLI DIFFERENZE REGIONALI. EFFETTO GREEN PASS: CON QUASI 7,5 MLN DI PERSONE SENZA NEMMENO UNA DOSE DI VACCINO E POCO PIÙ DI 193 MILA NUOVI VACCINATI IN UNA SETTIMANA SI ALLONTANA L’OBIETTIVO 90% DI COPERTURA VACCINALE DEGLI OVER 12.
28 ottobre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 20-26 ottobre 2021, rispetto alla precedente, un aumento del 43,2% dei nuovi casi (25.585 vs 17.870) (figura 1) e una diminuzione dei decessi (249 vs 271) (figura 2). In lieve aumento i casi attualmente positivi (75.046 vs 74.546), le persone in isolamento domiciliare (72.101 vs 71.768) e i ricoveri con sintomi (2.604 vs 2.423), mentre calano le terapie intensive (341 vs 355) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 249 (-8,1%)
- Terapia intensiva: -14 (-3,9%)
- Ricoverati con sintomi: +181 (+7,5%)
- Isolamento domiciliare: +333 (+0,5%)
- Nuovi casi: 25.585 (+43,2%)
- Casi attualmente positivi: +500 (+0,7%)
«A livello nazionale – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – dopo 7 settimane si registra un’inversione di tendenza dei nuovi casi settimanali che nell’ultima settimana aumentano del 43,2%, con una media mobile a 7 giorni che passa da 2.553 del 19 ottobre a 3.655 il 26 ottobre» (figura 4). La crescita dei casi, che potrebbe essere in parte influenzata dall’aumento del 21,1% dei tamponi totali rispetto alla settimana precedente (2.604.550 vs 2.151.081), sicuramente consegue ad un aumento della circolazione virale per due ragioni: innanzitutto, per l’inversione di tendenza sui ricoveri in area medica, in secondo luogo perché a fronte di un rapporto positivi/tamponi antigenici in lieve calo, per l’enorme aumento del denominatore, si registra un incremento del rapporto positivi/tamponi molecolari (dal 2,4% del 19 ottobre al 3,5% del 26 ottobre) (figura 5).
Nella settimana 20-26 ottobre 2021, tutte le Regioni tranne Sardegna e Valle D’Aosta, registrano un incremento percentuale dei nuovi casi e in 15 Regioni crescono i casi attualmente positivi (tabella 1). Sono 33 le Province con un’incidenza ≥50 casi per 100.000 abitanti: tra queste la Provincia di Trieste registra oltre 150 casi per 100.000 abitanti. Diminuiscono i decessi: 249 negli ultimi 7 giorni (di cui 29 riferiti a periodi precedenti), con una media di 36 al giorno rispetto ai 39 della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si registra un incremento del 7,5% dei posti letto occupati dai pazienti COVID-19 in area medica e una riduzione del 3,9% di quelli in terapia intensiva». A livello nazionale il tasso di occupazione rimane molto basso (5% in area medica e 4% in area critica) e nessuna Regione supera le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica (figura 6). «Si registra un lieve aumento degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 23 ingressi/die rispetto ai 20 della settimana precedente» (figura 7).
Vaccini: forniture. Al 27 ottobre (aggiornamento ore 06.16) risultano consegnate 99.780.625 dosi: pur in assenza di nuove forniture per la seconda settimana consecutiva (figura 8), le scorte di vaccini a mRNA si attestano a quota 11 milioni.
Vaccini: somministrazioni. Al 27 ottobre (aggiornamento ore 06.16) il 78,5% della popolazione (n. 46.525.495) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+204.896 rispetto alla settimana precedente) e il 75,1% (n. 44.507.167) ha completato il ciclo vaccinale (+459.731) (figura 9). In calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.118.114), con una media mobile a 7 giorni di 152.345 dosi/die.
Vaccini: coperture. Le coperture vaccinali con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce di età: dal 97% degli over 80 al 72,9% della fascia 12-19 (figura 10). In generale, rispetto alla settimana precedente, si registrano incrementi sempre più modesti: il numero di vaccinati con almeno una dose cresce dello 0,7% nelle fasce anagrafiche 12-19, 20-29 e 30-39, dello 0,5% nella fascia 40-49, dello 0,4% nella fascia 50-59, mentre negli over 60 l’incremento non supera lo 0,2%.
Vaccini: terza dose. La platea vaccinabile con la terza dose (figura 11) è così costituita:
- Dose aggiuntiva (n. 877.999): una dose di vaccino Pfizer o Moderna ad almeno 28 giorni di distanza dal completamento del ciclo vaccinale per pazienti immunocompromessi;
- Dose booster (n. 2.988.562): una dose di vaccino Pfizer ad almeno 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale per over 60 anni, ospiti delle RSA, operatori sanitari e sociosanitari e persone di età ≥18 anni con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti. Il 25 ottobre 2021 la European Medicines Agency (EMA) ha autorizzato anche il vaccino Moderna come dose booster per gli over 18: mezza dose di vaccino a una distanza di 6-8 mesi dalla seconda dose. In Italia si attende il via libera dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per avviare le somministrazioni. Per quanto riguarda le 1.490.285 persone che hanno ricevuto il vaccino Johnson&Johnson si attende in settimana la valutazione da parte di EMA e di AIFA, dopo l’autorizzazione della Food and Drug Administration (FDA) statunitense a una dose di richiamo a due mesi dalla prima.
Al 27 ottobre sono state somministrate 1.191.327 terze dosi di cui 224.597 dosi aggiuntive e 966.730 dosi booster, con una media giornaliera di 29 mila somministrazioni (figura 12). Il tasso nazionale di copertura vaccinale per le dosi aggiuntive è del 25,6% con nette differenze regionali: dallo 0,9% della Valle D’Aosta al 98,8% dell’Umbria (figura 13). La copertura nazionale con dose booster è invece del 32,3% anche qui con notevoli differenze tra le Regioni: dal 10% della Calabria al 73,8% del Molise (figura 14).
Effetto green pass. La media mobile a 7 giorni del numero dei tamponi antigenici rapidi, dopo l’impennata da 173.235 del 13 ottobre a 371.960 il 21 ottobre (+114,7%), si è stabilizzata: nell’ultima settimana sono stati effettuati 2.604.550 tamponi antigenici rapidi. La media mobile a 7 giorni dei nuovi vaccinati si è ridotta da 58.620 del 19 ottobre a 27.601 del 26 ottobre; nell’ultima settimana sono solo 193.205 i nuovi vaccinati (-52,9% rispetto alla settimana precedente) (figura 15). E con quasi 7,5 milioni senza nessuna dose di vaccino si allontana l’obiettivo di raggiungere il 90% di copertura vaccinale negli over 12.
Dei 193.205 nuovi vaccinati nella settimana 20-27 ottobre il 79,1%% appartengono a fasce anagrafiche che includono persone in età lavorativa: 34.526 nella fascia 20-29 anni, 39.771 nella fascia 30-39 anni, 35.217 nella fascia 40-49 anni, 29.075 nella fascia 50-59 anni e 14.300 nella fascia 60-69.
Variante delta plus. La variante AY.4.2 (cosiddetta “delta plus”) è in lenta crescita nel Regno Unito dove rappresenta circa il 6% dei casi sequenziati, con 15.120 casi isolati al 21 ottobre 2021. Indicata come “variante di interesse” lo scorso 20 ottobre, sarà strettamente monitorata nei prossimi mesi. Rispetto alla variante delta, al momento non ci sono evidenze che la delta plus possa determinare un quadro clinico più severo e/o ridurre l’efficacia dei vaccini; potrebbe essere più contagiosa del 10-15%, ma i dati sono ancora preliminari.
«Con l’inverno alle porte – conclude Cartabellotta – il repentino aumento dei nuovi casi e dei ricoveri e il progressivo calo dell’efficacia dei vaccini sull’infezione impongono sia di accelerare la somministrazione della terza dose a tutte le categorie individuate dalla Circolare Ministeriale, sia di convincere oltre 2,7 milioni di over 50 non ancora vaccinati, ad elevato rischio di ospedalizzazione e decesso».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
27 ottobre 2021
Scuole: nemmeno una dose di vaccino per oltre 1,2 milioni di ragazzi, prime dosi in frenata. Per ora nessuno “effetto scuole”, ma i focolai segnalati invitano a tenere alta la guardia: aumentare coperture vaccinali, non abbandonare la mascherina, potenziare screening e investire su areazione e ventilazione
LA FONDAZIONE GIMBE PUBBLICA IL REPORT “SICUREZZA COVID-19 NELLE SCUOLE: DALLE EVIDENZE SCIENTIFICHE AL REAL WORLD” DA CUI EMERGONO DIVERSE CRITICITÀ: OLTRE IL 27% DELLA POPOLAZIONE 12-19 ANNI NON HA RICEVUTO NEMMENO UNA DOSE DI VACCINO E IL 5,5% HA EFFETTUATO SOLO LA PRIMA DOSE; LO ZOCCOLO DURO DI PERSONALE SCOLASTICO NON VACCINATO SFIORA QUOTA 6%; NON È PREVISTO UNO SCREENING PERIODICO SISTEMATICO SE NON NELLE SCUOLE SENTINELLA, DI CUI MANCANO I DATI PUBBLICI; IL DISTANZIAMENTO INTERPERSONALE DI UN METRO È REGOLAMENTATO DA UN “OBBLIGO FLESSIBILE” CHE LO RENDE INAPPLICABILE NELLE “CLASSI POLLAIO”; TROPPE RISORSE PER LA DISINFEZIONE DELLE SUPERFICI E POCHISSIME PER SISTEMI DI AERAZIONE E VENTILAZIONE. IN QUESTO CONTESTO, CON LA STAGIONE INVERNALE ALLE PORTE E L’AUMENTO DEI NUOVI CASI NON CI SONO LE CONDIZIONI DI SICUREZZA PER ABBANDONARE LA MASCHERINA IN AULA.
27 ottobre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
La Fondazione GIMBE pubblica un report che fornisce una sintesi delle evidenze scientifiche sull’efficacia degli interventi atti a migliorare la sicurezza COVID-19 nelle scuole e rileva le criticità normative, strutturali e organizzative per implementare tali evidenze nei contesti scolastici nazionali. «Le evidenze scientifiche – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – da un lato dimostrano che nelle scuole non esiste il rischio zero di contagio, dall’altro suggeriscono che è possibile minimizzarlo tramite un approccio multifattoriale integrando differenti interventi di prevenzione individuale e ambientale».
Secondo i dati del report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel periodo 4-17 ottobre 2021, sono stati diagnosticati nella fascia d’età 0-19 anni 8.857 casi, di cui 99 ospedalizzati, 3 ricoveri in terapia intensiva e nessun decesso, con una progressiva riduzione – nelle ultime 4 settimane considerate dal report ISS –dell’incidenza dei casi di COVID-19 e delle ospedalizzazioni.
«Questi dati – afferma Renata Gili, responsabile GIMBE della Ricerca sui Servizi Sanitari – dimostrano che sinora non si è verificato il temuto “effetto scuole”, sia grazie alla vaccinazione di studenti e personale scolastico, sia per la progressiva copertura vaccinale della popolazione generale: la conseguente riduzione della circolazione virale si riflette in ambito scolastico, anche negli alunni under 12 per i quali non ci sono ancora vaccini autorizzati. Un motivo in più per raggiungere il maggior numero possibile di persone non vaccinate e accelerare la somministrazione delle terze dosi».
Il report della Fondazione GIMBE “Sicurezza COVID-19 nelle scuole: dalle evidenze scientifiche al real world” sintetizza dati ed evidenze, rilevando le criticità attuali:
- Vaccinazione studenti. Al 25 ottobre 2021 il 67,2% della popolazione 12-19 anni (3.064.055) ha completato il ciclo vaccinale e il 5,5% (249.401) ha effettuato la prima dose (figura 1). I ragazzi che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino sono 1.243.466 (27,3%), con percentuali di non vaccinati che vanno dal 19,6% della Regione Sardegna al 43,8% della Provincia autonoma di Bolzano (figura 2). Peraltro, il trend della copertura vaccinale con almeno una dose nella fascia 12-19 anni, dopo il netto aumento a inizio giugno, ha progressivamente rallentato a partire dal mese di settembre, quando il valore era ancora inferiore al 70% (figura 3).
- Vaccinazione personale. Il 91,2% del personale scolastico ha completato il ciclo vaccinale e il 3% (45.945) ha ricevuto la prima dose di vaccino; sono in 90.002 (5,8%) a non aver ancora ricevuto nemmeno una dose (figura 4), con rilevanti differenze regionali: dal 3% del Veneto al 21,1% della Provincia autonoma di Bolzano. (figura 5). Da rilevare che il dato non viene aggiornato dal 1 ottobre 2021.
- Utilizzo delle mascherine. Un rigoroso studio di simulazione dei Centers for Disease Control and Prevention ha dimostrato che a scuola, anche in condizioni di elevata immunità, l’uso della mascherina chirurgica riduce il rischio di trasmissione (figura 6). «Fino a quando il tasso di copertura vaccinale fra studenti, personale scolastico e popolazione generale non avrà raggiunto percentuali più elevate – spiega Cartabellotta – anche considerando che nelle ultime due settimane il 60% dei casi diagnosticati nella fascia d’età 0-19 anni si è verificato negli under 12, l’ipotesi di abbandonare le mascherine nelle classi con tutti gli studenti immunizzati è troppo rischiosa, oltre a porre problemi di privacy sul controllo dello status vaccinale e generare, potenzialmente, il rischio di discriminazioni».
- Screening periodico. Il Piano di monitoraggio della circolazione di SARS-CoV-2 nelle scuole dell’Istituto Superiore di Sanità non prevede uno screening periodico e sistematico, ma solo una campagna di testing a campione che coinvolge circa 110mila studenti delle cosiddette “scuole sentinella” primarie e secondarie di primo grado, utilizzando test molecolare su campione salivare. Un test di facile utilizzo e non invasivo, ma – come rilevato dal report dell’European Centre for Disease Control and Prevention – con una bassa sensibilità (53-73%) in età pediatrica, peraltro condizionata dal metodo di raccolta del campione, a seconda che sia effettuata da operatori sanitari o tramite auto-raccolta. «Al fine di monitorare e valutare l’efficacia delle strategie attuate – sottolinea Gili – è indispensabile che vengano resi pubblici i dati provenienti da questi test di screening, oltre che il numero di studenti e classi progressivamente messi in quarantena».
- Distanziamento sociale. Il Protocollo di Intesa del Ministero dell’Istruzione prevede una “distanza interpersonale di almeno un metro, sia in posizione statica che dinamica, qualora logisticamente possibile”, ovvero definisce un obbligo flessibile, derogabile in presenza di limiti strutturali. Questo si verifica, in particolare, nelle classi molto numerose (cd. “classi pollaio”) dove mantenere il distanziamento sociale può risultare sostanzialmente impossibile.
- Aerazione e ventilazione dei locali chiusi. Nonostante le evidenze dimostrino che la trasmissione del SARS-CoV-2 avviene prevalentemente per aerosol, si continuano a investire troppe risorse nelle procedure di disinfezione delle superfici e pochissime nei sistemi di aerazione e ventilazione. Il Decreto Ripartizione che ha assegnato 350 milioni di euro alle scuole prevedeva l’acquisto di “strumenti per l’aerazione”, ma tale destinazione d’uso non è specificata nel DL 73/2021 che fa riferimento solo a interventi di piccola manutenzione. Di conseguenza, areazione e ventilazione sono affidate al mantenimento delle finestre aperte, la cui efficacia dipende dalla sensibilizzazione del personale scolastico e dalla ventilazione continuativa degli ambienti durante le attività, che non può non essere condizionata dalle condizioni metereologiche.
- Trasporti pubblici. La gestione dei mezzi pubblici non è stata inclusa nell’analisi sia perché non di competenza delle scuole, sia perché interessa quasi esclusivamente gli studenti della scuola secondaria di secondo grado.
Il report GIMBE ribadisce che i vari interventi per minimizzare la circolazione del virus non possono essere applicati in tutti i gradi di scuola, ciascuno dei quali richiede un piano di prevenzione su misura, considerando soprattutto la maggiore contagiosità della variante delta.
«Con la stagione invernale alle porte e l’evidente risalita dei nuovi casi nell’ultima settimana – conclude il Presidente – è indispensabile mantenere alta l’attenzione sulle scuole dove, per le numerose criticità rilevate, i focolai segnalati dimostrano che l’equilibrio è instabile. Oltre a puntare alle massime coperture vaccinali sia di personale scolastico e studenti di età >12 anni, sia di popolazione generale, occorre parallelamente potenziare gli screening periodici sistematici e implementare interventi di sistema che garantiscano un’adeguata aerazione e ventilazione dei locali scolastici: in particolare nella fascia under 12 dove non sono disponibili i vaccini e in quella under 6 dove non sono utilizzabili nemmeno le mascherine e il distanziamento è sostanzialmente inapplicabile».
Il Report “Sicurezza COVID-19 nelle scuole: dalle evidenze scientifiche al real world” è disponibile a: www.gimbe.org/sicurezza-covid19-scuole
Download comunicato
21 ottobre 2021
Coronavirus: frena la discesa dei nuovi casi (-1,9%), ma effettuati 930 mila tamponi in più. Scendono ancora i ricoveri in area medica (-9,1%) e in terapia intensiva (-4,1%). Effetto green pass: in 7 giorni oltre 2,1 milioni di test rapidi e oltre 407 mila nuovi vaccinati, di cui l’86,4% tra 20 e 69 anni
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 13-19 OTTOBRE, RILEVA TUTTI I NUMERI IN CALO, TRANNE I DECESSI CHE RIMANGONO STABILI. CAMPAGNA VACCINALE: RISALGONO LE SOMMINISTRAZIONI CHE SFIORANO LE 179 MILA AL GIORNO MA, NONOSTANTE 12 MILIONI DI DOSI “IN FRIGO”, LE TERZE DOSI A RILENTO: SOLO 9,3% DI COPERTURA CON NETTE DIFFERENZE REGIONALI. EFFETTO GREEN PASS: IN 7 GIORNI +78,5% DI TAMPONI RAPIDI E +4,7% DI NUOVI VACCINATI. PER TUTELARE LA SALUTE DELLE PERSONE, GARANTIRE L’IRREVERSIBILITÀ DELLE RIAPERTURE GIMBE PROPONE STRATEGIA MULTIFATTORIALE: INCREMENTARE VACCINAZIONI OVER 12, ACCELERARE SOMMINISTRAZIONE TERZE DOSI, ALLARGARE PLATEA DOSI BOOSTER E INTRODURRE OBBLIGO TERZA DOSE PER OPERATORI SANITARI.
21 ottobre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 13-19 ottobre 2021, rispetto alla precedente, una lieve diminuzione dei nuovi casi (17.870 vs 18.209) (figura 1) e una sostanziale stabilità dei decessi (271 vs 266) (figura 2). In calo gli attualmente positivi (74.546 vs 82.546), le persone in isolamento domiciliare (71.768 vs 79.511), i ricoveri con sintomi (2.423 vs 2.665) e le terapie intensive (355 vs 370) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 271 (+1,9%), di cui 28 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -15 (-4,1%)
- Ricoverati con sintomi: -242 (-9,1%)
- Isolamento domiciliare: -7.743 (-9,7%)
- Nuovi casi: 17.870 (-1,9%)
- Casi attualmente positivi: -8.000 (-9,7%)
«A livello nazionale – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – scendono da 7 settimane i nuovi casi settimanali. Nell’ultima settimana tuttavia il calo è solo dell’1,9% anche in ragione di un aumento dei tamponi totali che sfiora il 50%: ben +930 mila rispetto alla settimana precedente».In 7 Regioni si rileva un aumento percentuale dei contagi, anche se in termini assoluti gli incrementi sono modesti: Liguria (+14), Umbria (+19) Friuli Venezia Giulia (+114), Campania (+120), Lombardia (+129), Piemonte (+131), Lazio (+156). Scendono a 9 le Province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti e nessuna conta oltre 150 casi per 100.000 abitanti. Sostanzialmente stabili i decessi: 271 negli ultimi 7 giorni (di cui 28 riferiti a periodi precedenti), con una media di 39 al giorno rispetto ai 38 della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si registra un ulteriore calo dei posti letto occupati dai pazienti COVID-19: rispetto alla settimana precedente scendono del 9,1% in area medica e del 4,1% in terapia intensiva». A livello nazionale il tasso di occupazione rimane molto basso (4% in area medica e 4% in area critica) e nessuna Regione supera le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica (figura 4). «Stabili gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 20 ingressi/die rispetto ai 19della settimana precedente».
Vaccini: forniture. Al 20 ottobre (aggiornamento ore 6.13) risultano consegnate 99.716.407 dosi: pur in assenza di nuove forniture nell’ultima settimana (figura 5), le scorte di vaccini a mRNA si attestano a quota 12 milioni.
Vaccini: somministrazioni. Al 20 ottobre (aggiornamento ore 6.13) il 78,2% della popolazione (n. 46.320.599) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+424.517 rispetto alla settimana precedente) e il 74,3% (n. 44.047.436) ha completato il ciclo vaccinale (+591.512 rispetto alla settimana precedente) (figura 6). In aumento nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.260.748), con una media mobile a 7 giorni di 178.907 somministrazioni/die.
Vaccini: coperture. Le coperture vaccinali con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce di età: dal 97% degli over 80 al 72,3% della fascia 12-19 (figura 7). In generale, rispetto alla settimana precedente, si registrano incrementi modesti: il numero di vaccinati con almeno una dose cresce dell’1,5% nella fascia 30-39, dell’1,4% nella fascia 20-29, dell’1,1% nella fascia 40-49, dello 0,9% nella fascia 12-19, dello 0,8% nella fascia 50-59, mentre negli over 60 l’incremento non supera lo 0,4%.
Efficacia vaccini. L’efficacia del vaccino sulla diagnosi di SARS-CoV-2 si è ridotta dall’88,5% del periodo 4 aprile-11 luglio al 77,2% del periodo 4 aprile-26 settembre per poi risalire al 77,8% nel periodo 4 aprile-10 ottobre; sul dato ha molto influito la fascia di età 12-39 anni in cui l’efficacia è scesa sino al 67,2% nel periodo 4 aprile-29 agosto, per poi risalire al 75,3% nel periodo 4 aprile-10 ottobre (figura 8). L’efficacia vaccinale si conferma molto elevata nel ridurre i decessi (94,3%) e le forme severe di malattia che necessitano di ricovero in area medica (92,4%) e in terapia intensiva (94,8%). Tuttavia, a partire da metà agosto, pur rimanendo superiore al 90%, il trend è in lieve riduzione per ospedalizzazioni (-2,5%), ricoveri in terapia intensiva (-2,2%) e decessi (-2,9%) (figura 9). Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo, rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce nettamente l’incidenza di diagnosi (del 77,6%-84,8%) e soprattutto di malattia grave (dell’87,1-95,5% per ricoveri ordinari; del 89,4-98,9% per le terapie intensive) e decesso (dell’80,7-96,8%) (figura 10).
Vaccini: terza dose. La platea vaccinabile con la terza dose non risulta tuttora aggiornata negli Open Data sui vaccini anti-COVID-19 rispetto all’estensione della Circolare del Ministero della Salute dell’8 ottobre 2021, rimanendo ferma a quota 7,6 milioni di persone secondo le categorie previste dalla circolare precedente. A fronte dell’ampia disponibilità di vaccini dal 16 settembre sono state somministrate solo 700.623 dosi, con un tasso di copertura del 9,3% e notevoli differenze regionali: dal 28,1% del Molise all’1,2% della Valle D’Aosta (figura 11).
Effetti green pass. Il numero dei tamponi antigenici rapidi ha registrato una netta impennata, aumentando del 78,5% in una settimana: la media mobile a 7 giorni è salita da 173.235 del 13 ottobre a 309.297 il 19 ottobre; complessivamente, nell’ultima settimana sono stati effettuati 2.151.081 tamponi antigenici rapidi. La media mobile a 7 giorni dei nuovi vaccinati rimane, invece, sostanzialmente stabile: da 57.275 del 13 ottobre a 58.201 del 19 ottobre; complessivamente nell’ultima settimana sono state vaccinate 407.404 nuove persone (+4,7%). «Nell’interpretare gli effetti del green pass su tamponi e nuovi vaccinati – spiega Cartabellotta – bisogna tenere conto che ogni persona non vaccinata può arrivare a sottoporsi sino a 3 tamponi a settimana, mentre per aumentare la copertura vaccinale è sufficiente che il numero di nuovi vaccinati non tenda allo zero».
Delle 407.404 nuove persone vaccinate nella settimana 13-19 ottobre l’86,4% appartiene a fasce anagrafiche che includono persone in età lavorativa: 78.387 nella fascia 20-29 anni, 90.960 nella fascia 30-39 anni, 85.745 nella fascia 40-49 anni, 68.812 nella fascia 50-59 anni e 27.934 nella fascia 60-69.
Analizzando il numero di nuovi vaccinati della settimana 13-19 ottobre standardizzato per 100.000 soggetti che non hanno ricevuto nemmeno una dose vaccino al 12 ottobre, si rilevano notevoli differenze regionali: dai 6.437 della P.A. di Trento ai 3.516 del Molise (figura 12).
«Osservando scenari poco rassicuranti di altri Paesi – conclude Cartabellotta – e nell’attuale impossibilità sia di definire percentuali “magiche” per conquistare l’immunità di popolazione sia di prevedere i tempi per raggiungere un preciso target vaccinale, con la stagione invernale alle porte e l’efficacia vaccinale che a 6 mesi dal completamento del ciclo inizia lentamente a declinare, la Fondazione GIMBE invita a perseguire una strategia multifattoriale per tutelare la salute delle persone e garantire l’irreversibilità delle riaperture». In dettaglio:
- Vaccinare il numero più elevato possibile di over 12 che non presentano specifiche controindicazioni, sia per la protezione individuale da malattia grave o decesso, in particolare per gli over 50, sia per ridurre al minimo la circolazione virale.
- Accelerare la somministrazione della terza dose, idealmente con meccanismi di chiamata attiva, con priorità massima per over 80, ospiti e personale delle RSA e operatori sanitari, procedendo in parallelo con over 60 e over 18 con comorbidità.
- Introdurre l’obbligo della terza dose per gli operatori sanitari.
- Estendere progressivamente la platea vaccinabile con dose booster alla fascia 50-59 e successivamente, se necessario, alle altre fasce anagrafiche.
- Mantenere l’obbligo di utilizzo delle mascherine nei luoghi chiusi e aderire alle norme sul distanziamento sociale.
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
14 ottobre 2021
Coronavirus: scendono ancora nuovi casi (-13,5%), ricoveri in area medica (-10,2%), terapie intensive (-14,5%). Ulteriore crollo delle prime dosi (-23,2% in 7 giorni): con 3,8 mln di lavoratori non vaccinati rischio caos tamponi. Spinta gentile del green pass non sufficiente, ora considerare l’obbligo vaccinale
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 6-12 OTTOBRE, CONFERMA TUTTI I NUMERI IN CALO. CAMPAGNA VACCINALE: SCENDONO ANCORA LE SOMMINISTRAZIONI (-14,8%), MA RIMANGONO QUASI 2,5 MILIONI DI OVER 50 TOTALMENTE SCOPERTI. TERZA DOSE: COPERTURA ATTUALE AL 5,1% CON NOTEVOLI DIFFERENZE TRA REGIONI. GREEN PASS: OLTRE 175 MILA TAMPONI RAPIDI AL GIORNO E IL CROLLO DEI NUOVI VACCINATI INDICANO DA SETTIMANE UNO ZOCCOLO DURO DI POPOLAZIONE NON INTENZIONATA A VACCINARSI, TRA CUI 3,8 MILIONI DI LAVORATORI. I MODESTI RISULTATI OTTENUTI CON LA PROGRESSIVA ESPANSIONE DEL GREEN PASS E IL RISCHIO CAOS TAMPONI INVITANO A VALUTARE L’INTRODUZIONE DELL’OBBLIGO VACCINALE
14 ottobre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 6-12 ottobre, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (18.209 vs 21.060) (figura 1) e dei decessi (266 vs 311) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (82.546 vs 90.299), le persone in isolamento domiciliare (79.511 vs 86.898), i ricoveri con sintomi (2.665 vs 2.968) e le terapie intensive (370 vs 433) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 266 (-14,5%), di cui 25 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -63 (-14,5%)
- Ricoverati con sintomi: -303 (-10,2%)
- Isolamento domiciliare: -7.387 (-8,5%)
- Nuovi casi: 18.209 (-13,5%)
- Casi attualmente positivi: -7.753 (-8,6%)
«Ormai da 6 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – a livello nazionale si registra una discesa dei nuovi casi settimanali. Solo in tre Regioni (Calabria, Molise, Piemonte) si rileva un incremento percentuale dei contagi, ma con numeri assoluti molto bassi (tabella 1)». Scendono a 12 le Province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti e nessuna conta oltre 150 casi per 100.000 abitanti. In calo anche i decessi: 266 negli ultimi 7 giorni (di cui 25 riferiti a periodi precedenti), con una media di 38 al giorno rispetto ai 44 della settimana precedente.
«A livello ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si registra un ulteriore calo dei posti letto occupati dai pazienti COVID-19: rispetto alla settimana precedente scendono del 10,2% in area medica e del 14,5% in terapia intensiva». A livello nazionale il tasso di occupazione rimane molto basso (5% in area medica e 4% in area critica) e nessuna Regione supera le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica (figura 4). «Continuano a scendere anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 19 ingressi/die rispetto ai 22 della settimana precedente».
Vaccini: forniture. Al 13 ottobre (aggiornamento ore 10.33) risultano consegnate 99.713.127 dosi: pur avendo ricevuto solo 950mila dosi nell’ultima settimana (figura 5), le scorte di vaccini a mRNA restano stabili a quota 13,3 milioni.
Vaccini: somministrazioni. Al 13 ottobre (aggiornamento ore 10.33) il 77,5% della popolazione (n. 45.896.082) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+402.786 rispetto alla settimana precedente) e il 73,3% (n. 43.455.924) ha completato il ciclo vaccinale (+534.900 rispetto alla settimana precedente) (figura 6). Nell’ultima settimana scende ancora il numero di somministrazioni (n. 1.040.938) (figura 7), con una media mobile a 7 giorni che sfiora 152mila somministrazioni/die. Per la seconda settimana consecutiva cala il numero di nuovi vaccinati: da 493mila a 378mila (-23,2%) (figura 8).
Vaccini: coperture. Le coperture vaccinali per fascia di età con almeno una dose di vaccino sono molto variabili: dal 96,8% degli over 80 al 71,3% della fascia 12-19 (figura 9). In generale, rispetto alla settimana precedente, si registrano incrementi modesti: il numero di vaccinati con almeno una dose cresce dell’1,2% nelle fasce 20-29 e 30-39, dello 0,9% nelle fasce 12-19 e 40-49, dello 0,7% nella fascia 50-59, mentre negli over 60 l’incremento non supera lo 0,3%. In particolare, per le categorie a maggiore rischio di malattia severa, sono ancora 3,2 milioni (11,8%) gli over 50 che non hanno completato il ciclo vaccinale (figura 10), di cui 2,48 milioni non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali (dal 14,7% della Calabria al 5,3% della Puglia) (figura 11).
Efficacia vaccini. L’efficacia del vaccino sulla diagnosi di SARS-CoV-2 si è ridotta dall’88,5% (periodo 4 aprile-11 luglio) al 77,2% (periodo 4 aprile-26 settembre) per poi risalire al 77,6% (periodo 4 aprile-3 ottobre); in particolare nella fascia di età 12-39 anni è scesa sino al 67,2% (periodo 4 aprile-29 agosto), verosimilmente per l’aumentata socialità e una minore attenzione ai comportamenti durante il periodo estivo, per poi risalire fino al 74,1% (periodo 4 aprile-3 ottobre) (figura 12). L’efficacia vaccinale si conferma, invece, molto elevata nel ridurre i decessi (94,6%) e le forme severe di malattia che necessitano di ricovero in area medica (92,5%) e in terapia intensiva (94,8%). Tuttavia, a partire da metà agosto, pur rimanendo superiore al 90%, il trend è in lieve riduzione per ospedalizzazioni (-2,4%), ricoveri in terapia intensiva (-2,2%) e decessi (-2,6%) (figura 13). Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo, rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce nettamente l’incidenza di diagnosi (del 78,8%-84,6%) e soprattutto di malattia grave (dell’87,7-96% per ricoveri ordinari; del 90,4-98% per le terapie intensive) e decesso (dell’81,5-97,1%) (figura 14).
Vaccini: terza dose. Dopo l’approvazione della European Medicines Agency (EMA) della somministrazione di una dose di richiamo (booster) di vaccino Pfizer nella popolazione di età ≥18 anni, la Circolare del Ministero della Salute del 27 settembre 2021 ha individuato, oltre ai pazienti immunocompromessi ai quali somministrare la dose addizionale di vaccino Pfizer o Moderna, le categorie di popolazione per la dose booster: in una prima fase over 80 e ospiti e personale sanitario e socio-sanitario delle RSA; successivamente gli operatori sanitari, con priorità per gli over 60 o vulnerabili a forme di COVID-19 severa per patologie concomitanti o con elevato livello di esposizione all’infezione. La platea vaccinabile con terza dose è stata, poi, ulteriormente espansa dalla Circolare del Ministero della Salute dell’8 ottobre 2021, che ha esteso l’indicazione del richiamo a tutti gli over 60 e ai maggiorenni fragili con specifiche patologie.
Ad oggi la platea vaccinabile con la terza dose non è ancora stata aggiornata negli Open Data sui vaccini anti-COVID-19 rispetto all’ultima estensione, restando dunque ferma a quota 7,6 milioni di persone secondo le categorie previste dalla precedente circolare ministeriale. Al 12 ottobre 2021 sono state somministrate 389.764 dosi con un tasso di copertura del 5,1%, e notevoli differenze regionali: dal 18,3% del Molise allo 0% della Valle D’Aosta (figura 15).
Green pass. Con la progressiva estensione del green pass il numero dei tamponi antigenici rapidi è aumentato del 57,7% in un mese: la media mobile a 7 giorni è passata da 113 mila del 6 agosto a 178 mila il 7 settembre per poi stabilizzarsi tra 175mila e 185mila, documentando indirettamente l’esistenza di una fascia di popolazione non intenzionata a vaccinarsi. Viceversa, la media mobile a 7 giorni dei nuovi vaccinati, dai quasi 172 mila del 12 agosto è progressivamente calata fino a quota 54 mila il 10 ottobre. «La “spinta gentile” del green pass – commenta Cartabellotta – ha dunque avuto un’efficacia modesta nel contrastare l’esitazione vaccinale. Considerato che la certificazione verde viene rilasciata a 15 giorni dalla prima dose e vista l’imminente decorrenza dell’obbligo di green pass per i lavoratori, già da fine settembre doveva essere visibile una netta risalita dei nuovi vaccinati, ma così non è stato».
«In assenza di dati ufficiali – spiega il Presidente – è possibile effettuare solo stime indirette del numero di lavoratori non ancora vaccinati, utilizzando differenti fonti di dati e accettando i limiti che possono influenzare le stime stesse». Secondo gli Open Data sui vaccini anti-COVID-19, 8,1 milioni di over 12 non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Di questi, poco più di 6 milioni sono persone in età lavorativa: 863 mila nella fascia d’età 20-29, 1,32 milioni nella fascia 30-39, 1,65 milioni nella fascia 40-49, 1,39 milioni nella fascia 50-59 e 821 mila nella fascia 60-69.
Considerato che secondo i dati ISTAT relativi al 4° trimestre 2020 il tasso di occupazione in Italia nella fascia 20-64 anni è del 62,9%, si stimano circa 3,8 milioni di lavoratori non vaccinati, ma la precisione di questa stima è influenzata da diverse variabili: lavoratori under 20 e over 64, numero di occupati guariti negli ultimi 6 mesi, numero di lavoratori esentati per patologia, distribuzione non omogenea tra le differenti fasce di età sia del tasso di occupazione, sia del numero dei non vaccinati tra lavoratori e non lavoratori.
Pertanto, dal 15 ottobre il fabbisogno settimanale stimato di tamponi antigenici rapidi è compreso tra 7,5 e 11,5 milioni: un numero molto lontano dai 1,2 milioni effettuati nella settimana 6-12 ottobre. Secondo Federfarma, circa due terzi dei tamponi antigenici rapidi vengono eseguiti nelle farmacie private, ma di queste meno della metà (8.331 su circa 19 mila), oltre a 327 centri privati, hanno aderito all’accordo che garantisce i test a prezzo calmierato. «Per far fronte all’aumento del fabbisogno di test – spiega il Presidente – è urgente sia ampliare il numero di farmacie e altre strutture autorizzate che aderiscono all’accordo, sia potenziare l’attività per aumentare il numero di tamponi».
«Alla vigilia del 15 ottobre – conclude Cartabellotta – la politica e il mondo del lavoro devono fare i conti con alcune ragionevoli certezze. Innanzitutto l’attuale sistema che punta su farmacie e centri autorizzati non potrà garantire, almeno nel breve termine, un’adeguata offerta di tamponi antigenici rapidi a prezzo calmierato; in secondo luogo le proposte avanzate negli ultimi giorni (estendere validità dei tamponi a 72 ore, tamponi “fai da te”), oltre a non avere basi scientifiche presentano rischi di tipo sia sanitario, sia medico-legale e assicurativo; infine, il numero dei nuovi vaccinati già da alcune settimane lasciava presagire un consistente “zoccolo duro” di lavoratori che, nonostante l’approssimarsi del 15 ottobre, non intende vaccinarsi volontariamente. Considerato che la “spinta gentile” del green pass non ha prodotto i risultati auspicati e che da domani si rischia il caos, con centinaia di migliaia di lavoratori sprovvisti della certificazione verde di fatto impossibilitati ad effettuare un tampone, il Governo deve prendere in considerazione l’obbligo vaccinale, consentendo l’uso del tampone per ottenere il green pass solo dopo la prenotazione del vaccino e fino a due settimane dopo la somministrazione della prima dose».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
7 ottobre 2021
Coronavirus: continua la discesa di nuovi casi (-9,1%), ricoveri in area medica (-13,2%) e terapie intensive (-5,7%). Calano anche i decessi (-19,4%). Vaccini: nonostante 13,4 mln di dosi in frigo scende ancora il numero di nuovi vaccinati (-17,1%), a rilento le terze dosi (2,4% su una platea di 7,6 mln). Terza dose: necessario estendere l’obbligo agli operatori sanitari e aprire progressivamente alle fasce under 80
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 29 SETTEMBRE-5 OTTOBRE, CONFERMA TUTTI I NUMERI IN CALO, ANCHE SE IN 5 REGIONI SI REGISTRA UN LIEVE INCREMENTO DI NUOVI CASI. CAMPAGNA VACCINALE: DIMINUISCONO LE SOMMINISTRAZIONI (-22,2%) E QUASI 2,6 MILIONI DI OVER 50 RIMANGONO SENZA ALCUNA COPERTURA. 7,6 MILIONI LE PERSONE CANDIDATE A RICEVERE LA TERZA DOSE: COPERTURA ATTUALE AL 2,4%, MA CON NOTEVOLI DIFFERENZE TRA REGIONI. L’EFFICACIA VACCINALE SI MANTIENE MOLTO ELEVATA CON RIDUZIONE DECESSI E TERAPIE INTENSIVE QUASI AL 95% E RICOVERI IN AREA MEDICA AL 92,6%. MA I PRIMI LIEVI SEGNALI DI RIDUZIONE IMPONGONO DI UNA PROGRAMMAZIONE STRATEGICA PER SOMMINISTRARE LA TERZA DOSE ALLA POPOLAZIONE GENERALE, ANCHE PER EVITARE IMPROPRIE FUGHE IN AVANTI DELLE REGIONI.
7 ottobre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 29 settembre-5 ottobre 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (21.060 vs 23.159) (figura 1) e decessi (311 vs 386) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (90.299 vs 98.872), le persone in isolamento domiciliare (86.898 vs 94.995), i ricoveri con sintomi (2.968 vs 3.418) e le terapie intensive (433 vs 459) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 311 (-19,4%), di cui 22 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -26 (-5,7%)
- Ricoverati con sintomi: -450 (-13,2%)
- Isolamento domiciliare: -8.097 (-8,5%)
- Nuovi casi: 21.060 (-9,1%)
- Casi attualmente positivi: -8.573 (-8,7%)
«Ormai da 5 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – il dato nazionale mostra una discesa dei nuovi casi settimanali, anche se nell’ultima settimana, rispetto alla precedente, 5 Regioni registrano un incremento percentuale dei contagi». Gli aumenti, che riguardano Basilicata (+73,6%), Prov. Aut. Bolzano (+8,7%), Prov. Aut. Trento (+20,9%), Sardegna (+5%), Valle D'Aosta (+64,5%) (tabella 1), rimangono tuttavia contenuti in termini assoluti. Scendono a 17 le Province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti e nessuna conta oltre 150 casi per 100.000 abitanti. In calo anche i decessi: 311 negli ultimi 7 giorni (di cui 22 riferiti a periodi precedenti), con una media di 44 al giorno rispetto ai 55 della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si registra un ulteriore calo dei posti letto occupati da pazienti COVID-19: rispetto alla settimana precedente scendono del 13,2% in area medica e del 5,7% in terapia intensiva». A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (5% in area medica e 5% in area critica) e nessuna Regione supera le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica (figura 4). «Continuano a scendere anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 22 ingressi/die rispetto ai 29 della settimana precedente».
Vaccini: forniture. Al 6 ottobre (aggiornamento ore 6.13) risultano consegnate 98.883.319 dosi: con la consegna di 3,97 milioni di dosi nell’ultima settimana (figura 5) salgono ancora le scorte di vaccini a mRNA, che raggiungono quota 13,4 milioni.
Vaccini: somministrazioni. Al 6 ottobre (aggiornamento ore 6.13) il 76,8% della popolazione (n. 45.493.296) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+452.187 rispetto alla settimana precedente) e il 72,4% (n. 42.921.024) ha completato il ciclo vaccinale (+661.771 rispetto alla settimana precedente) (figura 6). Nell’ultima settimana scende ancora il numero di somministrazioni (n. 1.209.952) (figura 7), con una media mobile a 7 giorni di quasi 160mila somministrazioni/die. Il numero di nuovi vaccinati settimanali, dopo la risalita a 589mila della settimana precedente, è sceso a quota 488mila (-17,1%) nell’ultima settimana (figura 8), confermando per ora i modesti effetti del green pass sulla curva dei nuovi vaccinati, al netto dell’incognita relativa al numero degli esoneri.
Vaccini: coperture. Le coperture vaccinali per fascia di età con almeno una dose di vaccino sono molto variabili: dal 96,7% degli over 80 al 70,4% della fascia 12-19 (figura 9). In generale, rispetto alla settimana precedente, si registrano incrementi modesti: il numero di vaccinati con almeno una dose cresce dell’1,6% nella fascia 30-39, dell’1,5% nella fascia 20-29, dell’1,2% nella fascia 40-49, dell’1,1% nella fascia 12-19, dello 0,9% nella fascia 50-59, mentre negli over 60 l’incremento non raggiunge lo 0,5%. In particolare, per le categorie a maggiore rischio di malattia severa, sono ancora 3,4 milioni (12,3%) gli over 50 che non hanno completato il ciclo vaccinale (figura 10), di cui 2,59 milioni non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali (dal 15,1% della Calabria al 5,6% della Puglia) (figura 11).
Efficacia vaccini. L’efficacia del vaccino sulla diagnosi di SARS-CoV-2 si è ridotta dall’88,5% (periodo 4 aprile-11 luglio) al 77,2% (periodo 4 aprile-26 settembre), in particolare nella fascia di età 12-39 anni dove è scesa sino al 67,2% (periodo 4 aprile-29 agosto) - verosimilmente per l’effetto “estate” - per poi risalire fino al 72,6% (periodo 4 aprile-26 settembre) (figura 12). L’efficacia vaccinale si conferma, invece, molto elevata nel ridurre i decessi (94,8%) e le forme severe di malattia che necessitano di ricovero in area medica (92,6%) e in terapia intensiva (94,9%). Tuttavia, a partire da metà agosto, pur rimanendo superiore al 90% si rileva un trend in lieve ma costante riduzione per ospedalizzazioni (-2,3%), ricoveri in terapia intensiva (-2,1%) e decessi (-2,4%).
Questo dato è in linea sia con gli studi condotti in altri paesi che documentano una riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 6 mesi dal completamento del ciclo, in particolare nei confronti della variante delta, sia con il report “Impact of COVID-19 vaccination on the risk of SARS-CoV-2 infection and hospitalization and death in Italy” pubblicato ieri dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute. Confrontando i dati relativi a gennaio-giugno 2021 (variante alfa predominante), con quelli di luglio-agosto 2021 (variante delta predominante), si evidenzia una riduzione dell’efficacia che è minima sulle forme severe di malattia (91,7% vs 88,7%) e più netta nei confronti dell’infezione (84,8% vs 67,1%). Inoltre, nelle persone con comorbidità, l’efficacia nel prevenire l’infezione scende dal 75% dopo 28 giorni dalla seconda dose al 52% dopo circa sette mesi.
In ogni caso, nelle persone vaccinate con ciclo completo rispetto a quelle non vaccinate, si riduce nettamente l’incidenza di diagnosi e soprattutto di malattia grave e decesso: nelle varie fasce di età, le diagnosi di SARS-CoV-2 si riducono infatti del 79-84%, i ricoveri ordinari dell’88,6-95,6%, quelli in terapia intensiva del 90,7-100% e i decessi del 91,5-100% (figura 13).
Vaccini: terza dose. Il 4 ottobre la European Medicines Agency (EMA) ha concluso la valutazione relativa alla dose aggiuntiva di vaccino (Pfizer o Moderna) per i pazienti immunocompromessi raccomandandone la somministrazione entro 28 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, come già disposto in Italia dalla Circolare del Ministero della Salute del 14 settembre 2021. L’EMA suggerisce inoltre di considerare la somministrazione di una dose di richiamo (booster) con il vaccino Pfizer in tutte le persone di età ≥18 anni, dopo almeno 6 mesi dalla seconda dose, lasciando ai singoli Paesi piena autonomia decisionale su fasce di età e categorie prioritarie.
Ad oggi la Circolare del Ministero della Salute del 27 settembre 2021 prevede di utilizzare per le dosi booster sia Pfizer che Moderna in specifiche categorie di popolazione. In una prima fase over 80 e ospiti e personale sanitario e socio-sanitario delle RSA; successivamente gli operatori sanitari con priorità per gli over 60, o con patologie concomitanti e vulnerabili a forme di COVID-19 severa, o con elevato livello di esposizione all’infezione. Complessivamente, la platea vaccinabile con la terza dose è di quasi 7,6 milioni di persone (figura 14) alle quali dal 14 settembre sono state somministrate quasi 185mila dosi con un tasso di copertura del 2,4%, e notevoli differenze regionali: dal 9% del Molise allo 0% della Valle D’Aosta (figura 15).
«La priorità assoluta – conclude Cartabellotta – rimane quella di somministrare il ciclo completo a tutta la popolazione vaccinabile, in particolare agli over 50. Tuttavia, a fronte dei primi segnali di un lieve (ma costante) calo dell’efficacia vaccinale su ospedalizzazioni, terapie intensive e decessi, è necessaria una programmazione strategica per somministrare la dose di richiamo alla popolazione generale. Anche per evitare, dopo il via libera dell’EMA agli over 18, che le Regioni procedano in ordine sparso, senza seguire le priorità basate sul rischio individuale». Ecco perché la Fondazione GIMBE propone quattro azioni integrate:
- accelerare la somministrazione della terza dose alle categorie prioritarie vista l’ampia disponibilità di dosi (13,4 milioni) e la stagione invernale alle porte;
- ampliare progressivamente la platea vaccinabile con dose booster alle fasce anagrafiche a rischio di malattia grave e decesso, iniziando con la fascia 70-79 anni e successivamente quella 60-69 e 50-59, e dando priorità in ciascuna fascia ai pazienti con patologie concomitanti;
- programmare per tutti gli over 50 la chiamata attiva a sei mesi dal completamento del ciclo;
- estendere l’obbligo della dose booster per gli operatori sanitari, al fine di garantire la sicurezza per i pazienti e ridurre il rischio di limitare l’erogazione di prestazioni sanitarie per patologie non COVID-19, visto che l’efficacia vaccinale sull’infezione da variante delta si attesta intorno al 67%.
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
30 settembre 2021
Coronavirus: giù i nuovi casi (-19,2%), ricoveri ordinari (-13,2%) e terapie intensive (-11%). Vaccini: 8,3 milioni di persone non ancora vaccinate, ma il numero delle esenzioni resta un’incognita. Effetto green pass: volano i tamponi rapidi, ma nessuna impennata dei nuovi vaccinati
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 22-28 SETTEMBRE, CONFERMA TUTTI I NUMERI IN CALO. SUL FRONTE DELLA CAMPAGNA VACCINALE IN LIEVE AUMENTO LE SOMMINISTRAZIONI (+4,1%) E CRESCONO I NUOVI VACCINATI (+19,8%). PARTITA LA SOMMINISTRAZIONE DELLA TERZA DOSE AGLI IMMUNODEPRESSI: COPERTURA NAZIONALE AL 5,7%, MA CON NOTEVOLI DIFFERENZE TRA REGIONI. SI MANTIENE MOLTO ELEVATA L’EFFICACIA VACCINALE: RIDUZIONE DECESSI E TERAPIE INTENSIVE OLTRE IL 95% E RICOVERI IN AREA MEDICA AL 92,7%. ESTENSIONE OBBLIGO DI GREEN PASS: BOOM DI TAMPONI ANTIGENICI (+57,7% IN UN MESE), MENTRE SUL FRONTE DEI NUOVI VACCINATI OCCORRE ATTENDERE IL 15 OTTOBRE PER LA PROVA DEL NOVE.
30 settembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 22-28 settembre 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (23.159 vs 28.676) (figura 1) e dei decessi (386 vs 394) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (98.872 vs 109.513), le persone in isolamento domiciliare (94.995 vs 105.060), i ricoveri con sintomi (3.418 vs 3.937) e le terapie intensive (459 vs 516) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 386 (-2%), di cui 46 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -57 (-11%)
- Ricoverati con sintomi: -519 (-13,2%)
- Isolamento domiciliare: -10.065 (-9,6%)
- Nuovi casi: 23.159 (-19,2%)
- Casi attualmente positivi: -10.641 (-9,7%)
«Ormai da 4 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – continuano a scendere i nuovi casi settimanali: anche sul fronte dei contagi iniziano a intravedersi i risultati della campagna vaccinale, con oltre il 71% della popolazione che ha completato il ciclo». Nella settimana 22-28 settembre 2021, rispetto alla precedente, solo in Emilia-Romagna e Valle d’Aosta crescono i casi attualmente positivi, e solo in quest’ultima si registra un incremento percentuale dei nuovi casi (tabella 1). Scendono a 22 le Province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti e nessuna conta oltre 150 casi per 100.000 abitanti. Lieve calo dei decessi: 386 negli ultimi 7 giorni (di cui 46 riferiti a periodi precedenti), con una media di 55 al giorno rispetto ai 56 della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si conferma il calo dei posti letto occupati da pazienti COVID-19: rispetto alla settimana precedente scendono del 13,2% in area medica e dell’11% in terapia intensiva». A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (6% in area medica e 5% in area critica), seppur con notevoli differenze regionali (figura 4): per l’area medica si colloca sopra la soglia del 15% solo la Calabria (17%); per l’area critica nessuna Regione supera la soglia del 10%. «Continuano a ridursi anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 29 ingressi/die rispetto ai 32 della settimana precedente».
Vaccini: forniture. Al 29 settembre (aggiornamento ore 6.14) risultano consegnate 94.912.798 dosi: nonostante nell’ultima settimana siano state ricevute solo 1,65 milioni di dosi (figura 5), salgono le scorte di vaccini a mRNA, ora a quota 10,5 milioni.
Vaccini: somministrazioni. Al 29 settembre (aggiornamento ore 6.14) il 76% della popolazione (n. 45.041.109) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+590.166 rispetto alla settimana precedente) e il 71,3% (n. 42.259.253) ha completato il ciclo vaccinale (+913.805) (figura 6). In aumento del 4,1% il numero di somministrazioni nell’ultima settimana (n. 1.546.235) (figura 7), con una media mobile a 7 giorni di 204.606 somministrazioni/die. Il numero di nuovi vaccinati settimanali, dopo aver raggiunto il minimo di 488mila due settimane fa, è risalito del 19,8% attestandosi a quota 585mila nell’ultima settimana (figura 8). «A fronte di oltre 8,3 milioni di persone non hanno ricevuto nemmeno una dose – commenta Cartabellotta – in questa fase è molto difficile giudicare l’entità dei progressi della campagna vaccinale, per l’ingiustificata indisponibilità pubblica sia dei dati delle prenotazioni, sia del numero di persone esonerate dalla vaccinazione».
Vaccini: terza dose. Le Regioni hanno dato il via alla terza dose nelle persone con immunocompromissione clinicamente rilevante: dal 14 settembre sono state somministrate 61.494 dosi su una platea di 931.678 soggetti. Il tasso di copertura a livello nazionale è del 6,6%, con rilevanti differenze regionali: dal 26,7% del Piemonte allo 0% della Valle D’Aosta (figura 9).
Vaccini: copertura degli over 50. Il 90,1% della popolazione over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con un irrisorio incremento settimanale nazionale (+0,6%) e nette differenze regionali: dal 94,1% della Puglia al 84,3% della Calabria. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.233.405 (94,5%) hanno completato il ciclo vaccinale e 90.501 (2%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 5.406.700 (90,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 113.705 (1,9%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 6.481.513 (87,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 193.786 (2,6%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 50-59 anni: degli oltre 9,4 milioni, 7.723.795 (81,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 395.098 (4,2%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Complessivamente, 3,5 milioni di over 50 (12,8%) non hanno ancora completato il ciclo vaccinale con la doppia dose (figura 10) con rilevanti differenze regionali (dal 15,7% della Calabria al 5,9% della Puglia) (figura 11): di questi, 2,71 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose.
Le coperture vaccinali per fascia di età con almeno una dose di vaccino sono molto variabili: dal 96,5% degli over 80 al 69,3% della fascia 12-19 (figura 12). In generale, rispetto alla settimana precedente, si registrano incrementi modesti: la percentuale di vaccinati con almeno una dose cresce del 2,5% nella fascia 30-39, del 2,1% nelle fasce 12-19 e 20-29, dell’1,8% nella fascia 40-49 e dell’1,3% nella fascia 50-59, mentre negli over 60 l’incremento non raggiunge l’1%.
Efficacia vaccini. L’efficacia del vaccino da aprile ad oggi si conferma molto elevata nel ridurre i decessi (95,2%) e le forme severe di malattia che necessitano di ricovero in area medica (92,7%) e in terapia intensiva (95,1%) (figura 13). Relativamente alle diagnosi di SARS-CoV-2, invece, l’efficacia è scesa dall’88,5% (periodo 4 aprile-11 luglio) al 76,8% (periodo 4 aprile-19 settembre), in particolare nella fascia di età 12-39 anni dove si è ridotta sino al 67,2% (periodo 4 aprile-29 agosto) - verosimilmente per l’effetto “estate” - per poi risalire fino al 70,9% (periodo 4 aprile-19 settembre). Nelle persone vaccinate con ciclo completo, rispetto a quelle non vaccinate, si registra un netto calo dell’incidenza di diagnosi e soprattutto di malattia severa che porta ad ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva o decesso: nelle varie fasce di età, le diagnosi di SARS-CoV-2 si riducono infatti del 78,7-83,1%, i ricoveri ordinari dell’87,5-95,8%, quelli in terapia intensiva del 91,2-98% e i decessi del 79,9-95,5% (figura 14).
Effetti della progressiva estensione del green pass. A partire dalla fine di luglio, con una serie di provvedimenti normativi, il Governo ha progressivamente ampliato gli ambiti in cui vige l’obbligo della certificazione verde, al fine di aumentare l’adesione della popolazione alla campagna vaccinale e garantire maggiore sicurezza negli ambienti chiusi.
- 6 agosto 2021: decorrenza dell’obbligo di possedere il green pass per frequentare la maggior parte delle attività ludiche, culturali e sportive oltre che per fruire di servizi di ristorazione al chiuso, eccetto quelli riservati ad ospiti di hotel (DL 105/2021).
- 1 settembre 2021: estensione dell’obbligo al personale scolastico, agli studenti universitari e ai passeggeri di bus interregionali, aerei, treni Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità, traghetti e navi interregionali, eccetto lo stretto di Messina (DL 111/2021).
- 11 settembre 2021: estensione dell’obbligo a chiunque acceda alle strutture delle istituzioni scolastiche, educative e formative con esclusione di bambini, alunni e studenti e di altre eccezioni previste (DL 122/2021).
- 15 ottobre 2021: estensione dell’obbligo a tutti i lavoratori pubblici e privati (DL 127/2021).
Sin dal 6 agosto l’impatto dell’estensione del green pass è molto evidente sui tamponi rapidi, la cui media mobile a 7 giorni è aumentata in un mese del 57,7% passando da 113 mila (6 agosto) a 178 mila (7 settembre) per poi stabilizzarsi. Sui nuovi vaccinati l’effetto green pass è ancora modesto: dopo un lieve rialzo dopo il 6 agosto, le prime dosi giornaliere sono crollate sino al minimo del 17 settembre (media mobile 66,7 mila), registrando poi una timida risalita e stabilizzandosi intorno a quota 84mila
«La progressiva estensione del green pass – conclude Cartabellotta – ha ottenuto un effetto molto netto in termini di testing della popolazione, contribuendo a ridurre la circolazione del virus, ma sinora non ha prodotto nessuna impennata nella curva dei nuovi vaccinati. Considerato che almeno 5 milioni di persone non vaccinate sono in età lavorativa, la prova del nove per valutare l’efficacia della “spinta gentile” arriverà intorno al 15 ottobre, data di decorrenza dell’obbligo del green pass per dipendenti pubblici e privati».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
24 settembre 2021
Introduzione alla Metodologia della ricerca clinica, webinar della Fondazione GIMBE per gli specializzandi UNIMI
INTRODUZIONE ALLA METODOLOGIA DELLA RICERCA CLINICA, WEBINAR DELLA FONDAZIONE GIMBE PER GLI SPECIALIZZANDI UNIMI
24 settembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Gli investimenti destinati alla ricerca devono tradursi nel massimo beneficio per la salute delle popolazioni: questo spesso non accade perché oggi numerose problematiche ne condizionano la qualità metodologica, l’etica, l’integrità e il valore sociale.
Per questo la Fondazione GIMBE, nell’ambito del programma GIMBE4young, il programma istituzionale destinato a studenti, specializzandi, ricercatori e professionisti sanitari under 32 organizza in collaborazione con la Consulta degli Specializzandi dell’Università degli Studi di Milano un webinar gratuito dal titolo “Introduzione alla metodologia della ricerca clinica”. L’evento, a cui parteciperanno oltre 500 specializzandi dell’Università degli Studi di Milano, si svolgerà oggi dalle ore 17.00.
Download comunicato
23 settembre 2021
Coronavirus: scendono ancora nuovi casi (-14,9%), ricoveri ordinari (-5,5%) e terapie intensive (-6,9%), stabili i decessi. Vaccini: scorte per oltre 10 milioni di dosi, ma i nuovi vaccinati crollano del 41% in due settimane. Scuole: con variante delta misure insufficienti per limitare i contagi
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 15-21 SETTEMBRE, CONFERMA UN ULTERIORE CALO DI TUTTE LE CURVE, AD ECCEZIONE DEI DECESSI CHE SI CONFERMANO STABILI. SUL FRONTE DELLA CAMPAGNA VACCINALE CALANO LE SOMMINISTRAZIONI (1,48 MLN): QUESTA SETTIMANA SOLO 486 MILA NUOVI VACCINATI. L’ESITAZIONE VACCINALE PERSISTE NEGLI OVER 50 E FRENA LA FASCIA 12-19, DOVE QUASI 1,5 MILIONI DI RAGAZZI NON HANNO ANCORA RICEVUTO NEMMENO UNA DOSE DI VACCINO. SI MANTIENE MOLTO ELEVATA L’EFFICACIA VACCINALE: RIDUZIONE DECESSI E TERAPIE INTENSIVE OLTRE IL 95% E RICOVERI IN AREA MEDICA DEL 93%. SCUOLE: CON UNA VARIANTE DELTA PIÙ CONTAGIOSA TRA BAMBINI E ADOLESCENTI SERVE UN APPROCCIO MULTIFATTORIALE COMPOSTO DA DIFFERENTI INTERVENTI DI PREVENZIONE INDIVIDUALE E AMBIENTALE.
23 settembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 15-21 settembre 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (28.676 vs 33.712) (figura 1) e una sostanziale stabilità dei decessi (394 vs 389) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (109.513 vs 122.340), le persone in isolamento domiciliare (105.060 vs 117.621), i ricoveri con sintomi (3.937 vs 4.165) e le terapie intensive (516 vs 554) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 394 (+1,3%), di cui 33 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -38 (-6,9%)
- Ricoverati con sintomi: -228 (-5,5%)
- Isolamento domiciliare: -12.561 (-10,7%)
- Nuovi casi: 28.676 (-14,9%)
- Casi attualmente positivi: -12.827 (-10,5%)
«Continuano a diminuire i nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 4.097» (figura 4). Nella settimana 15-21 settembre 2021, rispetto alla precedente, solo 4 Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi, mentre in 3 Regioni crescono i casi attualmente positivi (tabella 1). Scendono a 35 le Province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti, ma in nessuna si superano i 150 casi per 100.000 abitanti (tabella 2). Sostanzialmente stabili i decessi: 394 negli ultimi 7 giorni (di cui 33 riferiti a periodi precedenti), con una media di 56 al giorno, pari a quella della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si conferma il calo dei posti letto occupati da pazienti COVID-19: rispetto alla settimana precedente scendono del 5,5% in area medica e del 6,9% in terapia intensiva». A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (7% in area medica e 6% in area critica), seppur con notevoli differenze regionali (figura 5): per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Calabria (18%) e Sicilia (17%); per l’area critica nessuna Regione supera la soglia del 10%. «Continuano a diminuire anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 32 ingressi/die rispetto ai 36 della settimana precedente» (figura 6).
Vaccini: forniture. Al 22 settembre (aggiornamento ore 6.16) risultano consegnate 93.563.560 dosi: nonostante nell’ultima settimana siano state ricevute solo 1,4 milioni di dosi (figura 7), le scorte di vaccini a mRNA restano stabilmente sopra quota 10 milioni.
Vaccini: somministrazioni. Al 22 settembre (aggiornamento ore 6.16) il 75% della popolazione (n. 44.450.943) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+526.912 rispetto alla settimana precedente) e il 69,8% (n. 41.345.448) ha completato il ciclo vaccinale (+1.049.468) (figura 8). Continua a scendere il numero di somministrazioni settimanali (n. 1.480.800) (figura 9), con una media mobile a 7 giorni di 212.789 somministrazioni/die (figura 10). «Nonostante la considerevole disponibilità di dosi – commenta Cartabellotta – il numero di nuovi vaccinati settimanali, dopo la timida risalita di fine agosto (831mila), nell’ultima settimana è crollato intorno a quota 487mila (figura 11). Stante l’attuale e ingiustificata indisponibilità pubblica di dati sulle prenotazioni non è possibile sapere in che misura questi numeri saliranno nelle prossime settimane per effetto dell’estensione dell’obbligo di green pass sui luoghi di lavoro». Nel frattempo, le Regioni hanno dato il via alla terza dose nelle persone con immunocompromissione clinicamente rilevante: dal 14 settembre sono state somministrate 12.612 dosi.
Vaccini: copertura degli over 50. L’89,5% della popolazione over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con un irrisorio incremento settimanale nazionale (+0,6%) e nette differenze regionali: dal 93,7% della Puglia al 83,7% della Calabria. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.218.163 (94,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 97.875 (2,2%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 5.379.699 (90,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 123.721 (2,1%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 6.430.347 (86,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 203.388 (2,7%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 50-59 anni: degli oltre 9,4 milioni, 7.614.133 (80,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 402.738 (4,3%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Complessivamente 3,7 milioni di over 50 (13,5%) non hanno ancora completato il ciclo vaccinale (figura 12), con rilevanti differenze regionali (dal 16,3% della Calabria al 6,3% della Puglia) (figura 13): di questi, 2,88 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose. A fronte di un sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in questa fascia di età, le fasce 20-29 e 30-39 anni continuano a salire, seppure ad un ritmo meno sostenuto, mentre la fascia 12-19 mostra segni di frenata (figura 14). La figura 15 illustra le coperture vaccinali per fascia di età mentre la figura 16 riporta, sempre per fascia d’età, il numero delle persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose.
Efficacia vaccini. L’efficacia del vaccino da aprile ad oggi si conferma molto elevata nel ridurre i decessi (95,7%) e le forme severe di malattia che necessitano di ricovero in area medica (93,1%) e in terapia intensiva (95,4%). Relativamente alle diagnosi di SARS-CoV-2, invece, l’efficacia si è ridotta dall’88,5% (periodo 4 aprile-11 luglio) al 76,9% (periodo 4 aprile-12 settembre), in misura inversamente proporzionale all’età: infatti, nella fascia 12-39 anni l’efficacia è scesa sino al 67,2% a inizio agosto, anche se nelle ultime due settimane è risalita al 69,3% (figure 17 e 18). «Tra i più giovani – spiega Cartabellotta – si sta verosimilmente esaurendo “l’effetto estate”, dove l’incremento dei contatti sociali e la minore attenzione ai comportamenti individuali, fondamentali per prevenire il contagio anche nei vaccinati, avevano ridotto l’efficacia vaccinale». Nelle persone vaccinate con ciclo completo, rispetto a quelle non vaccinate, si registra un netto calo dell’incidenza di diagnosi e soprattutto di malattia severa che porta ad ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva o decesso: nelle varie fasce di età, le diagnosi di SARS-CoV-2 si riducono infatti del 78,5-82,6%, i ricoveri ordinari dell’87,2-95,8%, quelli in terapia intensiva del 92,2-98,1% e i decessi del 80,3-95,6% (figura 19).
Anteprima report GIMBE “Sicurezza COVID-19 nelle scuole”. In occasione della presentazione dell’Osservatorio Civico sulla sicurezza nelle scuole promosso ieri da Cittadinanzattiva «abbiamo ribadito – spiega il Presidente – che le evidenze scientifiche da un lato dimostrano che nelle scuole non esiste il rischio zero di contagio, dall’altro suggeriscono che è possibile minimizzarlo tramite un approccio multifattoriale combinando differenti interventi di prevenzione individuale e ambientale». Di seguito una sintesi delle attuali criticità:
- Vaccinazione studenti. Oltre 2,42 milioni (53,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e più di 675mila hanno effettuato la prima dose. Oltre 1,46 milioni di ragazzi (32,1%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali (figura 20).
- Vaccinazione personale scolastico. Oltre 1,39 milioni (89,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e poco più di 64mila sono in attesa della seconda dose; i rimanenti 90.976 (5,9%) non hanno ricevuto ancora nessuna dose di vaccino, con rilevati differenze regionali (figura 21).
- Mascherine. Un rigoroso studio di simulazione dei Centers for Disease Control and Prevention ha dimostrato che a scuola, in condizioni di elevata immunità, l’uso della mascherina chirurgica riduce il rischio di trasmissione del 24%, percentuale che sale al 35% in condizioni di immunità intermedia e al 50% in presenza di bassa immunità. In altri termini l’ipotesi di abbandonare le mascherine nelle classi con tutti gli studenti vaccinati non è basata su evidenze scientifiche, oltre a porre problemi di privacy sul controllo dello status vaccinale e generare il rischio di discriminazioni.
- Distanziamento. Il Protocollo di Intesa del Ministero dell’Istruzione per l’avvio in sicurezza dell’anno scolastico prevede una “distanza interpersonale di almeno un metro, sia in posizione statica che dinamica, qualora logisticamente possibile”, ovvero definisce un obbligo flessibile, derogabile in presenza di limiti strutturali.
- Screening periodico. Il Piano di monitoraggio della circolazione di SARS-CoV-2 nelle scuole dell’Istituto Superiore di Sanità non prevede lo screening periodico e sistematico, ma solo una campagna di testing a campione che coinvolgerà circa 110mila studenti delle “scuole sentinella” primarie e secondarie di primo grado, utilizzando test molecolare su campione salivare. Un test di facile utilizzo e non invasivo, ma – come rilevato dal report dell’European Centre for Disease Control and Prevention – con una sensibilità limitata (53-73%) e condizionata dal metodo di raccolta del campione, a seconda se effettuata da operatori sanitari o tramite auto-raccolta.
- Aerazione e ventilazione. Il Decreto Ripartizione che ha assegnato 350 milioni di euro alle scuole prevedeva l’acquisto di “strumenti per l’aerazione”, ma tale destinazione d’uso non è specificata nel DL 73/2021 che fa riferimento solo a interventi di piccola manutenzione. Di conseguenza, areazione e ventilazione sono affidate al “Protocollo finestre aperte”, la cui efficacia dipende dalla sensibilizzazione del personale scolastico e dalla ventilazione continuativa degli ambienti durante le attività scolastiche, condizionata dalle condizioni metereologiche.
- Trasporti. Ambito non incluso nel report GIMBE.
«Si parla tanto di scuola – spiega Cartabellotta – ma lo si fa in modo generico, senza considerare che i vari interventi per minimizzare la circolazione del virus non possono essere applicati indiscriminatamente in tutte le tipologie di scuole, ciascuna delle quali richiederebbe un piano di prevenzione su misura, considerando soprattutto la maggiore contagiosità della variante delta tra bambini e adolescenti. In particolare non disponiamo di vaccini autorizzati sotto i 12 anni, l’obbligo di mascherine vige solo a partire dalla scuola primaria e il distanziamento non è realisticamente applicabile nei nidi e nella scuola dell’infanzia» (tabella).
«A fronte delle evidenze scientifiche – conclude il Presidente – il mondo reale della scuola si ritrova all’inizio del nuovo anno scolastico senza una strategia di screening sistematico di personale e studenti, con regole sul distanziamento derogabili in presenza di limiti logistici e senza interventi sistematici su aerazione e ventilazione delle aule, né sulla gestione dei trasporti. E la vaccinazione di personale e studenti, seppur indispensabile, non è sufficiente per arginare la diffusione del virus e scongiurare la DAD, in particolare nelle scuole primarie».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
16 settembre 2021
Coronavirus: scendono nuovi casi (-14,7%), ricoveri ordinari (-3,3%) e terapie intensive (-1,6%); in ospedale quasi esclusivamente persone non vaccinate. Vaccini: 10 milioni di dosi in frigo e ancora oltre 3 milioni di over 50 senza alcuna copertura. “Cure domiciliari”: la disinformazione pubblica confonde le persone e danneggia la salute
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 8-14 SETTEMBRE, RILEVA TUTTI I NUMERI IN CALO, COMPRESI QUELLI DI RICOVERI E TERAPIE INTENSIVE. CAMPAGNA VACCINALE: FRENATA DELLE PRIME SOMMINISTRAZIONI (-200 MILA RISPETTO ALLA SETTIMANA PRECEDENTE), L’ESITAZIONE VACCINALE PERSISTE SOPRATTUTTO NEGLI OVER 50. I NUMERI CONFERMANO L’EFFICACIA DEI VACCINI NEL RIDURRE DECESSI (96,3%), RICOVERI ORDINARI (93,4%) E IN TERAPIA INTENSIVA (95,7%). MA CON L’ARRIVO DELL’AUTUNNO E LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE GLI OLTRE 9 MILIONI DI NON VACCINATI ALIMENTERANNO LA CIRCOLAZIONE DEL VIRUS E L’AUMENTO DELLE OSPEDALIZZAZIONI. INACCETTABILE PRESA DI POSIZIONE SULLE “CURE DOMICILIARI” DI PERSONAGGI PUBBLICI TRA CUI MEDICI E POLITICI CHE, SOVVERTENDO IL METODO SCIENTIFICO, INDUCONO LE PERSONE A RIFIUTARE VACCINI EFFICACI E SICURI E A FIDARSI DI PROTOCOLLI TERAPEUTICI NON AUTORIZZATI O DI FARMACI DANNOSI E CONTROINDICATI.
16 settembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 8-14 settembre 2021, rispetto alla precedente, tutti i numeri in calo. Scendono i nuovi casi (33.712 vs 39.511) (figura 1), i decessi (389 vs 417) (figura 2), i casi attualmente positivi (122.340 vs 133.787), le persone in isolamento domiciliare (117.621 vs 128.917), i ricoveri con sintomi (4.165 vs 4.307) e le terapie intensive (554 vs 563) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 389 (-6,7%), di cui 52 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: -9 (-1,6%)
- Ricoverati con sintomi: -142 (-3,3%)
- Isolamento domiciliare: -11.296 (-8,8%)
- Nuovi casi: 33.712 (-14,7%)
- Casi attualmente positivi: -11.447 (-8,6%)
«Continuano a diminuire i nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 4.816» (figura 4). Nella settimana 8-14 settembre 2021, rispetto alla precedente, 4 Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi e in sole 2 Regioni crescono i casi attualmente positivi (tabella 1). Scendono a 56 le Province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Sicilia e Umbria tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. Solo in 2 Province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Siracusa (178) e Messina (168) (tabella 2). In calo anche i decessi: 389 negli ultimi 7 giorni (di cui 52 riferiti a periodi precedenti), con una media giornaliera di 56 rispetto ai 60 della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – dopo 8 settimane di aumento si registra una lieve riduzione dei posti letto occupati da pazienti COVID-19, che scendono del 3,3% in area medica e dell’1,6% in terapia intensiva».
A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (7% in area medica e 6% in area critica), anche se persistono notevoli differenze regionali (figura 5): per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Sicilia (21%) e Calabria (17%); per l’area critica sopra la soglia del 10% Marche (13%), Sicilia (11%) e Sardegna (11%). «Iniziano a scendere anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 36 ingressi/die rispetto ai 42 della settimana precedente» (figura 6).
Vaccini: forniture. Al 15 settembre (aggiornamento ore 6.09) risultano consegnate 91.849.241 dosi: con 3,7 milioni di dosi dell’ultima settimana (figura 7) le scorte di vaccini a mRNA superano quota 10 milioni.
Vaccini: somministrazioni. Al 15 settembre (aggiornamento ore 06:09) il 74,1% della popolazione (n. 43.924.031) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+552.102 rispetto alla settimana precedente) e il 68% (n. 40.295.980) ha completato il ciclo vaccinale (+1.223.873) (figura 8). In calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.720.055) (figura 9), con una media mobile a 7 giorni di 234.183 somministrazioni/die (figura 10). «Nonostante la considerevole disponibilità di dosi – commenta Cartabellotta – il numero di prime somministrazioni, dopo tre settimane di stabilità intorno a quota 720-750mila, nell’ultima settimana è sceso a 525mila. In attesa di conoscere gli effetti dell’estensione dell’obbligo del green pass, è evidente che le attuali strategie della campagna non riescono a contrastare l’esitazione della popolazione ancora non vaccinata».
Vaccini: copertura degli over 50. L’88,9% della popolazione over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, (+0,5% rispetto alla settimana precedente) con nette differenze regionali: dal 93,3% della Puglia all’83% della Calabria. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.205.980 (93,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 102.620 (2,3%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 5.353.137 (89,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 133.144 (2,2%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 6.376.274 (85,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 219.502 (2,9%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 50-59 anni: degli oltre 9,4 milioni, 7.491.811 (79,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 440.596 (4,7%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Complessivamente 3,9 milioni di over 50 (14,4%) non hanno ancora completato il ciclo vaccinale (figura 11), con rilevanti differenze regionali (dal 17% della Calabria al 6,7% della Puglia) (figura 12): di questi, 3,03 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose. A fronte di un sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in questa fascia di età, continuano a salire le curve degli under 50, in particolare delle fasce 12-19 e 20-29 anni che hanno superato le fasce 30-39 e 40-49 anni (figura 13). La figura 14 illustra le coperture vaccinali per fascia di età mentre la figura 15 riporta, sempre per fascia d’età, il numero delle persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose. In particolare, con le scuole già ripartite, preoccupa che nella fascia 12-19 anni, nonostante il costante incremento delle coperture, ancora 1,53 milioni di ragazzi (33,7%) non abbiano ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali (figura 16).
Efficacia vaccini. L’efficacia del vaccino da aprile ad oggi si conferma stabile e molto elevata nel ridurre i decessi (96,3%) e le forme severe di malattia che necessitano di ricovero in area medica (93,4%) e in terapia intensiva (95,7%). Relativamente alle diagnosi di SARS-CoV-2, invece, l’efficacia si è ridotta dall’88,5% (periodo 4 aprile-11 luglio) al 77,3% (periodo 4 aprile-5 settembre), in misura inversamente proporzionale all’età: infatti, nella fascia 12-39 anni l’efficacia è scesa sino al 67,2% nelle scorse settimane, ed ora dopo una stabilizzazione sembra risalire (figure 17 e 18). «Questo conferma – spiega Cartabellotta – che durante il periodo estivo tra i più giovani deve aver influito l’incremento dei contatti sociali e la minore attenzione ai comportamenti individuali, fondamentali per prevenire il contagio anche nelle persone vaccinate». Nei soggetti vaccinati con ciclo completo, rispetto ai non vaccinati, si registra un netto calo dell’incidenza di diagnosi e soprattutto di malattia severa che porta ad ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva o decesso: nelle varie fasce di età, le diagnosi di SARS-CoV-2 si riducono infatti del 77,8-80,7%, i ricoveri ordinari dell’88,8-95,6%, quelli in terapia intensiva del 92,5-97,4% e i decessi del 93,4-100% (figura 19).
«Il progressivo aumento delle coperture vaccinali e l’adesione ai comportamenti individuali – conclude Cartabellotta – hanno permesso di contenere la quarta ondata e i nuovi casi e i ricoveri hanno finalmente iniziato a scendere. Tuttavia con l’autunno alle porte, la riapertura delle scuole e i 9,4 milioni di persone, oltre agli under 12, che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, si rischia una ripresa della circolazione del virus e un aumento delle ospedalizzazioni con conseguenti limitazioni nell’assistenza ai pazienti non COVID-19. In questo contesto, è inaccettabile la presa di posizione di personaggi pubblici, tra cui medici e politici, che, sovvertendo la metodologia della ricerca scientifica, alimentano la disinformazione mettendo a rischio la salute delle persone. Soprattutto di quelle indecise, che rifiutano vaccini efficaci e sicuri confidando in protocolli di terapia domiciliare non autorizzati o addirittura in farmaci dannosi e controindicati».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
9 settembre 2021
Coronavirus: contagi in calo (-12,5%), ulteriore frenata sul fronte ospedaliero. Vaccini: prime dosi stabili da tre settimane, mentre aumentano le scorte (9,6 mln). L’immunità di gregge è una chimera, obbligo vaccinale è una scelta politica
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 1-7 SETTEMBRE, RILEVA UNA DIMINUZIONE DEI NUOVI CASI (-12,5%) DOPO 9 SETTIMANE DI AUMENTO E UN’ULTERIORE FRENATA NEGLI OSPEDALI: SOLO +1,3% DI RICOVERI IN AREA MEDICA E +3,5% IN TERAPIA INTENSIVA. CAMPAGNA VACCINALE: STABILE IL NUMERO DI PRIME SOMMINISTRAZIONI (730 MILA), AUMENTANO LE DOSI DI VACCINO “IN FRIGO” E ANCORA 3,16 MILIONI DI OVER 50 SONO SENZA COPERTURA. TERZA DOSE: SI ATTENDE VIA LIBERA DELL’AIFA PER FRAGILI E ANZIANI. STOP ALLA STERILE RINCORSA DI PERCENTUALI DI COPERTURA: È NECESSARIO VACCINARE IL NUMERO PIÙ ELEVATO POSSIBILE DI PERSONE SENZA CONTROINDICAZIONI ASSOLUTE. COME RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO RESTA UNA SCELTA POLITICA.
9 settembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 1-7 settembre 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (39.511 vs 45.134) (figura 1) a fronte di un incremento dei decessi (417 vs 366), influenzato tuttavia da ricalcoli (figura 2). Scendono anche i casi attualmente positivi (133.787 vs 137.925) e le persone in isolamento domiciliare (128.917 vs 133.129), mentre si rileva un lieve aumento di ricoveri con sintomi (4.307 vs 4.252) e terapie intensive (563 vs 544) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 417 (+13,9%), di cui 82 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +19 (+3,5%)
- Ricoverati con sintomi: +55 (+1,3%)
- Isolamento domiciliare: -4.212 (-3,2%)
- Nuovi casi: 39.511 (-12,5%)
- Casi attualmente positivi: -4.138 (-3%)
«Per la prima volta da fine giugno diminuiscono i nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 5.644» (figura 4). Nella settimana 1-7 settembre 2021, rispetto alla precedente, solo 3 Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi, mentre in 9 Regioni crescono i casi attualmente positivi (tabella 1). 63 Province hanno un’incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Emilia-Romagna, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. In 7 Province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Siracusa (231), Messina (189), Ragusa (170), Trapani (170), Catania (165), Prato (164) e Caltanissetta (159) (tabella 2). In aumento i decessi: 417 di cui 82 relativi a periodi precedenti.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – frena ulteriormente l’incremento dei posti letto destinati a pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente crescono solo dell’1,3% in area medica e del 3,5% in terapia intensiva». A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (7% in area medica e 6% in area critica), seppure con notevoli differenze regionali (figura 5): per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Sicilia (23%) e Calabria (19%); per l’area critica sopra la soglia del 10% Sicilia (13%) e Sardegna (15%). «Stabili gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 42 ingressi/die rispetto ai 43 della settimana precedente» (figura 6).
Vaccini: forniture. All’8 settembre (aggiornamento ore 6.12) risultano consegnate 89.721.203 dosi. Sul fronte delle consegne, dopo il netto cambio di passo registrato ad agosto (quasi 15 milioni di dosi nel periodo 2-29 agosto per una media settimanale di 3,75 milioni), nella settimana 30 agosto-5 settembre sono state ricevute solo 2 milioni di dosi da Pfizer (figura 7). «Nonostante il calo delle forniture dell’ultima settimana – spiega Marco Mosti – continuano ad aumentare le scorte di vaccini a mRNA, che superano ormai le 9,6 milioni di dosi».
Vaccini: somministrazioni. All’8 settembre (aggiornamento ore 6.12) il 73,2% della popolazione (n. 43.371.929) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+762.552 rispetto alla settimana precedente) e il 65,9% (n. 39.072.107) ha completato il ciclo vaccinale (+1.189.855) (figura 8). Aumenta nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.934.230) (figura 9), ma la media mobile a 7 giorni, dopo il picco di quasi 280mila dosi/die del 3 settembre, è scesa intorno a 256mila il 7 settembre (figura 10). «Nonostante l’accelerazione delle forniture– commenta Cartabellotta – da tre settimane il numero di prime dosi è di fatto stabile intorno a 720-750mila, segno della difficoltà di convincere gli indecisi».
Vaccini: copertura degli over 50. L’88,4% della popolazione over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con un irrisorio incremento settimanale nazionale (+0,6%) e nette differenze regionali: dal 92,9% della Puglia al 82,3% della Sicilia. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.194.928 (93,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 104.950 (2,3%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 5.326.891 (89,3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 139.811 (2,3%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 6.321.767 (85%) hanno completato il ciclo vaccinale e 237.700 (3,2%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 50-59 anni: degli oltre 9,4 milioni, 7.361.245 (77,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 501.638 (5,3%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Complessivamente 4,1 milioni di over 50 (15,2%) non hanno ancora completato il ciclo vaccinale (figura 11) con rilevanti differenze regionali (dal 17,7% della Sicilia al 7,1% della Puglia, figura 12): di questi, 3,16 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose. A fronte di un sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in questa fascia di età, continuano a salire le curve degli under 50, nonostante una flessione di quella 40-49 anni e un iniziale rallentamento di quelle dei 20-29 e 30-39 anni (figura 13). Rimane invece costante la salita della fascia 12-19 anni, segnale incoraggiante vista l’imminente riapertura delle scuole. La figura 14 illustra le coperture vaccinali per fascia di età: in particolare, nella fascia 12-19 anni, il 40,1% ha completato il ciclo, al 23,1% è stata somministrata la prima dose e il 36,8% non ha ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali (figura 15).
Efficacia vaccini. L’efficacia del vaccino da aprile ad oggi rimane stabile e molto elevata nel ridurre decessi (96,6%) e forme severe di malattia che richiedono ospedalizzazione (93,9%) e ricovero in terapia intensiva (96%). Relativamente alle diagnosi di SARS-CoV-2, invece, l’efficacia si riduce dall’88,5% (periodo 4 aprile-11 luglio) al 78,1% (periodo 4 aprile-29 agosto), in particolar modo nelle fasce più giovani della popolazione, seppure con una stabilizzazione nelle ultime settimane (figure 16 e 17): si rileva dunque una progressiva riduzione dell’efficacia della copertura vaccinale nei confronti di infezioni asintomatiche e forme lievi di malattia che non necessitano di ricovero. «Visto che la riduzione dell’efficacia risulta più evidente negli under 50 – spiega Cartabellotta – è verosimile che, durante l’estate, tra i più giovani abbiano influito l’incremento dei contatti sociali e la minore attenzione ai comportamenti individuali, fondamentali per prevenire il contagio anche nelle persone vaccinate». Nei soggetti vaccinati con ciclo completo, rispetto ai non vaccinati, si registra un netto calo dell’incidenza di diagnosi e soprattutto di malattia severa che richiede ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva o che porta al decesso. Infatti, nelle varie fasce di età, le diagnosi di SARS-CoV-2 si riducono del 76,6-79,9%, le ospedalizzazioni dell’88,8-95,6%, i ricoveri in terapia intensiva del 93,4-96,5% e i decessi del 93,4-100% (figura 18).
Terza dose. L’European Medicines Agency (EMA) in accordo con il report dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), ha puntualizzato che, vista l’elevata (e prolungata) efficacia dei vaccini verso forme severe di malattia e decessi da COVID-19, al momento non c’è urgenza di somministrare una dose di richiamo nella popolazione generale vaccinata con ciclo completo, neppure per le categorie professionali più a rischio (es. operatori sanitari). Al tempo stesso l’EMA ha avviato la valutazione dei dati sull’efficacia della terza dose da somministrare dopo 6 mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale al fine di potenziare la risposta immunitaria. «Diverso l’approccio per soggetti immunodepressi e anziani fragili, in particolare ospiti di RSA – spiega Gili – che potrebbero non aver raggiunto un adeguato livello di protezione con il primo ciclo completo». In questo caso, la terza dose non si configurerebbe come un richiamo, bensì come parte integrante di un ciclo vaccinale di tre dosi: sia l’EMA che l’ECDC, infatti, stanno valutando la somministrazione di una dose aggiuntiva di vaccino mRNA per questi soggetti. «Nel nostro Paese – spiega Cartabellotta – dopo che il Comitato Tecnico Scientifico si è già espresso positivamente, si attende solo il via libera dell’AIFA per avviare la somministrazione della terza dose nelle persone immunodepresse e negli anziani ad elevata fragilità».
Immunità di gregge e obbligo vaccinale. «A fronte di un dibattito politico e di una comunicazione pubblica che rincorrono percentuali target di copertura vaccinale – dichiara Cartabellotta – è bene ricordare che oggi non esistono i presupposti epidemiologici per conquistare la cosiddetta immunità di gregge, in grado di proteggere i non vaccinati grazie ad un’elevata percentuale di persone non più suscettibili al contagio, perché vaccinate o guarite». Infatti:
- Al momento nessun vaccino è approvato per i soggetti sotto i 12 anni compiuti: oltre 5,8 milioni di persone (9,9% della popolazione) tra cui il virus continua a circolare liberamente.
- I vaccini anti-COVID-19 approvati non sono sterilizzanti, ovvero non conferiscono un’immunità totale contro il virus e anche chi è vaccinato ha una probabilità, seppure molto più bassa, di infettarsi e trasmettere il virus. Al momento in Italia l’efficacia del vaccino nei confronti dell’infezione si attesta intorno al 78%.
- L’efficacia dei vaccini nei confronti dell’infezione inizia a ridursi dopo circa 6 mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale, in particolare nelle fasce anagrafiche più giovani.
- Nei Paesi a basso reddito meno del 2% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino: questa disomogeneità nell’accesso ai vaccini contribuisce all’elevata circolazione del virus e all’emergenza di nuove varianti.
«A fronte dell’elevato profilo di efficacia e sicurezza dimostrato dalla somministrazione di oltre 5 miliardi e mezzo di dosi di vaccino in tutto il mondo – conclude Cartabellotta – è inutile inseguire la chimera di una percentuale di popolazione vaccinata in grado di “spegnere” l’interruttore della circolazione virale. L’obiettivo di salute pubblica è quello di vaccinare tutti coloro che non presentano specifiche controindicazioni, al fine sia di una protezione individuale da malattia grave o decesso, in particolare per gli over 50, sia di ridurre al minimo la circolazione virale. Visto che quest’obiettivo è oggi basato su robuste evidenze, spetta alla politica scegliere la strategia con cui raggiungerlo: dal punto di vista scientifico tutte le carte sono in regola per istituire l’obbligo vaccinale».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
2 settembre 2021
Coronavirus: contagi stabili, frenano le ospedalizzazioni. Vaccini: con quasi 8 milioni di dosi in frigo ancora 3,34 milioni di over 50 senza copertura. Efficacia vaccinale stabile sopra il 94% per forme gravi e decessi, ma si riduce all’80% per la diagnosi.
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 25-31 AGOSTO, RILEVA UNA SOSTANZIALE STABILITÀ DI NUOVI CASI E DECESSI. IN FRENATA L’AUMENTO DEI RICOVERI IN AREA MEDICA (+5,4%) E IN TERAPIA INTENSIVA (+7,9%). SUL FRONTE DELLA CAMPAGNA VACCINALE RISALGONO LE PRIME DOSI (40% DEL TOTALE), MA A FRONTE DI QUASI 8 MILIONI DI DOSI DISPONIBILI RIMANGONO OLTRE 3,3 MILIONI DI OVER 50 SENZA ALCUNA COPERTURA. CONSIDERATA LA “SCADENZA” DEI GREEN PASS PER I PRIMI VACCINATI E IN ATTESA DELLE DECISIONI DELL’AUTORITÀ REGOLATORIA SULLA TERZA DOSE, LA FONDAZIONE GIMBE ANALIZZA I DATI SU EFFICACIA VACCINALE E DURATA DELLA COPERTURA NEL NOSTRO PAESE.
2 settembre 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 25-31 agosto 2021, rispetto alla precedente, una sostanziale stabilità dei nuovi casi (45.134 vs 45.251) (figura 1) e dei decessi (366 vs 345) (figura 2). Lieve aumento di casi attualmente positivi (137.925 vs 135.325), persone in isolamento domiciliare (133.129 vs 130.785), ricoveri con sintomi (4.252 vs 4.036) e terapie intensive (544 vs 504) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 366 (+6,1%), di cui 42 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +40 (+7,9%)
- Ricoverati con sintomi: +216 (+5,4%)
- Isolamento domiciliare: +2.344 (+1,8%)
- Nuovi casi: 45.134 (-0,3%)
- Casi attualmente positivi: +2.600 (+1,9%)
«Rimangono stabili – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i nuovi casi settimanali, sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 6.448 (figura 4). I casi rimangono tuttavia sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla limitata attività di tracciamento dei contatti». Nella settimana 25-31 agosto, rispetto alla precedente, in 9 Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, mentre sono 12 le Regioni in cui crescono gli attualmente positivi (tabella 1). In 67 Province l’incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Basilicata, Emilia-Romagna, Marche, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. Sono 11 le Province con oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Enna (310), Siracusa (270), Caltanissetta (261), Ragusa (252), Cagliari (210), Catania (191), Palermo (172), Reggio di Calabria (167), Messina (164), Trapani (162), Sud Sardegna (156) (tabella 2). Stabili i decessi: 366 di cui 42 relativi a periodi precedenti.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – frena l’aumento dei posti letto occupati: rispetto alla settimana precedente +5,4% in area medica e +7,9% in terapia intensiva». In termini assoluti, il numero di pazienti COVID in area medica è passato da 1.088 del 16 luglio a 4.252 del 31 agosto (+291%) e quello nelle terapie intensive da 151 del 14 luglio a 544 del 31 agosto (+260%). A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (7% in area medica e 6% in area critica), ma si rilevano notevoli differenze regionali: per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Sicilia (23%) e Calabria (17%) (figura 5); per l’area critica sopra la soglia del 10% Sicilia (13%) e Sardegna (13%) (figura 6). «Si registra un lieve aumento degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 43 ingressi/die rispetto ai 40 della settimana precedente» (figura 7).
Vaccini: forniture. Al 1° settembre (aggiornamento ore 6.12) risultano consegnate 86.126.058 dosi. Netto il cambio di passo sul fronte delle forniture: nelle ultime 4 settimane sfiorata quota 15 milioni di dosi a fronte di 10,1 milioni delle 4 settimane precedenti (figura 8). «Le scorte attualmente disponibili – spiega Marco Mosti – ammontano ad oltre 7,8 milioni di dosi di vaccini a mRNA, un numero ampiamente sufficiente ad accelerare la campagna vaccinale in questa fase che precede la riapertura delle scuole».
Vaccini: somministrazioni. Al 1° settembre (aggiornamento ore 6.12) il 71,9% della popolazione (n. 42.609.377) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+841.834 rispetto alla settimana precedente) e il 63,9% (n. 37.882.252) ha completato il ciclo vaccinale (+1.195.342) (figura 9). In aumento nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.832.949) (figura 10), con una media mobile a 7 giorni che, dopo il crollo da oltre 592 mila del 28 luglio a circa 199 mila del 20 agosto, ha ripreso a salire raggiungendo quota 270 mila il 31 agosto (figura 11). «Nonostante la ripresa del ritmo delle somministrazioni – commenta Cartabellotta – il numero di prime dosi sul totale si attesta intorno al 40%: impossibile stimare se e in che misura questo numero sia destinato a salire vista l’indisponibilità di dati pubblici sulle prenotazioni contrariamente a quanto previsto dalla normativa».
Vaccini: copertura degli over 50. L’87,8% della popolazione over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con un incremento settimanale nazionale irrisorio (+0,7%) e nette differenze regionali: dal 92,4% della Puglia al 81,4% della Sicilia. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.183.962 (93,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 106.032 (2,4%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 5.298.860 (88,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 145.165 (2,4%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 6.262.871 (84,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 250.541 (3,4%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 50-59 anni: degli oltre 9,4 milioni, 7.239.376 (76,5%) hanno completato il ciclo vaccinale e 529.748 (5,6%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Complessivamente sono 4,4 milioni gli over 50 parzialmente o totalmente privi di copertura vaccinale (figura 12), di cui 3,34 milioni (12,2%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose, con rilevanti differenze regionali: dal 18,6% della Sicilia al 7,6% della Puglia (figura 13).
A fronte di un sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in queste fasce d’età, salgono tutte le curve degli under 50: in particolare s’impenna la fascia 12-19 e quella 20-29 supera le percentuali di copertura delle fasce anagrafiche 30-39 e 40-49 (figura 14.) La figura 15 illustra le coperture vaccinali per fascia di età.
Efficacia vaccini. «Considerato che la “scadenza” del green pass per le persone vaccinate all’inizio dell’anno ha innescato il dibattito sull’opportunità della terza dose – commenta Cartabellotta – la Fondazione GIMBE ha analizzato l’efficacia vaccinale e la durata della copertura sulla base dei dati resi disponibili dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS)».
L’efficacia del vaccino da aprile ad oggi rimane stabile e superiore al 94% nel ridurre i decessi e le forme severe di malattia che richiedono ospedalizzazione e ricovero in terapia intensiva. Per quanto riguarda le diagnosi di SARS-CoV-2, l’efficacia si riduce dall’88,5% (periodo 4 aprile-11 luglio) al 79,7% (periodo 4 aprile-22 agosto). In altri termini si rileva una progressiva riduzione dell’efficacia delle coperture vaccinali nei confronti di infezioni asintomatiche e forme lievi di malattia che non necessitano di ricovero.
Tale riduzione, tuttavia, risulta inversamente proporzionale all’età: al 22 agosto l’efficacia è del 67,4% nella fascia 12-39 anni e del 77,1% in quella 40-59 anni (al 4 luglio erano rispettivamente 79,8% e 80,8%); visto che negli over 60 l’efficacia sulla diagnosi si mantiene superiore all’85% è verosimile che tra i più giovani abbiano influito durante il periodo estivo la maggiore occasione di contatti sociali e una minore attenzione ai comportamenti individuali, che restano fondamentali per prevenire il contagio anche nelle persone vaccinate.
A fronte di un aumento di ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi sia nei vaccinati che nei non vaccinati, rispetto alla precedente rilevazione dell’ISS, il rapporto fra i due gruppi si mantiene pressoché stabile, con del rischio rispettivamente dell’85,3%, 89,3% e 78,9% in chi non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino rispetto a coloro che hanno completato il ciclo vaccinale.
Infine, il numero di operatori sanitari positivi al SARS-CoV-2, dopo un netto calo dall’inizio della campagna vaccinale, nei mesi di luglio e agosto fa registrare una lieve risalita. Tuttavia è ancora presto per affermare con certezza se il fenomeno sia attribuibile ad una perdita di efficacia della copertura vaccinale o rifletta l’aumentata circolazione virale nella popolazione generale.
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
26 agosto 2021
Coronavirus: nuovi casi stabili da tre settimane, ma continuano a salire i ricoveri tra i non vaccinati. Vaccini: crollo di somministrazioni ad agosto (-66,5%), senza copertura ancora oltre 3,5 milioni di over 50. Estensione green pass a 12 mesi non basata su evidenze scientifiche. Non convince il piano scuola.
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 18-24 AGOSTO, RILEVA UN LIEVE AUMENTO DEI NUOVI CASI (+4,3%). CONTINUANO A SALIRE I PAZIENTI RICOVERATI IN AREA MEDICA (+16,2%) E NELLE TERAPIE INTENSIVE (+19,1%) E AUMENTANO I DECESSI. SUL FRONTE CAMPAGNA VACCINALE IL NUMERO DI SOMMINISTRAZIONI NELL’ULTIMA SETTIMANA SI FERMA A QUOTA 223 MILA DOSI AL GIORNO. SI CONFERMA L’ESITAZIONE VACCINALE DEGLI OVER 50 DI CUI ANCORA 3,5 MILIONI MANCANO ALL’APPELLO DELL’IMMUNIZZAZIONE, MENTRE CRESCONO I TASSI DI COPERTURE DEI PIÙ GIOVANI.
26 agosto 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 18-24 agosto 2021, rispetto alla precedente, un incremento di nuovi casi (45.251 vs 43.365) (figura 1) e decessi (345 vs 237) (figura 2). In aumento anche i casi attualmente positivi (135.325 vs 129.116), le persone in isolamento domiciliare (130.785 vs 125.221), i ricoveri con sintomi (4.036 vs 3.472) e le terapie intensive (504 vs 423) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 345 (+45,6%)
- Terapia intensiva: +81 (+19,1%)
- Ricoverati con sintomi: +564 (+16,2%)
- Isolamento domiciliare: +5.564 (+4,4%)
- Nuovi casi: 45.251 (+4,3%)
- Casi attualmente positivi: +6.209 (+4,8%)
«I nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – dopo la stabilizzazione della scorsa settimana, fanno registrare un lieve incremento visibile anche nella media mobile dei casi giornalieri (figura 4), pur rimanendo sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla limitata attività di tracciamento dei contatti». Nella settimana 18-24 agosto, rispetto alla precedente, si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in 8 Regioni e quello dei casi attualmente positivi in 13 Regioni (tabella 1). In 68 Province l’incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Emilia-Romagna, Liguria, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. Sono 13 le Province con oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Caltanissetta (318), Ragusa (281), Enna (268), Cagliari (239), Siracusa (234), Trapani (195), Messina (185), Catania (180), Reggio Calabria (169), Sud Sardegna (167), Palermo (163), Prato (163) e Agrigento (156) (tabella 2). Aumentano i decessi: 345 negli ultimi 7 giorni, con una media di 49 al giorno rispetto ai 34 della settimana precedente.
«Seppur in maniera meno netta – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – continua a salire il numero dei posti letto occupati in ospedale: rispetto alla settimana precedente +16,2% in area medica e +19,1% in terapia intensiva». In termini assoluti, il numero di posti letto occupati da parte di pazienti COVID in area medica è passato dai 1.088 del 16 luglio ai 4.036 del 24 agosto (+271%) e quello delle terapie intensive dai 151 del 14 luglio ai 504 del 24 agosto (+234%), anche se il dato nazionale rimane basso: 7% in area medica e 6% in area critica. Rilevanti tuttavia le differenze a livello regionale: per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Sicilia (19%) e Calabria (15,2%) (figura 5); per l’area critica sopra la soglia del 10% Sardegna (11%) e Sicilia (11%) (figura 6). «Lieve aumento degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 40 ingressi/die rispetto ai 37 della settimana precedente» (figura 7).
Vaccini: forniture. Al 25 agosto (aggiornamento ore 6.12) risultano consegnate 82.612.430 dosi. Dopo la stabilizzazione delle consegne settimanali di luglio (range 2,3-2,7 milioni), ad agosto si è registrato un cambio di passo: 3,3 milioni di dosi consegnate nella prima settimana, 2,9 milioni la successiva e 3,9 milioni nell’ultima (figura 8). Secondo le ultime dichiarazioni del Commissario Figliuolo, altre 5,3 milioni di dosi sono previste per questa settimana: 1,6 milioni di dosi di Moderna (di cui 1,4 già consegnate) e 3,7 milioni di dosi di Pfizer. «Contato che le scorte nazionali ammontano già ad oltre 6,2 milioni di dosi di vaccini a mRNA – spiega Marco Mosti – con le nuove forniture in arrivo da Pfizer entro fine settimana potremo contare su quasi 10 milioni di dosi».
Vaccini: somministrazioni. Al 25 agosto (aggiornamento ore 6.12) il 70,5% della popolazione (n. 41.767.543) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+788.108 rispetto alla settimana precedente) e il 61,9% (n. 36.686.910) ha completato il ciclo vaccinale (+839.012) (figura 9). Il numero di somministrazioni, in calo da 4 settimane consecutive, è crollato nell’ultima settimana (n. 1.474.992) (figura 10), con una media mobile a 7 giorni a quota 222.993 dosi/die (figura 11). «Durante il mese di agosto – commenta Cartabellotta – si è assistito ad un crollo del 66,5% delle somministrazioni: la media mobile a 7 giorni è passata dal picco di oltre 592 mila del 28 luglio a poco più di 198 mila il 20 agosto». Oltre all’esitazione vaccinale, varie le motivazioni alla base di questa brusca frenata: mancate prenotazioni durante le vacanze da parte degli utenti, ferie degli operatori sanitari, progressiva riduzione delle seconde dosi da somministrare. «D’altro canto – ribadisce il Presidente Cartabellotta – con la disponibilità di un consistente numero di dosi abbiamo perso l’opportunità di accelerare la campagna in alcune fasce d’età, soprattutto in quella 12-19 anni cruciale per l’imminente inizio delle scuole»
Vaccini: copertura degli over 50. L’87,1% della popolazione over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con un irrisorio incremento settimanale nazionale (+0,5%) e nette differenze regionali: dal 91,8% della Puglia all’80,4% della Sicilia. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.172.652 (93,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 107.588 (2,4%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 5.267.981 (88,3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 152.894 (2,6%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 6.196.591 (83,3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 269.108 (3,6%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 50-59 anni: degli oltre 9,4 milioni, 7.113.356 (75,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 552.766 (5,8%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Complessivamente, sono 4,6 milioni gli over 50 che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale (figura 12), di cui 3,52 milioni (12,9%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose, con rilevanti differenze regionali (dal 19,6% della Sicilia al 8,2% della Puglia) (figura 13). Visto il sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in queste fasce d’età, i dati confermano l’esitazione vaccinale degli over 50, mentre salgono tutte le curve degli under 40 (figura 14). Rimangono ancora notevoli differenze di copertura vaccinale tra le diverse classi anagrafiche (figura 15).
Vaccini: efficacia. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’efficacia del ciclo completo di vaccinazione, rispetto ai non vaccinati, raggiunge l’82,5% sulle diagnosi, il 94,9% sulle ospedalizzazioni, il 97% sui ricoveri in terapia intensiva e il 97,1% sui decessi. Se guardando i numeri assoluti potrebbe paradossalmente sembrare che ospedalizzazioni e decessi siano più frequenti negli individui vaccinati, rapportando il dato alla popolazione e standardizzandolo per 100.000 abitanti, appare molto netta la minore incidenza di eventi gravi nei vaccinati con doppia dose. «Infatti – commenta Gili – ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi sono ridotti rispettivamente dell’84,4%, 89,5% e 80% nei soggetti che hanno effettuato il ciclo completo rispetto a chi non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino».
Scenari futuri. «Con l’imminente ripresa delle attività lavorative e scolastiche – conclude Cartabellotta – la Fondazione GIMBE propone una revisione delle dinamiche della circolazione del SARS-CoV-2, dell’impatto della COVID-19 sugli ospedali e delle strategie da mettere in campo nei prossimi mesi per mitigare gli effetti della pandemia e scongiurare possibili chiusure». In sintesi:
- Circolazione del SARS-CoV-2. La diffusione della variante delta ha determinato un incremento dei contagi che, pur sottostimati dall’insufficiente attività di testing & tracing, al momento risultano stabili. Inoltre, in una fase epidemica caratterizzata dall’esplosione di focolai, la circolazione virale determina improvvise variazioni che ripropongono la necessità di restrizioni locali finalizzate a circoscrivere il contagio. Infine, considerata la notevole contagiosità della variante delta, con l’inizio della stagione autunnale, la riapertura delle scuole e la ripresa delle attività lavorative è cruciale tenere sempre alta l’attenzione sui comportamenti individuali specialmente in ambiente chiusi.
- Impatto della COVID-19. Il progressivo incremento dei contagi ha determinato in 40 giorni un netto aumento dei ricoveri in area medica (+271%) e in terapia intensiva (+234%), con notevoli differenze regionali condizionate sia dalla circolazione del virus sia dalla copertura vaccinale con ciclo completo della popolazione, in particolare di over 50 e fragili: la vaccinazione di tutte le fasce di età rimane pertanto fondamentale per arginare l’impatto della COVID-19.
- Disponibilità vaccini. Tra dosi attualmente “in frigo” e forniture annunciate entro la fine del mese potremo contare su 10 milioni di dosi di vaccini a mRna, una disponibilità sufficiente a riprendere le somministrazioni al ritmo precedente al crollo di agosto.
- Somministrazione vaccini. Persiste l’esitazione vaccinale degli over 50 e, viste le difficoltà ad attuare una strategia di chiamata attiva, l’obbligo vaccinale rimane l’ultima possibilità. Riguardo la fascia 12-19, non è realistico l’obiettivo di coprire con il ciclo completo il 60-65% prima dell’inizio dell’anno scolastico, visto che il 46,9% (n. 2.137.396) non ha ancora ricevuto nemmeno una dose e il 23,9% (n. 1.091.097) solo la prima, con marcate differenze regionali (figura 16).
- Terza dose. Ad oggi mancano robuste evidenze per definire indicazioni, tempi e modalità di somministrazione, ma esistono tre ragionevoli certezze: innanzitutto, in assenza di test affidabili, i potenziali candidati possono essere individuati solo sulla base del rischio individuale nelle persone più a rischio di malattia severa (over 80, ospiti RSA, immunodepressi, trapiantati e pazienti molto fragili) e negli operatori sanitari, maggiormente esposti al rischio di infezione; l’efficacia del ciclo completo nei confronti di infezione e malattia sintomatica sembra progressivamente ridursi, ma rimane elevata nei confronti di malattia grave e decesso; infine, indipendentemente dal parere del CTS, la somministrazione di una terza dose deve essere approvata dalle autorità regolatorie.
- Green pass. L’eventuale decisione di estenderne la validità a 12 mesi per le persone vaccinate o guarite non è ad oggi sostenuta da evidenze scientifiche, che al contrario iniziano a dimostrare una riduzione degli effetti della copertura vaccinale a partire dal 6° mese, in particolare negli anziani e nei soggetti fragili. Un’eventuale estensione risponderebbe dunque solo all’esigenza di coprire il “buco temporale” in attesa delle decisioni delle autorità regolatorie sulla somministrazione della terza dose.
- Scuole. Se il Governo si è impegnato a riaprire le scuole in presenza al 100%, le misure approvate con il DL 111/2021 non contengono rilevanti cambiamenti, a fronte di una variante del virus molto più contagiosa. Le numerose criticità che lo scorso anno scolastico hanno ostacolato, se non reso impossibile, lo svolgimento delle lezioni in presenza non sono state finora affrontate in modo risolutivo. Non esiste alcuna rendicontazione pubblica su come siano stati impiegati i 150 milioni del decreto Sostegni (es. idonea areazione e ventilazione dei locali, distanziamento fisico, etc.); mentre i 350 milioni del Decreto Sostegni bis destinati a varie misure tra cui dispositivi di protezione individuale e riprogettazione spazi ad oggi sono stati ripartiti tra le scuole solo sulla carta. Sul fronte trasporti, al di là di generiche indicazioni sullo scaglionamento degli orari di ingresso, spunta solo la figura del mobility manager per predisporre gli spostamenti casa-scuola-casa di personale scolastico e alunni. Non è previsto lo screening periodico e sistematico di studenti e personale scolastico. Unica novità è l’obbligo del green pass per il personale scolastico, non esteso agli studenti over 12 per i quali si punta, con un rischio poco “ragionato”, esclusivamente sulla copertura vaccinale.
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
5 agosto 2021
Coronavirus: rallenta l’incremento dei nuovi casi (+20%), ma aumentano ricoveri e terapie intensive. Vaccini: risalgono al 29,5% le prime dosi, ma le consegne limitate rischiano di frenare la campagna.
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 28 LUGLIO-3 AGOSTO, RILEVA UN RALLENTAMENTO NELLA CRESCITA NUOVI CASI. CONTINUANO A SALIRE I PAZIENTI RICOVERATI IN AREA MEDICA (+36,3%) E NELLE TERAPIE INTENSIVE (+36,5%): I NUMERI ASSOLUTI RIMANGONO BASSI, MA CON RILEVANTI DIFFERENZE REGIONALI DI SATURAZIONE DEI POSTI LETTO. RESTANO STABILI I DECESSI. TORNA A SALIRE LA PERCENTUALE DELLE PRIME DOSI SUL TOTALE DELLE SOMMINISTRAZIONI, MA LA CAMPAGNA VACCINALE, ORMAI DIPENDENTE DAI VACCINI A MRNA, PUÒ CONTARE SU UN NUMERO DI DOSI INSUFFICIENTE PER MANTENERE IL RITMO. ALLA VIGILIA DELLA PAUSA ESTIVA DALLA FONDAZIONE GIMBE UNA REVISIONE DELLE DINAMICHE DELLA CIRCOLAZIONE DEL SARS-COV-2 E DELL’IMPATTO DELLA COVID-19 SUGLI OSPEDALI.
5 agosto 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 28 luglio 2021-3 agosto 2021, rispetto alla precedente, un incremento di nuovi casi (38.328 vs 31.963) (figura 1) e una sostanziale stabilità dei decessi (120 vs 111) (figura 2). In aumento anche i casi attualmente positivi (94.216 vs 70.310), le persone in isolamento domiciliare (91.762 vs 68.510), i ricoveri con sintomi (2.196 vs 1.611) e le terapie intensive (258 vs 189) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 120 (+8,1%)
- Terapia intensiva: +69 (+36,5%)
- Ricoverati con sintomi: +585 (+36,3%)
- Isolamento domiciliare: +23.252 (+33,9%)
- Nuovi casi: 38.328 (+19,9%)
- Casi attualmente positivi: +23.906 (+34%)
«I nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – continuano a salire, seppur a un ritmo meno sostenuto rispetto alla settimana precedente, ma rimangono indubbiamente sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti». Infatti, il rapporto positivi/persone testate, dopo l’impennata dall’1,8% al 9,1% in 4 settimane, negli ultimi 7 giorni ha segnato una crescita più contenuta salendo al 10,7% (figura 1) e la media mobile dei nuovi casi si sta progressivamente appiattendo (figura 4).
Nella settimana 28 luglio-3 agosto, rispetto alla precedente, in tutte le Regioni ad eccezione della Provincia Autonoma di Trento e del Lazio (Regione dove l’attacco hacker ha rallentato l’aggiornamento dei dati) si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi (tabella 1). In 62 Province l’incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti e in Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Veneto tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. In quattro Province si registrano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Cagliari (303), Ragusa (236), Caltanissetta (197) e Lucca (172) (tabella 2). Stabili i decessi: 120 negli ultimi 7 giorni (di cui 12 relativi a periodi pregressi), con una media di 17 al giorno rispetto ai 16 della settimana precedente.
«Dopo i primi segnali di risalita – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si conferma un netto incremento percentuale dei ricoveri: +36,3% in area medica e +36,5% in terapia intensiva». In termini assoluti, il numero di posti letto occupati da parte di pazienti COVID in area medica è passato dal minimo di 1.088 del 16 luglio ai 2.196 del 3 agosto e quello delle terapie intensive dal minimo di 151 del 14 luglio ai 258 del 3 agosto, ma al momento le percentuali di occupazione a livello nazionale rimangono molto basse: 4% in area medica e 3% nelle terapie intensive. Tuttavia, si osserva una notevole eterogeneità regionale: per l’area medica si collocano sopra la media nazionale Sicilia (11%), Calabria (9%), Campania (6%), Basilicata (6%), Lazio (6%) e Sardegna (5%) (figura 5); per l’area critica sopra media nazionale Sardegna (10%), Liguria (6%), Lazio (5%), Sicilia (4%) e Toscana (4%) (figura 6). «Aumentano gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 21 ingressi/die rispetto ai 14 della settimana precedente» (figura 7).
Vaccini: forniture. Al 4 agosto (aggiornamento ore 6.09) risultano consegnate 72.149.518 dosi, da cui vanno sottratte 255.050 dosi di Johnson & Johnson non utilizzate e restituite dalle Regioni alla struttura commissariale. Dopo il picco di consegne registrato tra il 28 giugno e il 4 luglio (5.669.727 dosi), nelle due settimane successive le forniture settimanali si sono attestate intorno a 2,6 milioni di dosi per scendere a 2,5 milioni nella settimana 19-25 luglio e risalire a quota 2,7 milioni la scorsa settimana (figura 8).
Vaccini: somministrazioni. Al 4 agosto (aggiornamento ore 6.09) il 65,5% della popolazione (n. 38.814.033) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+1.107.982 rispetto alla settimana precedente) e il 56% (n. 33.183.256) ha completato il ciclo vaccinale (+2.181.944) (figura 9). In calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 3.397.134) (figura 10) e la media mobile a 7 giorni (445.908 dosi/die) (figura 11), entrambi parzialmente influenzati dal mancato aggiornamento dei dati da parte della Regione Lazio a seguito dell’attacco hacker. «Di fatto – precisa Cartabellotta – il numero di somministrazioni giornaliere non riesce a decollare sia per la limitata disponibilità di vaccini a mRNA, sia perché non vengono più utilizzati quelli a vettore adenovirale per le prime dosi». In dettaglio, AstraZeneca viene impiegato quasi esclusivamente per i richiami (98,4% delle somministrazioni nell’ultima settimana); le somministrazioni di Johnson & Johnson sono ormai esigue (poco meno di 35 mila nell’ultima settimana) e le Regioni hanno iniziato a restituire le dosi non utilizzate; la limitata disponibilità di dosi di vaccini a mRNA ostacola, a breve termine, la possibilità di accelerare la vaccinazione negli under 60, oltre che di convincere gli over 60 ancora scoperti che rifiutano i vaccini a vettore adenovirale. «Dopo oltre un mese di decremento – spiega Mosti – nelle ultime due settimane risale la percentuale di prime dosi sul totale delle dosi somministrate: nella settimana 26 luglio-1 agosto poco più di 1 milione, pari al 29,5% del totale» (figura 12).
Vaccini: copertura degli over 60. L’89% ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con un incremento settimanale nazionale irrisorio (+0,5%) e nette differenze regionali: se la Puglia ha raggiunto il 93,8% la Sicilia si ferma a quota 81%. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.137.391 (92,3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 112.648 (2,5%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 13).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 5.146.053 (86,3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 202.094 (3,4%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 14).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 5.851.619 (78,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 462.036 (6,2%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 15).
A fronte di una variante delta ormai prevalente, oltre 2,7 milioni di over 60 non hanno ancora completato il ciclo vaccinale (figura 16). In dettaglio: 1,98 milioni (11%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose con rilevanti differenze regionali (dal 19% della Sicilia al 6,2% della Puglia) (figura 17) e 0,77 milioni (4,3%) devono completare il ciclo con la seconda dose. I dati confermano l’esitazione vaccinale in questa fascia anagrafica, e non solo: il trend di somministrazione delle prime dosi vede una flessione anche in tutte le altre classi d’età superiori ai 30 anni (figura 18), con notevoli differenze di copertura tra le varie fasce anagrafiche (figura 19).
Scenari futuri. «Alla vigilia della pausa di agosto – conclude Cartabellotta – la Fondazione GIMBE effettua una revisione delle dinamiche della circolazione del SARS-CoV-2 e dell’impatto della COVID-19 sugli ospedali, tenendo conto della diffusione della variante delta e delle criticità di fornitura e somministrazione dei vaccini». In sintesi:
- Circolazione del SARS-CoV-2. Analogamente ad altri paesi europei, la diffusione della variante delta ha determinato un incremento dei contagi, la cui entità in Italia è indubbiamente sottostimata dall’insufficiente attività di testing & tracing. Inoltre, in una fase epidemica caratterizzata dalla continua esplosione di focolai locali, la circolazione virale determina improvvise variazioni regionali / provinciali. L’incremento settimanale dei nuovi casi sembra rallentare, ma la notevole contagiosità della variante delta impone di tenere alta l’attenzione sui comportamenti individuali in un periodo come quello estivo caratterizzato dall’aumento di spostamenti, contatti sociali, occasioni di assembramento.
- Impatto della COVID-19. Come previsto l’incremento dei contagi ha determinato in circa 3 settimane un aumento dei ricoveri, in particolare in area medica (+102%) e in misura minore in terapia intensiva (+71%), anche qui con notevoli differenze regionali. Considerato che l’entità di tale incremento è proporzionale alla circolazione virale e inversamente correlato ai tassi di copertura vaccinale completa della popolazione, in particolare di over 60 e fragili, la vaccinazione in tutte le fasce di età rimane fondamentale per arginare l’impatto della COVID-19.
- Disponibilità vaccini. La campagna vaccinale è ormai totalmente dipendente dai vaccini a mRNA, le cui consegne non saranno sufficienti a mantenere il ritmo di 500 mila somministrazioni al giorno una volta completati i cicli “aperti” con i vaccini a vettore adenovirale. In altre parole, in assenza di un deciso cambio di marcia nelle forniture di vaccini a mRNA, è ragionevole aspettarsi un rallentamento della campagna nel mese di agosto.
- Somministrazione vaccini. Persiste l’esitazione vaccinale degli over 50, difficilmente raggiungibili senza una strategia capillare di chiamata attiva; sembra inoltre poco realistica la possibilità di coprire con il ciclo completo il 60-65% della fascia 12-19 prima dell’inizio dell’anno scolastico, visto che il 63,4% non ha ancora effettuato nemmeno una dose, con notevoli differenze regionali (figura 20). Difficile stimare la reale entità della “spinta gentile” del green pass, in assenza di dati pubblici sulle prenotazioni.
- Terza dose. Al momento, per quanto verosimilmente sarà necessaria una terza dose in alcune fasce della popolazione, non ci sono evidenze sufficienti per definire indicazioni, tempi e modalità di somministrazione. Su questo fronte sono tre, in ogni caso, le ragionevoli certezze. Innanzitutto, non esiste alcun test affidabile per identificare i potenziali candidati, i quali al momento vengono individuati nelle persone più a rischio di malattia severa (over 80, ospiti RSA, persone molto fragili) e negli operatori sanitari; in secondo luogo, l’incremento delle diagnosi di COVID-19 e il ricovero di persone vaccinate con doppia dose potrebbero essere un indicatore indiretto di una ridotta protezione immunitaria; infine, la somministrazione della terza dose rimane al momento off label e deve essere autorizzata dalle autorità regolatorie.
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
29 2021
Coronavirus: quarta ondata di contagi (+64,8% nuovi casi), ma l’impatto sugli ospedali è ancora minimo. Vaccini: oltre 2 milioni di over 60 senza copertura, pesano le incertezze su tempi delle forniture. Riaperture scuole: oltre 3 milioni di studenti da immunizzare, ma rischioso puntare tutto sui vaccini.
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 21-27 LUGLIO, RILEVA UN ULTERIORE AUMENTO DEI NUOVI CASI E DEGLI INDICATORI OSPEDALIERI: +34,9% DI PAZIENTI RICOVERATI IN AREA MEDICA, +14,5% NELLE TERAPIE INTENSIVE, ANCHE SE I NUMERI ASSOLUTI RIMANGONO BASSI. TORNANO A SALIRE ANCHE I DECESSI (+46,1%). LA CAMPAGNA VACCINALE NON RIESCE AD ACCELERARE TRA ESITAZIONE VACCINALE E INCERTEZZE SUI TEMPI DI CONSEGNA. PER LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE IN PRESENZA RISCHIOSO PUNTARE SOLO SULLA VACCINAZIONE DI STUDENTI E PERSONALE SCOLASTICO
29 luglio 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 21-27 luglio 2021, rispetto alla precedente, un incremento di nuovi casi (31.963 vs 19.390) (figura 1) e decessi (111 vs 76) (figura 2). In aumento anche i casi attualmente positivi (70.310 vs 49.310), le persone in isolamento domiciliare (68.510 vs 47.951), i ricoveri con sintomi (1.611 vs 1.194) e le terapie intensive (189 vs 165) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 111 (+46,1%)
- Terapia intensiva: +24 (+14,5%)
- Ricoverati con sintomi: +417 (+34,9%)
- Isolamento domiciliare: +20.559 (+42,9%)
- Nuovi casi: 31.963 (+64,8%)
- Casi attualmente positivi: +21.000 (+42,6%)
«Continuano a salire – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i nuovi casi settimanali, sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso sempre più difficile dall’aumento dei positivi». Infatti, a fronte ad un’impennata del rapporto positivi/persone testate - dall’1,8% della settimana 30 giugno-6 luglio al 9,1% di quella 21-27 luglio (figura 1) - la media mobile dei nuovi casi ha subito una flessione nell’ultima settimana (figura 4). «In altre parole – continua il Presidente – il virus circola più di quanto documentato dai nuovi casi identificati: di fatto siamo entrati nella quarta ondata».
Nella settimana 21-27 luglio, rispetto alla precedente, in tutte le Regioni eccetto il Molise si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi (tabella 1) e in 40 Province l’incidenza supera i 50 casi per 100.000 abitanti. Tre Province fanno registrare oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Caltanissetta (272), Cagliari (257) e Ragusa (193) (tabella 2). Dopo 15 settimane di calo, tornano a salire anche i decessi: 111 nell’ultima settimana, con una media di 16 al giorno rispetto agli 11 della settimana precedente.
«Dopo i primi segnali di risalita registrati la scorsa settimana – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si conferma un lieve incremento dei ricoveri che documentano l’impatto ospedaliero dell’aumentata circolazione virale». Complessivamente, il numero di posti letto occupati da parte di pazienti COVID in area medica è passato dai 1.088 del 16 luglio ai 1.611 del 27 luglio e quello delle terapie intensive dai 151 del 14 luglio ai 189 del 27 luglio, anche se le percentuali rimangono molto basse: a livello nazionale 3% in area medica e 2% nelle terapie intensive, con tutte le Regioni che registrano valori nettamente inferiori al 15% per l’area medica e al 10% per l’area critica. «Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – continuano lentamente a crescere: la media mobile a 7 giorni è di 14 ingressi/die rispetto ai 10 della settimana precedente» (figura 5).
Vaccini: forniture. Al 28 luglio (aggiornamento ore 6.10) risultano consegnate 69.253.968 dosi: dopo il picco di consegne registrato tra il 28 giugno e il 4 luglio (5.669.727 dosi), nelle due settimane successive le forniture settimanali si sono attestate intorno a 2,6 milioni di dosi per scendere a quota 2,5 milioni la scorsa settimana (figura 6). «Dopo il flop di Curevac ed il progressivo tramonto dei vaccini a vettore virale – commenta Cartabellotta – la campagna vaccinale è ormai dipendente dai vaccini a mRNA, ma rimangono incerti i tempi di consegna di oltre 45 milioni di dosi previste per il terzo trimestre, che come già accaduto nei due trimestri precedenti, potrebbero concentrarsi a fine settembre. E una cadenza non regolare delle consegne rappresenta un grande ostacolo per la programmazione della campagna vaccinale». (figura 7)
Vaccini: somministrazioni. Al 28 luglio (aggiornamento ore 6.10) il 63,6% della popolazione (n. 37.706.051) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+938.395 rispetto alla settimana precedente) e il 52,3% (n. 31.001.312) ha completato il ciclo vaccinale (+2.928.731 rispetto alla settimana precedente) (figura 8). In lieve calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 3.720.954) (figura 9), con una media mobile a 7 giorni di 528.285 inoculazioni/die (figura 10).
«Il numero di somministrazioni giornaliere – precisa Cartabellotta – stabile ormai da settimane, non riesce a decollare sia per il mancato utilizzo dei vaccini a vettore adenovirale per le prime dosi, sia per la limitata disponibilità di quelli a mRNA». In particolare, AstraZeneca viene impiegato quasi esclusivamente per i richiami (99,3% delle somministrazioni nell’ultima settimana); le somministrazioni di Johnson & Johnson sono ormai esigue (nell’ultima settimana poco meno di 4 mila al giorno a fronte di oltre 944 mila dosi “in frigo”); la scarsa disponibilità di dosi di vaccini a mRNA ostacola, nel breve termine, la possibilità di una massiccia vaccinazione degli under 60. «In questo scenario – spiega Mosti – nell’ultima settimana si registra un lieve incremento della percentuale di prime dosi sul totale delle dosi somministrate, che tuttavia si attestano a 801 mila (21,5% del totale), in picchiata rispetto alle oltre 2,9 milioni di prime dosi della settimana 7-13 giugno (73,8% del totale)» (figura 11).
Vaccini: copertura degli over 60. L’88,5% ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con un incremento settimanale nazionale irrisorio (+0,5%) e nette differenze regionali: se la Puglia ha raggiunto il 93,6% la Sicilia si ferma a quota 80,1%. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.119.891 (92%) hanno completato il ciclo vaccinale e 120.582 (2,7%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 5.041.760 (84,5%) hanno completato il ciclo vaccinale e 280.691 (4,7%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 13).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 5.554.115 (74,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 705.431 (9,5%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 14).
A fronte della diffusione della variante delta che si avvia a diventare prevalente, quasi 3,2 milioni di over 60 non hanno ancora completato il ciclo vaccinale (figura 15). In dettaglio: 2,06 milioni (11,5%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose con rilevanti differenze regionali (dal 19,9% della Sicilia al 6,4% della Puglia) (figura 16) e 1,11 milioni (6,2%) sono in attesa di completare il ciclo con la seconda dose. «Da circa 2 mesi l’incremento delle coperture in questa fascia d’età – puntualizza Gili – è quasi esclusivamente legato al completamento di cicli vaccinali, mentre rimane “congelato” il numero di over 60 che ricevono la prima dose, segno di una persistente esitazione vaccinale proprio dei soggetti più esposti a rischio di malattia grave». Peraltro, il trend di somministrazione delle prime dosi conferma l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69 e una flessione per tutte le classi d’età superiori ai 30 anni (figura 17), con notevoli differenze di copertura tra le varie classi anagrafiche (figura 18).
Riapertura delle scuole. Degli oltre 4,5 milioni di persone di età compresa tra 12 e 19 anni, poco più di 670 mila (14,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e quasi 765 mila (16,8%) hanno ricevuto solo la prima dose. Guardando alla parte mezza vuota del bicchiere, in questa fascia di età il 68,5% (n. 3.121.710) risulta ancora totalmente scoperto, peraltro con differenze regionali molto rilevanti (figura 19): dall’85,9% dell’Umbria al 61,4% dell’Abruzzo. Senza contare che tra il personale scolastico (n. 1.460.922), se il 78,2% (n. 1.142.383) ha completato il ciclo vaccinale e il 6,6% (n. 97.185) è in attesa della seconda dose, il 15,2% (n. 221.354) non ha ancora ricevuto nessuna dose.
Se la riapertura delle scuole in presenza al 100% deve essere l’obiettivo prioritario del Paese, come ribadito ieri anche dal Presidente Mattarella, puntare esclusivamente sulle coperture vaccinali è rischioso per tre ragioni. Innanzitutto, nonostante il via libera di AIFA al vaccino Moderna per la fascia 12-17 anni, la quantità di vaccini a mRNA non è sufficiente per ampliare massivamente a breve termine la platea dei vaccinandi; in secondo luogo, vista la limitata disponibilità di dosi, un’adesione rapida e massiva degli under 19 per completare il ciclo vaccinale entro settembre richiede una rimodulazione ufficiale delle priorità della campagna vaccinale; infine, tale adesione rischia di fermarsi ben al di sotto di quel 60-65% stimato dal Commissario Figliuolo e dal Ministro dell’Istruzione anche per l’esitazione vaccinale di maggiorenni e genitori dei minorenni legata alla percezione di un irrisorio rischio individuale della malattia tra i più giovani.
«Pur riconoscendo nella vaccinazione di massa la via maestra per tornare a scuola in sicurezza – conclude Cartabellotta – è assolutamente indifferibile affrontare tutte le criticità emerse durante lo scorso anno scolastico che hanno ostacolato, e spesso reso impossibile, un adeguato svolgimento delle lezioni in presenza. Dall’idonea areazione e ventilazione dei locali, a efficaci strategie di screening periodico e sistematico di studenti e personale scolastico, da nuove regole per i trasporti locali allo scaglionamento degli orari di ingresso. Anche perché, per gli studenti under 12 non è ancora disponibile alcun vaccino».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
22 2021
Coronavirus: raddoppiano i casi settimanali (+115%). Primi segnali di risalita ricoveri e terapie intensive. Vaccini: prime dosi al palo, in 7 giorni solo il 15% del totale. Green Pass e colori Regioni: stop agli scontri politici, le scelte siano guidate dalle evidenze scientifiche e dal buonsenso.
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 14-20 LUGLIO, RILEVA UN’IMPENNATA DEI NUOVI CASI (+115%) E UN’INVERSIONE DI TENDENZA SUL FRONTE OSPEDALIERO: +6% DI RICOVERI E +5% DI TERAPIE INTENSIVE. ANCORA IN CALO I DECESSI (-27%). LA CAMPAGNA VACCINALE MANTIENE IL RITMO DI 550 MILA SOMMINISTRAZIONI AL GIORNO, MA LE PRIME DOSI CROLLANO AL 15% E I VACCINI A VETTORE ADENOVIRALE SONO ORMAI SUL VIALE DEL TRAMONTO. TRA GLI OVER 60 BEN 2,2 MILIONI NON HANNO RICEVUTO NEMMENO UNA DOSE DI VACCINO E 1,8 MILIONI SONO IN ATTESA DI COMPLETARE IL CICLO. LA FONDAZIONE GIMBE RIBADISCE VANTAGGI E LIMITI DEL GREEN PASS E METTE IN GUARDIA CONTRO I RISCHI DI “COLORARE” LE REGIONI BASANDOSI SOLO SUI DATI OSPEDALIERI.
22 luglio 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 14-20 luglio 2021, rispetto alla precedente, un incremento del 115,7% di nuovi casi (19.390 vs 8.989) (figura 1), mentre si confermano ancora in calo i decessi (76 vs 104) (figura 2). Dopo oltre tre mesi di decremento, si registra invece un’inversione di tendenza dei casi attualmente positivi (49.310 vs 40.649), delle persone in isolamento domiciliare (47.951 vs 39.364), dei ricoveri con sintomi (1.194 vs 1.128) e delle terapie intensive (165 vs 157) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 76 (-26,9%)
- Terapia intensiva: +8 (+5,1%)
- Ricoverati con sintomi: +66 (+5,9%)
- Isolamento domiciliare: +8.587 (+21,8%)
- Nuovi casi: 19.390 (+115,7%)
- Casi attualmente positivi: +8.661 (+21,3%)
«Sul fronte dei nuovi casi – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si registra un netto incremento settimanale, verosimilmente sottostimato da un’attività di testing insufficiente e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso ora più difficile dall’aumento dei positivi. Nella settimana 14-20 luglio in tutte le Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla precedente (tabella 1) e sono ben 51 le Province in cui negli ultimi 14 giorni si rileva un incremento settimanale dei nuovi casi superiore al 20% e che negli ultimi sette giorni registrano un valore assoluto di almeno 50 nuovi casi (tabella 2). Continuano a scendere i decessi, 76 nell’ultima settimana, con una media di 11 al giorno rispetto ai 15 della settimana precedente.
«Dopo 14 settimane di riduzione degli indicatori ospedalieri – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si registra un’inversione di tendenza con lieve incremento dei ricoveri in area medica e in terapia intensiva, dove l’occupazione di posti letto da parte dei pazienti COVID rimane per ora molto bassa, intorno al 2%». Tutte le Regioni registrano valori inferiori al 10% per l’area medica e al 5% per le terapie intensive: 7 le Regioni che non contano pazienti COVID in area critica. «Si conferma un ulteriore lieve incremento – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – degli ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni è di 10 ingressi/die rispetto ai 7 della settimana precedente» (figura 4).
Vaccini: forniture. Al 21 luglio (aggiornamento ore 6.10) sono state consegnate 66.462.630 dosi: dopo il picco di consegne della settimana 28 giugno-4 luglio (5.669.727 dosi), nelle due settimane successive le forniture settimanali si sono attestate intorno a 2,6 milioni di dosi (figura 5). Anche senza il mancato aggiornamento delle consegne previste (ultimo update: 23 aprile) è realistico prevedere che nel terzo trimestre arriveranno solo vaccini a mRNA, visto l’imminente tramonto di quelli a vettore adenovirale e il mancato superamento dei test clinici da parte di CureVac (figura 6).
Vaccini: somministrazioni. Al 21 luglio (aggiornamento ore 6.10) il 62,1% della popolazione (n. 36.767.656) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+724.981 rispetto alla settimana precedente) e il 47,4% (n. 28.072.581) ha completato il ciclo vaccinale (+3.270.882 rispetto alla settimana precedente) (figura 7). Stabile nell’ultima settimana anche il numero di somministrazioni (n. 3.857.622) (figura 8), con una media mobile a 7 giorni di 549.282 inoculazioni/die (figura 9).
«Il numero di somministrazioni giornaliere – precisa Cartabellotta – stabile ormai da settimane non decolla nonostante il potenziale organizzativo, per il mancato utilizzo dei vaccini a vettore adenovirale e la limitata disponibilità di quelli a mRNA». In particolare, AstraZeneca non viene più somministrato per le prime dosi, come dimostra il fatto che nell’ultima settimana il 99,3% delle somministrazioni sono stati richiami; le somministrazioni di Johnson & Johnson sono ormai sporadiche (nell’ultima settimana in media 3 mila al giorno); infine, non disponiamo di un numero di dosi di vaccini a mRNA sufficiente ad ampliare la platea dei vaccinandi. «In questo scenario – spiega Mosti – continua a scendere la percentuale di prime dosi sul totale delle dosi somministrate: da oltre 2,9 milioni di prime dosi della settimana 7-13 giugno (74% del totale) sono precipitate a 583 mila della settimana 12-18 luglio (15% del totale), con una riduzione complessiva dell’80,3%» (figura 10).
Vaccini: copertura degli over 60. L’88% ha ricevuto almeno una dose di vaccino, con un incremento settimanale irrisorio a livello nazionale (+0,4%) e nette differenze regionali: mentre Puglia, Umbria, Lazio, Lombardia e Toscana hanno superato il 90%, la Sicilia rimane ferma al 79%. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.098.799 (91,5%) hanno completato il ciclo vaccinale e 132.157 (2,9%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 4.781.739 (80,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 513.802 (8,6%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 5.061.234 (68%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.144.838 (15,4%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 13).
Variante delta. A fronte della diffusione di questa variante che si avvia a diventare prevalente, continuano a preoccupare i quasi 4 milioni di over 60 a rischio di malattia grave non coperti dalla doppia dose di vaccino (figura 14). In dettaglio: 2,15 milioni (12%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose con rilevanti differenze regionali (dal 21% della Sicilia al 6,9% della Puglia) (figura 15) e 1,79 milioni (10%) sono in attesa di completare il ciclo con la seconda dose. «L’incremento delle coperture rispetto alla scorsa settimana – puntualizza Gili – è quasi esclusivamente legato al completamento di cicli vaccinali: in altri termini, continua a stagnare il numero di over 60 che ricevono la prima dose, segno di una persistente esitazione vaccinale in questa fascia di età». Peraltro, il trend di somministrazione delle prime dosi per fasce di età conferma l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69 e una flessione per tutte le altre classi d’età (figura 16), con notevoli differenze di copertura tra le varie classi anagrafiche (figura 17).
Green pass. «Nell’infuocato dibattito sui possibili utilizzi del green pass in Italia – afferma Cartabellotta – annebbiato da posizioni politiche estreme, si sono registrate inaccettabili e opportunistiche distorsioni di evidenze scientifiche e dati nazionali sull’efficacia dei vaccini pubblicati dell’Istituto Superiore di Sanità e di sicurezza pubblicati dell’AIFA». La Fondazione GIMBE ribadisce la propria posizione sul green pass, esortando le forze politiche a non polarizzare ulteriormente gli estremi sull’utilizzo di uno strumento che:
- In questa fase della pandemia il green pass può giocare un ruolo cruciale: è efficace nel limitare la circolazione del virus e permette il rilancio in sicurezza di alcuni settori, prevenendo il rischio di un ritorno a eventuali restrizioni.
- Nel breve termine l’utilizzo del green pass si scontra con alcuni ostacoli che devono essere rimossi:
- L’attuale indisponibilità di vaccini discrimina chi è in attesa della vaccinazione, anche per la mancata gratuità dei tamponi in diverse Regioni
- Servono strumenti e risorse per verificare sistematicamente le certificazioni nei luoghi dove sono richieste
- Manca una legge sull’obbligo vaccinale per chi lavora in locali e esercizi dove viene richiesto il green pass
- Può avere un’applicazione immediata per i grandi eventi (sportivi, musicali, fieristici, congressuali) e mezzi di trasporto (aerei, navi e treni a lunga percorrenza), eventualmente anche per cinema e teatri; ma a breve termine il suo utilizzo per ristoranti e soprattutto bar è più complesso. Risulta invece più ardua una sua implementazione per il trasporto locale ed altri servizi essenziali (es. supermercati, farmacie, etc.).
- La ventilata ipotesi di modulare il green pass in relazione allo status vaccinale (prima dose o ciclo completo) e/o ai colori delle Regioni introduce ulteriori elementi di complessità difficili da gestire nella pratica.
Modifica parametri assegnazione colori Regioni. Se da un lato è ragionevolmente certo che, rispetto alle ondate precedenti, l’aumentata circolazione del virus avrà un minore impatto sugli ospedali grazie alla copertura vaccinale di over 60 e fragili, dall’altro affidare un peso eccessivo (o addirittura esclusivo) agli indicatori ospedalieri per “colorare” le Regioni concretizza un “rischio non calcolato” per tre ragioni.
- Fa perdere di vista il monitoraggio della circolazione del virus, la cui entità ha comunque un impatto ospedaliero proporzionale alla sua diffusione.
- È un indicatore meno tempestivo in quanto la curva delle ospedalizzazioni segue con un certo ritardo quella dei nuovi casi.
- L’introduzione di eventuali provvedimenti restrittivi sarebbe tardiva e produrrebbe un miglioramento solo dopo alcune settimane.
«Se Governo e Regioni intendono abbandonare il parametro dei contagi – conclude Cartabellotta – servono soglie molto basse per gli indicatori ospedalieri: non oltre il 5% di occupazione da parte di pazienti COVID-19 per le terapie intensive e il 10% per i ricoveri in area medica per rimanere in zona bianca. Se invece l’intenzione è quella di innalzare tali soglie, oltre ad accettare i rischi sopra descritti, bisogna mantenere tra i parametri di monitoraggio il numero dei casi per 100.000 abitanti, aumentando l’incidenza settimanale sopra i 50 casi per conservare la zona bianca e definendo un numero standard di tamponi per 100.000 abitanti per evitare comportamenti opportunistici».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
15 2021
Coronavirus: +61% di contagi settimanali, ma ancora in discesa ricoveri e decessi. Vaccini: prime dosi a picco, in un mese -73%. Variante Delta: a rischio 2,2 milioni di over 60 senza vaccino e 2,5 milioni con una sola dose. Green Pass: modello francese inapplicabile a breve termine
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 7-13 LUGLIO, RILEVA UN NETTO INCREMENTO DEI NUOVI CASI (+61,4%) PERALTRO SOTTOSTIMATI PER IL CALO DEI TAMPONI. SCENDONO ANCORA RICOVERI (-11,3%), TERAPIE INTENSIVE (-16%) E DECESSI (-35,8%). GRANDI INCOGNITE SUL FRONTE VACCINALE: CON LA VENTILATA USCITA DI SCENA DEI VACCINI A VETTORE ADENOVIRALE E IL FLOP DI CUREVAC, NEL 3° TRIMESTRE RISCHIAMO DI POTER CONTARE SOLO SU 45,5 MILIONI DI DOSI DI VACCINI A MRNA, LA METÀ DI QUELLE PREVENTIVATE. A FRONTE DELL’AVANZATA DELLA VARIANTE DELTA PREOCCUPANO LA PERSISTENTE ESITAZIONE VACCINALE DI OLTRE 2,2 MILIONI DI OVER 60, LA CARENZA DI DOSI CHE IMPONE ALLE REGIONI A CONTINUI STOP&GO DELLE AGENDE E IL DRASTICO CALO DELLE PRIME SOMMINISTRAZIONI.
15 luglio 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 7-13 luglio 2021, rispetto alla precedente, un incremento del 61,4% di nuovi casi (8.989 vs 5.571) (figura 1); si confermano invece in calo i decessi (104 vs 162) (figura 2), i casi attualmente positivi (40.649 vs 42.579), le persone in isolamento domiciliare (39.364 vs 41.121), i ricoveri con sintomi (1.128 vs 1.271) e le terapie intensive (157 vs 187) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 104 (-35,8%)
- Terapia intensiva: -30 (-16%)
- Ricoverati con sintomi: -143 (-11,3%)
- Isolamento domiciliare: -1.757 (-4,3%)
- Nuovi casi: 8.989 (61,4%)
- Casi attualmente positivi: -1.930 (-4,5%)
«Sul fronte dei nuovi casi – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si registra un netto incremento settimanale, peraltro sottostimato da un’attività di testing in continuo calo, che rende impossibile un tracciamento adeguato dei contatti». Dall’inizio di maggio il numero di persone testate settimanalmente si è infatti progressivamente ridotto del 56,3%, passando da 662.549 a 289.869 (figura 4). Nella settimana 7-13 luglio in tutte le Regioni, ad eccezione di Basilicata e Valle D’Aosta, si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente per la progressiva diffusione della variante delta (tabella). I decessi continuano invece a scendere, attestandosi nell’ultima settimana a 104 con una media di 15 al giorno rispetto ai 24 della settimana precedente.
«Il trend dei pazienti ospedalizzati – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – prosegue la sua discesa sia in area medica che in terapia intensiva, dove l’occupazione di posti letto da parte dei pazienti COVID si attesta al 2%». Tutte le Regioni registrano valori inferiori al 10% per l’area medica e al 5% per le terapie intensive nelle quali sono 7 le Regioni che non contano pazienti COVID. «Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – in calo da oltre 3 mesi, nell’ultima settimana hanno registrato un lieve incremento con la media mobile a 7 giorni che è di 7 ingressi/die rispetto ai 5 della settimana precedente» (figura 5).
Vaccini: forniture. Al 14 luglio (aggiornamento ore 6.12) sono state consegnate 63.659.024 dosi (figura 6). Al momento è impossibile fare previsioni per il 3° trimestre visto che l’ultimo aggiornamento del piano delle forniture risale allo scorso 23 aprile e, in assenza di un consuntivo ufficiale, non è noto se le 15,2 milioni di dosi non consegnate nel 2° trimestre saranno recuperate o meno nei prossimi mesi. Inoltre, le stime di oltre 94 milioni di dosi per il terzo trimestre non sono realistiche in quanto includono 6,64 milioni di dosi del vaccino di CureVac che non ha superato i test clinici e 42 milioni di dosi di vaccini a vettore adenovirale per i quali è stata ventilata la sospensione delle consegne per mancato utilizzo da parte delle Regioni. In altri termini, nel 3° trimestre potremmo disporre solo di 45,5 milioni di dosi di vaccini a mRNA (figura 7).
Vaccini: somministrazioni. Al 14 luglio (aggiornamento ore 6.12), il 60,8% della popolazione (n. 36.042.675) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+719.235 rispetto alla settimana precedente) e il 41,9% (n. 24.801.699) ha completato il ciclo vaccinale (+3.208.392 rispetto alla settimana precedente) (figura 8). Stabile nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 3.758.700) (figura 9), con una media mobile a 7 giorni di 543.873 inoculazioni/die (figura 10). Un numero di somministrazioni che, nonostante oltre 4,8 milioni di dosi “in frigo”, rimane stabile sia per la crescente diffidenza degli over 60 verso i vaccini a vettore adenovirale (2,7 milioni di dosi disponibili), sia per la necessità di accantonare oltre 2,16 milioni di dosi di vaccini a mRNA per i richiami, viste le incertezze sulle forniture che impongono alle Regioni continui stop & go delle agende. «In questo scenario – spiega Mosti – la percentuale di prime dosi sul totale delle dosi somministrate è in progressiva riduzione da 4 settimane consecutive: dalle 2.955.191 prime dosi della settimana 7-13 giugno (74% del totale) si è passati alle 809.518 della settimana 5-11 luglio (22% del totale), con un calo del 73% (figura 11).
Vaccini: copertura degli over 60. L’87,6% ha ricevuto almeno una dose di vaccino, con un incremento settimanale irrisorio a livello nazionale (+0,4%) e nette differenze regionali: mentre Puglia, Umbria e Lazio hanno superato il 90%, la Sicilia è ferma al 78,1%. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.073.553 (90,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 149.191 (3,3%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 4.468.306 (74,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 805.770 (13,5%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 13).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 4.571.634 (61,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.593.861 (21,4%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 14).
Variante delta. Tenendo conto del progressivo aumento dei casi e della diffusione di questa variante che è destinata a diventare prevalente, nel nostro Paese il tallone d’Achille continua ad essere rappresentato dagli oltre 4,77 milioni di over 60 a rischio di malattia grave non coperti dalla doppia dose di vaccino (figura 15): di questi, 2,22 milioni (12,4%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino con rilevanti differenze regionali (dal 21,8% della Sicilia al 7,2% della Puglia) (figura 16), mentre 2,55 milioni (14,2%) devono completare il ciclo dopo la prima dose (1.856.129 con AstraZeneca, 596.190 con Pfizer-BioNTech, 96.503 con Moderna). «Il balzo in avanti rispetto ai 5,75 milioni di over 60 non adeguatamente protetti della scorsa settimana – puntualizza Gili – è quasi esclusivamente legato al completamento di cicli vaccinali: in altri termini, non cresce il numero di over 60 che ricevono la prima dose, segno di una persistente esitazione vaccinale in questa fascia di età». Peraltro, il trend di somministrazione delle prime dosi per fasce di età conferma l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69 e una flessione per tutte le altre classi d’età (figura 17), con notevoli differenze di copertura tra le varie classi anagrafiche (figura 18).
Scenari futuri. La gestione della pandemia non può prescindere da una revisione delle dinamiche della circolazione del SARS-CoV-2 e dell’impatto della COVID-19 sugli ospedali che tenga conto della diffusione della variante delta e delle criticità di fornitura e somministrazione dei vaccini. In sintesi:
- Circolazione del SARS-CoV-2: la progressiva diffusione della variante delta determinerà, come già avvenuto in altri paesi europei, un incremento del numero dei contagi, la cui entità potrebbe essere sottostimata dall’insufficiente attività di testing & tracing che caratterizza il nostro Paese.
- Impatto della COVID-19: l’incremento dei contagi determinerà un aumento di ospedalizzazioni e decessi, evidenti rispettivamente non prima di 2 e 4 settimane, la cui entità sarà inversamente proporzionale alla copertura vaccinale completa della popolazione, in particolare di over 60 e fragili. In altre parole, anche con una circolazione virale elevata, l’impatto dei contagi sui servizi sanitari sarà inferiore rispetto alle ondate precedenti.
- Disponibilità vaccini: con il progressivo “tramonto” dei vaccini a vettore adenovirale e il flop di CureVac, la campagna vaccinale potrà contare solo sui vaccini a mRNA che, secondo le ultime stime, nel terzo trimestre dovrebbero sfiorare quota 45,5 milioni di dosi.
- Somministrazione vaccini: il crollo del numero di prime dosi consegue sia alla necessità di completare i cicli vaccinali, sia alla riduzione delle consegne e all’uscita di scena dei vaccini a vettore virale, che ha imposto di fatto una frenata alle prenotazioni, sia all’esitazione vaccinale degli over 50, soprattutto nelle fasce 50-59 e 60-69 dove il numero delle prime dosi somministrate settimanalmente è in calo.
«Come già previsto tre settimane fa – conclude Cartabellotta – la strategia attendista per fronteggiare la circolazione della variante delta non ha funzionato e adesso è necessario arginare le conseguenze dell’aumento dei contagi accelerando la copertura vaccinale completa di over 60 e fragili. Se per limitare la circolazione del virus rimangono fondamentali i comportamenti virtuosi, l’utilizzo del green pass sul modello francese per l’accesso a bar, ristoranti e altre attività, seppur auspicabile è poco applicabile a breve termine per vari ostacoli che dovrebbero essere fronteggiati e rimossi. Innanzitutto l’indisponibilità di vaccini per tutti coloro che vorrebbero riceverli e la non gratuità dei tamponi in tutte le Regioni genera un rischio di discriminazione; in secondo luogo, servono strumenti e risorse per controlli serrati e sistematici; infine, manca una legge sull’obbligo vaccinale per chi svolge mansioni a contatto col pubblico. Last, but not least, è indispensabile rimettere al centro dell’agenda politica il tema scuole: in assenza dei mancati adeguamenti strutturali e organizzativi, infatti, per il prossimo anno scolastico c’è il rischio concreto di dovere ricorrere nuovamente alla didattica a distanza, considerato anche che il 75% circa della popolazione 12-19 ed oltre 216 mila persone impiegate nella scuola (14,8%) non hanno ancora ricevuto neppure una dose di vaccino».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
8 2021
Coronavirus: risalgono i contagi, ma ancora nessun impatto su ospedali. Vaccini: tra mancate forniture ed esitazione vaccinale in tre settimane dimezzate le prime somministrazioni. Variante Delta: 5,75 milioni di over 60 a rischio malattia grave
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE, NELLA SETTIMANA 30 GIUGNO-6 LUGLIO, RILEVA UN INCREMENTO DEI NUOVI CASI (+5%), A FRONTE DI UN CALO DEGLI INDICATORI OSPEDALIERI (-24,2% RICOVERI; -30,7% TERAPIE INTENSIVE) E DEI DECESSI (-26,4%). A 6 MESI DALL’INIZIO,LA CAMPAGNA VACCINALE ITALIANA MOSTRA I SUOI LIMITI: FORNITURE INFERIORI AL PREVISTO, CONSEGNE IRREGOLARI, ESITAZIONE VACCINALE E COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE INADEGUATA. CONTRO LA VARIANTE DELTA CORSA CONTRO IL TEMPO PER RAGGIUNGERE GLI OLTRE 5,7 MILIONI DI OVER 60 SENZA ADEGUATA COPERTURA.
8 luglio 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 30 giugno-6 luglio 2021, rispetto alla precedente, un incremento di nuovi casi (5.571 vs 5.306) (figura 1); in calo invece i decessi (162 vs 220) (figura 2), i casi attualmente positivi (42.579 vs 52.824), le persone in isolamento domiciliare (41.121 vs 50.878), i ricoveri con sintomi (1.271 vs 1.676) e le terapie intensive (187 vs 270) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 162 (-26,4%)
- Terapia intensiva: -83 (-30,7%)
- Ricoverati con sintomi: -405 (-24,2%)
- Isolamento domiciliare: -9.757 (-19,2%)
- Nuovi casi: 5.571 (+5%)
- Casi attualmente positivi: -10.245 (-19,4%)
«Sul fronte dei nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – dopo 15 settimane consecutive di discesa si rileva un incremento del 5% rispetto alla settimana precedente. Anche l’attività di testing, dopo 7 settimane di calo, registra un aumento del 15,5%, continuando tuttavia ad attestarsi su numeri troppo bassi, con conseguente sottostima dei nuovi casi e insufficiente tracciamento dei contatti». Dalla settimana 5-11 maggio il numero di persone testate settimanalmente si è progressivamente ridotto del 60,3%, passando da 662.549 a 263.213, per poi risalire questa settimana a 303.969 (figura 4). In 11 Regioni si registra un’inversione di tendenza con un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente, mentre le restanti 10 Regioni si confermano in calo (tabella). I decessi, dopo l’apparente stabilizzazione della scorsa settimana verosimilmente imputabile a ricalcoli, hanno ripreso a scendere attestandosi nell’ultima settimana a 162 con una media di 23 al giorno rispetto ai 31 della settimana precedente.
«Il trend dei pazienti ospedalizzati – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – prosegue la sua discesa sia in area medica che in terapia intensiva, dove l’occupazione di posti letto da parte dei pazienti COVID si attesta al 2%. Tutte le Regioni registrano valori inferiori al 10% e sono 8l e Regioni che non contano pazienti COVID ricoverati in area critica». In dettaglio, dal picco del 6 aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 1.271 (-95,7%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 187 (-95%). Le persone in isolamento domiciliare, dal picco del 28 marzo, sono passate da 540.855 a 41.121 (-94,2%). «Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – sono in calo da oltre 3 mesi e la media mobile a 7 giorni è di 5 ingressi/die» (figura 5).
Vaccini: forniture. Al 7 luglio (aggiornamento ore 6.12) sono state consegnate 60.989.653 dosi, pari all’80% di quelle previste per il 1° semestre 2021 (figura 6). In dettaglio:
«Rispetto alle forniture stimate nel Piano vaccinale – spiega il Presidente – nel secondo trimestre sono state consegnate 15.234.673 dosi in meno rispetto al previsto, sia per la mancata autorizzazione di CureVac (48% delle dosi mancanti), sia per le consegne inferiori all’atteso da parte di AstraZeneca (-2.383.205 dosi, 15,6% del totale) e Johnson & Johnson (-5.052.685 dosi, 33,2% del totale)». Per il terzo trimestre, invece,disponiamo “sulla carta” di 45.496.439 dosi di vaccini a mRna (48,3%), 41.950.684 dosi di vaccini a vettore adenovirale (44,5%), oltre a 6.640.000 dosi del vaccino di CureVac che, non avendo superato con successo i test clinici, dovrebbero essere eliminate nel prossimo aggiornamento del piano delle forniture, attualmente fermo al 23 aprile 2021 (figura 7).
Vaccini: somministrazioni. Al 7 luglio (aggiornamento ore 6.12), il 59,6% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 35.323.440) e il 36,4% ha completato il ciclo vaccinale (n. 21.593.307) (figura 8). Nell’ultima settimana si è registrata una nuova flessione delle somministrazioni che scendono del 4,1% (n. 3.734.039) (figura9), con una media mobile a 7 giorni di 524.202 inoculazioni/die (figura 10). Un rallentamento imputabile all’incertezza relativa alle dosi in arrivo, oltre che alla diffidenza sempre maggiore nei confronti dei vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson. Rimangono tuttavia oltre 6 milioni di dosi già consegnate alle Regioni in attesa di essere inoculate: 2.095.382 di Pfizer/BioNTech, 600.970 di Moderna, 2.365.462 di AstraZeneca, 1.000.007 di Johnson & Johnson. «Va inoltre rilevato come la percentuale di prime dosi sul totale delle dosi somministrate – spiega Mosti – sia in riduzione da 3 settimane consecutive con un valore che dal 74% della settimana 7-13 giugno è sceso al 38% della settimana 28 giugno-4 luglio, con un calo del 49% in 3 settimane» (figura 11).
Vaccini: copertura degli over 60. L’87,2% ha ricevuto almeno una dose di vaccino, con alcune differenze regionali: se Puglia, Umbria e Lazio hanno superato il 90%, la Sicilia è ferma al 77,4%. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.042.314 (90,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 171.852 (3,8%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 4.006.932 (67,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.246.957 (20,9%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 13).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 4.084.858 (54,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.043.083 (27,5%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 14).
Variante delta. L’ultima indagine flash dell’Istituto Superiore di Sanità stima al 22,7% la prevalenza della variante delta con notevoli differenze regionali (range 0-70,6%). «I dati provenienti dall’Inghilterra e quelli, seppur preliminari, di Israele – puntualizza Gili – confermano l’elevata efficacia del ciclo vaccinale completo nel prevenire le forme severe di COVID-19, le ospedalizzazioni e i decessi. Tuttavia nel nostro Paese il tallone d’Achille della campagna vaccinale è attualmente rappresentato dagli oltre 5,75 milioni di over 60 a rischio di malattia grave privi di adeguata copertura contro la variante delta» (figura 15). In dettaglio, 2,29 milioni (12,8%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino con rilevanti differenze regionali (dal 22,6% della Sicilia al 7,7% della Puglia) (figura 16) e oltre 3,46 milioni (19,4%) devono completare il ciclo dopo la prima dose: 2.495.962 con AstraZeneca, 837.052 con Pfizer-BioNTech, 128.878 con Moderna. Peraltro, il trend di somministrazione delle prime dosi per fasce di età conferma ormai l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69 e registra una flessione da oltre 4 settimane per la fascia 50-59 anni e da circa 2 settimane per la fascia 40-49 (figura 17), seppure con notevoli differenze nelle percentuali di copertura tra le varie classi anagrafiche (figura 18).
Criticità campagna vaccinale. A poco più di 6 mesi dall’inizio della campagna vaccinale la Fondazione GIMBE rileva le seguenti criticità:
- Disponibilità di dosi
- Il numero di dosi consegnate è nettamente inferiore all’atteso: -14.266.090 (-50,5%) nel 1° trimestre e -15.234.673 (-20%) nel 2° trimestre.
- Le consegne delle aziende produttrici, fatta eccezione per Pfizer/BioNTech, sono state discontinue per tempistiche e quantità, rendendo più difficile la programmazione regionale.
- Nonostante una consistente disponibilità residua (oltre 3,36 milioni di dosi al 7 luglio 2021), i vaccini a vettore adenoviralenon riescono ad essere adeguatamente impiegatisia per le modifiche alle indicazioni d’uso per fasce d’età sia per la crescente diffidenza della popolazione, rendendo la campagna sempre più dipendente dai vaccini a mRNA.
- Rallentamento nella somministrazione delle prime dosi
- L’accelerazione impressa alla campagna vaccinale a partire dal mese di aprile determina in questo momento la necessità di somministrare un elevato numero di richiami, riducendo nel breve termine la possibilità di effettuare prime dosi negli under 50,vista anche l’incertezza sulle forniture dei prossimi mesi che induce ad accantonare consistenti quantitativi per la somministrazione delle seconde dosi.
- Negli over 50, soprattutto nella fascia 50-59 e 60-69, è evidente l’esitazione vaccinale, in particolare per i vaccini a vettore adenovirale, frutto di fake news e di una comunicazione istituzionale incapace di trasmettere il profilo rischio-beneficio della vaccinazione che può variare in relazione al contesto epidemiologico. Inoltre, nonostante i proclami, una vera strategia di chiamata attiva non è mai decollata a livello nazionale.
«L’incremento dei casi conseguente alla diffusione della variante delta – conclude Cartabellotta – destinato a continuare nelle prossime settimane non deve generare allarmismi. Certo il dato preoccupa per il suo potenziale impatto sugli ospedali che sarà inversamente proporzionale alla copertura vaccinale completa degli over 60. Ecco perché, oltre a potenziare contact tracing e sequenziamento, occorre sia mettere in campo strategie di chiamata attiva per gli over 60 che non si sono ancora prenotati, sia accelerare la somministrazione delle seconde dosi. Infine, siamo tutti chiamati a contribuire attivamente a rallentare la diffusione della variante delta mantenendo comportamenti responsabili ed evitando gli errori della scorsa estate».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
1 2021
Coronavirus: contagi ancora in calo, si svuotano ospedali. Vaccini: con -20,9 mln di dosi consegnate secondo trimestre chiude in rosso. Variante delta: rimodulare campagna vaccinale per 7 milioni di over 60 a rischio
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE CONFERMA, NELLA SETTIMANA 23-29 GIUGNO, LA RIDUZIONE DI NUOVI CASI (-26,9%), UN ULTERIORE CALO DI RICOVERI (-26,8%) E TERAPIE INTENSIVE (-25,4%) E UNA STABILIZZAZIONE DEI DECESSI. SUL FRONTE VACCINI LE FORNITURE DEL 2° TRIMESTRE CHIUDONO MOLTO SOTTO DELLE PREVISIONI. PER RIDURRE CIRCOLAZIONE E IMPATTO DELLA VARIANTE DELTA, OLTRE A POTENZIARE SEQUENZIAMENTO E CONTACT TRACING, PER GLI OVER 60 ANTICIPARE RICHIAMI E PUNTARE SU VACCINI A MRNA PER LE PRIME SOMMINISTRAZIONI.
1 luglio 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 23-29 giugno 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (5.306 vs 7.262) (figura 1) e una stabilizzazione dei decessi (220 vs 221) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (52.824 vs 72.964), le persone in isolamento domiciliare (50.878 vs 70.313), i ricoveri con sintomi (1.676 vs 2.289) e le terapie intensive (270 vs 362) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 220 (-0,5%)
- Terapia intensiva: -92 (-25,4%)
- Ricoverati con sintomi: -613 (-26,8%)
- Isolamento domiciliare: -19.435 (-27,6%)
- Nuovi casi: 5.306 (-26,9%)
- Casi attualmente positivi: -20.140 (-27,6%)
«Da 15 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si registra una discesa dei nuovi casi settimanali. Tuttavia si continua a rilevare una progressiva diminuzione dell’attività di testing che, ribadiamo, sottostima il numero dei nuovi casi e documenta l’insufficiente tracciamento dei contatti, cruciale in questa fase della pandemia». Dalla settimana 5-11 maggio il numero di persone testate settimanalmente si è progressivamente ridotto del 60,3%, passando da 662.549 a 263.213 (figura 4). In quasi tutte le Regioni si conferma il calo dei nuovi casi settimanali, ad eccezione di Abruzzo e Sardegna, che tuttavia registrano incrementi irrilevanti in termini assoluti (tabella). I decessi, in calo da 10 settimane consecutive, si sono stabilizzati attestandosi nell’ultima settimana ad una media 31 al giorno rispetto ai 32 della settimana precedente.
«Prosegue, ormai più lentamente, la riduzione dei pazienti ospedalizzati – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – che ha portato l’occupazione dei posti letto da parte dei pazienti COVID al 3% sia in area medica che in terapia intensiva: anche questa settimana tutte le Regioni registrano valori inferiori al 10% e sono 5 le Regioni senza pazienti COVID ricoverati in area critica». In dettaglio, dal picco del 6 aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 1.676 (-94,3%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 270 (-92,8%). Le persone in isolamento domiciliare, dal picco del 28 marzo, sono passate da 540.855 a 50.878 (-90,6%). «Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – risultano in calo da ormai 3 mesi e la media mobile a 7 giorni è di 8 ingressi/die» (figura 5).
Vaccini: forniture. Al 30 giugno (aggiornamento ore 6.10) risultano consegnate 55.302.293 dosi, pari al 72,6% di quelle previste per il 1° semestre 2021 (figura 6). In dettaglio:
«Rispetto alle forniture stimate nel Piano vaccinale – spiega il Presidente – rimarrebbero da consegnare circa 20,9 milioni di dosi, il 27,4% di quelle originariamente previste: anche non considerando il vaccino di CureVac che non ha superato con successo i test clinici, in assenza di ulteriori consegne in settimana, il 2° trimestre chiuderà con oltre 13,6 milioni di dosi in meno».
Vaccini: somministrazioni. Al 30 giugno (aggiornamento ore 6.10), il 57,1% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 33.823.702) e il 31,1% ha completato il ciclo vaccinale (n. 18.410.229) (figura 7). Nell’ultima settimana sono state somministrate 3.823.828 milioni dosi (figura 8), in lieve aumento (+1,6%) dopo il calo della settimana precedente: restano comunque ancora “in frigo” 4.294.989 milioni di dosi. La media mobile a 7 giorni si attesta a 541.210 inoculazioni/die (figura 9).
Vaccini: copertura degli over 60. L’86,7% ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con alcune differenze regionali: se Puglia, Umbria e Lazio hanno superato il 90%, la Sicilia si ferma al 76,2%. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.930.326 (87,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 273.892 (6,1%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 10).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 3.365.081 (56,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.860.324 (31,2%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 3.557.990 (47,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.514.299 (33,8%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
Sono 2.384.966 (13,3%), dunque, gli over 60 che non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali: dal 23,8% della Sicilia al 8,1% della Puglia (figura 13). Peraltro, il trend di coperture vaccinali per fasce di età conferma ormai l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69, oltre a registrare una netta flessione nelle ultime tre settimane per la fascia 50-59 anni, già a copertura inferiore al 70% (figura 14).
Variante delta e strategia vaccinale. A oggi dei 17.886.878 over 60, 2.384.966 (13,3%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino e 4.648.515 (26,0%) sono in attesa di completare il ciclo con la seconda dose: 3.154.159 con AstraZeneca, 1.286.101 con Pfizer-BioNTech e 208.255 con Moderna: in tutto sono dunque oltre 7 milioni i soggetti over 60 parzialmente o totalmente esposti a rischio di malattia grave che non hanno adeguata copertura contro la variante.
«Pur non conoscendo al momento l’esatta prevalenza della variante delta in Italia – spiega Gili – la sua maggiore contagiosità e, soprattutto, la documentata limitata efficacia di una singola dose di vaccino richiedono una rivalutazione delle strategie vaccinali per minimizzarne l’impatto clinico e quello sui servizi sanitari». Due gli obiettivi prioritari: da un lato raggiungere il maggior numero possibile di over 60 che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, dall’altro anticipare quanto possibile la somministrazione della seconda dose in questa fascia anagrafica. Tuttavia, se per i vaccini a mRNA l’intervallo minimo tra le due dosi può essere riportato a quello originale (21 giorni per Pfizer-BioNTech e 28 giorni per Moderna), diverso è il caso di AstraZeneca. Infatti, se il richiamo sarebbe formalmente permesso dalle indicazioni del foglietto illustrativo a partire dalla quarta settimana successiva alla prima somministrazione, la circolare ministeriale n. 5079 del 9 febbraio 2021 raccomanda un intervallo ottimale di 10-12 settimane per garantire una maggiore efficacia del vaccino.
A seguito di tali valutazioni, la Fondazione GIMBE propone di rimodulare la campagna vaccinale negli over 60 come segue:
- Prime dosi: offrire solo vaccini a mRNA, sia per aumentare l’adesione alla campagna fortemente compromessa dalla diffidenza verso i vaccini a vettore virale, sia per evitare che i nuovi vaccinati restino esposti per le successive 10-12 settimane alla variante delta senza adeguata copertura;
- Seconde dosi:
- Pfizer-BioNTech e Moderna: somministrare la seconda dose rispettivamente a 21 e 28 giorni, anticipando i richiami fissati a intervalli più prolungati;
- AstraZeneca: estendere l’autorizzazione AIFA per offrire la vaccinazione eterologa anche agli over 60 (al momento off label), permettendo così di anticipare la seconda dose a 8 settimane dalla prima. In alternativa, mantenendo il ciclo completo con AstraZeneca, per proteggere gli over 60 non adeguatamente coperti dalla singola dose contro la variante delta, occorrerebbe ripristinare misure non farmacologiche più rigorose.
«Se per contrastare la diffusione della variante delta – conclude Cartabellotta – devono tornare in campo i servizi territoriali potenziando contact tracing, sequenziamento e screening alle frontiere, per limitare l’impatto della COVID-19 severa e delle ospedalizzazioni occorre accelerare la somministrazione della seconda dose negli over 60. Ma serve una scelta strategica univoca, senza fughe in avanti delle Regioni, allineata con le indicazioni autorizzate dei vaccini e adeguatamente comunicata alla popolazione, anche perché, in relazione alle scorte di vaccini disponibili, nuove vaccinazioni e richiami degli under 60 potrebbero dover subire un rallentamento».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
24 giugno 2021
Coronavirus: ospedali svuotati, da inizio aprile -90%. Vaccini rallenta la campagna, forniture al di sotto delle previsioni, nessuna dose per 2,5 milioni di over 60. Variante Delta: pochi dati e gestione troppo attendista
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE CONFERMA, NELLA SETTIMANA 16-22 GIUGNO, LA RIDUZIONE DI NUOVI CASI (-36,5%) E DECESSI (-46,2%) E, GRAZIE ALLA VACCINAZIONE DI ANZIANI E FRAGILI, UN SOSTANZIALE SVUOTAMENTO DEGLI OSPEDALI: DAL 6 APRILE -92,2% POSTI LETTO OCCUPATI IN AREA MEDICA E -90,3% IN TERAPIA INTENSIVA. SUL FRONTE VACCINI, LE FORNITURE DEL SEMESTRE CHIUDONO A -20 MILIONI DI DOSI E LA CAMPAGNA VACCINALE RALLENTA NONOSTANTE OLTRE 3 MILIONI DI DOSI “IN FRIGO”. VARIANTE DELTA, SERVE PROATTIVITÀ: POTENZIARE SEQUENZIAMENTO E CONTACT TRACING, ATTUARE STRATEGIE DI SCREENING PER CHI ARRIVA DALL’ESTERO, COMPLETARE IL CICLO VACCINALE DI OVER 60 E FRAGILI.
24 giugno 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 16-22 giugno 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (7.262 vs 11.440) (figura 1) e decessi (221 vs 411) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (72.964 vs 105.906), le persone in isolamento domiciliare (70.313 vs 102.069), i ricoveri con sintomi (2.289 vs 3.333) e le terapie intensive (362 vs 504) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 221 (-46,2%)
- Terapia intensiva: -142 (-28,2%)
- Ricoverati con sintomi: -1.044 (-31,3%)
- Isolamento domiciliare: -31.756 (-31,1%)
- Nuovi casi: 7.262 (-36,5%)
- Casi attualmente positivi: -32.942 (-31,1%)
«Da 14 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si registra una discesa dei nuovi casi settimanali. Se la costante riduzione del rapporto positivi/casi testati conferma una ridotta circolazione del virus, la progressiva diminuzione dell’attività di testing sottostima il numero dei nuovi casi e documenta l’insufficiente tracciamento dei contatti, cruciale in questa fase della pandemia». Dalla settimana 5-11 maggio il numero di persone testate si è progressivamente ridotto del 52,7%, passando da 662.549 a 313.122 (figura 4); nel periodo 12 maggio-22 giugno la media nazionale si attesta a quota 101 persone testate/die per 100.000 abitanti con rilevanti e ingiustificate differenze regionali (figura 5). In tutto il territorio nazionale si conferma il calo dei nuovi casi settimanali (irrilevante in valore assoluto l’incremento percentuale di Liguria e Molise) (tabella). Inoltre, da 10 settimane sono in costante calo anche i decessi, che nell’ultima settimana si attestano in media a 32 al giorno rispetto ai 59 della settimana precedente.
«La costante riduzione dei pazienti ospedalizzati – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – ha portato l’occupazione dei posti letto da parte dei pazienti COVID al 4% sia in area medica che in terapia intensiva, con tutte le Regioni che registrano valori inferiori al 10% e 4 Regioni senza pazienti COVID ricoverati in area critica». In dettaglio, dal picco del 6 aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 2.289 (-92,2%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 362 (-90,3%). Le persone in isolamento domiciliare, dal picco del 28 marzo, sono passate da 540.855 a 70.313 (-87%). «Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – risultano in calo da 3 mesi e la media mobile a 7 giorni è di 11 ingressi/die» (figura 6).
Variante delta (indiana). Secondo il report ECDC pubblicato ieri, questa variante è del 40-60% più contagiosa di quella alfa (inglese) e determinerà il 70% delle nuove infezioni entro l’inizio di agosto ed il 90% entro la fine. In Italia, stando al database internazionale GISAID, sulla base dei campioni prelevati dal 9 al 23 giugno, su 218 sequenze depositate 71 (32,6%) sono da variante delta, un numero di incerta rappresentatività nazionale visto che non tutte le Regioni condividono i sequenziamenti in questo database. Un dato più accurato sulla prevalenza della variante delta in Italia, che al 18 maggio si attestava all’1%, è atteso con la nuova indagine di prevalenza dell’ISS (Circ. Ministero della Salute 27401 del 18/06/2021) sui campioni notificati il 22 giugno. «In assenza di dati affidabili sulla presenza della variante delta in Italia – puntualizza Cartabellotta – tre sono le ragionevoli certezze: innanzitutto il numero di sequenziamenti effettuati è modesto e notevolmente eterogeneo a livello regionale; in secondo luogo, il contact tracing non è stato adeguatamente ripreso, nonostante i numeri del contagio lo permettano; infine, preoccupa il confronto con quanto sta accadendo nel Regno Unito nonostante sia più avanti sul fronte delle coperture vaccinali: in Italia infatti poco più 1 persona su 4 ha una copertura adeguata, avendo completato il ciclo vaccinale (27,6% rispetto al 46% del Regno Unito), mentre il 26,5% della popolazione ha ricevuto solo una dose (rispetto al 17% del Regno Unito) e il 46% è totalmente privo di copertura (rispetto al 37% del Regno Unito), percentuali preoccupanti considerando la minore efficacia di una sola dose di vaccino nei confronti di questa variante» (figura 7).
Vaccini: forniture. Al 23 giugno (aggiornamento ore 6.10) risultano consegnate 50.320.824 dosi, pari al 66% di quelle previste per il 1° semestre 2021 (figura 8). In dettaglio:
«Rispetto alle forniture stimate nel Piano vaccinale – spiega il Presidente – rimarrebbero da consegnare entro la fine del 2° trimestre 25,9 milioni di dosi, il 34% di quelle originariamente previste. Anche non considerando il vaccino di CureVac, che non ha superato con successo i test clinici, è certo che non arriveranno 18,6 milioni di dosi entro fine mese». Infatti, secondo le dichiarazioni del Generale Figliuolo, a giugno avremo un totale mensile di vaccini a RNA messaggero pari a 15,3 milioni: in altri termini, commenta Cartabellotta «se a giugno sono già state consegnate 9,43 milioni di dosi di Pfizer/BioNTech e 1,27 milioni di Moderna, entro fine mese sono attese solo altre 4,7 milioni di dosi». Il Commissario ha inoltre dichiarato che per il mese di luglio è prevista la disponibilità di circa 14,5 milioni di dosi di vaccini a mRNA. «Contando dunque su 19,2 milioni di dosi di Pfizer e Moderna nelle prossime cinque settimane – spiega Mosti – la capacità certa di somministrazione è di circa 550 mila dosi al giorno al massimo, stante che nulla sappiamo delle consegne di AstraZeneca e Johnson&Johnson previste per luglio».
Vaccini: somministrazioni. Al 23 giugno (aggiornamento ore 6.10), il 54% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 32.019.764) e il 27,6% ha completato il ciclo vaccinale (n. 16.342.041) (figura 9). Nell’ultima settimana sono state somministrate 3.751.029 milioni dosi (figura 10), per la prima volta in calo rispetto alla settimana precedente (-4,5%) a fronte di oltre 3 milioni di dosi ancora “in frigo”. Si riduce anche la media mobile a 7 giorni che dal picco del 10 giugno scende da 585.639 a 542.448 inoculazioni/die del 22 giugno (figura 11).
Vaccini: copertura degli over 60. L’86% ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con alcune differenze regionali: se Puglia e Umbria hanno superato il 90% la Sicilia si mantiene sotto il 75%. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.883.342 (86,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 307.914 (6,9%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 2.914.810 (48,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.278.673 (38,2%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 13).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 3.150.738 (42,3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.851.868 (38,3%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 14).
In altri termini, quasi 2,5 milioni di over 60 (14%) non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali: dal 25,2% della Sicilia al 8,7% della Puglia (figura 15). Peraltro, il trend di coperture vaccinali per fasce di età (figura 16) conferma ormai l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69, oltre a dimostrare una netta flessione nelle ultime tre settimane per la fascia 50-59 anni, già a copertura inferiore al 70%. «Considerato che oltre 5,4 milioni di over 60 devono ancora completare il ciclo vaccinale – precisa Gili – è utile ribadire che secondo l’ultimo report del Public Health England nei confronti della variante delta una singola dose di vaccino (Pfizer-BioNTech o AstraZeneca) riduce la probabilità di malattia del 31% e di ospedalizzazione del 75%; percentuali che salgono rispettivamente al 80% e al 94% con il ciclo completo».
«Se al momento attuale – conclude Cartabellotta – tutti i dati dimostrano una bassa circolazione del virus e ed un impatto ospedaliero ormai minimo, non è accettabile una gestione “attendista” della variante delta, contro la quale occorre attuare tempestivamente le misure raccomandate dall’ECDC: potenziare sequenziamento e contact tracing, attuare strategie di screening per chi arriva dall’estero, accelerare la somministrazione della seconda dose negli over 60 e nei fragili, commisurando l’intensità delle misure non farmacologiche di contenimento del contagio alla loro copertura completa».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
17 giugno 2021
Coronavirus: si svuotano ospedali e terapie intensive e scendono ancora i nuovi casi, ma non si ferma il crollo dei tamponi. Vaccini: 1 persona su 2 ha ricevuto almeno una dose. Scoperti oltre 2,6 milioni di over 60. Vaccinazione “eterologa”: incertezza istituzionale tra opzione e scelta obbligata.
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE CONFERMA, NELLA SETTIMANA 9-15 GIUGNO, LA RIDUZIONE DI NUOVI CASI (-25,2%) E DECESSI (-12,4%) E, GRAZIE ALLA VACCINAZIONE DI ANZIANI E FRAGILI, L’ULTERIORE DECONGESTIONE DEGLI OSPEDALI: DAL 6 APRILE -89% DEI POSTI LETTO OCCUPATI IN AREA MEDICA E -87% IN TERAPIA INTENSIVA. SEGNALI DI AUMENTO DI CIRCOLAZIONE DELLA VARIANTE DELTA, MA POCHI SEQUENZIAMENTI E NESSUNA RIPRESA DEL TRACCIAMENTO. SULLA VACCINAZIONE “ETEROLOGA” LA FONDAZIONE GIMBE CHIEDE AL MINISTERO DELLA SALUTE E ALL’AIFA DI ESPRIMERSI CON UNA NOTA UNIVOCA E DEFINITIVA SU OBBLIGO O OPZIONE.
17 giugno 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 9-15 giugno 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (11.440 vs 15.288) (figura 1) e decessi (411 vs 469) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (105.906 vs 181.726), le persone in isolamento domiciliare (102.069 vs 176.353), i ricoveri con sintomi (3.333 vs 4.685) e le terapie intensive (504 vs 688) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 411 (-12,4%)
- Terapia intensiva: -184 (-26,7%)
- Ricoverati con sintomi: -1.352 (-28,9%)
- Isolamento domiciliare: -74.284 (-42,1%)
- Nuovi casi: 11.440 (-25,2%)
- Casi attualmente positivi: -75.820 (-41,7%)
«Da 13 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si registra una discesa dei nuovi casi settimanali. Se la costante riduzione del rapporto positivi/casi testati attesta una ridotta circolazione del virus, la progressiva diminuzione dell’attività di testing sottostima il numero dei nuovi casi e documenta la mancata ripresa del tracciamento dei contatti, fondamentale in questa fase della pandemia». Nelle ultime 5 settimane, infatti, il numero di persone testate si è ridotto del 31,5%, scendendo da 3.247.816 a 2.223.782 (figura 4), con una media nazionale di 132 persone testate/die per 100.000 abitanti e rilevanti e ingiustificate differenze regionali (figura 5). In tutte le Regioni si conferma il calo dei nuovi casi settimanali (l’incremento percentuale in Molise è irrilevante in valore assoluto) (tabella). Inoltre, da 9 settimane sono in costante calo anche i decessi, che nell’ultima settimana si attestano in media a 59 al giorno.
«La costante riduzione dei pazienti ospedalizzati – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – ha portato l’occupazione dei posti letto da parte dei pazienti COVID al 6% sia in area medica che in terapia intensiva, con tutte le Regioni ampiamente sotto le soglie di allerta». In dettaglio, dal picco del 6 aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 3.333 (-88,6%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 504 (-86,5%). A seguito della rettifica della Regione Campania, poi, le persone in isolamento domiciliare dal picco del 28 marzo si sono ridotte da 540.855 a 102.069 (-81,1%). «Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – in calo da 10 settimane consecutive sono ora stabili con una media mobile a 7 giorni di 22 ingressi/die» (figura 6).
Variante delta. Secondo l’ultima indagine di prevalenza delle varianti pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità il 18 maggio, la variante delta (più contagiosa di circa il 60% rispetto alla variante inglese) è all’1% con differenze regionali e un range che va dallo 0 al 3,4%: in particolare, la diffusione maggiore si registra in Lazio (3,4%), Sardegna (2,9%) e Lombardia (2,5%). Tuttavia nell’ultima settimana la variante delta è stata isolata in due focolai a Milano e Brindisi, segno di una sua maggiore diffusione sul territorio nazionale che si rileva anche dal database internazionale GISAID: rispetto ai sequenziamenti su campioni raccolti dal 19 maggio al 16 giugno, su 881 sequenze depositate 57 (6,5%) corrispondono alla variante delta. Rispetto all’efficacia dei vaccini, secondo i dati del Public Health England una singola dose di vaccino (Pfizer-BioNTech o AstraZeneca) ha un’efficacia solo del 33% nei confronti di questa variante, percentuale che dopo la seconda dose sale, rispettivamente, all’88% e al 60%. Inoltre, l’ultimo studio inglese (Public Health England) attesta che l’efficacia del ciclo completo nel prevenire le ospedalizzazioni è del 96% con il vaccino Pfizer-BioNTech e del 92% con quello AstraZeneca.
Vaccini: forniture. Al 16 giugno (aggiornamento ore 6.11) risultano consegnate 46.069.554 dosi, pari al 60,4% di quelle previste per il 1° semestre 2021 (figura 7). In dettaglio:
Vaccini: somministrazioni. Al 16 giugno (aggiornamento ore 6.11), il 50,5% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 29.949.601) e il 24,4% ha completato il ciclo vaccinale (n. 14.467.292) (figura 8). Nell’ultima settimana sono state raggiunte 3.892.072 milioni di somministrazioni (figura 9), con una media mobile a 7 giorni di 537.765 mila inoculazioni/die (figura 10).
Vaccini: copertura delle categorie prioritarie. L’85,2% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con alcune differenze regionali: se la Puglia ha superato il 90% la Sicilia è sotto il 75%. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.824.604 (85,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 349.498 (7,8%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 2.544.393 (42,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.605.613 (43,7%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 2.655.476 (35,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.247.643 (43,6%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 13).
Nella popolazione di età superiore ai 60 anni, dunque, ben 2,66 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino e 6,2 milioni devono completare il ciclo vaccinale (figura 14).
Vaccinazione “eterologa”. «Riguardo al nuovo caos AstraZeneca – afferma Cartabellotta – se nell’attuale contesto di bassa circolazione virale è totalmente condivisibile la decisione di limitare questo vaccino agli over 60, emergono alcune perplessità in merito all’obbligo di effettuare negli under 60 la seconda dose con vaccino a mRNA, già ribattezzata come “eterologa”». Infatti, negli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca, la circolare 11 giugno 2021 del Ministero della Salute dispone che “il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna)”.
- Evidenze scientifiche: Nonostante i presupposti immunologici, biologici e alcuni precedenti storici sul mix vaccinale, le evidenze scientifiche sono ancora preliminari. In particolare i 4 studi citati dal parere del CTS arruolano poco più di 800 persone e misurano l’efficacia del mix solo sulla risposta immunitaria e la sicurezza solo sugli effetti collaterali frequenti e a breve termine. In altre parole, ad oggi non esistono prove di efficacia della vaccinazione “eterologa” su COVID-19 severa, ospedalizzazioni e decessi, né su eventuali effetti collaterali rari.
- Aspetti regolatori. Alla data di pubblicazione della circolare del Ministero della Salute il mix vaccinale risultava essere off label, ovvero fuori dalle indicazioni autorizzate. La determina AIFA del 13 giugno 2021 ha “sanato” il problema, con riferimento alla legge 648/96 e disponendo che i vaccini a mRNA “possono essere somministrati come seconda dose per completare un ciclo vaccinale misto”. Ovvero, la formula possibilista usata dell’AIFA per consentire l’utilizzo della vaccinazione “eterologa” contrasta con quella perentoria prevista dalla circolare del Ministero della Salute.
- Consenso informato e responsabilità professionale. Il riferimento alla L. 648/96 prevede il “consenso informato scritto del paziente dal quale risulti che lo stesso è consapevole della incompletezza dei dati relativi alla sicurezza ed efficacia del medicinale per l'indicazione terapeutica proposta”. Ovvero, la legge 648/96 impone al cittadino di accettare o meno l’informativa fornitagli (se non firma il consenso non può completare il ciclo vaccinale) e al medico la responsabilità della prescrizione, in presenza di un’alternativa il cui profilo di efficacia e sicurezza è stato ribadito dall’EMA.
«Se presupposti immunologici e biologici e dati preliminari – conclude Cartabellotta – lasciano supporre che la vaccinazione “eterologa” sia efficace e sicura, rimane l’incongruenza tra l’obbligo previsto dalla circolare del Ministero della Salute e la possibilità riportata dalla determina AIFA. Infatti, secondo la formula possibilista di AIFA per gli under 60 la seconda dose con Pfizer o Moderna è solo un’opzione che il paziente è libero di accettare o rifiutare, optando per la seconda dose con AstraZeneca. In ogni caso, è indispensabile adeguare il modulo di consenso informato a quanto previsto dalla L. 648/96 con adeguata informazione su benefici, rischi e incertezze delle opzioni per la seconda dose dopo AstraZeneca. Infine, per evitare che l’incongruenza tra le espressioni “dovere” e “potere” si traduca in una responsabilità esclusivamente a carico dei medici, con il rischio di disincentivare l’attività vaccinale, la Fondazione GIMBE chiede al Ministero della Salute e all’AIFA di esprimersi congiuntamente con una nota univoca e definitiva».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
10 giugno 2021
Coronavirus: in due mesi -84% di ricoveri e -82% di terapie intensive, ma ancora 2,9 milioni di over 60 senza copertura. In condizioni di bassa circolazione virale destinare AstraZeneca e Johnson & Jhonson solo ad over 50
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE CONFERMA, NELLA SETTIMANA 2-8 GIUGNO, LA RIDUZIONE DI NUOVI CASI (-31,8%) E DECESSI (-34,9%) E, GRAZIE ALLA VACCINAZIONE DI ANZIANI E FRAGILI, L’ULTERIORE DECONGESTIONE DEGLI OSPEDALI. PER VACCINARE OLTRE 2,9 MILIONI DI OVER 60 SENZA COPERTURA LA PRENOTAZIONE VOLONTARIA È ORMAI INSUFFICIENTE. SE DA UN LATO NON BISOGNA RALLENTARE IL RITMO DELLA CAMPAGNA VACCINALE È INDISPENSABILE MASSIMIZZARNE I BENEFICI E MINIMIZZARNE I RISCHI PERCHÉ L’INCIDENZA DI TROMBOSI ASSOCIATE A PIASTRINOPENIA CON I VACCINI A VETTORE VIRALE RIMANE MOLTO BASSA, MA NEGLI UNDER 50 È DOPPIA RISPETTO ALLA FASCIA 50-69 E QUADRUPLA RISPETTO AGLI OVER 70.
10 giugno 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 2-8 giugno 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (15.288 vs 22.412) (figura 1) e decessi (469 vs 720) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (181.726 vs 225.751), le persone in isolamento domiciliare (176.353 vs 218.570), i ricoveri con sintomi (4.685 vs 6.192) e le terapie intensive (688 vs 989) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 469 (-34,9%)
- Terapia intensiva: -301 (-30,4%)
- Ricoverati con sintomi: -1.507 (-24,3%)
- Isolamento domiciliare: -42.217 (-19,3%)
- Nuovi casi: 15.288 (-31,8%)
- Casi attualmente positivi: -44.025 (-19,5%)
«Da 12 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – il trend dei nuovi casi si conferma in discesa, sia per la ridotta circolazione del virus come dimostra la riduzione del rapporto positivi/casi testati, sia per la costante diminuzione dell’attività di testing che da un lato sottostima il numero dei nuovi casi e dall’altro ribadisce la rinuncia al tracciamento dei contatti, proprio ora che la ridotta incidenza dei casi ne permetterebbe la ripresa». Nelle ultime 4 settimane il numero di persone testate settimanalmente si è ridotto del 28,3%, scendendo da 2.614.808 a 1.875.575 (figura 4). In questo periodo, a fronte di una media nazionale di 150 persone testate/die per 100.000 abitanti si rilevano notevoli e ingiustificate differenze regionali: da 239 persone testate/die per 100.000 abitanti del Lazio a 64 persone testate/die per 100.000 abitanti della Puglia (figura 5). In tutte le Regioni italiane si conferma comunque il calo dei nuovi casi settimanali (tabella). Inoltre, da 8 settimane consecutive sono in costante calo anche i decessi, che nell’ultima settimana si attestano in media a 67 al giorno.
«Continua – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – il progressivo svuotamento degli ospedali. L’occupazione dei posti letto COVID a livello nazionale si attesta all’8% sia in area medica che in terapia intensiva, con tutte le Regioni che rimangono sotto le soglie di allerta». In dettaglio, dal picco del 6 aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 4.685 (-84%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 688 (-81,6%). Meno ripida invece la discesa della curva relativa alle persone in isolamento domiciliare, che dal picco del 28 marzo si sono ridotte da 540.855 a 176.353 (-67,4%) (figura 3): tale percentuale potrebbe tuttavia essere parzialmente sottostimata dal dato anomalo registrato in Campania, che conta 62.367 casi attualmente positivi (circa un terzo di quelli dell’intero territorio nazionale), possibile conseguenza di ritardi di notifica sulle guarigioni. «Anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – scendono da 10 settimane consecutive con una media mobile a 7 giorni di 23 ingressi/die» (figura 6).
Vaccini: forniture. Al 9 giugno (aggiornamento ore 6.12) risultano consegnate 42.383.709 dosi, pari al 55,6% di quelle previste per il 1° semestre 2021. In dettaglio:
«Nonostante il boom di consegne nell’ultima settimana (5,69 milioni di dosi) – spiega il Presidente – stando alle forniture stimate del Piano vaccinale dovrebbero essere ancora consegnate entro fine giugno 33,8 milioni di dosi, ma nella più ottimistica delle previsioni saranno circa la metà» (figura 7).
Vaccini: somministrazioni. Al 9 giugno (aggiornamento ore 6.12), il 45,5% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 26.989.197) e il 22,5% ha completato il ciclo vaccinale (n. 13.338.891), (figura 8). Il netto incremento di consegne nell’ultima settimana ha permesso di sfiorare 3,66 milioni di somministrazioni (figura 9) con una media mobile a 7 giorni di 547 mila inoculazioni/die (figura 10).
Vaccini: copertura delle categorie prioritarie. L’83,7% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con alcune differenze regionali: se Puglia, Umbria, Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia-Romagna, Molise e Toscana superano l’85%, la Calabria e la Sicilia restano ancora sotto il 75%. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.779.836 (84,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 370.064 (8,3%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 2.303.669 (38,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.782.487 (46,6%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 2.371.783 (31,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.363.784 (45,2%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 13).
«Con l’apertura della campagna vaccinale a tutte le fasce d’età – precisa Gili – era atteso il netto incremento dei trend di vaccinazione nelle persone di età inferiore a 60 anni. Tuttavia, con oltre 2,9 milioni di over 60 ad elevato rischio di ospedalizzazione e decesso che non hanno ancora ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino, diventa sempre più urgente integrare il sistema di prenotazione volontaria con strategie di persuasione individuale, personalizzate e capillari sul territorio». Ad oggi risultano infatti ancora totalmente scoperti il 7,4% degli over 80 (n. 330.526), il 14,7% della fascia 70-79 (n. 879.088) e il 22,9% per quella 60-69 anni (n. 1.705.641) (figura 14).
«Riguardo alle recenti polemiche sugli open day per i giovani e i rari effetti avversi associati al vaccino AstraZeneca – spiega Gili – bisogna ribadire che in un’ottica di salute pubblica e di strategie vaccinali il profilo beneficio-rischio del vaccino si modifica in relazione alla circolazione del virus». Infatti, come si evince dal documento pubblicato lo scorso 23 aprile dall’European Medicines Agency, il rischio di sviluppare trombosi associata a piastrinopenia aumenta al diminuire dell’età: 0,5 casi su 100.000 negli over 70, 1 caso su 100.000 nella fascia 50-69 anni circa 2 casi su 100.000 negli under 50 anni. In Italia, come documenta l’ultimo rapporto AIFA sulla farmacovigilanza l’incidenza sembra ancora più bassa: infatti, su 3.977.851 somministrazioni di AstraZeneca (dati aggiornati al 26 aprile 2021) sono stati riportati 34 casi di trombosi venose in sede atipica. Tuttavia nei soggetti più giovani, già a minor rischio di COVID-19 severa, in condizioni di bassa circolazione virale l’incidenza di effetti avversi, seppur molto bassa, supera i potenziali benefici del vaccino nel prevenire ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva o decesso. «In altre parole – precisa Cartabellotta – nel quadro epidemiologico italiano delle ultime tre settimane, nelle persone di età inferiore a 50 anni i rischi dei vaccini a vettore virale superano i benefici. Ed è anacronistico che, a fronte delle indicazioni del Ministero della Salute che già dallo scorso 7 aprile raccomandava AstraZeneca “preferenzialmente” per gli over 60, nelle ultime 3 settimane, su un totale di 1.431.813 dosi di vaccini a vettore adenovirale somministrate, il 33,1% (473.578 dosi) siano state somministrate a persone under 50 e l’11% (158.156 dosi) nella fascia 18-29».
«Se da un lato non bisogna rallentare il ritmo della campagna vaccinale – conclude Cartabellotta – è indispensabile massimizzarne i benefici e minimizzarne i rischi, evitando al contempo di compromettere definitivamente la fiducia per i vaccini a vettore virale (AstraZeneca e Johnson&Johnson). Di conseguenza, in questa fase di bassa circolazione virale i vaccini a mRNA dovrebbero essere riservati alle fasce più giovani della popolazione, destinando agli over 50 quelli a vettore adenovirale che mantengono un ottimo profilo rischio-beneficio anche con bassa incidenza dei casi. Da valutare la possibilità di controindicarne l’uso nelle persone più giovani, in particolare negli under 30. Indispensabile, in ogni caso, migliorare l’informazione sul profilo rischi/benefici con un consenso informato più dettagliato per gli under 50 che volessero comunque immunizzarsi con vaccino a vettore virale, i cui eventi avversi restano comunque molto rari».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
3 giugno 2021
Coronavirus: si svuotano gli ospedali e calano i decessi. Ma i criteri per la zona bianca scoraggiano testing & tracing: in 3 settimane crollo dei tamponi (-34%). Vaccini: oltre 3,3 milioni di over 60 senza copertura
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE CONFERMA, NELLA SETTIMANA 26 MAGGIO-1 GIUGNO, LA RIDUZIONE DI NUOVI CASI (-27%) E DECESSI (-28%). GRAZIE ALLE COPERTURE VACCINALI DEGLI OVER 60 CROLLANO IN DUE MESI RICOVERI (-79%) E TERAPIE INTENSIVE (-74%). VACCINI: FORNITURE 2° TRIMESTRE SOTTO DI ALMENO 15 MILIONI DI DOSI E 3,3 MILIONI DI OVER 60 ANCORA SENZA COPERTURA. PROPOSTE GIMBE PER GARANTIRE IRREVERSIBILITÀ DELLE RIAPERTURE: INCENTIVARE LE REGIONI A RIPRENDERE IL TRACCIAMENTO, POTENZIARE IL SEQUENZIAMENTO PER MONITORARE VARIANTI, GESTIRE TEMPESTIVAMENTE EVENTUALI FOCOLAI, ATTUARE NUOVE STRATEGIE PER ANZIANI NON ANCORA VACCINATI.
3 giugno 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 26 maggio-1 giugno 2021, rispetto alla precedente, un’ulteriore diminuzione di nuovi casi (22.412 vs 30.867) (figura 1) e decessi (720 vs 1.004) (figura 2). In netto calo anche i casi attualmente positivi (225.751 vs 268.145), le persone in isolamento domiciliare (218.570 vs 258.265), i ricoveri con sintomi (6.192 vs 8.557) e le terapie intensive (989 vs 1.323) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 720 (-28,3%)
- Terapia intensiva: -334 (-25,2%)
- Ricoverati con sintomi: -2.365 (-27,6%)
- Isolamento domiciliare: -39.695 (-15,4%)
- Nuovi casi: 22.412 (-27,4%)
- Casi attualmente positivi: -42.394 (-15,8%)
«Da 11 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si conferma il trend in discesa dei nuovi casi, sia per la ridotta circolazione del virus, come dimostra la riduzione del rapporto positivi/casi testati, sia per la diminuzione dell’attività di testing. Da metà aprile sono in costante calo anche i decessi, che nell’ultima settimana si attestano in media poco sopra i 100 al giorno». Il calo dei nuovi casi settimanali si conferma in tutte le Regioni, ad eccezione di un aumento percentuale in Molise, irrilevante in valore assoluto. (tabella).
«Grazie alle coperture vaccinali di anziani e fragili – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – continua il progressivo svuotamento degli ospedali. L’occupazione dei posti letto COVID a livello nazionale si attesta al 10% in area medica e all’11% in terapia intensiva, con tutte le Regioni sotto le soglie di allerta». In dettaglio, dal picco del 6 aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 6.192 (-78,9%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 989 (-73,6%). Scende meno rapidamente la curva delle persone in isolamento domiciliare: dal picco del 28 marzo si sono ridotte da 540.855 a 218.570 (-59,6%) (figura 3). «Gli ingressi in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – scendono da 9 settimane con una media mobile a 7 giorni che si attesta a 36 ingressi/die» (figura 4).
In questa fase di diminuita circolazione del virus e allentamento della pressione sugli ospedali si rilevano due criticità: da un lato la riduzione dell’attività di testing che attesta la rinuncia al tracciamento dei casi, dall’altro una rilevante eterogeneità regionale nell’attività di sequenziamento. In dettaglio:
- Testing: il numero di persone testate settimanalmente, stabile sino alla prima decade di maggio, si è ridotto nelle ultime 3 settimane da 662.549 a 439.467 (-33,7%) (figura 5). E nello stesso periodo sono state testate, con tampone molecolare o antigenico, in media 120 persone/die per 100.000 abitanti con nette differenze regionali: da 199 del Lazio a 49 della Puglia (figura 6). «Purtroppo – spiega Cartabellotta – i criteri per conquistare e mantenere la zona bianca, introdotti con il DL 18 maggio 2021 n. 65, disincentivano le Regioni a potenziare le attività di testing e a riprendere il tracciamento, proprio nel momento in cui i numeri del contagio permetterebbero di utilizzare un’arma mai adeguatamente utilizzata».
- Sequenziamento: nel bollettino Prevalenza e distribuzione delle varianti del virus SARS-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia, l’Istituto Superiore di Sanità riporta che nel periodo 28 dicembre 2020-19 maggio 2021 è stato sequenziato l’1,11% (n. 23.170) dei casi positivi. Da febbraio 2021 vengono sequenziati oltre 1.000 casi settimanali, in linea con gli standard dell’European Centre for Disease and Control, seppure con performance regionali molto eterogenee: dal 6,05% dell’Abruzzo allo 0,09% del Piemonte. «Un’insufficiente attività di sequenziamento – precisa Cartabellotta – non consente di identificare le varianti più contagiose se non dopo l’aumento dei casi, né di adeguare le strategie vaccinali se necessario. Ad esempio sulla variante delta (indiana) più contagiosa del 20-60%, l’efficacia di una sola dose di vaccino sulla malattia sintomatica si attesta intorno al 33% sia per il vaccino Pfizer che AstraZeneca, mentre dopo il ciclo completo sale rispettivamente all’88% e al 60%».
Vaccini: forniture. Al 2 giugno (aggiornamento ore 6.08) risultano consegnate 39.958.409 dosi, pari al 52,4% di quelle previste per il 1° semestre 2021. In dettaglio:
«Nonostante l’incremento di consegne nell’ultima settimana – spiega il Presidente – per rispettare le forniture previste dal Piano vaccinale entro fine giugno mancano ancora 36,3 milioni di dosi, un numero di consegne non realistico, come ribadiamo da settimane» (figura 7). Infatti, il Commissario Straordinario ha annunciato che a giugno le Regioni riceveranno oltre 20 milioni di dosi, un quantitativo che chiuderebbe il consuntivo delle forniture trimestrali con circa 15 milioni di dosi in meno rispetto alle previsioni.
Vaccini: somministrazioni. Al 2 giugno (aggiornamento ore 6.08), il 40,3% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 23.852.541) e il 20,7% ha completato il ciclo vaccinale (n. 12.294.543), (figura 8). Considerato che le Regioni stanno utilizzando la quasi totalità delle dosi a disposizione, il mancato decollo delle consegnecondiziona il numero di somministrazioni, ormai stabili da un paio di settimane (figura 9) con la media mobile a 7 giorni che ha raggiunto 500 mila inoculazioni/die (figura 10).
Vaccini: copertura delle categorie prioritarie. L’81,5% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con alcune differenze regionali: se Puglia, Umbria, Lazio, Lombardia, Veneto e Molise superano l’85%, la Sicilia resta ancora sotto il 70%. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.736.001 (83,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 386.742 (8,6%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 2.109.513 (35,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.884.265 (48,4%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 2.136.231 (28,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.325.680 (44,7%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 13).
- Soggetti fragili e loro caregiver: per questa categoria i dati non sono più disponibili, in quanto dal 28 maggio nel repository ufficiale le somministrazioni vengono rendicontate esclusivamente per fascia d’età.
«Mentre iniziano a salire le coperture nelle fasce d’età 50-59 e 40-49 anni – precisa Gili – sono ancora oltre 3,3 milioni gli over 60 ad elevato rischio di ospedalizzazione e decesso che non hanno ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino». Più precisamente l’8% degli over 80 (n. 357.683), il 16,3% della fascia 70-79 (n. 971.466) e il 26,6% della fascia 60-69 anni (n. 1.979.297) (figura 14).
«Il netto miglioramento del quadro pandemico – conclude Cartabellotta – se da un lato attesta il successo del “rischio ragionato”, dall’altro richiede che il prudente ottimismo sia accompagnato da una strategia condivisa tra Governo e Regioni per garantire l’irreversibilità delle riaperture». In questa direzione vanno le proposte della Fondazione GIMBE:
- Apportare al nuovo sistema per assegnare i colori alle Regioni i necessari correttivi (es. standard di tamponi per 100 mila abitanti) per incentivare il testing e riprendere il tracciamento, senza timore di non conquistare o di perdere la zona bianca.
- Definire una modalità univoca per identificare tempestivamente ed arginare eventuali focolai.
- Potenziare il sequenziamento delle varianti, in particolare in alcune Regioni, e in caso di diffusione della variante indiana somministrare la seconda dose ad anziani e fragili secondo l’intervallo ottimale delle sperimentazioni cliniche.
- Attuare nuove strategie per vaccinare gli oltre 3,3 milioni di over 60 senza copertura e ad alto rischio di ospedalizzazione: es. chiamata attiva, open day dedicati, comunicazione istituzionale dedicata.
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
27 maggio 2021
Coronavirus: in 50 giorni crollo ricoveri (-71%) e terapie intensive (-65%) grazie anche all’effetto vaccini. Vaccini: a 5 settimane da fine 2° trimestre rimangono da consegnare ancora 42,6 milioni di dosi
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE CONFERMA, NELLA SETTIMANA 19-25 MAGGIO, LA RIDUZIONE DI NUOVI CASI (-29,5%) E DECESSI (-17,4%) CHE SI ACCOMPAGNA A UN CROLLO DI RICOVERI E TERAPIE INTENSIVE, GRAZIE ALLE ELEVATE COPERTURE VACCINALI DEGLI OVER 70. SCENDE ULTERIORMENTE L’INCIDENZA IN TUTTE LE REGIONI, SIA PER RIDOTTA CIRCOLAZIONE DEL VIRUS, SIA PER UN CALO DELLE PERSONE TESTATE: -25% IN DUE SETTIMANE. SUL FRONTE VACCINI 3,7 MILIONI DI OVER 60 AD ELEVATO RISCHIO DI OSPEDALIZZAZIONE SONO ANCORA SENZA COPERTURA. IRREALISTICA LA CONSEGNA DELLE 42,6 MILIONI DI DOSI PREVISTE ENTRO FINE GIUGNO.
27 maggio 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 19-25 maggio 2021, rispetto alla precedente, un’ulteriore diminuzione di nuovi casi (30.867 vs 43.795) (figura 1) e decessi (1.004 vs 1.215) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (268.145 vs 315.308), le persone in isolamento domiciliare (258.265 vs 302.080), i ricoveri con sintomi (8.557 vs 11.539) e le terapie intensive (1.323 vs 1.689) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 1.004 (-17,4%)
- Terapia intensiva: -366 (-21,7%)
- Ricoverati con sintomi: -2.982 (-25,8%)
- Isolamento domiciliare: -43.815 (-14,5%)
- Nuovi casi: 30.867 (-29,5%)
- Casi attualmente positivi: -47.163 (-15%)
«Per la decima settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – continuano a scendere i nuovi casi settimanali, in parte per la ridotta circolazione del virus, come documenta la riduzione del rapporto postitivi/casi testati, in parte per la crescente diminuzione dell’attività di testing». Rispetto alla settimana precedente, infatti, si registra un calo del 12,2% di persone testate (-69.010) e del 24,9% rispetto a due settimane fa (-165.241). Su tutto il territorio nazionale si confermano trend in riduzione (tabella) e in 8 Regioni (Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Molise, Provincia Autonoma di Trento, Sardegna, Umbria e Veneto) l’incidenza settimanale dei casi è inferiore a 50 casi/settimana per 100.000 abitanti.
«Il trend dei pazienti ospedalizzati – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – continua a scendere in maniera regolare con l’occupazione media nazionale che si attesta al 14% per l’area medica e al 15% per le terapie intensive: tutte le Regioni rimangono sotto le rispettive soglie di allerta del 40% e del 30%». «Anche gli ingressi in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – continuano a diminuire: la media mobile a 7 giorni questa settimana si è ulteriormente ridotta attestandosi a 57 ingressi/die» (figura 4).
«Se le curve dei ricoverati nei reparti di area medica e terapia intensiva – prosegue Cartabellotta – stanno scendendo più velocemente grazie all’effetto delle coperture vaccinali nelle classi di età più avanzate, quella delle persone in isolamento domiciliare, in media più giovani, cala più lentamente». In dettaglio, se dal picco del 6 aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 8.557 (-70,8%), e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 1.323 (-64,7%), le persone in isolamento domiciliare dal picco del 28 marzo sono passate da 540.855 a 258.265 (-52,2%) (figura 3).
Vaccini: forniture. Al 26 maggio (aggiornamento ore 6.13) risultano consegnate 33.618.267 dosi, pari al 44,1% di quelle previste per il 1° semestre 2021. In dettaglio:
«Negli ultimi venti giorni – spiega il Presidente – le consegnesi sono attestate su valori inferiori a 3 milioni di dosi/settimana: considerato che mancano 5 settimane al termine del 2° trimestre, per rispettare le forniture previste dal Piano vaccinale entro fine giugno mancano ancora 42,6 milioni di dosi» (figura 5). Seppure 8,5 milioni di dosi sono attese per i prossimi giorni, come annunciato dal Commissario Straordinario, è irrealistico disporre di tutte le dosi previste per tre ragioni: le consegne irregolari da AstraZeneca, le pochissime dosi consegnate da Johnson & Johnson che ha annunciato ulteriori ritardi, la mancata presentazione ad EMA della la domanda di autorizzazione condizionata al commercio da parte di CureVac (oltre 7,3 milioni di dosi).
Vaccini: somministrazioni. Al 26 maggio (aggiornamento ore 6.13), il 36,4% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 21.677.111) e il 17,9% ha completato il ciclo vaccinale (n. 10.647.817), con alcune differenze regionali (figura 6). Nonostante le Regioni utilizzino la quasi totalità delle dosi a disposizione, il mancato decollo delle consegne si riflette sul numero di somministrazioni settimanali, stabili rispetto alla settimana precedente (+0,7%) (figura 7), con una media mobile a 7 giorni intorno a 485 mila inoculazioni al giorno (figura 8).
Vaccini: copertura delle categorie prioritarie. Il 78,9% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con importanti differenze regionali: se Puglia, Veneto, Lombardia, Molise, Provincia autonoma di Trento, Lazio ed Emilia-Romagna superano l’80%, Calabria e Sicilia restano ancora sotto il 70%. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.662.072 (82,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 421.570 (9,5%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 9).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 1.821.288 (30,5%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.047.328 (51,1%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 10).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 1.686.671 (22,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.370.777 (45,8%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
- Soggetti fragili e loro caregiver: a questa categoria sono state somministrate 6.785.309 dosi, su cui è impossibile effettuate ulteriori analisi, perché tuttora per questa categoria non sono noti il denominatore totale e la sua distribuzione regionale, né la suddivisione tra 1a e 2a dose.
«Complessivamente – precisa Gili – oltre 3,7 milioni di over 60 ad elevato rischio di ospedalizzazione e decesso non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino e più precisamente: 7,6% degli over 80 (n. 336.061); 18,4% della fascia 70-79 (n. 1.099.757); 31,3% di quella 60-69 anni (n. 2.306.916)» (figura 12). A fronte di una fascia 60-69 in cui il rallentamento della curva delle somministrazioni è iniziato con percentuali di copertura ancora relativamente basse e con oltre 2 milioni di persone attualmente non protette dal vaccino, spicca l’impennata della fascia 50-59 anni (figura 13). «Più in generale – commenta il Presidente – alcune Regioni, piuttosto che utilizzare altre strategie per aumentare la copertura vaccinale degli over 60, stanno ampliando in maniera molto diversificata i target anagrafici con l’obiettivo primario di mantenere elevato il numero delle somministrazioni».
«Se da un lato il mix tra riaperture graduali, progressione della copertura vaccinale nelle persone a rischio, comportamenti virtuosi della popolazione ed effetto della stagionalità apre la strada a un prudente ottimismo – conclude Cartabellotta – dall’altro è indispensabile rilevare tre criticità nella gestione della pandemia e della campagna vaccinale. Innanzitutto, i nuovi criteri per assegnare i colori alle Regioni disincentivano la ripresa del contact tracing proprio quando la riduzione dei casi lo renderebbe fattibile; in secondo luogo, la mancata implementazione di strategie vaccinali a chiamata attiva per aumentare la copertura delle fasce più fragili; infine, non è nota la strategia per identificare tempestivamente ogni possibile ripresa del contagio».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
20 maggio 2021
Coronavirus: in picchiata la curva dei nuovi casi e in 6 settimane -61% ricoveri e -55% terapie intensive. Vaccini: le consegne non decollano e oltre 4,5 milioni di over 60 ancora scoperti
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE CONFERMA, NELLA SETTIMANA 12-18 MAGGIO, LA RIDUZIONE DI NUOVI CASI (-30,9%) E DECESSI (-21,3%) OLTRE A UN’ULTERIORE ALLENTAMENTO DELLA PRESSIONE SUGLI OSPEDALI. GLI EFFETTI DELLA CAMPAGNA VACCINALE, CHE SUBENTRANO GRADUALMENTE A QUELLI DELLE RESTRIZIONI, STANNO ASSORBENDO L’IMPATTO DELLE RIAPERTURE GRADUALI SULLA CURVA EPIDEMIOLOGICA. VISTO CHE NEL 2° TRIMESTRE MANCHERANNO CIRCA 13 MILIONI DI DOSI E TENENDO CONTO DEI RICHIAMI, RIMANE PRIORITARIA LA COPERTURA DELLE PERSONE A RISCHIO DI OSPEDALIZZAZIONE PER MINIMIZZARE L’IMPATTO DELLA CIRCOLAZIONE DEL VIRUS, VISTO CHE IL TESTING & TRACING, ABBANDONATO DA TEMPO, È ANCHE “SCORAGGIATO” DAL NUOVO SISTEMA PER ASSEGNARE I COLORI ALLE REGIONI.
20 maggio 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 12-18 maggio 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (43.795 vs 63.409) (figura 1) e decessi (1.215 vs 1.544) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (315.308 vs 363.859), le persone in isolamento domiciliare (302.080 vs 346.866), i ricoveri con sintomi (11.539 vs 14.937) e le terapie intensive (1.689 vs 2.056) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 1.215 (-21,3%)
- Terapia intensiva: -367 (-17,9%)
- Ricoverati con sintomi: -3.398 (-22,7%)
- Isolamento domiciliare: -44.786 (-12,9%)
- Nuovi casi: 43.795 (-30,9%)
- Casi attualmente positivi: -48.551 (-13,3%)
«Continua la riduzione dei nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – che dimostra come gli effetti ottenuti grazie a 6 settimane di restrizioni stiano lasciando gradualmente il posto ai primi risultati della campagna vaccinale. Si rileva tuttavia una riduzione dei tamponi (-15% di persone testate rispetto alla settimana precedente), segno di un allentamento dell’attività di testing». Tutte le Regioni confermano un trend in riduzione (tabella).
«Ancor più netta – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – la riduzione della pressione ospedaliera che riflettel’effetto dei vaccini sulle categorie più a rischio». Tutte le Regioni rimangono sotto le soglie di allerta sia per l’area medica che per leterapie intensive, con una media nazionale al 19% per entrambe. In dettaglio:
- Area medica: dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 29.337) i posti letto occupati sono 11.539,con una riduzione del 60,7% in 6 settimane (figura 3).
- Terapia intensiva: dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 3.743) rimangono occupati 1.689 posti letto, con una riduzione del 54,9% in 6 settimane; (figura 3). «Gli ingressi in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – sono in linea con la riduzione progressiva dei posti letto occupati: la media mobile a 7 giorni questa settimana scende a 78 ingressi/die» (figura 4).
Vaccini: forniture. Al 19 maggio (aggiornamento ore 10:29) risultano consegnate 30.132.960 dosi, il 39,5% di quelle previste per il 1° semestre 2021. In dettaglio:
Ad oggi le Regioni – spiega il Presidente – hanno somministrato quasi tutte le dosi consegnate (94,2%). Questo significa che, senza un aumento consistente e regolare delle consegne, è impossibile accelerare la campagna vaccinale». Infatti, fatta eccezione per l’exploit della settimana 26 aprile-2 maggio (n. 4.911.630 dosi), da metà aprile il numero di consegne settimanali si è attestato tra 2,57 e 2,71 milioni (figura 5). E sembra sfumare anche la ventilata “invasione” di vaccini: infatti, tra consegne annunciate dal Generale Figliuolo per maggio e dal Ministro Speranza per giugno, sono attese circa 25 milioni di dosi, ovvero il consuntivo del 2° trimestre chiuderà con circa 13 milioni di dosi in meno rispetto ai 62 previsti dal Piano vaccinale. «Con queste stime – precisa Gili – è impossibile ampliare a dismisura la platea delle prime somministrazioni, visto che un numero rilevante di dosi, in particolare di AstraZeneca, servirà per i richiami».
Vaccini: somministrazioni. Al 19 maggio (aggiornamento ore 10:29), il 32,9% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 19.614.396) e il 15,2% ha completato il ciclo vaccinale (n. 9.049.348), con importanti differenze regionali (figura 6). Si registra un lieve aumento delle somministrazioni settimanali (+2,9%), nettamente inferiore rispetto alle settimane precedenti (figura 7), con una media mobile a 7 giorni che si attesta intorno a 481mila somministrazioni al giorno (figura 8).
Vaccini: copertura delle categorie prioritarie. Il 74,6% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con Veneto, Lombardia, Provincia autonoma di Trento e Puglia che superano l’80%. Nelle fasce over 80 e 70-79 anni si registrano ancora notevoli differenze regionali, e la fascia 60-69, a rischio elevato di ospedalizzazione, rimane ancora indietro. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.565.404 (80,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 470.826 (10,7%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 9).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 1.487.355 (24,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.203.884 (53,7%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 10).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 1.210.285 (16,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.308.843 (44,9%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
- Soggetti fragili e loro caregiver: a questa categoria sono state somministrate 5.819.432 dosi.
«Guardando l’altra faccia della medaglia dunque – precisa Cartabellotta – oltre 4,5 milioni di persone ad elevato rischio di ospedalizzazione e morte sono ancora senza alcuna protezione vaccinale, riducendo la sicurezza delle riaperture, seppur graduali». Infatti, se solo l’8,7% degli over 80 (n. 383.473) non ha ricevuto neppure una dose, la percentuale sale al 21,4% nella fascia 70-79 (n. 1.277.134) e al 38,6% per quella 60-69 anni (n. 2.845.236) (figura 12).
«Seguendo i trend delle coperture vaccinali – spiega Gili – se per gli over 80 la frenata è iniziata quando le percentuali avevano superato l’80%, per la fascia 70-79 anni i segnali di rallentamento sono più precoci e per quella 60-69 le coperture salgono più lentamente» (figura 13). Questo dimostra che una vaccinazione di massa non può affidarsi solo alla prenotazione volontaria, ma deve essere integrata con altre strategie: dalla chiamata attiva al colloquio individuale per superare l’esitazione vaccinale; da campagne d’informazione con il coinvolgimento di influencer alla cosiddetta “spinta gentile” (nudge). Ad esempio, spiega Cartabellotta «man mano che a tutti viene concessa l’opportunità di ricevere il vaccino, nel green pass questo dovrebbe offrire vantaggi maggiori rispetto all’esito di un tampone».
«Ad oggi – conclude Cartabellotta – la strategia del “rischio ragionato” sembra funzionare: agli effetti delle restrizioni stanno gradualmente subentrando quelli dei vaccini, “assorbendo” l’impatto delle riaperture graduali sulla curva epidemiologica. Tuttavia, in questa fase della campagna vaccinale non bisogna limitarsi a rincorrere i numericon l’obiettivo primario di non lasciare “dosi in frigo”, ma è prioritario vaccinare rapidamente il maggior numero possibile di over 60 e fragili. Solo questa strategia potrà minimizzare l’impatto ospedaliero della ripresa della circolazione del virus, visto che il testing&tracing, già abbandonato da tempo, viene di fatto anche “scoraggiato” dal nuovo sistema per assegnare i colori alle Regioni. Un sistema fortemente condizionato dall’incidenza dei casi che, senza definire alcuna soglia minima di testing, ripropone quanto già visto nella primavera 2020: ovvero, meno tamponi, meno casi».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
13 maggio 2021
Coronavirus: scendono ancora nuovi casi e decessi, in un mese quasi dimezzati ricoveri e terapie intensive. Vaccini: ancora a zero oltre 5,6 milioni di over 60. Regioni “a colori”: indispensabile rapido restyling, ma la rivoluzione può attendere.
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE CONFERMA, NELLA SETTIMANA 5-11 MAGGIO, LA RIDUZIONE DI NUOVI CASI (-19%) E DECESSI (-15,4%). SI ALLENTA ANCORA LA PRESSIONE SUGLI OSPEDALI: IN 35 GIORNI -49,1% RICOVERI CON SINTOMI E -45,1% TERAPIE INTENSIVE. CAMPAGNA VACCINALE: ANCORA SCOPERTA 1 PERSONA SU 4 NELLA FASCIA 70-79 E 1 SU 2 NELLA FASCIA 60-69, NECESSARIO INTEGRARE LA PRENOTAZIONE VOLONTARIA CON UN SISTEMA A CHIAMATA ATTIVA, UN’ADEGUATA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE E STRATEGIE DI PERSUASIONE INDIVIDUALE. REGIONI “A COLORI”: UNA REVISIONE INTEGRALE DEL SISTEMA RISCHIA DI AVVITARSI IN TECNICISMI E DIVENIRE TERRENO DI SCONTRO GOVERNO-REGIONI, MANDANDO NEL FRATTEMPO IN ARANCIONE ALCUNE REGIONI.
13 maggio 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 5-11 maggio 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (63.409 vs 78.309) (figura 1) e decessi (1.544 vs 1.826) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (363.859 vs 413.889), le persone in isolamento domiciliare (346.866 vs 393.290), i ricoveri con sintomi (14.937 vs 18.176) e le terapie intensive (2.056 vs 2.423) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 1.544 (-15,4%)
- Terapia intensiva: -367 (-15,1%)
- Ricoverati con sintomi: -3.239 (-17,8%)
- Isolamento domiciliare: -46.424 (-11,8%)
- Nuovi casi: 63.409 (-19%)
- Casi attualmente positivi: -50.030 (-12,1%)
«L’ulteriore calo dei nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – riflette gli ultimi effetti di 6 settimane di un’Italia tutta rosso-arancione». I trend sono in riduzione in tutte le Regioni (tabella). Continua, tuttavia, a salire leggermente l’Rt medio calcolato dall’Istituto Superiore di Sanità sui casi sintomatici a 14 giorni, che rispetto al valore di 0,85 (range: 0,80-0,91) della scorsa settimana ha raggiunto lo 0,89 (range: 0,85-0,91).
«Si allenta ulteriormente anche la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – sia per la minore circolazione del virus che per i primi effetti della elevata copertura vaccinale negli over 80». In dettaglio:
- Area medica: dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 29.337) i posti letto occupati sono 14.937, con una riduzione del 49,1% in 35 giorni. Solo la Calabria supera la soglia di allerta del 40% (tabella).
- Terapia intensiva: dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 3.743) rimangono occupati 2.056 posti letto, con una riduzione del 45,1% in 35 giorni; la soglia di saturazione del 30% risulta superata, seppur di poco, in Lombardia e in Toscana (32%) (tabella). «Nelle terapie intensive – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero dei nuovi ingressi giornalieri continua a scendere, con una media mobile a 7 giorni che questa settimana ha raggiunto i 110 ingressi/die» (figura 4).
Vaccini: forniture. Al 12 maggio (aggiornamento ore 12.12) risultano consegnate 27.429.090 dosi, il 36% di quelle previste per il 1° semestre 2021. In dettaglio:
A un mese e mezzo dalla fine del semestre devono essere ancora consegnate circa 50 milioni di dosi, quasi due terzi di quelle previste dal Piano vaccinale. «Al di là di ritardi e irregolarità delle consegne di AstraZeneca – spiega Cartabellotta – finora Johnson & Johnson ha consegnato solo “briciole” e oltre 7 milioni di dosi CureVac restano vincolate ai tempi di approvazione dell’EMA. In altri termini, tenuto conto anche del numero esiguo di dosi di Moderna, la campagna vaccinale in Italia è sempre più Pfizer-dipendente».
Vaccini: somministrazioni. Al 12 maggio (aggiornamento ore 12.12), il 29,2% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 17.413.508) e il 13% ha completato il ciclo vaccinale (n. 7.725.554), con importanti differenze regionali: dal 32,7% di vaccinati con almeno una dose della Provincia Autonoma di Trento al 24,6% della Sicilia (figura5). Aumentano le somministrazioni settimanali (+8,5%), ma in maniera minore rispetto alla settimana precedente (figura 6), con una media mobile a 7 giorni che si attesta intorno a 465 mila somministrazioni al giorno (figura 7). «Il mancato sprint della campagna vaccinale – precisa Gili – è influenzato dalla mancata somministrazione di 1.286.041 dosi di AstraZeneca, le cui scorte “in frigo”oscillano dal 4,7% del Molise al 46% della Sicilia (figura8). Tenendo conto che l’uso preferenziale di questo vaccino è negli over 60, è inevitabile che i rifiuti influenzino la copertura vaccinale in questa classe d’età».
Vaccini: copertura delle categorie prioritarie. Il 68% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con le Province autonome di Trento e Bolzano che si avvicinano all’80%. Si rilevano notevoli differenze regionali nelle fasce over 80 e 70-79 anni, mentre quella 60-69, a fronte di un rilevante impatto sulle ospedalizzazioni, è ancora molto indietro. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.403.495 (77%) hanno completato il ciclo vaccinale e 576.609 (13%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 9).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 1.081.772 (18,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.338.076 (55,9%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 10).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 903.125 (12,3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.811.161 (38,2%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
- Soggetti fragili e loro caregiver: a questa categoria sono state somministrate 4.751.094dosi.
Ribaltando la prospettiva, ovvero guardando alla percentuale di popolazione che non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino, la copertura degli over 60 è complessivamente insufficiente. Infatti, se solo il 9,9% degli over 80 (n. 439.599) non ha ricevuto neppure una dose, la percentuale sale al 25,9% della fascia 70-79 (n. 1.548.525) e al 49,6% per quella 60-69 anni (n. 3.650.078). In altri termini, oltre 5,6 milioni di persone a rischio elevato di ospedalizzazione sono ancora totalmente scoperte dalla protezione vaccinale.
«A fronte di percentuali così elevate di over 60 non ancora coperte dalla 1a dose – continua il Presidente – da un lato si offre alle Regioni di aprire sino ai 40 anni per non rallentare le somministrazioni, dall’altro non si rendono noti i numeri di mancate adesioni e rifiuti selettivi di AstraZeneca, che hanno “costretto” ad estendere l’intervallo della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna sino a 42 giorni con il solo obiettivo di supplire alla carenza di dosi di vaccini a mRNA». Considerato che la campagna vaccinale sta entrando in una fase condizionata dall’adesione della popolazione, occorre integrare la prenotazione volontaria con un sistema a chiamata attiva, coinvolgendo in maniera sistematica e capillare i medici di famiglia e mettendo in campo un’adeguata campagna di comunicazione istituzionale e strategie di persuasione individuale.
«La verosimile ripresa della circolazione del virus in un’Italia quasi tutta gialla – conclude Cartabellotta – richiede infine una revisione dell’algoritmo delle Regioni “a colori”, come già proposto dalle Regioni. Con il progredire delle vaccinazioni di anziani e fragili, entriamo infatti in una fase dell’epidemia dove a fronte di un’elevata circolazione del virus ci si attende un impatto sempre minore sugli ospedali. Tuttavia, una revisione integrale del sistema rischia di avvitarsi in sterili tecnicismi e di divenire terreno di scontro Governo-Regioni, che, ritardandola modifica normativa, potrebbero nel frattempo mandare in arancione alcune Regioni». Per tali ragioni, la Fondazione GIMBE suggerisce piuttosto di mantenere lo stesso impianto, ormai ben rodato, procedendo immediatamente ad un suo rapido restyling: ripristinare le soglie dell’indice Rt fissate dal DPCM 3 novembre 2020, ridurre complessivamente il “peso” dello stesso indice per assegnare il colore alle Regioni e, soprattutto,integrare indicatori relativi alle coperture vaccinali.
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
6 maggio 2021
Coronavirus: scendono tutti i numeri, ma s’intravedono segnali precoci di aumento della circolazione del virus. Vaccini: una persona su 4 coperta con almeno una dose, oltre il 70% degli over 80 ha completato il ciclo
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMB E CONFERMA, NELLA SETTIMANA 28 APRILE-4 MAGGIO, LA RIDUZIONE DI NUOVI CASI (-13,4%) E DECESSI (-19,9%). SI ALLENTA ANCORA LA PRESSIONE SUGLI OSPEDALI (-11,8% TERAPIE INTENSIVE; -10,5% RICOVERI CON SINTOMI), MA S’INTRAVEDONO PRECOCI SEGNALI DI AUMENTO DELLA CIRCOLAZIONE DEL VIRUS TRA CUI IL RIALZO DEI CONTAGI IN ETÀ SCOLARE. VACCINAZIONI: NECESSARIO RENDERE STABILE L’OBIETTIVO 500.000 DOSI AL GIORNO, RAGGIUNTO SOLO CON L’EXPLOIT DEL 29 E 30 APRILE. IN UN’ITALIA QUASI TUTTA GIALLA I COMPORTAMENTI INDIVIDUALI RIMANGONO L’ARMA FONDAMENTALE PER ARGINARE LA RISALITA DEI CONTAGI.
6 maggio 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 28 aprile-4 maggio 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (78.309 vs 90.449) (figura 1) e decessi (1.826 vs 2.279) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (413.889 vs 448.149), le persone in isolamento domiciliare (393.290 vs 425.089), i ricoveri con sintomi (18.176 vs 20.312) e le terapie intensive (2.423 vs 2.748) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 1.826 (-19,9%)
- Terapia intensiva: -325 (-11,8%)
- Ricoverati con sintomi: -2.136 (-10,5%)
- Isolamento domiciliare: -31.799 (-7,5%)
- Nuovi casi: 78.309 (-13,4%)
- Casi attualmente positivi: -34.260 (-7,6%)
«Continua la lenta discesa dei nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – anche se s’intravedono precoci segnali di aumento della circolazione del virus». Innanzitutto, il lieve incremento dell’Rt medio calcolato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sui casi sintomatici che nel periodo 7-20 aprile è di 0,85 (range 0,80–0,91) rispetto a 0,81 (range 0,77-0,89) del periodo 31 marzo-13 aprile; in secondo luogo, come rilevato dall’ultimo bollettino dell’ISS, dalla prima metà di aprile la risalita dei nuovi casi nelle fasce 3-5 e 6-10 anni, verosimile conseguenza della ripresa delle attività scolastiche in presenza.
Minime questa settimana le differenze regionali: aumento della variazione percentuale dei nuovi casi in 1 Regione e dei casi attualmente positivi in 2 Regioni (tabella).
«Con il progressivo calo dei nuovi casi – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – continua a ridursi la pressione sugli ospedali, dove le curve dei posti letto occupati in area medica e terapia intensiva continuano a scendere da 4 settimane consecutive». In dettaglio:
- Area medica: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 29.337), con una discesa del 38% in 29 giorni. L’occupazione dei posti letto da parte dei pazienti COVID resta sopra la soglia del 40% in 2 Regioni (tabella).
- Terapia intensiva: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 3.743), con una discesa del 35,3% in 29 giorni; la soglia di saturazione del 30% risulta ancora superata in 4 Regioni (tabella). «Anche il numero dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva sta progressivamente diminuendo – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 135 ingressi/die» (figura 4).
Vaccini: forniture. Al 5 maggio (aggiornamento ore 6.11) risultano consegnate 24.779.590 dosi, il 32,5% di quelle previste per il 1° semestre 2021. In dettaglio:
«Sul fronte consegne – spiega Cartabellotta – molto incoraggiante il deciso aumento dell’ultima settimana: quasi 5 milioni di dosi, un colpo di acceleratore decisivo per garantire 3,5 milioni di somministrazioni settimanali» (figura 5).
Vaccini: somministrazioni. Al 5 maggio (aggiornamento ore 6.11), il 25,5% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 15.200.724) e il 10,9% ha completato il ciclo vaccinale (n. 6.522.822), con modeste differenze regionali: dal 28,2% di vaccinati con almeno una dose della Liguria al 21,6% della Sicilia (figura 6). Nella settimana 26 aprile-2 maggio si registra, rispetto alla precedente, un incremento delle somministrazioni del 20% (figura 7) con una media mobile a 7 giorni (figura 8) che raggiunge quota 432.860 somministrazioni/die (vs 361.326 del 27 aprile). «Il progressivo incremento delle consegne – commenta Gili – insieme alle scorte disponibili renderebbero finalmente possibile mantenere costanti le 500.000 somministrazioni al giorno, obiettivo raggiunto per ora solo con l’exploit del 29 e 30 aprile». Relativamente ai target fissati dal Commissario Figliuolo per la settimana 22-29 aprile emergono marcate differenze regionali: 9 Regioni hanno superato il target assegnato, mentre 12 sono rimaste sottosoglia (figura 9).
Vaccini: copertura delle categorie prioritarie. Oltre la metà degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con le Province autonome di Trento e Bolzano che si avvicinano al 70%. Se, tuttavia, nelle fasce over 80 e 70-79 anni la percentuale dei vaccinati con almeno una dose è ormai elevata, la fascia 60-69, che “pesa” molto sui ricoveri ospedalieri, rimane ancora indietro. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.134.089 (70,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 778.130 (17,6%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 10).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 725.559 (12,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.226.312 (54,1%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 680.900 (9,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.078.360 (28,2%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
- Soggetti fragili e loro caregiver: somministrate 3.614.254 dosi, su cui è impossibile effettuate ulteriori analisi, perché tuttora per questa categoria non è noto il denominatore totale e la sua distribuzione regionale, né la suddivisione tra 1a e 2a dose.
«Nella fase discendente della terza ondata – conclude Cartabellotta – emerge un incremento dei casi in età scolare, senza dubbio influenzato anche dalle attività di screening e tracciamento dei contatti. Se l’aumento dei nuovi casi nella popolazione scolastica era atteso, la scelta politica di riprendere le attività in presenza non è stata accompagnata da nuove linee guida per contenere la maggiore contagiosità della variante inglese. In ogni caso, in un’Italia quasi tutta gialla e con coperture vaccinali insufficienti per arginare la circolazione del virus, è fondamentale rimarcare l’importanza dei comportamenti individuali: distanze, mascherine e aria aperta devono essere le parole chiave dei prossimi mesi, insieme alla “corsa” al vaccino non appena arriva il proprio turno».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
29 aprile 2021
Coronavirus: lenta discesa dei nuovi casi, ma ancora oltre 448mila positivi. Si allenta la pressione sugli ospedali. Vaccini: aumentano le coperture, ma Italia rimane agli ultimi posti in Europa per fasce 60-69 e 70-79 anni
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE CONFERMA, NELLA SETTIMANA 21-27 APRILE, LA RIDUZIONE DI NUOVI CASI (-7,7%) E DECESSI (-10,5%). SCENDONO ANCHE I POSTI LETTO OCCUPATI IN OSPEDALE DA PAZIENTI COVID, MA TERAPIE INTENSIVE ANCORA SOPRA SOGLIA DI SATURAZIONE IN 7 REGIONI. VACCINAZIONI: IL RITMO DELLA CAMPAGNA CRESCE IN MANIERA LENTA E COSTANTE, MA IL TARGET DELLE 500 MILA SOMMINISTRAZIONI AL GIORNO È ANCORA LONTANO, PESA IL MANCATO DECOLLO DELLE CONSEGNE. NEL CONFRONTO CON GLI ALTRI PAESI EUROPEI L’ITALIA SALE IN CLASSIFICA PER LA COPERTURA DEGLI OVER 80, MA SI COLLOCA AL QUARTULTIMO POSTO PER LE FASCE 60-69 e 70-79.
29 aprile 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 21-27 aprile 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (90.449 vs 98.030) (figura 1) e decessi (2.279 vs 2.545) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (448.149 vs 482.715), le persone in isolamento domiciliare (425.089 vs 456.309), i ricoveri con sintomi (20.312 vs 23.255) e le terapie intensive (2.748 vs 3.151) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.279 (-10,5%)
- Terapia intensiva: -403 (-12,8%)
- Ricoverati con sintomi: -2.943 (-12,7%)
- Isolamento domiciliare: -31.220 (-6,8%)
- Nuovi casi: 90.449 (-7,7%)
- Casi attualmente positivi: -34.566 (-7,2%)
«Come atteso – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – continua la lenta e progressiva discesa dei nuovi casi settimanali, frutto delle restrizioni di un’Italia tutta rosso-arancione delle scorse settimane, che proseguirà verosimilmente ancora fino a metà maggio. Oltre 448 mila casi attualmente positivi confermano, tuttavia, che la circolazione virale nel nostro Paese è ancora molto elevata». Come sempre, il dato nazionale risente di situazioni regionali piuttosto eterogenee: la variazione percentuale dei nuovi casi aumenta in 3 Regioni e crescono i casi attualmente positivi in 5 Regioni (tabella).
«Il numero di posti letto occupati da pazienti COVID nei reparti di area medica e terapia intensiva – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – continua a scendere, anche se il numero di pazienti ospedalizzati rimane elevato». In dettaglio:
- Area medica: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 29.337), con una discesa del 26,6% in 21 giorni. L’occupazione da parte dei pazienti COVID supera ancora il 40% in 2 Regioni.
- Terapia intensiva: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 3.743), con una discesa del 30,8% in 21 giorni; i numeri assoluti rimangono elevati (2.748 posti letto occupati), determinando il superamento della soglia di saturazione del 30% ancora in 7 Regioni (figura 4). «Continua la discesa anche per i nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 150 ingressi/die, che dal picco del 27 marzo (n. 270) sono diminuiti dell’80% nell’ultimo mese» (figura 5).
Vaccini: forniture. Al 28 aprile (aggiornamento ore 6.10) risultano consegnate il 29,5% delle dosi previste per il 1° semestre 2021: 22.463.020 dosi, di cui 2,2 milioni di Pfizer/BioNTech non ancora inserite nel database. In dettaglio:
«Le consegne dei vaccini stanno aumentando – spiega Cartabellotta – ma l’incremento settimanale non è costante e ancora lontano da quota 3,5 milioni di dosi, indispensabili per raggiungere il target di 500 mila somministrazioni al giorno» (figura 6).
Vaccini: somministrazioni. Al 28 aprile (aggiornamento ore 6.10), il 22% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 13.072.472) e il 9,1% ha completato il ciclo vaccinale (n. 5.430.357), con differenze regionali che si vanno progressivamente appiattendo (figura 7). Le somministrazioni continuano gradualmente a salire, sia guardando al numero delle dosi settimanali (+11,8% negli ultimi 7 giorni)(figura 6), sia alla media mobile a 7 giorni (figura 8), aumentata da 324.081/die (20 aprile) a 355.582/die (27 aprile). «Nonostante questo incremento – commenta Gili – il numero di vaccinazioni giornaliere non raggiunge i target definiti per la settimana 22-29 aprile dal Commissario Straordinario, documentando difficoltà organizzative in alcune Regioni nella somministrazione tempestiva delle dosi disponibili. Si conferma inoltre una netta riduzione delle inoculazioni nei giorni festivi».
Vaccini: copertura delle categorie prioritarie. Se la vaccinazione degli over 80 è ormai in dirittura di arrivo, le coperture della fascia 70-79 e, soprattutto della fascia 60-69, sono ancora limitate per avere un impatto rilevante su ricoveri e terapie intensive. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 2.688.321 (60,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.118.950 (25,3%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 9).
- Soggetti fragili e loro caregiver: somministrate 2.627.502 dosi, su cui è impossibile effettuate ulteriori analisi, perché per questa categoria non è noto il denominatore totale e la sua distribuzione regionale, né la suddivisione tra 1a e 2a dose.
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 452.245 (7,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.794.681 (46,8%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 10).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 524.584 (7,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.415.535 (19,2%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
Per quanto riguarda le fasce a rischio, secondo i dati dell’ECDC, per gli over 80, pur rimanendo lontana da Paesi che hanno superato il 95% di copertura, l’Italia ha guadagnato diverse posizioni, mentre per le fasce d’età 70-79 e 60-69 anni, il nostro Paese si attesta solo al quartultimo posto. Per la fascia 70-79, se da noi il 50% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, ben 19 Paesi hanno superato almeno il 60% e 8 l’80%; per la fascia 60-69 ci fermiamo a quota 22,5% con almeno una dose, mentre 14 Paesi hanno già superato il 40% e 4 il 50% (figure 9, 10, 11). «Purtroppo il vero cambio di passo nella vaccinazione delle fasce fragili – conclude Cartabellotta – è avvenuto solo a partire dalla seconda metà di marzo e l’utilizzo improprio dei vaccini durante il primo trimestre da un lato rende meno sicure le riaperture, dall’altro non ci fa ben figurare in Europa nel confronto con altri Paesi».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
22 aprile 2021
Coronavirus: scendono nuovi casi e decessi. Ma in 12 regioni terapie intensive ancora in affanno. Vaccini: almeno 1 dose all’82% degli over 80 e al 40% dei 70-79. Decreto riaperture, coraggiosa decisione politica ma attenti al “liberi tutti” e alle criticità mai risolte
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE CONFERMA, NELLA SETTIMANA 14-20 APRILE, LA RIDUZIONE DI NUOVI CASI (-7,8%) E DECESSI (-17,5%). CONTINUA AD ALLEGGERIRSI LA PRESSIONE SUGLI OSPEDALI, MA RIMANGONO SOPRA LA SOGLIA DI SATURAZIONE 4 REGIONI PER L’AREA MEDICA E 12 PER LE TERAPIE INTENSIVE. VACCINAZIONI: SENSIBILE CAMBIO DI PASSO, MA PER RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO FIGLIUOLO MANCANO OLTRE 180 MILA SOMMINISTRAZIONI AL GIORNO. DECRETO RIAPERTURE: ATTO CORAGGIOSO “SUL FILO DEL RASOIO” PER RILANCIARE ATTIVITÀ PRODUTTIVE E PLACARE TENSIONI SOCIALI, MA SE PASSA IL MESSAGGIO DEL “LIBERI TUTTI” LA STAGIONE ESTIVA È A RISCHIO. OLTRE AI VACCINI, NECESSARIO UN PIANO DI MEDIO-LUNGO PERIODO PER USCIRE DALLA PANDEMIA.
22 aprile 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 14-20 aprile 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (98.030 vs 106.326) (figura 1) e decessi (2.545 vs 3.083) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (482.715 vs 519.220), le persone in isolamento domiciliare (456.309 vs 488.742), i ricoveri con sintomi (23.255 vs 26.952) e le terapie intensive (3.151 vs 3.526) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.545 (-17,5%)
- Terapia intensiva: -375 (-10,6%)
- Ricoverati con sintomi: -3.697 (-13,7%)
- Isolamento domiciliare: -32.433 (-6,6%)
- Nuovi casi: 98.030 (-7,8%)
- Casi attualmente positivi: -36.505 (-7%)
«La circolazione del virus nel nostro Paese – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – rimane ancora sostenuta. Con la progressiva riduzione dei nuovi casi settimanali, i casi attualmente positivi, raggiunto il picco della terza ondata il 5 aprile (n. 570.096), sono scesi a 482 mila, numero molto elevato e sottostimato dall’insufficiente attività di testing & tracing». Peraltro, il dato nazionale risente di eterogenee situazioni regionali: infatti, la variazione percentuale dei nuovi casi aumenta in 3 Regioni e crescono i casi attualmente positivi in 6 Regioni (tabella).
«Gradualmente si allenta anche la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – ma il numero di posti letto occupati, sia in area medica che in terapia intensiva è ancora elevato in numerose Regioni». In dettaglio:
- Area medica: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 29.337) ed iniziata la discesa con una riduzione del 20,7% in 14 giorni; tuttavia i numeri assoluti rimangono elevati (n. 23.255) e l’occupazione da parte dei pazienti COVID supera il 40% in 4 Regioni.
- Terapia intensiva: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 3.743), ma la discesa è più lenta, con una riduzione del 15,8% in 14 giorni; restano occupati 3.151 posti letto e in 12 Regioni la soglia di saturazione supera il 30% (figura 4). «Numeri ancora alti anche per i nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 182 ingressi/die, seppure in diminuzione da un mese» (figura 5).
Vaccini: forniture. Al 21 aprile (aggiornamento ore 7.38) risultano consegnate 17.752.110 dosi, il 25,9% di quelle previste per il 1° semestre 2021. In dettaglio:
«Nelle ultime due settimane – precisa Cartabellotta – sono state consegnate circa 5,7 milioni di dosi: numeri in crescita, ma ancora lontani dal garantire le 3,5 milioni di somministrazioni settimanali del Piano Figliuolo».
Vaccini: somministrazioni. Al 21 aprile (aggiornamento ore 7.38) il 18,8% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 11.240.182) e il 7,8% ha completato il ciclo vaccinale con la seconda dose (n. 4.654.357), con notevoli differenze regionali (figura 6). Nonostante l’incremento del 35,5% delle dosi inoculate nelle ultime tre settimane (figura 7), al 20 aprile la media mobile a 7 giorni delle somministrazioni rimane a quota 315.506 al giorno: oltre 180 mila in meno delle 500 mila previste dal Piano per metà aprile (figura 8). Rispetto alla copertura delle categorie prioritarie definite nell’ordinanza del 9 aprile del Commissario Straordinario, a fronte di notevoli differenze regionali, l’analisi del dato nazionale rileva:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 2.282.611 (51,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.336.007 (30,2%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 9).
- Soggetti fragili e loro caregiver: dal 20 aprile nel database ufficiale è stata aggiunta una specifica categoria di rendicontazione che riporta 1.847.928 dosi somministrate. «Tuttavia – precisa Gili – non è possibile effettuare ulteriori analisi perché non sono disponibili: la suddivisione tra 1a e 2a dose, il numero totale dei soggetti fragili e loro caregiver e la loro distribuzione regionale».
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 284.113 (4,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.133.528 (35,7%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 10).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 438.890 (6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 965.448 (13,1%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
«Il Decreto Riaperture approvato ieri dal Consiglio dei Ministri – conclude Cartabellotta – è basato su un “rischio ragionato”: è una decisione politica presa sul filo del rasoio se guardiamo ai dati della pandemia e alle coperture vaccinali, ma al tempo stesso un coraggioso atto di responsabilità del Governo per rilanciare numerose attività produttive e placare le tensioni sociali che affida ai cittadini una grande responsabilità. Chiaramente, se le graduali riaperture saranno interpretate come un “liberi tutti”, una nuova impennata dei contagi rischia di compromettere la stagione estiva».
Al fine di garantire l’irreversibilità delle riaperture, pertanto, la Fondazione GIMBE esorta Governo e Regioni ad elaborare una strategia esplicita e condivisa per arginare la verosimile risalita dei contagi e, soprattutto, un piano di medio-lungo periodo per uscire dalla pandemia che tenga conto, oltre che delle coperture vaccinali, di scenari epidemiologici e criticità mai risolte in 14 mesi di pandemia (box).
Box. Keypoints per un piano di uscita dalla pandemia Dinamiche della pandemia e controllo della risalita della curva dei contagi
Strategie di monitoraggio
Mancati investimenti e adeguamenti
Altro
|
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
15 aprile 2021
Coronavirus: contagio in frenata, ma oltre 200 pazienti al giorno entrano ancora in terapia intensiva. Vaccini: ciclo completo per il 44% degli over 80 e il 3% dei 70-79
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE CONFERMA, NELLA SETTIMANA 7-13 APRILE, LA RIDUZIONE DEI NUOVI CASI (-15,4%). AUMENTANO I DECESSI (+7,5%), MA INIZIANO LENTAMENTE AD ALLEGGERIRSI GLI OSPEDALI: RIMANGONO SOPRA LA SOGLIA DI SATURAZIONE 7 REGIONI PER L’AREA MEDICA E 13 PER LE TERAPIE INTENSIVE. VACCINAZIONI: ZERO COPERTURA PER UN OVER 80 SU QUATTRO E FASCIA 70-79 ANCORA AI NASTRI DI PARTENZA. CAMPAGNA VACCINALE OSTAGGIO DEI RITARDI DI CONSEGNA E DELLE CRESCENTI DIFFIDENZE DEI CITTADINI VERSO ASTRAZENECA E, ADESSO, ANCHE JOHNSON & JOHNSON. PIANO RIAPERTURE TENGA CONTO DEL RAGGIUNGIMENTO DI SPECIFICI TARGET VACCINALI, IN PARTICOLARE PER LE FASCE A RISCHIO
15 aprile 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 7-13 aprile 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione dei nuovi casi (106.326 vs 125.695) (figura 1), a fronte di un aumento dei decessi (3.083 vs 2.868) (figura 2). In calo i casi attualmente positivi (519.220 vs 555.705), le persone in isolamento domiciliare (488.742 vs 522.625), i ricoveri con sintomi (26.952 vs 29.337) e le terapie intensive (3.526 vs 3.743) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 3.083 (+7,5%) (esclusi 258 decessi comunicati dalla Regione Sicilia riferiti a mesi precedenti)
- Terapia intensiva: -217 (-5,8%)
- Ricoverati con sintomi: -2.385 (-8,1%)
- Isolamento domiciliare: -33.883 (-6,5%)
- Nuovi casi: 106.326 (-15,4%)
- Casi attualmente positivi: -36.485 (-6,6%)
«I nuovi casi e la loro variazione percentuale continuano a scendere – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – ma con un bacino di 520 mila casi attualmente positivi è impossibile riprendere il tracciamento dei contatti». Il dato nazionale, come sempre, risente di notevoli eterogeneità regionali: si rilevano infatti un aumento della variazione percentuale dei nuovi casi in 6 Regioni, in particolare Basilicata e Calabria e un incremento dei casi attualmente positivi in 5 Regioni (tabella).
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – le curve dei ricoveri con sintomi e delle terapie intensive hanno iniziato una discesa lenta e irregolare. Ma i numeri assoluti restano elevati e in molte Regioni gli ospedali sono ancora in affanno». Infatti, le soglie di allerta di occupazione dei posti letto da parte di pazienti COVID in area medica (>40%) e in terapia intensiva (>30%) si attestano a livello nazionale rispettivamente al 41% e al 39%. In particolare sono sopra soglia 7 Regioni per l’area medica e 13 per le terapie intensive (figura 4). «Si conferma il calo dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – ma la media mobile a 7 giorni rimane superiore ai 200 ingressi al giorno» (figura 5).
Vaccini: forniture. Al 14 aprile (aggiornamento ore 6.06), al netto dei ritardi di notifica, risultano consegnate 15.575.830 dosi, pari al 22,7% delle dosi previste per il 1° semestre 2021. In dettaglio:
«Per il secondo trimestre – commenta Cartabellotta – l’Italia dispone sulla carta di un “portafoglio” di oltre 52 milioni di dosi di vaccini (figura 6) a cui si aggiungeranno 6,7 milioni di dosi di Pfizer/BioNTech che saranno consegnate in anticipo. Ma per raggiungere l’ambizioso obiettivo di 500.000 vaccinazioni al giorno è necessaria una fornitura regolare da parte di tutte le aziende per garantire 3,5 milioni di dosi a settimana, un risultato condizionato da varie criticità». In dettaglio:
- AstraZeneca: l’azienda ha già comunicato ritardi di consegna e, secondo le dichiarazioni del Commissario Figliuolo, entro il 22 aprile arriveranno solo 500 mila dosi.
- Johnson&Johnson: l’azienda ha dichiarato che dilazionerà la distribuzione del vaccino in Europa. Intanto, le 180 mila dosi già consegnate rimangono in attesa del verdetto definitivo dell’EMA slittato alla prossima settimana, anche se le dichiarazioni di ieri riportano che i benefici superano ampiamente i rischi.
- CureVac: il completamento dello studio clinico di fase 3 è previsto per la fine del 2° semestre, e solo allora potrà essere presentata all’EMA la domanda di autorizzazione condizionata al commercio.
«Cresce inoltre – commenta Gili – l’ingiustificata diffidenza per il vaccino AstraZeneca che ora potrebbe interessare anche Johnson & Johnson. Senza un’adeguata e incisiva comunicazione istituzionale sul profilo beneficio-rischio di questi vaccini e sul processo di vaccinovigilanza, il loro rifiuto selettivo rischia di estendersi a macchia d’olio con ulteriore rallentamento della campagna vaccinale».
Vaccini: somministrazioni. Al 14 aprile (aggiornamento ore 6.06) hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 4.055.458 milioni di persone (6,8% della popolazione), con notevoli differenze regionali: dall’8,3% del Piemonte al 5,2% della Campania (figura7). Anche se il numero di somministrazioni in alcuni giorni ha superato quota 300 mila, su base settimanale non si va oltre le 1,9 milioni di dosi, numero ben lontano dall’obiettivo Figliuolo (3,5 milioni/settimana)(figura 8). Rispetto alla protezione dei più fragili:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 1.939.680 (43,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.414.126 (32%) hanno ricevuto solo la prima dose, con le consuete importanti differenze regionali (figura 9).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 180.164 (3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.395.527 (23,4%) hanno ricevuto solo la prima dose, anche qui con rilevanti differenze tra le Regioni (figura 10).
- Elevata fragilità: le dosi destinate ai soggetti fragili vengono rendicontate nella categoria “Altro”, dove oltre la metà delle dosi (1.680.418 dosi) è stata somministrata ad over 70 mentre il 47,6% (1.529.103 dosi) è andato a persone under 60, dove possono rientrare soggetti ad elevata fragilità e loro caregiver. «È evidente – precisa Cartabellotta – che senza prevedere nella rendicontazione pubblica specifiche categorie di soggetti fragili non è possibile condurre ulteriori analisi su questo indefinito contenitore dove confluiscono certamente anche soggetti “non aventi diritto”».
«Se in vista della stagione estiva – conclude Cartabellotta – la priorità del Paese è rappresentata dalle progressive riaperture per rilanciare l’economia e placare le tensioni sociali, è indispensabile ribadire alcune dinamiche della pandemia e della campagna vaccinale per guidare Governo e Regioni in questa fase strategica e per una corretta informazione della popolazione. Innanzitutto, se gli effetti di un’Italia rosso-arancione si protrarranno per almeno 3 settimane, il progressivo ritorno al giallo determinerà inevitabilmente una risalita della curva epidemica, anche se mitigata dalla ridotta probabilità di contagio all’aperto per l’aumento delle temperature. In secondo luogo, in tempi brevi non esiste alcuna possibilità di ridurre i contagi a 50 per 100.000 abitanti al fine di riprendere il tracciamento, attività peraltro mai potenziata dalle Regioni. Infine, la progressione della campagna vaccinale permetterà di mettere in sicurezza, auspicabilmente prima dell’estate, over 70 e fragili con notevole impatto su ospedalizzazioni e decessi, ma non sulla circolazione del virus che richiederà di mantenere tutte le misure individuali. Ecco perché è fondamentale inserire tra i parametri per le riaperture specifici target di copertura vaccinale per le categorie a rischio».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
8 aprile 2021
Coronavirus: il contagio rallenta, ma crollano i tamponi. Terapie intensive: 14 Regioni sopra soglia 30%. Vaccini: 500 mila somministrazioni al giorno per ora restano un miraggio
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 31 MARZO-6 APRILE, UNA RIDUZIONE DEI NUOVI CASI (-11,1%) SOVRASTIMATA DAL CROLLO DELLE PERSONE TESTATE. IN LIEVE CALO DECESSI, CASI ATTUALMENTE POSITIVI E PERSONE IN ISOLAMENTO DOMICILIARE, MENTRE RIMANE ALTA L’ALLERTA OSPEDALI: INDICATORI SOPRA LA SOGLIA DI SATURAZIONE IN 8 REGIONI PER L’AREA MEDICA E IN 14 PER LE TERAPIE INTENSIVE CON PUNTE DI OCCUPAZIONE CHE SUPERANO IL 50%. IN GRAVE RITARDO LA PROTEZIONE DI ANZIANI E FRAGILI: CICLO VACCINALE COMPLETO SOLO PER IL 36,8% DEGLI OVER 80 E PER IL 2,2% DELLA FASCIA 70-79 ANNI, NESSUNA RENDICONTAZIONE PUBBLICA SULLE PERSONE ESTREMAMENTE VULNERABILI. PIANO FIGLIUOLO: LA PROVA DEL FUOCO DI APRILE RESA ANCORA PIÙ ARDUA DALL’AFFAIRE ASTRAZENECA.
8 aprile 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 31 marzo-6 aprile 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione dei nuovi casi (125.695 vs 141.396) (figura 1), legata in parte alla netta riduzione dell’attività di testing. In lieve calo anche i decessi (2.868 vs 3.000) (figura 2), i casi attualmente positivi (555.705 vs 562.832) e le persone in isolamento domiciliare (522.625 vs 529.885). Sostanzialmente stabilii ricoveri con sintomi (29.337 vs 29.231) e le terapie intensive (3.743 vs 3.716) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.868 (-4,4%)
- Terapia intensiva: +27 (+0,7%)
- Ricoverati con sintomi: +106 (+0,4%)
- Isolamento domiciliare: -7.260 (-1,4%)
- Nuovi casi: 125.695 (-11,1%)
- Casi attualmente positivi: -7.127 (-1,3%)
«Per la terza settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – continua la lenta discesa dei nuovi casi, anche se il calo degli ultimi giorni è sovrastimato per il tracollo dell’attività di testing durante il periodo pasquale: -128.141 persone testate rispetto alla settimana precedente e -304.499 rispetto a quella ancora prima». Se a livello nazionale la variazione percentuale dei nuovi casi e i casi attualmente positivi sono in calo, la variazione percentuale dei nuovi casi cresce in 4 Regioni, in particolare in Sicilia e Sardegna dove l’incremento supera il 50%. In 10 Regioni, infine, l’aumento dei casi attualmente positivi attesta inequivocabilmente che il calo dei nuovi casi è ancora esiguo (tabella).
«La lentezza con cui scendono i nuovi casi – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – insieme alla limitata copertura vaccinale dei soggetti più fragili non permettono di ridurre la pressione sugli ospedali, dove la situazione rimane critica». Le soglie di allerta di occupazione dei posti letto da parte di pazienti COVID in area medica (>40%) e in terapia intensiva (>30%) si attestano rispettivamente al 44% e al 41%, con 8 Regioni sopra soglia per l’area medica e 14 sopra soglia per le terapie intensive. Per queste ultime preoccupa il superamento del 50% in Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Marche, Valle d'Aosta, con una punta del 60% in Lombardia (figura 4). «Sui nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva – sottolinea Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la media mobile a 7 giorni ha iniziato la discesa, ma il valore registrato il 6 aprile (229 ingressi/die) rimane ancora superiore a quello di un mese fa (202 ingressi/die)» (figura 5).
Vaccini: forniture. Al 7 aprile (aggiornamento ore 15.58) risultano consegnate alle Regioni 14.017.310 dosi, pari al 89,3% delle dosi previste per il 1° trimestre 2021. In dettaglio:
«Fissando a domenica 4 aprile il termine del 1° trimestre – spiega Cartabellotta – risultano consegnati quasi il 90% dei vaccini attesi, anche se va ricordato che la prima versione del Piano vaccinale prevedeva oltre il doppio delle dosi, ben 28,3 milioni». Peraltro, quasi un terzo delle forniture relative al 1° trimestre (4,37 milioni di dosi) è stato consegnato nelle ultime 2 settimane (figura 6): con una simile distribuzione, nei prossimi mesi l’obiettivo dei 500.000 vaccini al giorno rischia di essere disatteso, anche se il “portafoglio vaccini” del 2° trimestre prevede sulla carta 52,5 milioni di dosi (figura 7), di cui oltre 1,5 milioni già consegnate da Pfizer. Inoltre, nel periodo 1 marzo–6 aprile sono state somministrate in media 193.021 dosi al giorno (range 93.612 – 294.187), con un vero e proprio tracollo nei giorni festivi (figura 8) che attesta la necessità di impiegare ulteriore personale per la campagna. «Tra tagli alle forniture, temporaneo stop ad AstraZeneca e consegne trimestrali “last minute” – spiega Cartabellotta – i numeri di marzo sono lontani dagli obiettivi del piano Figliuolo, che prevedeva di raggiungere 210.000 somministrazioni al giorno a metà marzo e 300.000 entro il 23 marzo. E soprattutto le 500.000 somministrazioni al giorno dal 15 aprile sono ancora un miraggio che rischia ulteriori rallentamenti per le eventuali restrizioni e, soprattutto, le diffidenze individuali sul vaccino AstraZeneca».
Vaccini: somministrazioni. Al 7 aprile (aggiornamento ore 15.58) hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 3.593.223 milioni di persone (6% della popolazione), con notevoli differenze regionali: dal 7,7% del Piemonte al 4,7% di Campania e Sardegna (figura9). Rispetto alla protezione dei più fragili:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 1.627.429 (36,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.264.690 (28,6%) hanno ricevuto solo la prima dose, con importanti differenze regionali (figura 10).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, solo 131.931 (2,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 853.458 (14,3%) hanno ricevuto solo la prima dose, con rilevanti difformità tra le Regioni (figura 11).
- Elevata fragilità: impossibile effettuare analisi in assenza di una specifica categoria di rendicontazione dei vaccini somministrati a persone estremamente vulnerabili e a portatori di disabilità gravi.
«La lenta discesa dei contagi nelle ultime due settimane – conclude Cartabellotta – sovrastimata dal drastico calo dei tamponi non deve alimentare irrealistiche illusioni. Oggi siamo in piena terza ondata, con una situazione ospedaliera molto critica in oltre metà delle Regioni e, al di là dell’aneddotica e di studi preliminari, non esistono terapie domiciliari di documentata efficacia utilizzabili su larga scala per ridurre le ospedalizzazioni. Sul fronte vaccini, il ritmo della campagna è ancora lontano dagli obiettivi fissati per aprile dal piano Figliuolo, il caso AstraZeneca rischia di determinare ulteriori rallentamenti, la copertura vaccinale di anziani è ancora insufficiente e quella dei soggetti fragili non nota. Infine, nel piano delle riaperture è fondamentale tenere conto che non sono stati attuati interventi strutturali né a livello sanitario (potenziamento testing & tracing) né a livello di sistema (mezzi di trasporto, areazione scuole e locali pubblici, etc). In questo scenario, spettano al Governo Draghi ardue scelte politiche per contemperare il diritto alla salute con gli altri diritti e le libertà tutelati dalla Costituzione al fine di consentire il rilancio delle attività economiche e la ripresa del Paese».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
1 aprile 2021
Coronavirus: epidemia in lieve rallentamento, ma 3.000 decessi in 7 giorni e allerta terapie intensive in 13 Regioni. Vaccinazioni: ciclo completo nel 28% degli over 80, nel 2% della fascia 70-79 e nessun dato sulle persone vulnerabili.
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 24-30 MARZO, UNA LIEVE RIDUZIONE DEI NUOVI CASI (-5,9%), UN AUMENTO DEI DECESSI E UN PEGGIORAMENTO DEGLI INDICATORI OSPEDALIERI: SOPRA LA SOGLIA DI SATURAZIONE 10 REGIONI PER L’AREA MEDICA E 13 PER LE TERAPIE INTENSIVE CON PUNTE DI OLTRE IL 60%. ANCORA INDIETRO LA PROTEZIONE DI ANZIANI E FRAGILI: DEGLI OVER 80 IL 28,3% HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE E IL 27,4% HA RICEVUTO SOLO LA PRIMA DOSE, ANCORA AI NASTRI DI PARTENZA LA FASCIA 70-79 ANNI E NESSUN DATO DISPONIBILE SUI FRAGILI. EPPURE SOLO UNA RAPIDA E MASSICCIA IMMUNIZZAZIONE DI ANZIANI E PERSONE VULNERABILI PERMETTERÀ DI RIAPRIRE IN SICUREZZA IL PAESE.
1 aprile 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 24-30 marzo 2021, rispetto alla precedente, una lieve riduzione dei nuovi casi (141.396 vs 150.181) (figura 1) a fronte di un incremento dei decessi (3.000 vs 2.878) (figura 2). Stabili i casi attualmente positivi (562.832 vs 560.654) e le persone in isolamento domiciliare (529.885 vs 528.680), in aumento i ricoveri con sintomi (29.231 vs 28.428) e le terapie intensive (3.716 vs 3.546) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 3.000 (+4,2%)
- Terapia intensiva: +170(+4,8%)
- Ricoverati con sintomi: +803 (+2,8%)
- Isolamento domiciliare: +1.205 (+0,2%)
- Nuovi casi: 141.396(-5,9%)
- Casi attualmente positivi: +2.178 (+0,4%)
«Per la seconda settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – a livello nazionale si rileva una lenta discesa del numero di nuovi casi e del loro incremento percentuale, anche se il dato risente di notevoli differenze regionali correlate al livello di restrizioni di 3 settimane fa».In 9 Regioni, infatti, l’incremento percentuale dei nuovi casi è ancora in crescita, soprattutto in 4 Regioni che 3 settimane fa si trovavano in area bianca o gialla (Calabria, Liguria, Sardegna e Valle d’Aosta). Al contrario si rilevano riduzioni rilevanti in Regioni che 3 settimane fa erano in zona arancione o rossa. Inoltre, in 10 Regioni aumentano i casi attualmente positivi, dato che si riflette anche a livello nazionale (tabella).
«Sul versante ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione GIMBE – entrambe le soglie di allerta di occupazione dei posti letto da parte di pazienti COVID in area medica (>40%) e in terapia intensiva (>30%) sono superate a livello nazionale, attestandosi rispettivamente al 44% e al 41%: 10 le Regioni sopra soglia per l’area medica e 13 quelle per le terapie intensive». In particolare, l’occupazione di pazienti COVID in terapia intensiva supera il 40% in Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Toscana, Molise, Lazio e il 50% in Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Emilia-Romagna, con valori superiori al 60% in Lombardia e nelle Marche. «Sul fronte dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – dopo la frenata registrata la scorsa settimana, il dato si è stabilizzato» (figura 4 e 5).
Vaccini: forniture. Al 31 marzo (aggiornamento ore 15.31) risultano consegnate alle Regioni 11.247.180 dosi, pari al 71,7% delle dosi previste per il primo trimestre 2021. Cifre al netto di ritardi di notifica, viste le dichiarazioni del Commissario Figliuolo che ha annunciato che “solo questa settimana ne stanno arrivando circa 3 milioni: ieri [29 marzo, n.d.r] oltre 1 milione di Pfizer, domani [31 marzo, n.d.r.] oltre 500.000 Moderna e oltre 1,3 milioni di AstraZeneca su un totale di 14,2 milioni realizzato nel primo trimestre”.
Vaccini: somministrazioni. Al 31 marzo (aggiornamento ore15.31) hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 3.143.159 milioni di persone (5,3% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 6,9% della Provincia Autonoma di Bolzano al 3,9% della Sardegna (figura 6). «Le notevoli eterogeneità – continua Gili – riflettono sia una differente capacità organizzativa,sia un eccesso di autonomia delle Regioni nella scelta delle categorie prioritarie da vaccinare». In particolare, per ciò che riguarda i più fragili:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni,1.274.567 (28,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.212.019 (27,4%) hanno ricevuto solo la prima dose, con le consuete rilevanti differenze regionali (figura 7).
- Fascia 70-79 anni:degli oltre 5,9 milioni, solo 106.506 (1,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 481.418 (8,1%)hanno ricevuto solo la prima dose, anche qui con notevoli difformità regionali (figura 8).
- Elevata fragilità (soggetti estremamente vulnerabili e portatori di disabilità gravi): anche se individuati dal piano vaccinale come categoria prioritaria subito dopo gli over 80, al momento la rendicontazione del database ufficiale non prevede una specifica categoria.
«Non si può escludere – spiega Cartabellotta – che nella categoria denominata “Altro”, con oltre 1,4 milioni di dosi (14,4% del totale delle somministrazioni), rientri un certo numero di soggetti fragili». Escludendo da questo “contenitore” le 572.692 dosi (39,6%) somministrate a persone di età ≥70 anni, considerabili a rischio per fascia anagrafica, resta da fare luce su 873.787 (60,4%) dosi somministrate a soggetti di cui non è possibile rilevare altre indicazioni di priorità. «Per ragioni di trasparenza e monitoraggio – continua il Presidente – da un lato è indispensabile inserire nel report ufficiale la categoria dei soggetti ad elevata fragilità al fine di garantire una precisa rendicontazione, dall’altro bisogna fare chiarezza sulla categoria “altro”, che ancora una volta permette di rilevare enormi differenze regionali» (figure9 e 10).
Il ritardo nella protezione delle classi d’età più fragili emerge anche dal monitoraggio dell’European Centre for Disease Control and Prevention (ECDC): l’Italia è in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, in particolare per la fascia 70-79 anni, dove si colloca a fondo classifica (figure 7 e 8).
«Se i vaccini rappresentano la via maestra per uscire gradualmente dalla pandemia – conclude Cartabellotta – è bene ribadire l’inderogabile necessità di proteggere in maniera prioritaria le persone fragili, più a rischio di sviluppare forme severe di COVID-19 che richiedono assistenza ospedaliera. Con l’attuale livello di sovraccarico degli ospedali, che non si ridurrà in tempi brevi, non possiamo più permetterci un nuovo rialzo di ricoveri e terapie intensive una volta avviate le graduali riaperture del Paese. Altrimenti continueremo a rimanere ostaggio delle misure restrittive, il cui obiettivo primario è proprio quello di limitare il sovraccarico ospedaliero».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
25 marzo 2021
Coronavirus: grazie alle restrizioni iniziano a scendere i nuovi casi, ma resta allarme terapie intensive in 12 Regioni. Over 80: ciclo vaccinale completato solo per 1 su 5
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE RILEVA, NELLA SETTIMANA 17-23 MARZO, UN LIEVE DECREMENTO DEI NUOVI CASI (-4,8%) SEPPUR CON NOTEVOLI DIFFERENZE REGIONALI. SALGONO INVECE TUTTI GLI INDICATORI OSPEDALIERI: SATURAZIONE TERAPIE INTENSIVE >30% IN 12 REGIONI E REPARTI DI AREA MEDICA >40% IN 10 REGIONI. VACCINI: A 7 GIORNI DALLA FINE DEL TRIMESTRE NON RISULTANO CONSEGNATE OLTRE UN TERZO DELLE DOSI PREVISTE. VACCINAZIONE OVER 80: IL 19,1% HA COMPLETATO IL CICLO E IL 27,4% HA RICEVUTO SOLO LA PRIMA DOSE. TRA RITARDI E PRIORITÀ DIROTTATE SU “PERSONALE NON SANITARIO” E “ALTRO”, SECONDO I DATI DELL’ECDC ITALIA AGLI ULTIMI POSTI IN EUROPA NELLA VACCINAZIONE DEI PIÙ FRAGILI.
25 marzo2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 17-23 marzo 2021, rispetto alla precedente, una lieve riduzione dei nuovi casi (150.033 vs 157.677) (figura 1) e dei decessi (2.327 vs 2.522) (figura 2). Continuano invece ad aumentare i casi attualmente positivi (560.654 vs 536.115), le persone in isolamento domiciliare (528.680 vs 506.761), i ricoveri con sintomi (28.428 vs 26.098) e le terapie intensive (3.546 vs 3.256) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.327 (-7,7%)
- Terapia intensiva: +290 (+8,9%)
- Ricoverati con sintomi: +2.330 (+8,9%)
- Isolamento domiciliare: +21.919 (+4,3%)
- Nuovi casi: 150.033 (-4,8%)
- Casi attualmente positivi: +24.539 (+4,6%)
«Nel pieno della terza ondata – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si intravedono i primi segnali di miglioramento: dopo quattro settimane consecutive si inverte il trend dei nuovi casi settimanali e si riduce l’incremento percentuale dei nuovi casi». Tuttavia, il dato nazionale risente di situazioni regionali molto eterogenee: infatti, in 10 Regioni l’incremento percentuale dei nuovi casi è ancora in crescita e in 14 Regioni si amplia il bacino dei casi attualmente positivi (tabella).
«Per la maggior parte delle Regioni – spiega il Presidente – è evidente la netta correlazione tra variazione percentuale dei nuovi casi e il “colore”delle Regioni di 3 settimane fa». Infatti, nella maggior parte delle Regioni che erano in zona rossa o arancione o avevano comunque attuato rigorose restrizioni mirate, la variazione percentuale dei nuovi casi è in riduzione: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Molise, P.A. Bolzano, P.A. Trento, Umbria. Viceversa, lo stesso dato è in aumento in Calabria, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto, che 3 settimane fa erano in area gialla o bianca. La situazione di Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Toscana è di più difficile interpretazione, dimostrando che altri fattori (es. intensità dell’attività di testing, rispetto delle misure individuali) influenzano la curva dei contagi.
«Nonostante la lieve flessione della curva dei contagi – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – peggiora la situazione sul versante ospedaliero, anche perché la terza ondata è partita da un “altopiano” molto elevato di posti letto occupati». Infatti, a livello nazionale entrambe le soglie di allerta di occupazione di posti letto da parte di pazienti COVID in area medica (>40%) e in terapia intensiva (>30%) sono superate: rispettivamente 43% e 39%. Superata la soglia d’allarme in 10 e 12 Regioni rispettivamente per l’area medica e per le terapie intensive, che in 5 Regioni hanno una saturazione ≥40% (Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Toscana) e in 5 ≥50% (Marche, Lombardia, P.A. Trento, Piemonte, Emilia-Romagna). «Su questo fronte – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – è incoraggiante la frenata dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: la curva della media mobile a 7 giorni dopo 4 settimane di incremento si èappiattita» (figura 5).
Vaccini: forniture. Delle dosi previste per il primo trimestre 2021, al 24 marzo (aggiornamento ore 6.01) risultano consegnate alle Regioni 9.911.100 dosi (63,1%), al netto di ritardi di notifica. In dettaglio:
Vaccini: somministrazioni. Al 24 marzo (aggiornamento ore 6.01) hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 2.624.201 milioni di persone (4,4% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 3,4% di Sardegna e Calabria al 5,7% del Friuli-Venezia Giulia (figura 6). «Sul fronte AstraZeneca – spiega Gili – nessun contraccolpo dopo lo stop della scorsa settimana: infatti, nelle giornate di domenica 21, lunedì 22 e martedì 23, il numero di somministrazioni ha superato quello dei giorni corrispondenti della settimana precedente» (figura 7).
Rispetto alle fasce più a rischio, si conferma il notevole ritardo nella vaccinazione degli oltre 4,4 milioni di over 80: solo 846.007 (19,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.210.236 (27,4%) hanno ricevuto solo la prima dose di vaccino, con rilevanti e ingiustificabili differenze regionali (figura 8). «Questi dati – spiega Cartabellotta – certificano l’impossibilità di raggiungere l’obiettivo della Commissione Europea di immunizzare almeno l’80% degli over 80 entro fine marzo, sia perché la loro vaccinazione è iniziata solo a metà febbraio, sia perché le Regioni hanno dato priorità a categorie non previste dal Piano vaccinale: il “personale non sanitario” e il non meglio spiegato “altro” – categoria comparsa proprio ieri nel database ufficiale – dove le somministrazioni continuano a crescere (figura 9)». D’altronde, secondo i dati dell’ECDC, l’Italia si trova agli ultimi posti della classifica europea per soggetti over 80 che hanno completato il ciclo vaccinale.
«Nel discorso di ieri in Parlamento – conclude Cartabellotta – il Presidente Draghi ha auspicatodi procedere, compatibilmente con la situazione epidemiologica, con un piano di graduali riaperture già dopo le festività pasquali, mettendo al primo posto la scuola. Tuttavia, per mettere fine all’estenuante stop & go degli ultimi mesi serve un piano strategico per guidare le riaperture con priorità basate su criteri espliciti, che tengano conto della probabilità di contagio e dell’impatto economico e sociale. Ma soprattutto, un piano guidato dalla consapevolezza che, nell’impossibilità di piegare la curva dei casi positivi per riprendere il tracciamento, questa tende inesorabilmente a risalire non appena si allentano le misure. E che senza un adeguata copertura di persone fragili vaccinate tornano a riempirsi gli ospedali e ad aumentare i decessi».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
INVITO In occasione del 25° compleanno della Fondazione GIMBE, oggi alle ore 18.00 sarà trasmesso in diretta streaming l’evento Il Servizio Sanitario Nazionale prima, durante e dopo la pandemia COVID-19. Il Presidente Nino Cartabellotta sarà a colloquio con Riccardo Iacona sul passato, presente e futuro del nostro Servizio Sanitario Nazionale, che mai come in questo momento ha confermato di essere una conquista sociale irrinunciabile per l'eguaglianza e la dignità di tutti i cittadini italiani. Diretta streaming a: https://25anni.gimbe.org |
Download comunicato
18 marzo 2021
Coronavirus: oltre 530 mila casi attualmente positivi, in 10 regioni occupazione terapie intensive ≥40%. Consegne vaccini: a 2 settimane dalla fine del 1° trimestre mancano all’appello 45% delle dosi
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE CONFERMA,NELLA SETTIMANA 10-16 MARZO,TUTTI I NUMERI IN AUMENTO: NUOVI CASI +8,3%, RICOVERATI CON SINTOMI +16,5% ETERAPIE INTENSIVE +18,1%. IN UN MESE QUASI RADDOPPIATO IL NUMERO MEDIO DEI NUOVI INGRESSI/DIE IN TERAPIA INTENSIVA. VACCINI: A 2 SETTIMANE DALLA FINE DEL TRIMESTRE,NON ANCORA CONSEGNATE QUASI LA METÀDELLE DOSI PREVISTE. CAOS ASTRAZENECA: OLTRE AI RALLENTAMENTI NELLE SOMMINISTRAZIONI, RISCHIO EFFETTO BOOMERANG FIGLIO DI UNA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE INADEGUATA E DI UNA DECISIONE PIÙ POLITICA CHE SCIENTIFICA.
18 marzo 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBErileva nella settimana 10-16 marzo 2021, rispetto alla precedente, un ulteriore incremento dei nuovi casi (157.677 vs 145.659) (figura 1)edei decessi (2.522 vs 2.191) (figura 2). Continuano a salire icasi attualmente positivi (536.115 vs 478.883), le persone in isolamento domiciliare (506.761 vs 453.734), i ricoveri con sintomi (26.098 vs 22.393) e le terapie intensive (3.256 vs 2.756) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.522 (+15,1%)
- Terapia intensiva: +500 (+18,1%)
- Ricoverati con sintomi: +3.705 (+16,5%)
- Isolamento domiciliare: +53.027 (11,7%)
- Nuovi casi: 157.677 (+8,3%)
- Casi attualmente positivi: +57.232 (+12%)
«L’ulteriore incremento dei nuovi casi – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – ha determinato nell’ultima settimana la netta espansione del bacino dei casi attualmente positivi, aumentato di oltre 57 mila unità».Rispetto alla settimana precedente,i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti crescono in 16 Regioni e in 14 si registra un incremento percentuale dei nuovi casi (tabella).
L’aumento dei casi attualmente positivi si riflette sulle curve relative ai servizi ospedalieri: l’occupazione dei posti letto di area medica da parte di pazienti COVID supera in 9 Regioni la soglia di allerta (>40%). Anche nelle terapie intensive, il cui tasso di saturazione nazionale oltrepassa la soglia critica attestandosi al 36%, l’occupazione da parte di pazienti COVID supera il 30% in 13 Regioni: in particolare, in 5 Regioni (Toscana, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Molise) è ≥40% e in altre 5 è ≥50% (Emilia Romagna, Lombardia, Umbria, Marche, Prov. autonoma di Trento) (figura 5). «Il sovraccarico ospedaliero – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – oltre a rendere più complessa l’assistenza dei pazienti COVID, aumenta lo stress di personale e servizi ospedalieri e impone di rimandare interventi chirurgici e altre prestazioni non urgenti per pazienti non COVID».
«A preoccupare – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – è anche il trend in continua ascesa dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: in 4 settimane la media mobile a 7 giorni è aumentata del 94,2%, passando da 134 a 260» (figura 5).
Vaccini: forniture. Delle dosi previste per il primo trimestre 2021, al 17 marzo (aggiornamento ore 6.01) risultano consegnate alle Regioni 8.597.500 dosi, poco più della metà di quelle previste. In dettaglio:
«Visto che per rispettare le scadenze contrattuali fissate 31 marzo – commenta Cartabellotta – rimangono da consegnare oltre 7 milioni di dosi nelle prossime due settimane, l’Europa deve mettere in campo nuovi strumenti per garantire le forniture, pena lo slittamento continuo dei piani vaccinali di tutti i Paesi».
Vaccini: somministrazioni. Al 17 marzo (aggiornamento ore 6.01) hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 2.145.434 milioni di persone (3,6% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 2,71% della Calabria al 5,12% della Valle D’Aosta (figura 6). Purtroppo, l’accelerazione della vaccinazione di massa registrata nelle ultime settimane ha subìto un’inevitabile battuta d’arresto dopo il blocco precauzionale e temporaneo del vaccino AstraZeneca, in attesa del parere definitivo dell’European Medicines Agency atteso per oggi. «A seguito di questo increscioso episodio – commenta Cartabellotta – al di là dei tempi organizzativi per ripartire,non è possibile stimare la riduzione dell’adesione generale alla campagna vaccinale, né l’impatto della diffidenza (o del rifiuto?) individuale rispetto al vaccino AstraZeneca. Un effetto boomerang generato da una comunicazione istituzionale frammentata e non lineare, frutto di una decisione impulsiva più politica che scientifica».Nel frattempo, rispetto alla protezione dei più fragili, degli oltre 4,4 milioni di over 80, 1.258.139 (28,5%) hanno ricevuto solo la prima dose di vaccino e 469.783 (10,6%) hanno completato il ciclo vaccinale con rilevanti differenze regionali (figura7). «Numeri in crescita – commenta Gili – ma ancora troppo esigui per osservare risultati tangibili in termini di riduzione di ospedalizzazioni e decessi nella fascia di età più colpita dalla COVID-19».
«Tre ragionevoli certezze – conclude Cartabellotta – documentano che stiamo attraversando una fase molto critica della pandemia. Innanzitutto, la terza ondata è ripartita da un “altopiano” determinando la rapida saturazione di posti letto in area medica e terapia intensiva,in particolare in alcune Regioni. In secondo luogo, il trend dei pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva è in rapida ascesa e difficilmente raggiungerà il picco prima di 3 settimane dall’introduzione delle nuove misure restrittive. Infine, i ritardi delle forniture vaccinali e il caso AstraZeneca allontanano gli effetti della campagna vaccinale. In questo scenario, con una popolazione psicologicamente ed economicamente sfiancata e operatori sanitari allo stremo, quale sarà il cambio di passo del Governo Draghi per salvare, almeno in parte, la stagione estiva?».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
11 marzo 2021
Coronavirus: il contagio avanza, terapie intensive sotto pressione in 11 Regioni. Vaccini: nel 1° trimestre consegnate meno del 50% delle dosi previste, il 3% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE REGISTRA, NELLA SETTIMANA 3-9 MARZO, TUTTI I NUMERI IN AUMENTO: NUOVI CASI +18,2%, RICOVERATI CON SINTOMI +14,4% E TERAPIE INTENSIVE +18,4, CON NUMERO MEDIO DEI NUOVI INGRESSI/DIE CHE PASSA DA 134 A 223. VACCINI: SUL FRONTE DELLE CONSEGNE, A 3 SETTIMANE DALLA FINE DEL TRIMESTRE, MANCA ALL’APPELLO PIÙ DELLA METÀ DELLE DOSI PREVISTE. IL 2,9% DELLA POPOLAZIONE HA COMPLETATO IL CICLO VACCINALE: DEGLI OVER 80 IL 25% HA RICEVUTO LA PRIMA DOSE E SOLO IL 5,2% ANCHE LA SECONDA. NUOVE RESTRIZIONI SIANO DECISE IN BASE A DATI ED EVIDENZE SCIENTIFICHE, SENZA INTERPRETAZIONI OPPORTUNISTICHE IN NOME DI UN VERO RILANCIO ECONOMICO DEL PAESE, IRREALISTICO IN QUESTA NUOVA FASE ESPANSIVA DELLA PANDEMIA.
11 marzo2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 3-9 marzo 2021, rispetto alla precedente, un ulteriore incremento dei nuovi casi (145.659 vs 123.272) (figura 1) e, per la prima volta da 8 settimane, una risalita dei decessi (2.191 vs 1.940) (figura 2). In crescita i casi attualmente positivi (478.883 vs 430.996), le persone in isolamento domiciliare (453.734 vs 409.099), i ricoveri con sintomi (22.393 vs 19.570) e le terapie intensive (2.756 vs 2.327) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.191 (+12,9%)
- Terapia intensiva: +429 (+18,4%)
- Ricoverati con sintomi: +2.823 (+14,4%)
- Isolamento domiciliare: +44.635 (10,9%)
- Nuovi casi: 145.659 (+18,2%)
- Casi attualmente positivi: +47.887 (+11,1%)
«Da tre settimane consecutive – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si registra il progressivo incremento dei nuovi casi con inversione di tendenza di tutte le curve, che conferma l’inizio della terza ondata». Rispetto alla settimana precedente, in 15 Regioni aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti e in 15 si registra un incremento percentuale dei nuovi casi (tabella 1).
«Sul fronte ospedaliero – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – l’occupazione dei posti letto da parte di pazienti COVID supera in 7 Regioni la soglia del 40% in area medica, con una media nazionale che si attesta al 35%; anche le terapie intensive, la cui occupazione a livello nazionale oltrepassa la soglia di allerta attestandosi al 31%, risultano sotto pressione in ben 11 Regioni». Particolarmente critiche le situazioni dove il tasso di occupazione è ≥40% (figura 4): Molise (67%), Umbria (57%), P.A. Trento (54%), Marche (44%), Lombardia (43%), Abruzzo (40%), Emilia-Romagna (40%). «Oltre al tasso di occupazione da parte di pazienti COVID-19 – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – preoccupa il trend in continua ascesa dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: in sole 3 settimane la media mobile a 7 giorni è aumentata del 66%, passando da 134 a 223» (figura 5).
Vaccini: forniture. Delle dosi previste per il primo trimestre 2021, al 10 marzo (aggiornamento ore 6:01) risultano consegnate alle Regioni 7.207.990 dosi, meno della metà di quelle previste. In dettaglio:
Negli ultimi 7 giorni sulla piattaforma ufficiale sono state registrate solo 665.730 dosi di Pfizer/BioNTech, mentre non risulta alcuna consegna per i vaccini Moderna e AstraZeneca, anche se non si possono escludere ritardi di notifica. «Secondo i dati ufficiali – commenta Cartabellotta – per rispettare le scadenze contrattuali, entro la fine del mese dovrebbero essere consegnate in media 2,8 milioni di dosi/settimana, rispetto ad una media di 680.000 dosi/settimana consegnate dall’inizio dell’anno».
Vaccini: somministrazioni. Al 10 marzo (aggiornamento ore 6:01) hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 1.747.516 milioni di persone (2,9% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 4,46% della Valle D’Aosta al 2,27% dell’Abruzzo (figura 6). Se da un lato il numero di somministrazioni sta progressivamente aumentando, con l’80,2% delle dosi consegnate somministrate alla popolazione, persistono notevoli differenze tra i diversi tipi di vaccino: se per Pfizer, infatti, sono state iniettate oltre il 90% delle dosi disponibili, questa percentuale scende per i vaccini AstraZeneca (52,2%) e Moderna (44,2%). «L’estensione da parte del Ministero della Salute all’uso del vaccino AstraZeneca agli over 65 – spiega Gili – rende urgente finalizzare gli accordi regionali con i medici di famiglia, laddove non ancora definiti, perchè la loro piena collaborazione è decisiva per accelerare la vaccinazione della popolazione generale». Infine, rispetto alla protezione dei più fragili, degli oltre 4,4 milioni di over 80,1.098.047 (24,8%) hanno ricevuto unicamente la prima dose di vaccino e solo 231.058 (5,2%) hanno completato il ciclo vaccinale con rilevanti differenze regionali (figura7), anche se nelle ultime due settimane si registra un netto cambio di marcia (figura8).
«La ricomposizione dell’Esecutivo – conclude Cartabellotta – inevitabilmente condizionerà entità e durata delle restrizioni che saranno discusse nel Consiglio dei Ministri di domani. Tuttavia, al di là delle posizioni delle singole forze politiche, tre dati sono inconfutabili in questa fase della pandemia. Innanzitutto, l’inversione di tendenza della curva dei contagi documenta l’avvio della terza ondata, seppur con rilevanti differenze regionali. In secondo luogo, in oltre la metà delle Regioni ospedali e soprattutto terapie intensive sono già in sovraccarico, anche importante, come dimostra la sospensione delle attività ordinarie. Infine, tutte le Regioni e Province dove nelle scorse settimane sono state attuate zone rosse hanno arginato la crescita dei contagi, dimostrando l’efficacia delle misure restrittive nel piegare la curva dei contagi. Qualsiasi interpretazione opportunistica di questi dati finalizzata ad ammorbidire le misure di contenimento, in nome di un illusorio rilancio economico del Paese, rappresenta una severa minaccia alla salute e alla vita delle persone, in particolare se alimentata da evidenze scientifiche parziali o interpretate in maniera strumentale per legittimare decisioni politiche».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
4 marzo 2021
Coronavirus: parte la terza ondata. Zone rosse locali in ritardo e campagna vaccinale che non decolla
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE REGISTRA, NELLA SETTIMANA 24 FEBBRAIO-2 MARZO, UN AUMENTO DEL 33% NUOVI CASI E NUMERI IN CRESCITA SUL FRONTE DI OSPEDALI E TERAPIE INTENSIVE. A FRONTE DELLA VERTIGINOSA ACCELERAZIONE IMPRESSA DALLE VARIANTI, SI CONTINUA A TEMPOREGGIARE INUTILMENTE NELL’ISTITUIRE ZONE ROSSE LOCALI. LA CAMPAGNA VACCINALE DI MASSA NON DECOLLA: MENTRE IL DIBATTITO SI CONCENTRA SU PRODUZIONE E FORNITURE, RIMANGONO NEL FRIGO QUASI 2 MILIONI DI DOSI, IL 30% DI QUELLE CONSEGNATE. NEL NUOVO DPCM NESSUNA NUOVA STRATEGIA PER CONTENERE L’EPIDEMIA, ECCETTO L’ENNESIMA BATTUTA D’ARRESTO PER LA SCUOLA.
4 marzo 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 24 febbraio - 2 marzo 2021, rispetto alla precedente, un netto incremento dei nuovi casi (123.272 vs 92.571) (figura 1) e un modesto calo dei decessi (1.940 vs 2.177) (figura 2). In forte rialzo i casi attualmente positivi (430.996 vs 387.948), le persone in isolamento domiciliare (409.099 vs 367.507), i ricoveri con sintomi (19.570 vs 18.295) e le terapie intensive (2.327 vs 2.146) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
Figura 1. Trend settimanale dei nuovi casi
Figura 2. Trend settimanale dei decessi
Figura 3. Trend settimanale di casi attualmente positivi, isolamento domiciliare, ricoveri con sintomi, terapie intensive
- Decessi: 1.940 (-10,9%)
- Terapia intensiva: +181(+8,4%)
- Ricoverati con sintomi: +1.275 (+7%)
- Isolamento domiciliare: +41.592 (11,3%)
- Nuovi casi: 123.272 (+33,2%)
- Casi attualmente positivi: +43.048(+11,1%)
«Per la seconda settimana consecutiva – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si registra un incremento dei nuovi casi che negli ultimi 7 giorni supera il 33%, segnando l’inizio della terza ondata». Rispetto alla settimana precedente, in 16 Regioni e nella P.A. di Trento aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti e in tutto il Paese sale l’incremento percentuale dei nuovi casi ad eccezione della P.A.di Bolzano, Umbria e Molise già sottoposte a severe misure restrittive (tabella 1). Sul fronte ospedaliero, l’occupazione da parte di pazienti COVID supera in 5 Regioni la soglia del 40% in area medica e in 9 Regioni quella del 30% delle terapie intensive.
Tabella 1. Indicatori regionali: settimana 24 febbraio-2 marzo 2021
Controllo delle varianti. L’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità ha stimato, al 18 febbraio, la prevalenza della variante inglese al 54% (range: 0-93,3%), di quella brasiliana al 4,3% (range: 0-36,2%) e di quella sudafricana allo 0,4% (range: 0-2,9%). «Con la situazione epidemiologica in rapida evoluzione – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – la diffusione attuale è sicuramente maggiore ed è pertanto fondamentale essere realmente tempestivi nell’istituzione delle zone rosse a livello comunale e provinciale». In particolare, nella settimana 24 febbraio-2 marzo,in94/107Province (87,6%) si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente, con valori che superano il 20% in ben 65 Province (tabella 2). «Nonostante l’allerta lanciata dalla Fondazione GIMBE già da due settimane –continua il Presidente –gli amministratori locali continuanoa ritardare le chiusure se non davanti a un rilevante incremento dei nuovi casi, quando è ormai troppo tardi. Infatti, in presenza di varianti più contagiose, questa “non strategia”favorisce la corsa del virus, rendendo necessarie chiusure più estese e prolungate».
Tabella 2. Province con incremento dei nuovi casi >20% nella settimana 24 febbraio-2 marzo
Vaccini: forniture. Delle dosi previste per il primo trimestre 2021, al 3 marzo (aggiornamento ore 10:17) ne sono state consegnate alle Regioni 6.542.260. Questo significa che per rispettare le scadenze contrattuali fissate al 31 marzo, nelle prossime 4settimane dovranno essere consegnate in media2,3milioni di dosi/settimana. In dettaglio:
Vaccini: somministrazioni. Al 3 marzo(aggiornamento ore 10:17) hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 1.454.503milioni di persone (2,44% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 4,18% della PA di Bolzano all’1,72% dell’Umbria (figura 4). «L’avvio della campagna vaccinale fuori da ospedali e RSA – commenta Gili – ha determinato una frenata sul fronte delle somministrazioni, con quasi 2 milioni di dosi (pari al 30% delle consegne) ancora inutilizzate».Si rilevano inoltre rilevanti differenze tra i diversi vaccini (figura 5): mentrele somministrazioni di Pfizer si attestano all’89% delle dosi consegnate, quelle di Moderna e AstraZeneca stanno infatti procedendo più lentamente. Tuttavia, se il 29,1% di Moderna è condizionato al ribasso dalla recente consegna della metà delle dosi, per AstraZeneca le somministrazioni si attestano al 26,9%, spia di problemi organizzativi nella vaccinazione di massa, anche se non si possono escludere possibili rinunce selettive a questo vaccino o ritardi nella rendicontazione dei dati.«Peraltro a differenza dei vaccini di Pfizer e Moderna – spiega Cartabellotta –per i quali, visti i ritardi nelle forniture, è prudente mettere da parte le per il richiamo previsto rispettivamente a 3 e 4 settimane, per AstraZeneca è possibile somministrare la seconda dose sino a 12 settimane: non esiste quindi alcuna ragione per accantonare le dosi, ma bisogna invece velocizzare le somministrazioni». Infine, rispetto alla protezione dei più fragili, degli oltre 4,4 milioni di over80,762.271(17,2%) hanno ricevuto solo la prima dose di vaccino e solo 149.620(3,4%) hanno completato il ciclo vaccinale, anche qui con rilevanti differenze regionali (figura6).
Figura 4. Percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale
Figura 5. Dosi consegnate e somministrate per tipologia di vaccino
Figura 6. Vaccinazione degli over 80
«Tuttavia la strada per accelerare la campagna vaccinale – puntualizza il Presidente –non deve certo portare ad avventurarsi in rischiosi azzardi, come l’ipotesi di somministrare un’unica dose di vaccino Pfizer o Moderna. In assenza di robuste evidenze scientifiche che permettano alle agenzie regolatorie di modificare le modalità di somministrazione del prodotto si tratterebbe di un uso off-label del vaccino, con risvolti sul consenso informato e sulle responsabilità medico-legali».
«La Fondazione GIMBE – conclude Cartabellotta – già da settimane segnala le spie rosse di un’aumentata circolazione del virus, la cui forte accelerazionesta di fatto avviando la terza ondata. Ma i tempi di politica e burocrazia sono sempre troppo lunghie le zone rosse locali arrivano quando la situazione ormai è sfuggita di mano. La campagna vaccinale, intanto, stenta a decollare non solo per i noti ritardi di produzione e consegna delle dosi, ma anche per difficoltà organizzative di molte Regionichelasciano “in fresco” dosi di vaccino che potrebbero evitare ricoveri e salvare vite, soprattutto tra lepersone più a rischio di COVID-19 severa. Infine, il primo DPCM a firma Draghi non segna affatto il cambio di passo auspicato: il sistema delle Regioni “a colori” resta di fatto immutato, così come le misure per la maggior parte delle attività produttive e commerciali. E a pagare il conto più salato, come sempre,è la scuola».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
25 febbraio 2021
Coronavirus: in 7 giorni +10% di nuovi casi e spie rosse in 41 province. Risalgono le terapie intensive. Regioni in ordine sparso sulla vaccinazione di massa, doppia dose solo al 2,9% degli over 80
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE REGISTRA NELLA SETTIMANA 17-23 FEBBRAIO UN AUMENTO DEI NUOVI CASI CHE RIFLETTE L’ESPANDERSI DI VARIANTI PIÙ CONTAGIOSE. INCREMENTI PERCENTUALI DEI NUOVI CASI OLTRE IL 20% IN 41 PROVINCE RICHIEDONO RESTRIZIONI MIRATE E TEMPESTIVE PER EVITARE LOCKDOWN PIÙ ESTESI. CAMPAGNA VACCINALE SOTTO SCACCO DELLE FORNITURE, MA NECESSARIO ACCELERARE ANCHE SUL FRONTE DELLE SOMMINISTRAZIONI. GOVERNO DRAGHI IMPONGA UN NETTO CAMBIO PASSO: PIÙ VACCINI, MAGGIORE SINTONIA CON LE REGIONI, CHIUSURE TEMPESTIVE E UN REALISTICO PIANO DI GRADUALE RITORNO ALLA NORMALITÀ DA CONDIVIDERE CON I CITTADINI, EVITANDO DI FISSARE SCADENZE ILLUSORIE, PERCHÉ L’AGENDA DEL PAESE È ANCORA DETTATA DAL VIRUS.
25 febbraio 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 17-23 febbraio 2021, rispetto alla precedente, un incremento dei nuovi casi (92.571 vs 84.272) (figura 1) a fronte di un numero stabile di decessi (2.177 vs 2.169) (figura 2). In lieve riduzione i casi attualmente positivi (387.948 vs 393.686), le persone in isolamento domiciliare (367.507 vs 373.149) e i ricoveri con sintomi (18.295 vs 18.463), mentre risalgono le terapie intensive (2.146 vs 2.074) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.177 (+0,4%)
- Terapia intensiva: +72 (+3,5%)
- Ricoverati con sintomi: -168 (-0,9%)
- Isolamento domiciliare: -5.642 (-1,5%)
- Nuovi casi: 92.571 (+9,8%)
- Casi attualmente positivi: -5.738 (-1,5%)
«Dopo 4 settimane di stabilità nel numero dei nuovi casi – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si rileva un’inversione di tendenza con un incremento che sfiora il 10%, segno della rapida diffusione di varianti più contagiose». Rispetto alla settimana precedente, infatti, in 11 Regioni aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti, e in 10 Regioni sale l’incremento percentuale dei casi totali (tabella 1). Sul fronte ospedaliero, l’occupazione da parte di pazienti COVID supera in 4 Regioni la soglia del 40% in area medica e in 8 Regioni quella del 30% delle terapie intensive, che, a livello nazionale, dopo 5 settimane di calo fanno registrare un’inversione di tendenza.
Controllo delle varianti. La progressiva diffusione della variante inglese sta determinando impennate di casi che richiedono un attento monitoraggio per identificare tempestivamente Comuni o Province dove attuare le zone rosse. «Secondo le nostre analisi – spiega il Presidente – l’incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente è l’indicatore più sensibile per identificare le numerose spie rosse che si accendono nelle diverse Regioni». In particolare, nella settimana 17-23 febbraio in ben 74/107 Province (68,5%) si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente, con valori che superano il 20% in 41 Province (tabella 2). «Questi dati – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – confermano che, per evitare lockdown più estesi, bisogna introdurre tempestivamente restrizioni rigorose nelle aree dove si verificano impennate repentine. Temporeggiare in attesa dei risultati del sequenziamento o di un consistente incremento dei nuovi casi è molto rischioso perchè la situazione rischia di sfuggire di mano».
Vaccini: forniture. La continua revisione al ribasso, documentata dai 4 aggiornamenti ufficiali delle forniture attese, in soli 2 mesi ha quasi dimezzato le dosi previste per il primo trimestre 2021 che sono precipitate da 28,3 a 15,7 milioni (figura 4). «Una riduzione di tale entità – commenta Cartabellotta – se da un lato è imputabile ai ritardi di produzione e consegna da parte delle aziende, dall’altro risente di irrealistiche stime di approvvigionamento del Piano vaccinale originale». Inoltre, delle dosi previste per il primo trimestre 2021, al 24 febbraio (aggiornamento ore 08.01) ne sono state consegnate alle Regioni solo un terzo: per rispettare le scadenze nelle prossime 5 settimane dovranno essere consegnate in media 2,3 milioni di dosi/settimana. In dettaglio:
Nelle ultime due settimane preoccupante frenata anche sul fronte delle somministrazioni, per difficoltà organizzative legate all’avvio della vaccinazione di massa (figura 5). «Non a caso – sottolinea Gili – è stato somministrato solo il 14% delle dosi di AstraZeneca, destinate a persone “fuori” da ospedali e RSA come insegnanti e forze dell’ordine di età <65 anni». Notevoli le differenze regionali: se Toscana (64%), Valle d’Aosta (41,2%), P.A. di Bolzano (37,6%) e Lazio (25%) hanno somministrato almeno un quarto delle dosi consegnate da AstraZeneca, 5 Regioni non hanno nemmeno iniziato e 2 hanno somministrato meno dell’1% delle dosi consegnate. «Di conseguenza – puntualizza Cartabellotta – dai primi posti in classifica tra i Paesi europei conquistati nella prima fase della campagna vaccinale, l’Italia ha perso numerose posizioni perché non tutte le Regioni erano pronte per la vaccinazione di massa».
Vaccini: somministrazioni. Al 24 febbraio (aggiornamento ore 08.01) hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose oltre 1,34 milioni di persone (2,25% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 1,58% dell’Abruzzo al 4,17% della P.A. di Bolzano (figura 6). «Se l’obiettivo della prima fase della campagna vaccinale – spiega il Presidente – era proteggere, oltre al personale sanitario e socio-sanitario, le persone più fragili (ospiti RSA e over 80), aver somministrato oltre 655 mila dosi (17,7%) al personale non sanitario (figura 7) stride con l’esigua copertura degli over 80: su oltre 4,4 milioni solo 380 mila (8,6%) hanno ricevuto la prima dose di vaccino e circa 127 mila (2,9%) hanno completato il ciclo vaccinale (figura 8). Un’inversione di priorità, non prevista dal piano vaccinale, che sta ritardando la protezione della categoria che ha pagato il tributo più alto in termini di vite umane».
«Per uscire dalla pandemia – conclude Cartabellotta – è necessario un netto cambio di passo del Governo Draghi. Innanzitutto, incrementare le forniture lavorando ad accordi vincolanti tra Europa e aziende produttrici ed eventuale produzione conto terzi in Italia, oltre ad accelerare le somministrazioni attraverso uno stretto monitoraggio regionale per identificare eventuali criticità. In secondo luogo, le Regioni devono applicare con massima tempestività e rigore le zone rosse locali per evitare lockdown più estesi e arginare gli effetti della terza ondata. Infine, Governo e Regioni devono concertare una programmazione di riaperture a medio-lungo periodo, condividendo con la popolazione obiettivi realistici per un graduale ritorno alla normalità, evitando di fissare scadenze illusorie, perché l’agenda del Paese è ancora dettata dal virus».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
18 febbraio 2021
Coronavirus: misure insufficienti per piegare curva contagi. Vaccini: consegnate solo un terzo delle dosi del 1° trimestre, frenano le somministrazioni
IL MONITORAGGIO DELLA FONDAZIONE GIMBE CONFERMA CHE NELLA SETTIMANA 10-16 FEBBRAIO I NUOVI CASI NON ACCENNANO A DIMINUIRE. IN 12 REGIONI SALGONO I CASI ATTUALMENTE POSITIVI PER 100 MILA ABITANTI E IN 17 PROVINCE L’INCREMENTO PERCENTUALE DEI NUOVI CASI SUPERA IL 5%. LA CAMPAGNA VACCINALE, OSTAGGIO DI FORNITURE CENTELLINATE, REGISTRA I PRIMI RALLENTAMENTI NELLA SOMMINISTRAZIONE FUORI DA OSPEDALI E RSA. APPELLO AL GOVERNO DRAGHI: SERVE UN CAMBIO DI PASSO NEL CONTROLLO DELLA PANDEMIA PERCHÉ, COMPLICI LE VARIANTI, È IMPOSSIBILE PIEGARE LA CURVA DEI CONTAGI CON LE ATTUALI MISURE DI MITIGAZIONE, CONFIDANDO SOLO NEL POTENZIAMENTO DELLA CAMPAGNA VACCINALE.
18 febbraio 2021 - Fondazione GIMBE, Bologna
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE conferma nella settimana 10-16 febbraio 2021, rispetto alla precedente, un numero stabile di nuovi casi (84.272 vs 84.711) (figura 1). Scendono i casi attualmente positivi (393.686 vs 413.967), le persone in isolamento domiciliare (373.149 vs 392.312), i ricoveri con sintomi (18.463 vs 19.512), le terapie intensive (2.074 vs 2.143) (figura 2) e i decessi (2.169 vs 2.658) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
-
Decessi: 2.169 (-18,4%)
-
Terapia intensiva: -69 (-3,2%)
-
Ricoverati con sintomi: -1.049 (-5,4%)
-
Isolamento domiciliare: -19.163 (-4,9%)
-
Nuovi casi: 84.272 (-0,5%)
-
Casi attualmente positivi: -20.281 (-4,9%)
«Anche questa settimana – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – nonostante i dati riflettano i contagi avvenuti in un’Italia tinta di rosso e arancione, i nuovi casi non accennano a diminuire. E guardando ai dati regionali si rilevano segnali di incremento, favoriti dalla circolazione delle nuove varianti». Infatti, in 12 Regioni aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti rispetto alla settimana precedente (tabella 1) e l’incremento percentuale dei casi negli ultimi 7 giorni, in apparenza stabile a livello regionale, supera il 5% in 17 Province (tabella 2). Sul fronte ospedaliero, l’occupazione da parte di pazienti COVID supera in 3 Regioni la soglia del 40% in area medica e in 5 Regioni quella del 30% delle terapie intensive.
Varianti virali. La prima indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato la presenza della variante inglese in 14 su 16 Regioni, con una prevalenza media del 17,8% (range 0-59%). «In attesa dei risultati della nuova indagine che sarà condotta anche sulle varianti brasiliana e sudafricana – dichiara Cartabellotta – invitiamo le Istituzioni a rendere pubblici i dati di prevalenza per le singole Regioni». In un momento in cui la campagna vaccinale progredisce a rilento, la maggiore trasmissibilità delle varianti richiede infatti sia di attuare restrizioni tempestive ove necessario, sia di potenziare l’attività di sequenziamento, ancora molto lontana dagli standard fissati dalla Commissione Europea: almeno il 5%, idealmente il 10% dei tamponi molecolari positivi al SARS-CoV-2.
Strategia mitigazione vs “zero-COVID”. Nonostante gli effetti del sistema delle Regioni “a colori”, introdotto più di 3 mesi fa, tutte le curve si trovano in un plateau d’alta quota (figura 2): quasi 390 mila positivi, oltre 18.200 persone in ospedale e più di 2.000 in terapia intensiva. Di conseguenza, spiega Cartabellotta «se il nuovo Esecutivo manterrà la strategia di mitigazione con il solo obiettivo di contenere il sovraccarico degli ospedali, bisogna accettare lo sfiancante stop&go degli ultimi mesi almeno per tutto il 2021. Se invece intende perseguire l’obiettivo europeo zero-COVID, sulla scia della strategia tedesca No-COVID, questo è il momento per abbattere la curva dei contagi con un lockdown rigoroso di 2-3 settimane al fine di riprendere il tracciamento, allentare la pressione sul sistema sanitario, accelerare le vaccinazioni e contenere l’emergenza varianti». Ovviamente questa strategia presuppone che il sistema (sanitario e non) sia predisposto a far fruttare i risultati del lockdown: dal potenziamento dei sistemi di testing alla ripresa del contact tracing anche con strumenti elettronici; dal passaggio della quarantena fiduciaria a quella monitorata; dal potenziamento del trasporto locale alla messa in sicurezza di scuole, Università e luoghi pubblici su areazione e deumidificazione dei locali; da rigorose politiche per controllare frontiere e flussi turistici a strategie di coinvolgimento attivo dei cittadini e misure più rigorose per il rispetto delle regole.
Vaccini: forniture. Al 17 febbraio (aggiornamento ore 15:00) sono state consegnate alle Regioni 4,07 milioni dosi di vaccino, il 31,8% dei 12,8 milioni attesi per il primo trimestre 2021. In dettaglio:
- Pfizer/BioNTech: 3.288.870 dosi pari al 44,7% di quelle previste (7,3 milioni), escluse le 6,6 milioni di dosi aggiuntive la cui consegna è prevista entro giugno, ma senza dettagli sulla ripartizione trimestrale
- Moderna: 244.600 dosi pari all’18,4% di quelle previste (1,3 milioni)
- AstraZeneca: 542.400 dosi pari al 13% di quelle previste (4,2 milioni)
«Per rispettare la tabella di marcia delle forniture – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – entro fine marzo dovrebbero essere consegnate in media 1,45 milioni di dosi/settimana, a fronte delle quasi 600 mila attuali». Dal canto loro le Regioni devono essere pronte ad accelerare le somministrazioni, che oggi viaggiano ad una media di circa 480 mila per settimana. «Peraltro se da un lato vengono correttamente accantonate le dosi per il richiamo – puntualizza Cartabellotta – dall’altro nell’ultima settimana si rileva un rallentamento delle somministrazioni di quasi il 30%, possibile spia di difficoltà organizzative della campagna vaccinale fuori da ospedali e RSA» (figura 4).
Vaccini: somministrazioni. Al 17 febbraio (aggiornamento ore 15:00) hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 1.298.844 persone (2,18% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 1,46% della Calabria al 4,15% della Provincia Autonoma di Bolzano (figura 5). Il 66% delle dosi è stato somministrato a “operatori sanitari e sociosanitari”, il 19% a “personale non sanitario”, l’11% a “personale ed ospiti delle RSA” e il 4% a “persone di età ≥80 anni”, con notevoli differenze regionali (figura 6). «La vera criticità di questa fase 1 – precisa Gili – è che solo il 5,9% (n. 261.008) degli over 80 ha ricevuto almeno una dose di vaccino, e solo il 2,7% (n. 117.537) ha completato il ciclo vaccinale, percentuali molto lontane dal target raccomandato dalla Commissione Europea per questa fascia di età: 80% entro il 31 marzo 2021. Per raggiungere questo obiettivo bisognerebbe vaccinare entro quella data circa 3,5 milioni di over 80, di cui quasi 3,3 milioni non hanno ancora ricevuto la prima dose».
«Nel suo discorso al Senato – conclude Cartabellotta – il Presidente Draghi ha indicato nella lotta alla pandemia l’obiettivo prioritario del suo Governo, da attuarsi attraverso il potenziamento di forniture e somministrazioni del vaccino. Una strategia necessaria ma non sufficiente, considerato che l’attuale sistema delle Regioni a colori, oltre ad esasperare i cittadini e a danneggiare le attività economiche con decisioni last minute, non è riuscito a piegare la curva dei contagi e mantiene ospedali e terapie intensive al limite della saturazione, con la minaccia delle varianti che da un giorno all’altro potrebbero mandare in tilt i servizi sanitari. Ma forse la politica, oltre a temere le conseguenze sociali ed economiche di un nuovo lockdown, dubita che il Paese sia davvero pronto a perseguire la strategia zero-COVID».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
Download comunicato
Pagina aggiornata il 22/06/2022